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'''Detenuto si suicida a Taranto'''

Un detenuto di circa 40 anni si è ucciso impiccandosi nel bagno della sua cella nel carcere di Taranto, con una corda ricavata dalle lenzuola. L'uomo era in attesa di giudizio per reati contro il patrimonio. Ieri nel carcere di Taranto una detenuta campana di 46 anni era morta probabilmente per un infarto. A nulla sono valsi i soccorsi che hanno cercato, anche con la respirazione artificiale, di salvare la vita del detenuto, che era solo nella cella della prima sezione.

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ESTERI

TEL AVIV - Israele ha elevato sensibilmente oggi lo stato di allerta in occasione di una serie di manifestazioni indette dai palestinesi - in Israele, nei Territori e nei Paesi vicini - in occasione della Giornata della Terra. Questo evento ricorda i sei dimostranti arabi rimasti uccisi il 30 marzo 1976 dalla polizia israeliana nel tentativo di disperdere violente manifestazioni innescate dalla confisca di terre agricole in Galilea. La scorsa notte Israele ha imposto la chiusura dei valichi di transito con la Cisgiordania: una misura che non veniva imposta da mesi. A Gerusalemme, severe misure di sicurezza sono state adottate in prossimità della Spianata delle moschee, dove l'accesso è oggi consentito solo ai fedeli musulmani di età superiore ai 40 anni. L'esercito israeliano ha intanto rafforzato le proprie posizioni ai confini con il Libano, la Siria e la Giordania, dopo aver appreso che da quei Paesi potrebbero convergere cortei di dimostranti fra cui attivisti giunti dall'Iran. Misure rafforzate di sicurezza sono segnalate anche in territorio israeliano (in particolare in Galilea) e ai margini della Striscia di Gaza.

ITALIA

Detenuto si suicida a Taranto

Un detenuto di circa 40 anni si è ucciso impiccandosi nel bagno della sua cella nel carcere di Taranto, con una corda ricavata dalle lenzuola. L'uomo era in attesa di giudizio per reati contro il patrimonio. Ieri nel carcere di Taranto una detenuta campana di 46 anni era morta probabilmente per un infarto. A nulla sono valsi i soccorsi che hanno cercato, anche con la respirazione artificiale, di salvare la vita del detenuto, che era solo nella cella della prima sezione.

Aggressione xenofoba a Monterotondo

Mercoledì scorso due giovani donne tunisine a Monterotondo sono state insultate e picchiate da un gruppo di uomini. Secondo quanto riportano le agenzie, nel tardo pomeriggio in via Buozzi, una zona del centro del paese, affollata di bar e chioschi, le due donne sono state aggredite da un giovane italiano di 27 anni insieme ad altri uomini. Le due donne, secondo quanto riferito, sono state medicate all'ospedale di Monterotondo e giudicate guaribili rispettivamente in 3 e 5 giorni. Non sempre gli episodi di quotidiano razzismo vengono riportati dai media,perché spesso descritti come liti o discussioni nate per “futili motivi”.

ALLA CRISI RISPONDIAMO, GLI SPAZI LI VIVIAMO

Oggi un gruppo di precarie, famiglie, studenti/esse ha occupato un edificio in via Boccea 506 vuoto da 10 anni. Questo è solo uno dei moltissimi esempi di luoghi lasciati all'abbandono all'interno della città. In questi ultimi anni l'emergenza abitativa e la mancanza di luoghi di socialità e cultura hanno raggiunto sempre più persone.

La nostra azione nasce da un aggregato di persone che per trovare una soluzione a queste necessità ha scelto di darsi come metodo quello dell'autorganizzazione; perchè è un dato lampante che la politica delle istituzioni è, nel migliore dei casi, incapace di trovare una soluzione. Più spesso, invece, è completamente asservita a quelli che sono i poteri forti all'interno di questa città: i palazzinari e gli speculatori.

Vogliamo ribadire il fatto che la casa è un diritto e non un privilegio e che la necessità di avere degli spazi in cui sperimentare forme di socialità, di cultura e di sport accessibili a tuttie non deve in nessun modo essere sottomessa alle logiche del mercato.

Da sempre hanno provato a convincerci che l'unico modo per ottenere una vita dignitosa sia pagare per ogni cosa; in realtà questo serve soltanto ad arricchire all'infinito i pochissimi che vivono di speculazione e di rendita. Parliamo di chi costruisce case, centri commerciali, impianti sportivi "fantasma" con soldi pubblici e su terreni agricoli che dovrebbero essere di tutti/e.

Che distruggono interi pezzi di città costruendo quartieri sempre più lontani dal centro e completamente privi di servizi e strutture essenziali (trasporti, illuminazione, ospedali, biblioteche) con case dai costi sempre più insostenibili.

Il costo sociale del profitto, già prima di quello della crisi, lo hanno sempre pagato lavoratoritrici, precarie, immigratie,studentiesse. Andando ad ingrossare le fila di quelli/e costretti/e a lavorare e studiare in maniera sempre più precaria e a vivere in condizioni materiali sempre peggiori, a tutto vantaggio degli speculatori e delle grandi proprietà immobiliari.

Decidiamo di non pagare più questo prezzo, riprendendoci ciò che ci spetta.

In questi giorni abbiamo intenzione di mostrare concretamente un percorso di condivisione che può costruire soluzioni a necessità comuni.

Vogliamo far vivere questo luogo con 2 giorni di iniziative a cui invitiamo TUTTI E TUTTE a partecipare; perchè le risposte ai problemi devono necessariamente essere collettive e partecipate (qualcuno ricorda il famoso detto "divide et impera"?).

Durante questi 2 giorni prenderanno parola e spazi alcune realtà territoriali impegnate in ambiti diversi; cultura, arte, sport, diritto all'abitare. Lo faremo in questo luogo partendo da soluzioni concrete, faremo vivere questo spazio abbandonato e metteremo a disposizione del territorio contenuti, iniziative e la possibilità di esprimersi e confrontarsi su esigenze e desideri comuni.


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