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Editoriale

NOTIZIE BREVI

ESTERI

CILE: CENTINAIA DI MORTI, DUE MILIONI COLPITI DAL TERREMOTO

Sono 708 i morti, due milioni le persone in qualche modo colpite e almeno un milione e mezzo le case distrutte o danneggiate a causa del terremoto di 8,8 gradi della scala Richter che ha devastato Sabato il centro-sud del Cile, secondo l’ultimo bilancio diffuso dalla presidente Michelle Bachelet, mentre si lavora febbrilmente per estrarre i superstiti da sotto le macerie. Cifre ancora provvisorie, anche perché “c’è un numero crescente di persone disperse e ho la certezza che questi numeri continueranno a crescere” ha aggiunto Bachelet. La maggior parte delle vittime accertate, 541, si concentrano nella regione di Maule, 300 chilometri a sud di Santiago del Cile, dove il ministro della Sanità, Alvaro Erazo, ha parlato di “scenari danteschi”. Bachelet ha anche segnalato che sia a Maule che nella regione di Bio-Bio è stato dichiarato per 30 giorni lo “stato d’eccezione e catastrofe”, provvedimento teso a garantire l’ordine pubblico a fronte di denunce di saccheggi e ad accelerare la distribuzione di aiuti. Mentre nella notte su una fascia estesa 500 chilometri sono state avvertite altre tre repliche tra i 5,8 e i 5,1 gradi – se ne contano 140 dalla prima scossa – il coprifuoco notturno è stato decretato a Concepción, 500 chilometri a sud di Santiago, tra i luoghi più colpiti, dove ieri gruppi di cittadini hanno preso d’assalto negozi e supermercati in cerca di cibo e generi di prima necessità. “Se non troviamo una soluzione al problema del cibo, dovremo affrontare una situazione molto conflittuale” ha ammesso il sindaco, Jacqueline Van Rysselberghe. Grande è anche la preoccupazione per le città costiere raggiunte dall’onda di 'tsunami': sia a Talcahuano, porto vicino a Concepción, che nelle vicine Dichato e Constitución, la forza della mareggiata ha trascinato le barche per le strade cittadine, facendole arenare sui detriti. A Constitución “la situazione è tragica” ha detto poco fa il ministro dell'Interno Edmundo Pérez Yoma, che nella notte aveva descritto uno scenario in continuo peggioramento; solo nella cittadina i cadaveri recuperati finora sono 350 e “indeterminato” è il numero dei dispersi. Lo ‘tsunami’ ha colpito anche l’isolotto Robinson Crusoe, nell'arcipelago Juan Fernández, dove abitano 500 persone, trascinando un centinaio di case e pescherecci con un bilancio di 11 morti, ma non ha invece provocato gravi danni nelle aree dell’Oceano Pacifico dove era atteso: in Giappone, la ‘Japan metereological agency’ (Jma) si è scusata per aver tenuto a lungo l’allerta per un onda risultata poi non superiore a 1,2 metri. A Santiago in migliaia hanno dormito per strada, in alloggi di fortuna, ma i servizi di base, principalmente l’elettricità e l’acqua potabile, sono già stati gradualmente ripristinati in gran parte della città. Stanno bene anche le otto suore delle ‘Piccole Figlie’ di Parma, cinque cilene e tre italiane, che assistono bambini e anziani, come ha riferito ‘La Gazzetta di Parma’. All'Angelus di ieri Benedetto XVI ha pregato per le vittime del sisma, implorando “sollievo nella sofferenza e coraggio in queste avversità. Sono sicuro - ha aggiunto - che non verrà a mancare la solidarietà di tanti, in particolare delle organizzazioni ecclesiali”.

COLOMBIA: LA CORTE COSTITUZIONALE VIETA LA RIELEZIONE DI URIBE

La Corte Costituzionale colombiana, con un netto 7-2, si è pronunciata contro il progetto di referendum portato avanti dai tirapiedi del Presidente, giudicando l'intera proposta contraria alla Costituzione del 1991, che limita al secondo mandato la durata di un intero ciclo presidenziale. Si tratta di una notizia in qualche modo storica, per la democrazia colombiana. Alle elezioni politiche del 31 maggio, cinque candidati dal percorso politico profondamente diversi tra loro. Otto anni di politica uribista, farciti da frequenti e gratuiti massacri paramilitari ai danni di presunti "guerriglieri" (molto spesso, semplici cittadini, in lotta per i propri diritti), hanno impresso una traccia fresca nella memoria dei colombiani, e c'è addirittura chi - pessimisticamente - non esclude una nuova, ennesima esplosione di violenza, in quanto "il popolo è con Uribe".

