Aperto da massimo aore 10.10 buona giornata

Gr flash ore 10.20

Argentina

Una folla inferocita di abitanti della localita' di El Jagel, in provincia di Buenos Aires, ha attaccato e incendiato ieri sera il locale commissariato dopo il ritrovamento in una cava di pietra del cadavere di Diego Peralta, un ragazzo di 17 anni, scomparso da 39 giorni. La vicenda della scomparsa del giovane ha mantenuto nelle ultime settimane in grande tensione la famiglia, gli amici e gran parte dell'opinione pubblica, che non riusciva a darsi ragione dell'accaduto. Il corpo di Peralta e' stato localizzato in mattinata, e via via con il passare delle ore e' cresciuta la tensione nella sua cittadina di origine, al punto che decine di persone si sono scontrate duramente con la polizia. Per difendersi, gli agenti hanno dovuto fare ampio uso di proiettili di gomma e sfollagente. Successivamente, i manifestanti hanno lanciato pietre contro il commissariato, riuscendo poi ad incendiarlo.

Colombia

Con un improvviso cambio di strategia, il governo colombiano ha deciso di fare dietro front! e inviare all'esame della Corte costituzionale il decreto con il quale e' stato introdotto lo stato di emergenza nel paese. Lo riferisce l'emittente radiofonica Caracol. Ieri il ministro dell'interno Fernando Londono aveva assicurato che secondo il presidente Alvaro Uribe il decreto non aveva bisogno dell'approvazione del massimo tribunale colombiano, ma poi evidentemente la valutazione e' cambiata. Portavoce della Corte hanno confermato infatti che il decreto e' stato depositato prima delle 12 di ieri. Ora i magistrati hanno 60 giorni per fornire un parere su di esso e stabilire se si giustificava o no lo stato di 'conmocion interior' previsto dalla Costituzione. Nel frattempo, anche la procura della repubblica dispone di 30 giorni per inviare le proprie osservazioni al riguardo. Intanto l'agenzia di stampa Anncol, che solitamente pubblica i comunicati delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc), scrive oggi che l'introduzione dello stato di emergenza e' come buttare combustibile al conflitto politico, sociale e armato che sopporta il popolo colombiano. A tutto vapore - si dice ancora - si sta configurando uno Stato fascista che garantisca il proseguimento del governo da parte dell'oligarchia senza doversi preoccupare del movimento popolare colombiano nelle sue piu' diverse espressioni.

Intanto le forze aeree colombiane hanno bombardato nelle ultime ore sette accampamenti delle Farc (Forze armate rivoluzionarie), nascosti nelle selve del dipartimento meridionale di Caquetá e di quello nordoccidentale di Antioquia. Lo ha reso noto il generale Hector Velasco, precisando che per il momento non è ancora possibile stilare un bilancio delle vittime. Si è trattato della prima azione contro la guerriglia dopo l’entrata in vigore dello stato d’emergenza.

Intanto si e' appreso che nel Dipartimento dell'Atlantico e' stato sequestrato ieri Aldo Arcieri Marchetti, alto funzionario della Coca Cola in Venezuela. Secondo il quotidiano 'El espectador' si tratta di un cittadino colombiano di 32 anni che e' stato prelevato a forza da un commando di otto uomini con il volto coperto. Il colonnello Luis Estupinan, comandante della polizia regionale, ha precisato che non e' possibile indicare se i rapitori sono guerriglieri o delinquenti comuni.

