IN PRIMO PIANO

EMILIA ANCORA SCOSSE

Sono state 29 le scosse di terremoto registrate nella notte nella zona dell'Emilia colpita dal violento sciame sismico che ha causato dal 20 maggio 17 morti, 350 feriti e 15.000 sfollati. Secondo i rilievi dell'Ingv), delle scosse avvenute dalla mezzanotte alle 6:10 di oggi tra Emilia e Lombardia, la più forte è stata a 00:42 con magnitudo 2.9 ed epicentro in prossimità dei comuni modenesi di Camposanto, Cavezzo, Medolla, Mirandola e San Felice sul Panaro.

PROCURA DI TORINO ORDINA CONTROLLI SU CAPANNONI

La procura di Torino ha dato mandato alle Asl del capoluogo piemontese e della provincia di effettuare controlli a tappeto sui capannoni industriali al fine di verificarne la staticita' alla luce del terremoto che ha interessato il nord Italia. Gli ispettori - si apprende da fonti vicine agli investigatori - hanno l'incarico di acquisire elementi sulla sicurezza antisismica degli edifici.

Prima vittime del terremoto e poi il ricatto occupazionale che costringe i lavoratori a presentarsi sul posto di lavoro anche a rischio della propria incolumita' .A questo si aggiunge la minaccia di delocalizzazione , il cuore europeo delle imprese biomedicali, quelle che producono componentistica per macchine ospedaliere , destinati per il 40% al Sistema sanitario nazionale e per il resto ad esportazioni. Un settore che non può conoscere interruzioni, anche perché «i magazzini in poco tempo si svuoteranno cosi' minacciano gli imprenditori prefigurando un trasferimento delle fabbriche su altri distretti industriali. Il terremoto in Emilia si incrocia con il quadro di crisi economica e occupazionale moltiplicando le conseguenze sociali di quella che non si puo' definire solo una catastrofe naturale.

ITALIA

UOMO UCCIDE LA EX COMPAGNA A TIVOLI

Ennesimo femminicidio l'ultimo di una insostenibile serie che si consuma in un paese dove la donna e' relegata in una condizione medievale e paga in prima persona i costi della crisi. Prima le molestie poi l'ha inseguita tutto il giorno finche giovedì scorso alle 23 l'ha uccisa a coltellate davanti al figlio di 2 anni . Lei , una ragazza di 23 anni aveva già lasciato da tempo l'uomo che però non aveva mai accettato la fine della loro relazione.

Violenze nella caserma di Bolzaneto lo Stato dovrà risarcire dieci milioni

Lo Stato dovrà risarcire 10 milioni di euro per le violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto, nel luglio 2001, nel corso del G8. Lo ha stabilito la Quinta sezione penale della Cassazione che ha respinto il ricorso dei ministeri della Difesa, Interno e Giustizia contro la condanna al pagamento delle provvisionali. La Corte d'appello di Genova, il 5 marzo 2010, aveva stabilito che, malgrado la prescrizione dei reati, i quarantaquattro imputati e i "responsabili civili" (i tre ministeri), dovessero pagare le provvisionali. Ma ancora nessun risarcimento era stato liquidato. Ora la Cassazione, bocciando definitivamente i ricorsi dei ministeri, ha ribadito quanto già sentenziato.

Si tratta ovviamente di un riconoscimento implicito delle torture e degli abusi commessi nella caserma di Bolzaneto nei confronti dei manifestanti fermati durante le giornate del G8 di luglio .

SI DEL SENATO A RIFORMA SUL LAVORO

Il Senato ha approvato la riforma del mercato del lavoro che ora va alla Camera. Hanno votato a favore 231 senatori, 33 hanno votato contro, nove si sono astenuti. Con questa riforma si modifica l'articolo 18 introducendo limitazioni al reintegro ,si aumenta la precarieta' e si colpiscono i diritti di lavoratori . Soddisfazione del sicario della troika (bce .fmi.ue) che dichiara commentando la votazione del senato che si tratta di

PALERMO PROCESSO MORI GENERALE CC NON RISPONDE

L'ex generale dei carabinieri Antonio Subranni e' indagato in procedimento connesso. Per questo motivo, si e' avvalso della facolta' di non rispondere nel processo all'ex generale del Ros Mario Mori e al colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato alla mafia, in cui e' stato chiamato a deporre questa mattina. L'avviso di garanzia e' arrivato all'ex generale due giorni fa. Anche in febbraio Subranni, chiamato dai pm palermitani per essere interrogato, non aveva risposto.

