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'''ORE 17.30'''


'''SOMMARIO'''



'''IN PRIMO PIANO'''



'''ESTERI'''




'''ITALIA'''








ORE 17.30

SOMMARIO

IN PRIMO PIANO

ESTERI

ITALIA

ORE 13.00

ITALIA

Avvolto dalle fiamme mentre pulisce forno grave operaio nell'Avellinese

Grave incidente sul lavoro in provincia di Avellino. Un operaio di 44 anni, Michele Renzi, è ricoverato in prognosi riservata presso il Centro grandi ustionati dell'ospedale Cardarelli di Napoli per gravissime ustioni agli arti inferiori e superiori riportate mentre era intento alla pulitura di un forno alla Sir Press di Nusco, una azienda che produce componentistica in alluminio per automobili. Renzi che è originario di Lioni (Avellino) è stato avvolto dalle fiamme mentre stava eseguendo lavori di manutenzione e pulizia al macchinario. E' stato immediatamente soccorso dai compagni di lavoro che hanno allertato i soccorsi. Sulle cause dell'incidente indagano i carabinieri della Compagnia di Lioni. I sanitari potranno sciogliere la prognosi soltanto dopo le prossime 48 ore.

Muore travolto dal furgone mentre lavora a S. Croce sull'Arno

Un operaio di 50 anni, dipendente di Acquaeservizi, società controllata di Acque spa, è morto travolto dalla retromarcia di un furgone a Staffoli, nel comune di Santa Croce sull'Arno (Pisa). L'uomo stava lavorando a un pozzo in una zona di campagna. Secondo una prima ricostruzione dei colleghi presenti mentre cercava attrezzi nel cassone, posizionato sul retro del furgone con il quale la squadra era arrivata, il veicolo si sarebbe mosso, investendolo. Sul posto sono arrivati carabinieri, vigili del fuoco, sanitari del 118 e anche l'elisoccorso, il cui intervento, però, è stato inutile.

Bologna: 5 denunciati per il corteo del 25 aprile

Sono cinque, per ora, le persone identificate e denunciate per le scritte tracciate sui muri e i volantini distribuiti durante il corteo del 25 aprile scorso. Due sono accusati di imbrattamento di edificio storico (rischiano una multa fra i 1000 e i 3000 euro), quattro, in totale, di oltraggio a corpo amministrativo dello Stato, fra cui i tre che reggevano lo striscione "La polizia pesta, reprime, stupra e uccide. Ma quale liberazione? La Resistenza continua". Il quarto aveva tracciato la scritta "la polizia uccide" sui muri del Consolato greco in via Indipendenza. Secondo fonti di agenzia altre due persone, sono in via di identificazione da parte della Digos: un ragazzo che è stato ripreso mentre scrive "La Polizia uccide, difendiamoci" e un altro che avrebbe aiutato una ragazza - fra i denunciati - ad attaccare i manifesti contro lo sgombero degli anarchici dalla ex palazzina della polizia municipale. Intanto, la Digos ha cominciato a lavorare anche sul corteo del Primo maggio di Usb e centri sociali, per il quale il consigliere del Pdl Galeazzo Bignami invoca "bastonate" da parte delle forze dell'ordine per chi ha danneggiato e imbrattato. Al di là di ogni altra considerazione, potremmo ricordare un vecchio slogan: "Muri puliti, popoli muti."

Da anni senza lavoro disoccupato si toglie la vita

Si allunga drammaticamente la lista dei suicidi per disoccupazione e disperazione . Dopo anni senza lavoro, un 51enne si è ucciso nella propria abitazione, in una palazzina popolare residente di Migliarina, frazione di Carpi (Modena). I vicini, dopo alcuni giorni senza sue notizie, hanno allertato la polizia che proprio il 1° maggio ha rinvenuto il cadavere dell’uomo, che viveva di lavori saltuari e di prestiti. Non sono stati trovati biglietti, ma chi lo conosceva conferma la sua drammatica situazione economica. L’inverso scorso, hanno raccontato, era rimasto senza gas e luce perché non più in grado di pagare le bollette. Fino a qualche tempo prima riusciva a sbarcare il lunario facendo il muratore, ma la crisi aveva precipitato anche lui nella miseria.