Palestina

L'esercito israeliano ha distrutto stanotte due abitazioni in Cisgiordania nelle quali abitavano gli autori di azioni suicide in Israele. Secondo quanto riferito da un comunicato dell'esercito, la casa di Mouhamad Mutzbakh Fatah Batah, - autore di un attacco a Beersheba (nel deserto del Negev, nel sud d'Israele) lo scorso 10 febbraio, che ha causato due morti e 18 feriti - e' stata distrutta con la dinamite a Daharya a sud di Hebron. A Doha, a sud di Betlemme, e' stata fatta esplodere la casa di Issa Abed Rabba Ibrahim Badih,autore di un'azione suicida a Rishon Letzion, vicino a Tel Aviv, il 22 maggio nel quale sono morte due persone e 36 sono rimaste ferite. Queste demolizioni sono un messaggio ai kamikaze e ai loro comandanti per chiarire che in un modo o nell'altro pagheranno un prezzo per i loro crimini. Questa misura ha un carattere dissuasivo volto a proteggere i cittadini israeliani contro gli attentati, si legge nel comunicato.

Gr flash ore 13.00

Palestina

Due guerriglieri, fra cui un dirigente del partito di Yasser Arafat, Al Fatah, sono stati uccisi e altri sette feriti in un attacco di un gruppo islamico libanese oggi nel campo profughi palestinese di Ain el-Helweh, in Libano meridionale. Lo hanno detto fonti palestinesi e libanesi. Le fonti hanno detto che uomini armati appartenenti al gruppo islamico Osbat al-Ansar (Lega dei partigiani) hanno assaltato a colpi di mitragliatori, bombe a mano e razzi anticarro la roccaforte di Al Fatah nel campo profughi nei pressi della citta' portuale di Sidone. Nello scontro sono rimasti uccisi il dirigente di al Fatah - di cui non e' stato reso noto il nome - e uno degli assalitori dell'Osbat al-Ansar; altre sette persone sono state ferite. Ain el-Helweh, con 70.000 abitanti, e' il piu' grande dei 12 campi profughi palestinesi in Libano. Al Fatah e' la forza con maggiore seguito, in mezzo a una pletora di fazioni armate. Dal mese scorso, quando fazioni palestinesi hanno consegnato all'esercito libanese un membro dell'Osbat al-Ansar, accusato di aver ucciso tre agenti segreti delle forze armate, il campo profughi e' teatro di sanguinosi scontri quotidiani.

Fallite le trattative tra Hamas e l'OLP per la fine delle azioni contro i civili in territorio israeliano. Hamas non sottoscrivera' nessun documento in cui non sia stabilito chiaramente il suo diritto di resistere in tutti i territori della Palestina ha detto il leader di Hamas a Gaza Ismail Abu Shanab. Interrogato se la resistenza comprenda anche l'uso di kamikaze, Shanab ha risposto di si'.

Tre palestinesi, colpiti da un ordine di espulsione a Gaza emesso dal comandante militare israeliano della Cisgiordania, si sono appellati stamane alla Corte Suprema di Gerusalemme affinche' impedisca la loro deportazione dalla Cisgiordania. I tre (Kifah Ajuri, Intissar Ajuri e Abd a-Nasser a-Sira), secondo le autorita' militari israeliane, hanno stretti legami familiari con palestinesi che hanno compiuto o progettato attentati terroristici anti israeliani. L'avvocato difensore di Intissar Ajuri, ha rilevato stamane che l'espulsione forzata di civili da territori occupati militarmente rappresenta una infrazione del diritto internazionale. Nell'appello si afferma inoltre che non e' stata dimostrata alcuna responsabilita' dei tre negli attentati in questione e si fa notare che a Gaza non hanno alcun mezzo di sostentamento.

Contestato l'ambasciatore israeliano

Ieri sera, 12 agosto 2002, una vivace contestazione ha accolto l'ambasciatore d'Israele in Italia , giunto ad Oria per partecipare ad un 'iniziativa culturale in cui si esponeva , da parte di un noto studioso oritano la traduzione di un antico testo ebraico.

Erano oltre una sessantina gli aderenti ai Cobas ed a varie realtà della sinistra antagonista della Puglia che partecipavano a questa iniziativa , esponendo ed indossando decine di bandiere palestinesi e lanciando slogan contro la politica terrorista dello Stato israeliano nei confronti del popolo palestinese e chiedendo una vera pace, nella giustizia, in Mediooriente affinchè i palestinesi possano vivere in uno Stato riconosciuto e rispettato da tutti.