SUDAN: L'ONU DENUNCIA CENTINAIA DI VITTIME NEGLI SCONTRI IN DARFUR

L'Onu stima tra le 140 e le 400 vittime negli scontri di questi ultimi giorni in Darfur. Fonti delle Nazioni Unite sostengono che centinaia di civili siano morti nei combattimenti fra l'esercito sudanese e le forze ribelli. Un portavoce delle forze regolari di Khartoum ha smentito che in questi giorni siano avvenuti scontri tra i soldati e i guerriglieri dell'Esercito di liberazione del Sudan (Sla) di Abdel Wahed. Il presidente sudanese Al Bashir aveva annunciato mercoledì scorso un nuovo patto fra il governo e parte dei ribelli, che includeva in particolare la scarcerazione di 57 persone, nell'ambito dell'accordo di pace con un altro gruppo dissidente, il Movimento per la giustizia ed uguaglianza (Jem). Gli accordi di Doha prevedono un accordo di pace definitivo con il Jem entro il 15 marzo. Tuttavia lo Sla e gli altri movimenti ribelli hanno sempre respinto le trattative, chiedendo un patto sulla sicurezza della regione, prima dell'inizio dei colloqui.

ITALIA

ROMA: MOVIMENTO LOTTA PER LA CASA OCCUPA CONSIGLIO COMUNALE (audio: ROR)

SCIOPERO MIGRANTI: PROTESTA ALLA SEDE INPS ROMA

«Inps, bilancio in attivo grazie al nostro lavoro». Con questo e altri slogan una cinquantina di immigrati ha protestato davanti alla sede dell'Inps a Roma nel quartiere San Giovanni, chiedendo il riconoscimento del proprio lavoro e dei propri contributi, anche quando lasciano il paese. L'iniziativa si è svolta in occasione dello sciopero nazionale degli stranieri che vivono in Italia indetto oggi da alcune associazioni per sottolineare l'importanza del ruolo degli immigrati nel mondo del lavoro e contro il razzismo. I manifestanti sono entrati con megafoni e cartelloni all'interno dell'atrio degli uffici dell'Inps. Tra i cartelli, uno con la scritta: «In 4 milioni e 800 mila stranieri lavoriamo in Italia. Con i nostri contratti creiamo 122 miliardi di ricchezza nazionale». Dai megafoni è stato anche urlato lo slogan ironico: « Donne, è arrivato il clandestino, con badanti, braccianti, operai e lavoratori a prezzi stracciati».

SCIOPERO MIGRANTI: CORTEO A ROMA (audio: ROR)

SCIOPERO DEI MIGRANTI: CORTEI A MILANO E NAPOLI (audio ROd'U)

SCIOPERO DEI MIGRANTI: 10 MILA IN PIAZZA A BRESCIA

Scioperi in oltre 50 aziende, di cui la metà metalmeccaniche, in decine di cooperative di servizi, in tutti gli istituti professionali frequentati da studenti migranti di seconda generazione e negli uffici pubblici in cui lavoratori e lavoratrici italiani antirazzisti si sono astenuti dal lavoro. Questo il 1marzo a Brescia. Un corteo di 10 mila persone in grandissima maggioranza di migranti ha sfilato per le vie del centro storico.Lavoratori, studenti e famiglie migranti hanno parlato della loro condizione sociale e delle discriminazioni che sono costretti a subire. Crisi e razzismo : le due parole che hanno continuamente attraversato il corteo.

Istat: disoccupazione all'8,6%. Dato peggiore dal 2004. Pil a -5%

Il tasso di disoccupazione continua a salire e a gennaio si posiziona all'8,6 per cento, dall'8,5 per cento di dicembre 2009. Oltre due milioni di persone in cerca di lavoro. Sulla base dei dati provvisori l'Istat rileva che l'occupazione a gennaio è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a dicembre, mentre ha perso l'1,3 per cento rispetto a gennaio 2009, pari a 307mila unità in meno. Sempre nel mese di gennaio il numero delle persone in cerca di occupazione risulta pari a 2.144.000, in crescita dello 0,2 per cento (+5mila) rispetto al mese precedente e del 18,5 per cento (+334mila) rispetto a gennaio 2009. Il tasso di disoccupazione giovanile, fa inoltre sapere l'Istat, è pari al 26,8 per cento, con una crescita di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,6 punti percentuali rispetto a gennaio 2009. La disoccupazione maschile raggiunge a gennaio un livello pari a 1 milione 147 mila unità, in aumento del 2,1 per cento (+23mila unità) rispetto al mese precedente e del 27,2 per cento (+245mila unità) rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il numero di donne disoccupate è invece pari a 997.000 unità con una riduzione dell'1,9 per cento rispetto a dicembre (-19mila unità), a fronte di un aumento del 9,8 per cento rispetto a gennaio 2009 (+89mila unità). Nel 2009 il rapporto tra il deficit e il Pil dell'Italia è stata pari al 5,3 per cento, superiore a quello registrato nell'anno precedente (pari al 2,7 per cento). L'Istat rende noto che il debito pubblico è volato a quota 115,8 per cento al termine del 2009, sulla base dell'ultime stime elaborate dalla Banca d'Italia che indicavano un debito a 1.761,191 miliardi di euro. La pressione fiscale è aumentata di un decimo di punto nel 2008 attestandosi al 42,9 per cento. Nel 2009 il prodotto interno lordo italiano è diminuito del 5 per cento secondo i dati comunicati dall'Istat in via provvisoria. E' il dato peggiore praticamente da sempre, ovvero almeno dal 1971, quando è cominciata la rilevazione statistica. In valore assoluto, l'indebitamento netto è aumentato di circa 38.200 milioni di euro, attestandosi al livello di 80.800 milioni di euro. La pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) nel 2009 è risultata pari al 43,2 per cento, superiore di 3 decimi di punto rispetto al valore del 2008 (42,9 per cento). Nel 2009 le entrate totali, pari al 47,2 per cento del Pil, sono diminuite dell'1,9 per cento rispetto all'anno precedente. Nel 2008 erano cresciute dell'1,1 per cento. Le uscite totali sono risultate pari al 52,5 per cento del Pil (49,4 per cento nel 2008), con una variazione del +3,1 per cento rispetto all'anno precedente.