ESTERI

APPROVATA LEGGE ESPROPRIAZIONE YPF, ATTESA PER PROMULGAZIONE

E’ passata definitivamente ieri alla Camera e si attende già oggi la promulgazione della legge sull’espropriazione del 51% delle azioni di Ypf, controllata per il 57% dalla spagnola Repsol, che restituirà allo Stato il controllo della principale società petrolifera dell’Argentina, alle prese con una severa crisi energetica che minaccia la sua economia.

La nazionalizzazione di Ypf, privatizzata negli anni ‘90, è passata a larga maggioranza – 207 voti a favore, 32 contrari e 6 astensioni – dopo due giorni di intenso dibattito alla ‘camera bassa’. Duramente contestata alla Spagna e dall’Unione Europea, l’iniziativa aveva già avuto un comodo ‘via libera’ dal Senato la scorsa settimana. Nel suo articolo più rilevante, la nuova legge dichiara “di utilità pubblica e soggetto a espropriazione il 51% del capitale di Ypf Sociedad Anónima”: sul totale delle azioni espropriate, il 51% sarà controllato dallo Stato, il 49% dalle province petrolifere; Repsol resterà con una minoranza.

La Spagna, principale investitore nel paese del Cono Sud, ha minacciato ritorsioni. L’Unione Europea sta invece esaminando la soppressione delle agevolazioni sui dazi doganali concesse finora a determinati prodotti argentini per l’ingresso nel mercato comunitario.

Il prezzo delle azioni di Repsol soggette a espropriazione sarà determinato da un tribunale: l’azienda spagnola lo ha fissato a 10,5 miliardi di dollari, una somma che Buenos Aires esclude di pagare.

A poche settimane dalla decisione della Kirchner di nazionalizzare l'Ypf, filiale della compagnia petrolifera spagnola Repsol, anche la Bolivia procede alla nazionalizzazione di una filiale della REE, compagnia di distribuzione elettrica controllata dalla spagnola TDE.

Un percorso di nazionalizzazione, quello boliviano, che cerca di recuperare terreno rispetto alla svendita della rete elettrica effettuata, su direttiva dell'FMI, del presidente boliviano Sanchez de Lozada nel 1996. La REE controllava il 75% dell'energia elettrica trasportata nel paese, con Morales che aveva annunciato nei mesi scorsi il lancio di una politica mirante a riportarne sotto controllo statale non meno dell'80%.

AMAZZONIA: RIPARTE OPERAZIONE MILITARE ‘AGATA’

Per il quarto anno consecutivo, l’esercito del Brasile ha lanciato l’operazione ‘Agata’, una massiccia offensiva nel nord dell’Amazzonia diretta, almeno sulla carta, a fermare il disboscamento selvaggio, i minatori clandestini e le rotte del traffico di droga e di esseri umani. Sono 8500 i militari e un centinaio gli agenti civili mobilitati per pattugliare le frontiera con Venezuela, Suriname, Guyana e Guyana Francese, secondo una nota del ministero della Difesa.

Sono supportati da navi, aerei ed elicotteri per “reprimere i crimini” nelle aree di confine, ma anche per offrire aiuto alle popolazioni colpite dall’aumento del livello delle acque del Rio Negro e dei suoi affluenti; li accompagna una squadra di medici, dotata di materiale per allestire ospedali da campo.

L’operazione interesserà quest’anno un’area di 5000 km2 tra gli Stati settentrionali di Amazonas, Pará, Amapá e Roraima. I paesi vicini sono stati avvertiti che “non si tratta di un’operazione ostile”, precisa il dicastero, e che ufficiali di Venezuela e Francia partecipano come osservatori.

Secondo gli ultimi dati ufficiali sulla deforestazione, fra gennaio e marzo scorsi l’Amazzonia brasiliana ha perso 388,13 km2, più del doppio rispetto allo stesso periodo del 2011: un aumento che alcuni collegano all’aspettativa per una “amnistia” ai disboscatori abusivi, prevista dalla riforma del Codice Forestale del 1965 che, già approvata dal Congresso, attende ora solo la firma – o il veto – della presidente Dilma Rousseff.