La presenza di forze dell'ordine, dei carabinieri, dell'antiterrorismo, di metal detector e la impossibilità di accedere se non con invito scritto al dibattito , che si svolgeva all'interno del chiostro di Montalbano, in pieno centro storico, davano il senso dell'inopportunità, in questo momento , in cui il sangue sta scorrendo nella martoriata regione mediorientale , dell'invito fatto dall'amministrazione comunale di Oria all'ambasciatore israeliano di partecipare a questa iniziativa.

Cosa che veniva ribadita pubblicamente durante il dibattito da più di uno degli invitati, mentre dall'esterno provenivano gli slogan gridati dai manifestanti .

Al centinaio di cittadini del luogo e di numerosi turisti che si radunavano incuriositi nella piazzetta nella quale si svolgeva la manifestazione, venivano illustrati i motivi di essa ed in particolar modo come proprio ad Oria , città di Federico II, nella quale per secoli la cultura del rispetto delle minoranze ha permesso la possibilità di far vivere e prosperare una folta comunità ebraica per molti secoli, in questo momento fosse " non gradita" la presenza del rappresentante di uno Stato che invece applica un feroce regime di discriminazione e di repressione nei confronti della disgraziata popolazione palestinese, rendendosi complice della strage continua di innocenti, siano essi palestinesi che israeliani e dell'allontanamento di ogni prospettiva di pace.

Era quindi un applauso da parte di tutti , cittadini, turisti e manifestanti che concludeva l'intervento di uno degli aderenti ai Cobas, nel quale si invocava una giusta Pace e la fine di ogni violenza.

Era intorno alle 22.30 quando invece avveniva , sotto gli occhi di tutti , un increscioso episodio che rischiava di far degenerare quella che , fino a quel momento, era stata una civile e pacifica protesta e nella quale il folto gruppo di carabinieri che svolgeva servizio di ordine pubblico non aveva avuto alcun motivo di intervenire: il corteo delle macchine di scorta e quella dell'ambasciatore, sbucava dal buio del chiostro, senza sirene e luci lampeggianti e con una manovra spericolata quasi investiva, fortunatamente non ferendolo, uno dei manifestanti che in quel momento stazionava al bordo della strada.

Solo grazie alla presenza solidale dei cittadini che assistevano al fatto e al senso di responsabilità dei manifestanti, si evitava che questo fatto potesse essere motivo di uno scontro con le forze dell'ordine .

La serata della "calda accoglienza" all'ambasciatore d'Israele si è conclusa con l'invito a tutti i cittadini di Oria a mantenere vivi i valori della pace nel rispetto di ogni minoranza attraverso la partecipazione attiva ad iniziative come quella di ieri sera , che si svolgono ormai da mesi , in Puglia, a favore del riconoscimento dello Stato Palestinese e per una vera pace tra i due popoli.

Argentina

Almeno cinque agenti sono rimasti feriti in seguito all'assalto della folla scatenata contro il commissariato di El Jaguel, una localita' all'estrema periferia meridionale della Gran Buenos Aires. La struttura e' stata data alle fiamme, e i poliziotti sono potuti uscire solo dopo che sono arrivati rinforzi in assetto anti-sommossa, che li hanno protetti con gli scudi in plexiglass mentre un elicottero incrociava al di sopra della scena. Il sopraggiungere di altra gente inferocita ha tuttavia impedito di estinguere l'incendio ai vigili del fuoco, costretti a cercare riparo anche loro mentre i muri del commissariato si calcinavano. Un sospetto che si trovava all'interno di una cella in stato di custodia preventiva e' stato tratto in salvo, ma per il fumo inalato e' stato colto da un principio di asfissia. Tanta furia da parte della piazza e' stata scatenata dalla scoperta, appena qualche ora prima, del cadavere di Diego Peralta, un ragazzo di 17 anni che viveva proprio a El Jaguel e che era stato rapito oltre un mese fa a scopo di estorsione; la sua famiglia aveva pagato il riscatto preteso dai malviventi, ma fino al macabro ritrovamento di ieri del giovane si erano perse completamente le tracce.