ATAC NON TI PAGO

Anche stamattina, tra le 7 e 30 e le 9, sono stati aperti i cancelli di alcune stazioni della linea B della metropolitana di Roma, consentendo a molti lavoratori, studenti, anziani di risparmiare sul biglietto.La rabbia delle persone per le politiche di Atac e del comune di Roma è stata evidente, con numerose manifestazioni di solidarietà all’azione.Oggi infatti c’era un motivo in più per incazzarsi: sono entrati in vigore i nuovi abbonamenti mensili che sono passati da 30 a 35 euro.Questo di fronte a un servizio scandaloso e a continue prese per i fondelli da parte di Atac.E’ notizia di ieri che il rinvio dell’apertura delle tre nuove stazioni della metro B1. Tutto ciò è intollerabile, basta sacrifici, Atac non ti paghiamo più.

VITERBO AZIENDA AGRICOLA COLTIVA MARIJUANA PER NON FALLIRE

La crisi economica li aveva posti davanti a un bivio: riconvertire la loro azienda agricola di 13 ettari, nei pressi di Vetralla, in provincia di Viterbo, o chiudere i battenti. Il formaggio e i prodotti ortofrutticoli non garantivano più nemmeno le entrate necessarie a coprire le spese. E loro, padre, figlio e la convivente di quest'ultimo, laureanda in biologia, hanno optato per la riconversione. In piantagione di cannabis. Marijuana di qualità superiore insieme a patate, carote, pomodori, cetrioli e il formaggio . A porre fine all'attività sono stati i carabinieri che, all'alba di oggi, hanno compiuto un blitz, scovando un'attrezzatissima serra allestita in una grotta naturale, in cui erano state messe a dimora settanta piante di cannabis, già adulte, hanno sequestrato quasi trenta chilogrammi di marijuana e hanno ammanettato i tre, che si sono subito difesi dicendo di averlo fatto per sbarcare il lunario. Padre e figlio sono stati rinchiusi nel carcere viterbese di Mammagialla. La ragazza, invece, a Civitavecchia. Ora sono in attesa dell'interrogatorio di garanzia, cui dovrebbero essere sottoposti nelle prossime quarantotto ore.

BARTLEBY BENE E COMUNE

Mentre le sabbie della pianura padana si stanno liquefacendo, l’università di Bologna chiama lo sgombero di Bartleby. Pazzesco, eh? In linea con la repubblica che si fa la festa con le parate militari, mentre operaie, precari, migranti crepano per il lavoro prima ancora che per il terremoto, l’alma matrigna altro non sa dire e altro non sa fare che esibire i muscoli, contribuendo con la propria arrogante piccolezza all’impaludamento di queste terre. Bartleby è un prezioso esperimento di intersezione fra vite, arte, cultura, politica e conoscenza che tanto ha dato a una Bologna ormai da troppo tempo desolata e impastata in un produttivismo che non guarda in faccia nessuno. E’ così che Bartlebly, da quando è nata, cerca di costruire il suo “comune”. Oggi, invece, stiamo assistendo con occhi increduli ad un triste teatrino dell’assurdo, in salsa provinciale, fatto di burocrati incapaci di progettazione, pieni di retorica su un’innovazione che neanche riescono a riconoscere. Troppo concentrati sulle lotte intestine nei loro partiti per le briciole di potere sulla miseria sociale dilagante, non riescono a vedere dov’è e cos’è il bene comune per questa città. Ma è evidente, ormai, che l’università di Bologna sceglie la via kafkiana dell’insensato perché non ha più idee, parole e senso, ridotta ad essere un’azienda governata da interessi altrui. Nulla ha più da dire e più da fare perché si è consegnata mani e piedi alla riforma baronale. Nulla ha più da insegnare a una città che là fuori, faticosamente, continua a produrre e condividere saperi radicati nelle vite e nei corpi reali, a tessere relazioni, a tentare di r/esistere al ricatto della precarietà, dello smantellamento del welfare, della logica del profitto a tutti i costi.

