Home page Ror interattiva

Appunti e note redazionali

Fonti

Gr 19:30

SOMMARIO

RIFIUTI: CHI DEVASTA E SACCHEGGIA?

Occupazione simbolica del PRONTO SOCCORSO DEL SAN CAMILLO

Artigiano si uccide a Baiano

FOGGIA: AUTO PRECIPITA DA SCOGLIERA, MORTO IMPRENDITORE, FORSE SUICIDIO

Bergamo: 77 anni ruba al supermarket perché non ha i soldi per mangiare

16 arresti nel Salento contro la tratta e la riduzione in schiavitù dei migranti.

esteri:

SEMPRE Più EMERGEMZA IDRICA IN PALESTINA

SIRIA: ATTIVISTI, ALMENO QUATTRO MORTI OGGI IN REPRESSIONE

IN AFRICA ED ESTREMO ORIENTE MEDICINALI FALSI

ITALIA

RIFIUTI: CHI DEVASTA E SACCHEGGIA?

In una lettera della Presidenza del Consiglio è arrivato ieri il sì ufficiale alla procedura di esproprio caldeggiata dal prefetto Pecoraro della cava destinata alla nuova discarica che dovrebbe sostituire quella di Malagrotta, e che si trova ad appena 700 metri dal sito archeologico di Villa Adriana, nei pressi di Tivoli e che, alla fine di quest'anno, dovrebbe mandare definitivamente in pensione quella di Malagrotta. Alla contesa tra il prefetto e i ministri dell’Ambiente e dei Beni Culturali si aggiunge, oltre alla protesta dei residenti, anche il no del Comune, mentre Polverini e Zingaretti abbracciano le scelte di Pecoraro, peraltro sostenuto anche dalla ministra della Giustizia, Cancellieri. Intanto, mentre i cittadini di Corcolle protestano, cinquemila intellettuali di tutto il mondo hanno firmato un appello per evitare la devastazione, che ovviamente non riguarda soltanto la fruibilità di un sito archeologico tra i più importanti del mondo, ma anche la vivibilità e salubrità di un territorio agricolo e paesaggistico una volta bellissimo. E mentre pende al TAR il ricorso contro l’esproprio da parte della Brixia, proprietaria della cava di Corcolle, la popolazione intensifica le mobilitazioni anche perché la futura discarica, oltre che dannosa, è anche inutile perché assolutamente insufficiente rispetto alla mole di rifiuti prodotta a Roma. Sabato scorso il Comitato Rifiuti per il Lazio ha manifestato in tutte le aree interessate dal post chiusura della discarica di Malagrotta: Riano, Corcolle, Pizzo del Prete, valle Galeria. Il sito di Corcolle fra l’altro, è bene ricordarlo, si trova nella zona di raccolta delle acque idropotabili destinate alla città di Roma, e sappiamo bene come ogni discarica, alla faccia della assicurazioni delle cosiddette autorità competenti, produce percolato, ovvero liquami fortemente inquinanti. Ma di tutto questo al prefetto, alla ministra e ora anche a Monti (e ci mancherebbe) non importa nulla. Questo è un governo di banchieri che, per definizione, pensano solo agli affari loro e dei loro amici.

Occupazione simbolica del PRONTO SOCCORSO DEL SAN CAMILLO

L’Ospedale San Camillo è da due giorni in agitazione, dopo le ultime rivelazioni giornalistiche sulla presenza di vermi al pronto Soccorso, ma in realtà per protestare contro il taglio di ben 350 posti letto, che non potrà che determinare un sensibile peggioramento dell’assistenza in uno dei più grandi ospedali romani. Gli operatori sanitari, che hanno simbolicamente occupato il pronto Soccorso, non minimizzano i diversi episodi che hanno gettato una pessima luce sul nosocomio ma ne evidenziano le responsabilità dovute soprattutto alla cronica insufficienza di personale, come per esempio il decesso di un neonato nel 2010 a cui seguì un’inchiesta giudiziaria che ravvisò il sovraccarico nelle emergenze ostetriche dove, a fronte di migliaia di accessi, mancavano in quel momento 10 ginecologi, 8 neonatologi e 16 ostetriche. Tagliare adesso ulteriori posti letto non farebbe che portare al collasso il pronto soccorso, col moltiplicarsi dei tragici episodi a cui la stampa dà sempre grande risalto. Ma si sa: la salute non è certo nei pensieri di chi ci governa: secondo loro è un affare come un altro, e non un servizio: se hai i soldi vivi, altrimenti… Sta a noi, almeno cercare di non lasciarli tranquilli.

Il titolare di una piccola falegnameria si è ucciso ieri a Baiano, in provincia di Avellino, presumibilmente per le gravi difficoltà economiche, in particolare per l’impossibilità di pagare alcune cartelle esattoriali. L’uomo, 40 anni, si è sparato un colpo di fucile all’interno del suo laboratorio. Non ha lasciato biglietti.

FOGGIA: AUTO PRECIPITA DA SCOGLIERA, MORTO IMPRENDITORE, FORSE SUICIDIO

Bergamo: 77 anni ruba al supermarket perché non ha i soldi per mangiare

Ha rubato ravioli, cioccolatini e fette di porchetta, per un totale di 11 euro, in un discount di Bergamo, ma una guardia del supermercato l’ha fermato prima che uscisse e ha chiamato la polizia. Una volta si riprendevano il maltolto, adesso ti denunciano. E così quando l’uomo, incensurato, si è trovato davanti i solerti tutori dell’ordine, o meglio della proprietà, si è giustificato dicendo che la pensione non gli basta. "Mi spiace – ha detto - non avevo più i soldi per fare la spesa", e ha restituito la merce beccandosi in cambio una bella denuncia.