La vicenda di Diego ha suscitato un vero e proprio caso nazionale in Argentina, anche perche' nel mirino dell'opinione pubblica sono finite le stesse forze dell'ordine. Gli abitanti del sobborgo le hanno messe sotto accusa non solo e non tanto per la loro inefficienza nelle indagini, ma soprattutto per il presunto coinvolgimento di alcuni agenti nel sequestro; tre di loro gia' in precedenza erano stati posti sotto inchiesta per presunti legami con la malavita locale, che avrebbero coperto in cambio di denaro e favori. La sommossa a El Jaguel si e' protratta per svariate ore,

Riforma Sirchia

Divide il progetto di Sirchia per finanziare l’assistenza alle persone non autosufficienti. L’ipotesi di un contributo obbligatorio viene criticata dall’opposizione: si tratta, affermano, di un nuovo balzello sulle spalle dei contribuenti. L’obiezione del sistema sanitario parallelo sollevata in mattinata da un altro ex ministro della Sanità, Rosy Bindi. Per la Bindi “questo governo ha un gran fretta di costruire un sistema alternativo al servizio sanitario nazionale cominciando a far uscire dal pubblico proprio chi ne ha più bisogno come gli anziani non autosufficienti”. Ma è dal sindacato che sono arrivate le bordate più forti. “L’impressione è che si vogliano mettere in piedi nuovi carrozzoni”, afferma Beniamino Lapadula, Cgil, “generando sperpero di risorse e, di fatto, aumentare la pressione fiscale”.

gr ore 17.00

dal mondo

palestina CORTE SUPREMA ISRAELE FERMA ESPULSIONI FAMILIARI KAMKAZE

attacco all'iraq Sei americani hanno iniziato il 6 agosto uno sciopero della fame con un sit-in davanti al quartier generale dell'Onu a Baghdad per protestare contro la minaccia di un attacco americano all'Iraq. Gli attivisti, membri dell'associazione 'Voices in the Wilderness' sostengono che la loro campagna e' volta ad incoraggiare l'Onu e le persone in tutto il mondo a rompere le relazioni con gli Usa.

Vogliamo spingere l'Onu a rompere con gli Usa che stanno preparando una guerra contro l'Iraq, dice Lisa Amman, direttore dell'associazione 'Pace e giustizia sociale della chiesa cattolica St. Luke di Saint Paul in Minnesota. Il gruppo protesta anche contro le sanzioni internazionali imposte all'Iraq dopo l'invasione del Kuwait nel 1990. Gli Usa accusano l'Iraq di sviluppare armi di distruzione di massa e si sta diffondendo la convinzione secondo la quale il presidente americano George W. Bush stia preparando un'azione militare per rovesciare il leader iracheno Saddam Hussein. Gli attivisti americani sostengono che altri membri dell'associazione hanno gia' iniziato un digiuno di 40 giorni davanti alla sede dell'Onu a New York . Temo per l'Onu perche' l'ingiustizia compiuta contro la popolazione irachena ne sta minando la credibilita' e la capacita' di essere una forza di pace del mondo, sottolinea Philip Steger, uno dei digiunatori che con due bambini iracheni ha cantato We shall overcome davanti alla sede Onu di Baghdad.