Favolose sempre, austere mai, ci prenderemo cura dello scrivano come se si trattasse di noi stesse e ci (auto)difenderemo.

Laboratorio Smaschieramenti

MANIFESTAZIONE BENI COMUNI SABATO

ESTERI

CONFLITTO A FUOCO AL CONFINE TRA GAZA E ISRAELE

Un combattente palestinese e un militare israeliano sono stati uccisi oggi lungo il confine della Striscia di Gaza . Lo rendono fonti israeliane e palestinesi. . L’agenzia di stampa palestinese Maan ha riferito il racconto di testimoni secondo cui il fatto è avvenuto non lontano da Abassan, villaggio nel sud della Striscia; nella stessa zona, subito dopo il conflitto a fuoco, sono atterrati elicotteri israeliani. Successivamente l’aviazione israeliana ha condotto un raid che, come riferiscono diverse fonti, ha causato il ferimento di quattro persone.

EGITTO PRIMO GIORNO SENZA LEGGE DI EMERGENZA

L’Egitto si è svegliato questa mattina nel primo giorno della fine dello stato di emergenza che dal 1981, ininterrottamente, incombeva sul paese. “È un giorno di vittoria, dopo che da anni le associazioni per i diritti umani denunciavano abusi e violazioni commesse in nome delle leggi d’emergenza” riferisce una fonte di MISNA dal Cairo. “Ma c’è stato poco tempo per festeggiarla. La gente ha cominciato a riempire piazza Tahrir fin da questa mattina: l’attenzione si è subito concentrata sulla prossima battaglia, quella elettorale”. Da giorni, migliaia di persone sono tornate a presidiare la piazza simbolo della rivoluzione del 25 gennaio, per protestare contro la vittoria al primo turno dei candidati Morsy e Shafiq. L’esponente dei Fratelli Musulmani e l’ex primo ministro di Mubarak sono arrivati al ballottaggio in modo del tutto inatteso, demolendo le speranze di quanti si aspettavano dal primo voto libero dopo la rivoluzione, una svolta liberale e laica per il ‘nuovo Egitto’. “Chiedono l’esclusione di Shafiq dalle liste elettorali, in qualità di membro del passato regime”. In queste ore, le segreterie dei partiti sono in contatto febbrile per cercare una soluzione “di consenso” che veda tutte le forze in campo partecipi delle nuove istituzioni. “Cresce anche l’attesa per la sentenza del processo all’ex presidente Hosni Mubarak, ai suoi due figli e a interi pezzi del suo establishment”.

PROTESTE PER CHIUSURA SEGRETERIA DELLA PACE

Decine di persone hanno protestato a Città del Guatemala di fronte agli uffici della Segreteria per la pace dopo l’annuncio del licenziamento di 17 funzionari incaricati di investigare sui crimini della guerra civile (1960-1996), che provocò almeno 250.000 vittime: una decisione che lascia intendere un’imminente chiusura dell’organismo, dipendente dalla presidenza della Repubblica. L’eventuale chiusura della Segreteria implica “l’esclusione completa dei responsabili del conflitto armato, il che evidenzia la politica di impunità dell’attuale governo” – guidato dal generale dell’esercito a riposo Otto Pérez – si legge in un comunicato diffuso dal sindacato dei lavoratori dell’istituzione (Sitrasepaz). Lo smantellamento della Segreteria comporterebbe anche la chiusura degli Archivi della pace creati nel 2008 per digitalizzare e registrare tutti i documenti declassificari dell’epoca del conflitto: contengono, tra l’altro, dossier dell’esercito e della polizia su ipotetici “sovversivi marxisti” e il registro militare dove sono trascritti i nomi di decine di ‘desaparecidos’. “Gli Archivi contengono anche documenti militari utilizzati al momento in diversi processi aperti nei confronti dell’ex dittatore Efraín Ríos Montt, oltre a pubblicazioni che possono servire per migliaia di altri dibattimenti” ha denunciato un attivista .