16 arresti nel Salento contro la tratta e la riduzione in schiavitù dei migranti.

Sedici arresti sono stati effettuati all’alba di oggi nell’ambito dell’inchiesta sullo sfruttamento di manodopera stagionale (soprattutto migrante) nelle campagne pugliesi, siciliane e campane. Si tratta di “caporali”, ovvero di coloro che reclutano, lucrandoci, i lavoratori ma anche di produttori legati tutti evidentemente in un infame cartello per lo sfruttamento della disperazione, soprattutto di persone provenienti dall’Africa, al fine di aumentare a dismisura i propri profitti. Gli indagati, in tutto 22 (sei sono latitanti) sono accusati di associazione a delinquere, riduzione in schiavitù, tratta di persone, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, estorsione, falso materiale in atto pubblico e in atto privato, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Fra loro anche gli organizzatori dei viaggi e coloro che li indirizzavano verso i datori di lavoro, come il “re delle angurie” salentine, Pantaleo Latino, considerato dagli investigatori uno dei principali promotori dell’organizzazione, responsabile anche dei locali inumani dove vivevano i suoi lavoranti. Questo bel personaggio, insieme ai suoi sodali, tutti ricchi possidenti della zona, aveva addirittura organizzato lo scorso anno manifestazioni di protesta contro l’importazione di angurie da Spagna e Grecia chiedendo gli aiuti dell’Unione Europea e teneva personalmente i contatti con i capisquadra per imporre insopportabili condizioni di lavoro. L’inchiesta è stata possibile anche grazie alle testimonianze e alle denunce di numerosi migranti che venivano reclutati in zone poverissime dell’Africa e imbarcati a loro rischio e pericolo verso una vita di fatica disumana, sottoposti a ricatti ed estorsioni. Non soddisfatti di imporre paghe misere e supersfruttamento, i capisquadra e i caporali imponevano il terrore soprattutto nella zona di Nardò, vicino Lecce e, spesso costringevano i migranti, anche sotto la minaccia delle armi, a pagare per essere portati in pullmino nelle zone di raccolta, dove dovevano anche comprare l’acqua e qualcosa per sfamarsi. Gli imprenditori, così continuano a chiamarli, hanno continuato ad arricchirsi finché la scorsa estate qualcuno ha detto basta e ha chiesto il semplice diritto di essere trattato come un essere umano, fino allo sciopero di metà agosto. Senza tutto questo, probabilmente, non ci sarebbe stata nemmeno un’inchiesta.

ESTERI

SEMPRE Più EMERGEMZA IDRICA IN PALESTINA

“Il controllo israeliano delle risorse idriche palestinesi in Cisgiordania è la causa dell’attuale crisi idrica”. Lo ha dichiarato il leader dell’autorità palestinese Salam Fayyad, inaugurando una conferenza sull’acqua organizzata dall’Università Tecnica e dal Ministero dell’Agricoltura palestinesi. La difficoltà e la scarsezza dell’approvvigionamento dell’acqua da parte della popolazione palestinese è stata sempre drammatica, dall’inizio dell’occupazione da parte di Israele, che controlla sfruttamento e distribuzione delle risorse idriche in Cisgiordania. Basti pensare che i coloni israeliani, peraltro insediati illegalmente (sempre che la parola legalità abbia un senso nei territori occupati) consumano 300 litri al giorno di acqua pro capite, contro i 70 di un palestinese. Circa 300mila palestinesi soffrono una cronica carenza d’acqua e 14.000 sono costretti a servirsi di cisterne. L’acqua costa ai palestinesi un prezzo 5 volte superiore a quello della rete idrica ed hanno accesso a non più di 30 litri al giorno, un decimo di quanto può disporre un colono.

SIRIA: ATTIVISTI, ALMENO QUATTRO MORTI OGGI IN REPRESSIONE

IN AFRICA ED ESTREMO ORIENTE MEDICINALI FALSI

Secondo una ricerca dell’Istituto nazionale di sanità degli Stati Uniti, pubblicata sulla prestigiosa rivista Lancet, un medicinale su tre contro la malaria è contraffatto, soprattutto nel sud est asiatico e nell’Africa subsahariana. In particolare, in sette paesi del sud est asiatico il 30% dei farmaci esaminati, di diverse marche, non aveva alcuni degli ingredienti scritti sulla confezione, mentre in 21 paesi africani oltre il 20% dei farmaci era completamente falso, e il 35% molto al di sotto degli standard. Lo studio è stato implementato dopo che negli ultimi anni è stato segnalato un aumento di ceppi di malaria resistenti ai farmaci a base di artemisina, principio attivo vegetale presente in quasi tutti i farmaci esaminati e ritenuto il rimedio più efficace per combattere la malattia, soprattutto in alcune aree del sudest asiatico, principalmente in Cambogia e nell’area di confine tra Tailandia e Myanmar.


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

ITALIA

Siparietto


Appunti e note redazionali

Servizi audio della giornata


Torna a inizio pagina

gror120523 (last edited 2012-05-23 17:23:59 by anonymous)