ecuador

L’accordo che l’Ecuador intende raggiungere col Fondo monetario internazionale (Fmi) porterà solo all’aumento del debito estero del Paese andino. Ad affermarlo, in una conferenza stampa indetta a Quito, è stato il presidente della Conferenza episcopale ecuadoriana, monsignor Vicente Cisneros Durán. Il credito di 240 milioni di dollari che il governo spera di ottenere dall’istituto finanziario internazionale, ha sottolineato il presule, “è un nuovo debito che lo Stato contrae”. Monsignor Cisneros ha quindi rilevato che l’Ecuador ha un enorme potenziale produttivo che deve essere adeguatamente sfruttato per sperare di non dipendere più da crediti esteri. Il prestito dello Fmi, ha aggiunto, “non va direttamente a beneficio della popolazione” e non risolve il problema della povertà che affligge il 70 per cento dei dodici milioni di ecuadoriani. Una missione dello Fmi si trova dalla settimana scorsa nella capitale per analizzare la situazione economica del Paese, in vista di un possibile nuovo prestito. Il via libera del Fondo potrebbe aprire la porta a oltre 1.000 milioni di dollari promessi in via preliminare da Banca Mondiale, Caf (Corporación andina de fomento), e Bid (Banco interamericano di sviluppo).

colombia

Uribe nomina due ex militari per dirigere Inpec e Estupefacientes Bogotà Il presidente Alvaro Uribe ha nominato due ex militari a capo della Direzione Nazionale de Estupefacientes e dell'Istituto Nazionale Penitenziario e Carcerario (Inpec). Uribe ha nominato l'ex generale Ricardo Cifuentes alla direzione dell'Inpec, incarico nel quale dovrà proseguire i lavori del governo di Andrés Pastrana, ossia la costruzione di carceri di alta sicurezza e l'inasprimento del regime penitenziario colombiano. La nomina di Cifuentes come direttore dell'Inpec rappresenta un cambio di direzione nell'amministrazione carceraria, che nonostante la fuga di Pablo Escobar per un periodo di 10 anni è stata amministrata dalla Polizia e che ora ritorna al controllo militare. Da parte sua l'ex colonnello Alfonso Plazas ha assunto la direzione nazionale di Estupefacientes, incarico nel quale dovrà amministrare i beni sequestrati ai capi dei carteles cocaleros e iniziare la persecuzione dei capitali finanziari dei gruppi armati che operano in Colombia.

cina

Scoppio in miniera di carbone, 10 morti in Cina Dieci minatori sono morti, e un loro collega è dato per disperso, per l'esplosione di gas che si è verificata in un giacimento di carbone nella provincia settentrionale cinese di Heilonjiang. L'incidente è avvenuto ieri nella miniera di Lixi, una struttura che sarebbe dovuta rimanere chiusa perché sono in corso controlli ai sistemi di sicurezza. Nella stessa provincia, due mesi fa, un incidente analogo costò la vita a 115 persone.

dall'italia

provocazioni fasciste

GAY PRIDE A TORRE DEL LAGO; FORZA NUOVA, E'ORA DI RIBELLARSI ARCIGAY:E' UNA PROVOCAZIONE INACCETTABILE;TORRE DEL LAGO (LUCCA) E' gia' furibonda la polemica per il quarto Gay Pride che si apre domani a Marina di Torre del Lago. In un volantino distribuito in citta', firmato dalla sezione lucchese del movimento di destra Forza Nuova, si afferma che e' l' ora che vi ribelliate e restituiate la vostra splendida localita' alle famiglie naturali ed al turismo sano che ha sempre contraddistinto tutta la Versilia. Si dichiara inoltre a voi, cittadini e compatrioti, che le perversioni vanno curate e non manifestate e che Arcigay e le associazioni affiliate hanno scelto questa splendida localita' turistica per le loro ripugnanti parate, col benestare del presidente della Regione e delle amministrazioni locali. Per Alessio De Giorgi, presidente regionale di Arcigay Toscana, e' una provocazione inaccettabile. Nel giorno dell~anniversario dell~eccidio di Sant~Anna di Stazzema - afferma una nota - la sezione di una formazione politica che si richiama agli stessi ideali che portarono alla morte milioni di persone, Forza Nuova, osa riproporre la stessa cultura contro il Gay Pride. Avevamo gia' organizzato domani mattina una visita al Sacrario di Stazzema, accompagnati dal sindaco Gian Piero Lorenzoni perche' sentivamo lo stridore tra l~occasione di festa e l~anniversario di una strage terribile. Oggi questa visita, con questo volantino, assume un significato nuovo: di rifiuto totale e incondizionato di quella cultura che ha sterminato i martiri a Stazzema e milioni di persone omosessuali nei campi di concentramento nazisti. Non possiamo che sorridere ~ aggiunge Riccardo Gottardi, presidente dell~Arcigay di Pisa, organizzatore della manifestazione ~ davanti a certe prese di posizione. I militanti di Forza Nuova dimostrano solo, se ancora ce ne fosse bisogno, di essere un rigurgito del passato; lontani dal presente, rappresentano una frangia che e' e inevitabilmente restera' marginale nella societa', incapace di parlare alla gente. La manifestazione, intitolata Friendly Versilia Mardi Gras, prevede per cinque giorni spettacoli, cabaret, un concorso di bellezza maschile, un premio al personaggio gay dell' anno. Tra le presenze annunciate Rita Pavone, Amanda Lear, Platinette, Katia beni, Dodi Conti, Anna Meacci, Ambra Angiolini, Sabrina Salerno, Dan Harrow, i Righeira. Il direttore artistico e' Fabio Canino.