MINATORI : PROTESTE E SCONTRI A MADRID

Scontri ieri mattina a Madrid negli scontri tra minatori e polizia durante la manifestazione convocata dai sindacati dei minatori contro i tagli del governo all’estrazione del carbone. Due manifestanti sono stati arrestati e una decina di persone hanno riportato ferite di lieve entità: tra questi quattro agenti di Polizia (tre hanno dovuto far ricorso a cure ospedaliere), tre manifestanti e due giornalisti; in particolare un fotoreporter è stato colpito da un celerino mentre un cameraman dell’emittente Tv Antena 3 è stato investito da un furgone della Polizia. Gli scontri sono iniziati quando il corteo, partito intorno alle 11.30 dallo stadio Santiago Bernabeu e formato da circa 8000 tra minatori e attivisti di organizzazioni sindacali e di sinistra provenienti dalle regioni minerarie del paese (in Castiglia, Asturie e Aragona) sono giunti nei pressi del Ministero dell’Industria. Dopo un fronteggia mento sono iniziate le cariche. I minatori spagnoli sono in lotta da giorni, hanno già realizzato tre giorni interi di sciopero generale bloccando le miniere e numerose vie di comunicazione, sbarrate con barricate incendiate e blocchi.

nigeria privatizzazione dell'energia elettrica

Da oggi 160 milioni di nigeriani pagano più caro l’energia elettrica per l’entrata in vigore di una riforma di stampo liberista, tesa ad attirare investimenti stranieri in un settore dell’economia storicamente noto per la sua inefficienza. La riforma prevede rincari del 40% per i consumatori “molto ricchi” e le industrie. Meno accentuati gli aumenti per la maggioranza della popolazione, costretta spesso ad affidarsi a costosi generatori privati per via dei continui black out. Con l’obiettivo di tutelare i segmenti sociali più vulnerabili, ma solo nel 2012 e nel 2013, il governo ha approvato lo stanziamento di sussidi . La misura va letta alla luce delle proteste e dello sciopero generale che a gennaio accolsero l’abolizione dei sussidi per l’acquisto della benzina. Secondo il quotidiano This Day, giovedì prossimo i dirigenti del colosso sud-coreano Daewoo firmeranno un memorandum d’intesa con il governo di Abuja su una serie di progetti nel settore dell’elettricità. Quest’anno un accordo miliardario per la costruzione di centrali idroelettriche con una capacità di erogazione complessiva da 10.000 megawatt era già stata sottoscritto dagli statunitensi di General Electric. Un terzo memorandum d’intesa è stato firmato di recente con i tedeschi di Siemens.

ESTERI

NUOVA ONDATA DI PROTESTE SOCIALI, GOVERNO ALZA I TONI

Sono stati duri i toni dell’ultima dichiarazione rilasciata dal ministro dell’Interno, Ali Laareyedh, secondo alcuni addirittura “minacciosi”, in merito alla nuova ondata di proteste sociali che da martedì sta paralizzando diversi settori di attività. “Finora nessuno è stato colpito da colpi d’arma da fuoco, ma, se necessario, non esiteremo ad attuare la legge del 1969 che autorizza il ricorso progressivo all’uso della forza in casi difficili quali raduni e manifestazioni” ha detto Laareyedh, deplorando “la banalizzazione di attacchi ai danni di forze dell’ordine e posti di polizia”. Lo scorso fine settimana uffici della polizia ma anche alcuni negozi sono stati incendiati da gruppi radicali a Jendouba e Ghardimaou (nord-ovest). In Tunisia lo stato di emergenza, in vigore dalle proteste della primavera araba che nel gennaio 2011 hanno portato alla caduta del regime di Ben Ali, è stato prorogato fino alla fine di luglio.