La pulizia etnica della Palestina continua nel 2012

Al-Quds (Gerusalemme) La municipalità d’occupazione di al-Quds (Gerusalemme) ha ordinato l’abbattimento di 25 case palestinesi a Silwan. Lo scopo immediato degli israeliani è la costruzione di colonie e strutture pubbliche destinate a una cittadinanza esclusivamente ebraica, quello strategico è la pulizia etnica della popolazione palestinese. Nemmeno il cimitero islamico verrà risparmiato, pur di lasciare spazio a edifici e musei israeliani. Ma in cantiere c'è anche il progetto per la costruzione di 2.610 unità abitative da realizzare in diverse fasi, compreso un Hotel tra Beit Safafa e l’insediamento di Gilo, a sud di Gerusalemme. Da Peace Now, il direttore Hagit Ofran, parla di “azioni rapide pre-elettorali in Israele, avallate dal premier Benjiamin Netanyahu per impedire qualunque possibilità di dialogo con i palestinesi”.

GRECIA: PERSECUZIONE POLIZIESCA CONTRO LE LAVORATRICI DEL SESSO

Proseguono in Grecia i rastrellamenti nei confronti di prostitute dopo che alcune di loro sono risultate positive al test HIV.La polizia greca, oltre a sottoporre a trattamenti sanitari le persone senza il loro consenso, ha pubblicato sui propri siti le foto, con nome e indirizzo, delle donne identificate. Il sindaco di Atene, Yiorgos Kaminis, ha chiesto una riforma delle leggi che regolano l’esercizio della prostituzione (che in Grecia è legale); sinora si trovano in prigione 96 prostitute soprattutto provenienti dai Paesi dell’Est Europa. La scoperta che una decina di queste donne sono affette dal virus HIV, e la notizia del conseguente aumento dei casi di Aids registrati negli ultimi mesi, ha scatenato una vera e propria psicosi ad Atene. Tutta l’operazione fa parte del tentativo del governo uscente di dirottare il malcontento e la rabbia popolari verso il facile bersaglio delle categorie più emarginate, come i migranti, sottoposti da mesi a retate e pestaggi, sia da parte della polizia che di formazioni neonaziste, spesso in combutta, e alla deportazione verso i nuovi centri di detenzione sparsi in tutta la Grecia. La Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids (Lila) ha denunciato la persecuzione della polizia greca contro coloro che vivono con il virus Hiv. Veri e propri rastrellamenti – scrive la Lila – nelle strade e nelle case illegali, dove a giovani ragazze viene imposto il test Hiv, con il completo disprezzo delle indicazioni di tutte le agenzie internazionali e dei diritti umani. Ma quel che e' peggio, aggiunge l'associazione commentando l'allarme Aids che arriva da Atene, e' che persone trovate positive al test vengono date in pasto ai media con tutte le informazioni. Una gogna inaccettabile, che non ha altra motivazione se non quella di guadagnare consensi in vista delle elezioni che si terranno il prossimo 6 maggio. La Lila ricorda in proposito che la prevenzione non ha nulla a che fare con il test obbligatorio dell'Hiv, proibito anche dove la prostituzione e' regolamentata: prevenzione é usare sempre il preservativo, e questo vale per le sex workers e per i loro clienti come per la popolazione in generale, senza alcuna distinzione. Per questo, conclude, quanto sta avvenendo in Grecia non ha precedenti a livello governativo, in nessun Paese al mondo, perche' incarcerare le persone con Hiv e violarne dignita' e personalita' non solo e' un atto violento, ma e' anche inefficace e controproducente'.

Tunisia, polemiche su possibile islamizzazione del Paese

Yusuf Qaradawi, predicatore islamico vicino ai Fratelli Musulmani, ha preparato una serie d’incontri pubblici in giro per la Tunisia.

Quaradawi, che è anche il leader del Consiglio mondiale degli Ulemà (l’unione di federazioni regionali di moschee) sarà accolto da Rashid Ghanouchi, fondatore del partito islamico Ennahda, che ora è alla guida del Paese. La serie di eventi coinvolgerà le città di Tunisi, Kairoun, Sousse e Gabes e servirà a distendere le remore delle componenti laiche della società tunisina, preoccupate dopo un’altra “tournée” a sfondo religioso effettuata da Wagdi Ghoneim, vicino alle posizioni radicali dei salafiti.

Yusuf Quradawi vuole rassicurare sul fatto di non riproporre i temi dei salafiti, ma di lanciare un ponte distensivo verso la convivenza delle diverse religioni nel Paese. Tutto ciò però non tranquillizza gli scettici, ancora scossi dalla serie di scontri scaturiti dagli incontri organizzati da Wagdi Ghoneim, dopo i quali ci sono stati una serie di scontri e violenze.

gror120504 (last edited 2012-05-04 17:38:02 by anonymous)