idioti in elicottero

ELICOTTERI A BASSA QUOTA, FERITI BAGNANTI A BARLETTA BARLETTA Il passaggio a bassa quota di tre elicotteri militari ha creato un vortice d' aria che ha scagliato ombrelloni, sedie a sdraio ed altri oggetti su numerosi bagnanti, alcuni dei quali sono rimasti leggermente contusi. E' accaduto oggi sulla spiaggia barlettana nel litorale di Levante. Sull' episodio sono state avviate indagini del locale commissiariato della polizia di Stato i cui agenti stanno raccogliendo testimonianze per accertare l' esatta dinamica dell' accaduto e l' ente militare di appartenenza dei velivoli. A quanto si e' appreso, i tre elicotteri provenivano dal Gargano ed erano diretto a sud.

AMBASCIATORE ISRAELE CONTESTATO DA 'NO GLOBAL'IN PUGLIA BRINDISI L' ambasciatore israeliano in Italia, Ehud Gol, e' stato contestato ieri sera da una trentina di aderenti a centri sociali e gruppi no global mentre assisteva alla presentazione della traduzione di un testo ebraico realizzata da uno studioso locale. La contestazione si e' svolta a circa 300 metri dal chiostro di Moltalbano, il luogo in cui si teneva la manifestazione; i manifestanti, che inneggiavano alla liberta' della Palestina e che gridavano slogan contro la politica di Israele, sono stati tenuti lontano da un cordone di carabinieri e polizia. Al termine della cerimonia le forze dell' ordine hanno depistato i contestatori facendo passare il corteo dell' ambasciatore dalla parte opposta in cui erano i manifestanti, davanti ai quali sono transitate solo alcune vetture militari.

gr ore 19.30

dal mondo

palestina

GLI INTERNAZIONALI SI INCATENANO AD UNA CASA MINACCIATA DI BOMBARDAMENTI

[NABLUS] Civili internazionali stanno incatenandosi nella casa della famiglia Atiti nel campo profughi di Balata per cercare di prevenire la demolizione illegale dell'edificio. L'esercito israeliano ha promesso di raggiungere la casa questa notte per distruggerla.

La notte scorsa la famiglia Atiti e' stata oggetto delle sventagliate di proiettili dei soldati israeliani. I 4 internazinali che vi stavano dormendo sono stati tratti in stato di fermo insieme all'unico uomo in prossimita' della casa e trasportati alla base militare di Huwar. Sono stati tutti rilasciati al momento.

Israele sta intraprendendo una forma brutale di terrorismo. Per la Convenzione di Ginevra del 1949, le punizioni collettive sono crimini di guerra. L'articlo 33 della Quarta Convenzione cita: "Nessuna persona protetta puo' essere punita per un offesa che non ha commesso personalmente" e "punizionei collettive e misure simili di intimidazione o di terrorismo sono vietate".