Nel suo intervento il ministro dell’Interno si è anche soffermato sulle “principali sfide e minacce” alle quali il paese del Maghreb deve far fronte: criminalità organizzata, traffici di vario genere, scontri tribali e violenze con il pretesto di rivendicazioni sociali. Un contesto che, secondo Laareyedh, giustificherebbe la “mano dura” delle autorità, anche se “il governo non aveva minimamente l’intenzione di privare i tunisini di respirare una libertà conquistata a caro prezzo”.

Dopo la destituzione di 82 magistrati sospettati di corruzione durante il regime di Ben Ali, da martedì i giudici hanno cominciato uno sciopero nazionale, bloccando le attività in tutti i tribunali del paese. Secondo loro si tratta di una decisione “contraria ai principi della giustizia tradizionale che deve essere revocata” ha sottolineato Raoudha Laabidi, presidente del Sindacato dei magistrati tunisini (Smt). Impiegati nel settore della giustizia, insegnanti e medici degli ospedali universitari sono invece scesi in piazza a partire da mercoledì per chiedere migliori condizioni salariali, migliori strumenti di lavoro e più sicurezza nello svolgimento della propria attività. Allo sciopero, secondo le principali sigle sindacali di categoria, hanno aderito l’85% degli insegnanti. Serrati negoziati sono in corso da settimane tra governo e difensori dei diritti dei lavoratori.

Zambia, TANGENTI DA SOCIETÀ ITALIANA, ARRESTATO FIGLIO EX PRESIDENTE

Il figlio dell’ex presidente Rupiah Banda è stato arrestato a Lusaka con l’accusa di aver intascato tangenti da una società di costruzioni italiana: lo riferiscono oggi portali di informazione e quotidiani dello Zambia, secondo i quali gli inquirenti indagano su un’intesa che sarebbe stata sottoscritta due mesi prima delle ultime elezioni.

Andrew Banda, riferisce il portale Zambia Watchdog, è stato arrestato ieri. Secondo un portavoce della polizia, gli inquirenti indagano su un versamento illecito da 171 milioni di kwacha, circa 26.000 euro. A pagare sarebbe stata la Fratelli Locci, società attiva in diversi paesi africani e arabi vincitrice di un appalto per la costruzione di alcune strade. Banda, indagato per riciclaggio di denaro sporco nell’ambito di un diverso filone dell’inchiesta, ha respinto ogni accusa e denunciato “una persecuzione polica”.

L’arresto segue di pochi giorni una condanna a due anni di prigione emessa nei confronti di un ex ministro del Lavoro, Austin Liato. La lotta alla corruzione è uno dei cavalli di battaglia di Michael Sata, il dirigente di opposizione eletto alla guida dello Stato nel settembre scorso dopo un ventennio di egemonia politica del Movimento per la democrazia multipartitica

Below is the story of one woman who is booked on the 7th June mass deportation charter flight to Nigeria.


Forwarded message


Public Interest Lawyers Press Release – 28 May 2012

IN TEN DAYS TIME THE HOME SECRETARY INTENDS TO DEPORT A KIDNEY-TRANSPLANT PATIENT TO DEATH IN NIGERIA

On Saturday 26 May 2012 Roseline Akhalu (“Rose”), 48, a kidney transplant patient currently detained in Yarl’s Wood detention centre was served with removal directions for Lagos, Nigeria on 7 June 2012.

Rose, a Nigerian university graduate, came to the UK in 2004 on a Ford Foundation scholarship to do a Masters degree in development studies at Leeds University. Soon after arriving she was diagnosed with renal failure and began treatment the following year. In 2009 she had a successful kidney transplant. As a kidney transplant patient Rose needs to take immunosuppressant drugs for the rest of her life. However, the cost of such drugs in Nigeria means that there is no way Rose will be able to afford them and so, if deported, she faces certain death.

Rose is a respected and popular member of her community and many have appealed to the Home Secretary to show compassion but all such appeals have fallen on deaf ears.