"Siamo qui in difesa delle leggi umanitarie e del diritto di tutti i popoli a vivere senza la violenza di una occupazione straniera."

uruguay

MONTEVIDEO L'occupazione di quattro facolta' dell'Universita' di Montevideo da parte degli studenti in sciopero ha acuito oggi lo sciopero generale indetto in Uruguay dagli studenti per chiedere piu' fondi e una migliore organizzazione degli atenei. Lo sciopero a tempo indeterminato era stato votato ieri dal Consiglio della Federazione studenti universitari (Feuu) della 'Universidad de la Republica'. L'occupazione delle quattro facolta' (Psicologia, Musica, Regionale di Norte Salto e diritto) si aggiunge a quella di cinque istituti secondari cittadini, che permangono in autogestione da alcune settimane. Le manifestazioni hanno trovato l'appoggio dell'Associazione docenti dell'universita' della Repubblica (Adur), che hanno fatto cessare all'istante le attivita' accademiche. Gli studenti criticano la politica economica del governo, accusata di minare allo smantellamento dello stato, e protestano per il rincaro delle rette. Gli studenti chiedono inoltre un piano nazionale di emergenza in materia di salute, alimentazione e occupazione da programmarsi assieme alle organizzazioni sociali. Allo sciopero non aderiscono alcune facolta' ed associazioni studentesche.

scozia

Accusati di 'break of peace' i manifestanti che lo scorso anno protestarono contro la diffusione di testate nucleari negli armamenti britannici. Tra loro anche un esperto di Peacelink

Si svolge oggi, 13 agosto, presso il tribunale di Helensburg in Scozia il processo che vede imputato il pacifista italiano Francesco Iannuzzelli- esperto sul settore degli armamenti per il sito di Peacelink- di disturbo della quiete pubblica e resistenza a pubblico ufficiale per l'azione nonviolenta di blocco della base militare di Faslane, che si svolse nell'ottobre 2001.

La manifestazione e' un appuntamento tradizionale per i pacifisti britannici, si svolge ogni anno e consiste nel bloccare pacificamente la base militare di Faslane, in Scozia, che ospita i sottomarini nucleari balistici Vanguard. Questi sottomarini sono armati con missili balistici Trident, che in media trasportano 3 testate nucleari.

Lo scorso ottobre circa mille persone bloccarono le attivita' della base per quasi 5 ore, legandosi e resistendo pacificamente alle richieste della polizia di liberare gli ingressi della base. Alla fine 171 persone furono rimosse di peso e arrestate. Tutti gli arrestati furono poi rilasciati in giornata; alcuni (tra i quali Iannuzzelli) sono stati poi invitati a comparire in tribunale per rispondere del reato di "breach of peace".

La manifestazione si e' poi ripetuta il febbraio di quest'anno e si ripetera' ancora il 22 aprile 2003.

E' importante sottolineare il carattere completamente nonviolento della manifestazione, che coinvolge anche bambini, anziani, preti, parlamentari, e che si e' sempre svolta in un clima pacifico di collaborazione con la polizia. Cio' nonostante, sostengono i pacifisti, il governo continua a perseguire i manifestanti: dall'inizio della campagna contro i Trident nell'agosto 1998, 1220 persone sono state arrestate, si sono svolti 110 processi e sono state notificate multe per un totale di circa 15.000 sterline.

In questi giorni, dal 4 al 19 agosto, si sta svolgendo presso Coulport, nei dintorni della base militare di Faslane, il campeggio internazionale per il disarmo. Altre azioni di blocco della base si sono svolte in questi giorni; due attivisti sono riusciti ad entrare e a dipingere la fiancata di un sottomarino, rinominandolo "vile" (che in inglese vuol dire "detestabile"). Altre azioni sono previste nei prossimi giorni.

Per maggiori informazioni sulla campagna contro i Trident si segnala il sito di Trident Ploughshares (http://www.tridentploughshares.org) ; e naturalmente il sito di Peacelink.

dall'italia

rapporto del dap sul sovraffollamento e suicidi in carcere

Carceri, 15.000 detenuti in più: 40 suicidi in 7 mesi

In 13 in una cella che potrebbe ospitarne solo quattro, oppure lluminati dal neon anche di giorno perché come succede nel carcere di Savona, non ci sono finestre. Sono solo alcune delle storie 'ordinarie' che scandiscono la vita di tutti i giorni nei 205 penitenziari italiani dove, al 31 luglio scorso, risultavano detenute 56.002 persone contro una capienza regolamentare di 41.730. Storie che in estate si trasformano in tragedia, quando il numero dei suicidi raggiunge l'apice. E dall'inzio dell'anno ad oggi si sono tolti la vita circa 40 detenuti, in gran parte arrivati in carcere per la prima volta.

Se gli oltre 56.000 detenuti vengono ospitati in istituti dove in via regolamentare dovrebbero essercene 15.000 in meno, esiste un limite 'tollerabile' superiore a questo fissato dal Dipartimento per l'amministrazione penitenziaria, il Dap, in 59.438 posti.

I dati ufficiali mostrano che tutte le regioni hanno superato la capienza regolamentare, ma che in quattro regioni si è andati oltre il tollerabile: in Campania, in 16 istituti ci sono 6.959 detenuti contro i 4.920 che potrebbero essere ospitati in via regolamentare e i 6.530 tollerabili; in Toscana 19 carceri ospitano 4.190 persone contro 2.905 posti regolamentari e 3.880 tollerabili; altrettanto avviene nei 10 istituti di pena del Veneto: 2.424 detenuti, contro i 1.438 di capienza regolamentare e i 2.187 di capienza tollerabile. Nelle tre carceri del Molise ci sono 361 detenuti contro una capienza tollerabile di 315. Sovraffollate anche le carceri del Lazio: 5.408 detenuti in 14 istituti mentre la capienza prevista è di 4.771; della Lombardia: 7.971 in 18 istituti con 6.050 posti; e del Piemonte : 4.615 in 14 istituti con 3.500 posti.

Su 56.000 detenuti ben 33.174 scontano pene per i quali sono stati già condannati mentre 21.705 persone sono per la maggior parte in attesa di giudizio. A questi vanno ad aggiungersi i 1.123 internati.

Sempre secondo i dati forniti dal Dap risulta che i detenuti stranieri sono 16.901, di cui 15.895 uomini e 1.006 donne. Il governo italiano ha sottoscritto un accordo con quello albanese che prevede il rimpatrio dei condannati in via definitiva in Italia perché scontino le pene nel loro paese. Una simile accordo è allo studio anche con il Marocco. Su 16mila detenuti stranieri - è stato infatti sottolineato - quelli albanesi e marocchini sono in maggior numero, rispettivamente 2.802 e 3.765.

Nel 2001 si sono uccise in carcere 69 persone: 55 italiani e 14 stranieri. Dall'inizio dell'anno ad oggi - secondo i sindacati di polizia penitenziaria - i suicidi sarebbero già 40.

Oltre agli accordi bilaterali con l'Albania e con il Marocco per il rimpatrio dei detenuti stranieri, il ministro della Giustizia Castelli ha dato il via a un piano straordinario per l'edilizia penitenziaria per una spesa complessiva di mille miliardi di vecchie lire in tre anni.

Il piano prevede, tra l'altro, la costruzione di nuove carceri (sono in via di ultimazione a Reggio Calabria, Sant'Angelo dei Lombardi e Ancona), e la ristrutturazione e l'ampliamento di 90 istituti già esistenti. Il direttore del Dap, Tinebra lo scorso giugno aveva detto che 21 carceri dovrebbero essere chiuse perché obsolete, ma resteranno in funzione finché non saranno costruite nuove strutture.

il movimento pugliese contesta l'ambasciatore israeliano a brindisi www.ondarossa.info

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gror130802 (last edited 2008-06-26 09:59:28 by anonymous)