Public Interest Lawyers (“PIL”) are now instructed to challenge Rose’s removal and to bring a civil claim for damages for the ill treatment she has suffered at the hands of UKBA and their contractors Reliance. When Rose was first detained in March 2012 she was prevented from using a toilet and forced to urinate in a plastic bag in the back of a van before being left to sit in her urine sodden clothes for the rest of the journey to Yarl’s Wood. As a result of this unlawful treatment Rose suffered a serious urinary tract infection. Since being re-detained on 16 May 2012 Rose has become extremely unwell because she has been denied access to adequate medical care.

On Friday PIL made representations to the Home Secretary demanding Rose’s immediate release. If Rose is not released we will seek an emergency injunction preventing her deportation.

Tessa Gregory of Public Interest Lawyers, the solicitor acting for Rose, stated:

“The Government’s treatment of Rose and the determination to deport her truly beggars belief. This is an exceptional case where the Home Secretary should clearly allow Rose to remain in the UK to receive the treatment she so desperately needs. To do otherwise is inhumane, unspeakably cruel and a profound insult to the person who donated their kidney in the hope of giving another life.”

An online petition to stop the deportation can be signed here: http://www.gopetition.com/petitions/stop-the-deportation-of-transplant-patient-roseline-ak.html

For more information please contact Tessa Gregory on 0121 515 5069 or tessa.gregory@publicinterestlawyers.co.uk.

Spagna: Il governo prepara un condono edilizio e parte il saccheggio degli speculatori

Il governo spagnolo ha deciso per un massiccio condono edilizio al fine di rastrellare un po’ di soldi che tamponino il deficit pubblico. La bozza di riforma delle leggi urbanistiche riguarda decine di migliaia di edifici abusive, la maggior parte sul litorale meridionale della Spagna, ma anche del nord ovest e della Cantabria. Solo ad Axaquia, nella provincia di Malaga si contano 10.000 edifici costruiti su terreni agricoli non edificabili, mentre in Andalusia se ne stimano tra i 300.000 e i 350.000, ai quali è stato attribuito dalla giunta regionale del PSOE il “riconoscimento giuridico” che garantisce la non demolizione. La proposta di legge prevede anche la riforma della legge dei suoli, nonché delle norme sull’economia sostenibile e sulla proprietà. Secondo il governo “"esiste attualmente suolo capace di accogliere nuove crescite urbanistiche per i prossimi 45 anni” mentre viene giudicato sovrastimato il numero di alloggi vuoti. Ma c’è di più; per non farsi mancare niente, il governo di Rajoi ha pensato bene di prendersela con i migranti: per evitare il sovraffollamento si obbligano i comuni a negare la residenza in alloggi in cui il numero di residenti in funzione dei metri quadri non garantisca “adeguate condizioni di abitabilità”, ovvero 20 metri quadrati per persona. Come se ai migranti, e non solo a loro, piaccia ammucchiarsi in case spesso fatiscenti. Il disegno di legge prevede anche alcune limitazioni al condono per le case costruite in territori demaniali, sulle spiagge, sulle foci dei fiumi ecc. che però non tranquillizzano gli ambientalisti spagnoli che vedono il pericolo di una legalizzazione e un aggravio del saccheggio del litorale. Ma il saccheggio continua: nell’estrema punta meridionale della Spagna, infatti, a Tarifa, un paradiso naturale ancora selvaggio, perla dell’Andalusia, che vive di pesca e turismo, il comune ha approvato in questi giorni un piano urbanistico per la costruzione di un complesso residenziale in una zona incontaminata del litorale. Il progetto, sostenuto da investitori privati, prevede la costruzione di 1400 posti in alberghi e 350 abitazioni, 700.000 metri quadri di cemento in una zona incontaminata, a ridosso delle dune della splendida spiaggia di Valdevaqueros. Negli ultimi giorni la popolazione della zona ha cominciato una serie di proteste culminate in dimostrazioni davanti al municipio di Tarifa e nella creazione di siti internet e di linee chat dal titolo 'salvamosvaldevaquero'. La coordinatrice delle proteste, Noelia Jurado ha ricordato che il progetto, si colloca in un'area compresa tra il Parco Naturale dell'Estrechi e quello degli Alcornocales, riserve della Biosfera dell’UNESCO. Il sindaco, Juan Andres Gil, che si definisce vittima di "una campagna denigratoria", difende le scelte del municipio affermando che si tratta di un "progetto urbanistico di carattere moderno, attuale e in linea con un tranquillo sviluppo" poiché prevede una bassa densità di costruzioni, e uno scarso impatto ambientale". Solo Izquerda Unida ha votato contro il piano, accettato invece dal Psoe.

MINATORI : PROTESTE E SCONTRI A MADRID

Scontri ieri mattina a Madrid negli scontri tra minatori e polizia durante la manifestazione convocata dai sindacati dei minatori contro i tagli del governo all’estrazione del carbone. Due manifestanti sono stati arrestati e una decina di persone hanno riportato ferite di lieve entità: tra questi quattro agenti di Polizia (tre hanno dovuto far ricorso a cure ospedaliere), tre manifestanti e due giornalisti; in particolare un fotoreporter è stato colpito da un celerino mentre un cameraman dell’emittente Tv Antena 3 è stato investito da un furgone della Polizia. Gli scontri sono iniziati quando il corteo, partito intorno alle 11.30 dallo stadio Santiago Bernabeu e formato da circa 8000 tra minatori e attivisti di organizzazioni sindacali e di sinistra provenienti dalle regioni minerarie del paese (in Castiglia, Asturie e Aragona) sono giunti nei pressi del Ministero dell’Industria. Dopo un fronteggia mento sono iniziate le cariche. I minatori spagnoli sono in lotta da giorni, hanno già realizzato tre giorni interi di sciopero generale bloccando le miniere e numerose vie di comunicazione, sbarrate con barricate incendiate e blocchi. E ieri di fronte alla chiusura da parte del governo, il settore del carbone ha convocato uno sciopero a tempo indeterminato contro i tagli imposti dalla Finanziaria del governo Rajoi, che prevede tagli del 63% agli aiuti statali concessi finora alle imprese; del 39,2% per le infrastrutture nelle miniere; del 76,6 % per la progettazione; del 100% per la sicurezza e del 99,6% per la formazione e le borse di studio. Le misure, che colpiscono un settore già in forte crisi, determineranno la chiusura della maggior parte dei pozzi e il licenziamento di migliaia di minatori, in zone dove le miniere rappresentano l’unica finte di lavoro. Dal 21maggio inoltre otto minatori si sono rinchiusi in un pozzo della miniera di santa Cruz de Sil, nel Leòn.

ITALIA

Violenze nella caserma di Bolzaneto lo Stato dovrà risarcire dieci milioni

Lo Stato dovrà risarcire 10 milioni di euro per le violenze avvenute nella caserma di Bolzaneto, nel luglio 2001, nel corso del G8. Lo ha stabilito la Quinta sezione penale della Cassazione che ha respinto il ricorso dei ministeri della Difesa, Interno e Giustizia contro la condanna al pagamento delle provvisionali. La Corte d'appello di Genova, il 5 marzo 2010, aveva stabilito che, malgrado la prescrizione dei reati, i quarantaquattro imputati e i "responsabili civili" (i tre ministeri), dovessero pagare le provvisionali. Ma ancora nessun risarcimento era stato liquidato. Ora la Cassazione, bocciando definitivamente i ricorsi dei ministeri, ha ribadito quanto già sentenziato.

Si tratta ovviamente di un riconoscimento implicito delle torture e degli abusi commessi nella caserma di Bolzaneto nei confronti dei manifestanti fermati durante le giornate del G8 di luglio, anche se la recente sentenza della Cassazione non attribuisce alcuna responsabilità al capo della polizia De Gennaro

Messina, i lavoratori dei treni notte salgono sul Duomo

Gli 80 ex dipendenti della Servirail, l'impresa che si occupava dei servizi cuccette sui treni a lunga percorrenza, licenziati a dicembre, sono saliti di nuovo per protesta sul campanile del Duomo di Messina per protestare contro la presa di posizione dei dirigenti delle Ferrovie, che nei giorni scorsi avevano proposto la riassunzione solo per venti lavoratori. Contemporaneamente i lavoratori hanno anche intrapreso uno sciopero della fame: “Non scenderemo – hanno dichiarato – se non avremo l’impegno delle istituzioni per una soluzione della nostra vertenza”. La protesta dei lavoratori Messinesi è solo l’ultima, in ordine di tempo, delle più larghe mobilitazioni che vedono impegnati in molte città italiane i lavoratori addetti ai servizi notturni dei treni a lunga percorrenza, aboliti dalle ferrovie alcuni mesi fa, nell’ottica della supremazia dei treni ad alta velocità. Oltre al danno nei confronti dei viaggiatori meno abbienti, il piano ha incluso il licenziamento di migliaia di lavoratori, senza offrire nessuna alternativa occupazionale.

BOLOGNA: ESPLODE IMPIANTO DI CONDIZIONAMENTO DI UN INTERCITY

Un boato ha fatto scattare l'allarme alla stazione di Bologna, poco prima delle 17 a causa dell’esplosione dell'impianto di condizionamento dell'aria di un treno diretto a Milano, l'Intercity 590 fermo sul binario 3 della stazione centrale.

Evidentemente per un malfunzionamento dell’apparato di raffreddamento è saltato il coperchio: il forte rumore ha spaventato i passeggeri ma anche le persone che in quel momento si trovavano all'interno della stazione. Accertamenti sono in corso.

L’ennesimo incidente, avvenuto fortunatamente a treno fermo, pone nuovamente l’attenzione sulla scarsità degli interventi di manutenzione su impianti e treni, che dalla privatizzazione ad oggi, guidata dall’amministratore delegato Moretti (che giova ricordarlo sempre, è uomo della CGIL), non viene più assicurata quanto dovrebbe. In nome del risparmio si continuano così a mettere a rischio le vite dei passeggeri e dei lavoratori.

Si impicca ambulante ad Avellino per i debiti

Un ambulante di 50 anni si è impiccato nel suo furgone ad Atripalda, in provincia di Avellino, durante il mercato settimanale. Il corpo è stato trovato da alcuni colleghi dopo che avevano trovato sul banco il cellulare che continuava a squillare. Non ha lasciato biglietti o messaggi per spiegare il suo gesto.

Secondo i primi accertamenti, l’uomo si trovava in una difficilissima situazione economica: la sua attività, ereditata dal padre, risentiva fortemente della crisi economica e i pochi introiti non erano più sufficienti a permettergli di rispettare le scadenze di un mutuo e di un ulteriore prestito.

Italia, disoccupazione giovanile (e non solo) in aumento: 10,9 per cento

Tra marzo e aprile, in Italia hanno perso il lavoro 38mila persone. E’ questo il dato duro e puro dietro al walzer di cifre e statistiche.

Lo rileva l’Istat. Il tasso di disoccupazione ad aprile è al 10,2 per cento, in rialzo di 0,1 punti percentuali su marzo e di 2,2 punti su base annua; è il tasso più alto da gennaio 2004, quando l’Istituto di statistica iniziò la rilevazione delle serie storiche mensile.

Ancora più grave la situazione su base trimestrale. Il tasso di disoccupazione nei primi tre mesi del 2012 vola al 10,9 per cento, in crescita di 2,3 punti percentuali su base annua. E’ il tasso piu’ alto dal primo trimestre 1999.

Se si analizzano i dati sui giovani tra i 15 e i 24 anni, il quadro si fa ancora più fosco: ad aprile i senza lavoro sono il 35,2 per cento, in diminuzione di 0,8 punti percentuali su marzo, ma in aumento di 7,9 punti su base annua.

In Italia, ad aprile, c’erano complessivamente 2 milioni 615mila disoccupati. E’ il livello più alto dall’inizio delle serie storiche mensili (gennaio 2004). Il rialzo è dell’1,5 per cento su marzo (+38mila unità), ma su base annua l’aumento è del 31,1 per cento: 621mila unità.

gror120601 (last edited 2012-06-01 17:50:51 by anonymous)