Gr 13:00

In primo Piano

NOTIZIE BREVI

ESTERI

Russia, riapre il valico con la Georgia

Il passo era stato chiuso nel 2006

Dopo il deteriorarsi delle relazioni fra Russia e Georgia iniziato nel 2006 che aveva condotto i due Paesi a un breve conflitto, oggi il valico fra i due paesi, nella zona di Verkhny Lars e Kazbegi, un'area montuosa, è stato riaperto. Il valico in questione è l'unico punto di transito fra Russia e Georgia fuori dall'area delle regioni indipendentiste di Ossezia del Sud e Abkhazia. Al momento per attraversare il valico è necessario richiedere un visto presso le ambasciate della Confederazione Elvetica di Mosca e Tbilisi che rappresentano gli interessi dei due Stati che finora non hanno ancora riallacciato i rapporti diplomatici.

Turchia, alta tensione in vista del voto del Congresso Usa sui massacri degli armeni

La Commissione Affari Esteri di Washington si appresta a classificare come "genocidio" le stragi di armeni tra il 1915 e il 1917

In Turchia continua a salire la tensione a tre giorni dal voto della Commissione Affari Esteri del Congresso statunitense su una risoluzione che classificherebbe come genocidio i massacri degli armeni da parte dell'Impero Ottomano tra il 1915 e il 1917. La Turchia ha sempre negato con fermezza che gli armeni uccisi - almeno un milione e mezzo - siano stati vittime di un genocidio pianificato, sostenendo che sono morti nell'ambito di una guerra civile. Quasi tutti i giornali turchi si occupano della vicenda, riferendo in partciolare della partenza di una delegazione di diplomatici turchi verso Washingotn, con l'obiettivo di fare pressione prima del voto della commissione. Il quotidiano governativo Sabah riferisce che già da settimane sta lavorando in questo senso il nuovo ambasciatore turco negli Usa, Namik Tan. Il Ministero degli Esteri, invece, ammonisce che l'approvazione della risoluzione renderebbe tese le relazioni turco-americane e soprattutto avrebbe un impatto negativo sulla normalizzazione dei rapporti tra Turchia e Armenia. Al contrario il quotidiano laico Radikal osserva che il silenzio prolungato del presidente Obama sulla vicenda è da interpretare come un segnale negativo per Ankara. In discorsi precedenti alla sua elezione, Obama ha affermato di considerare un genocidio i massacri degli armeni. Tuttavia il presidente statunitense ha evitato accuratamente di pronunciare la stessa aprola nell'aprile dell'anno scorso, in occasione dell'anniversario dell'inizio delle stragi, definite comunque "una della maggiori atrocità del ventesimo secolo".

ITALIA

Istat: disoccupazione all'8,6% Dato peggiore dal 2004. Pil a -5%

Istat: disoccupazione all'8,6% Dato peggiore dal 2004. Pil a -5% ROMA - Il tasso di disoccupazione continua a salire e a gennaio si posiziona all'8,6 per cento, dall'8,5 per cento di dicembre 2009. Lo comunica l'Istat, sottolineando che è il dato peggiore da gennaio 2004, inizio delle rilevazioni. Nel 2009 il rapporto tra il deficit e il Pil dell'Italia è stata pari al 5,3 per cento, superiore a quello registrato nell'anno precedente (pari al 2,7 per cento). L'Istat rende noto che il debito pubblico è volato a quota 115,8 per cento al termine del 2009, sulla base dell'ultime stime elaborate dalla Banca d'Italia che indicavano un debito a 1.761,191 miliardi di euro. La pressione fiscale è aumentata di un decimo di punto nel 2008 attestandosi al 42,9 per cento.

Nel 2009 deficit/Pil al 5,3 per cento. Nel 2009 il prodotto interno lordo italiano è diminuito del 5 per cento secondo i dati comunicati dall'Istat in via provvisoria. Nella precedente rilevazione, effettuata con diversi metodi statistici, la prima stima del Pil segnava una contrazione del 4,9 per cento. E' il dato peggiore praticamente da sempre, ovvero almeno dal 1971, quando è cominciata la rilevazione statistica. In valore assoluto, l'indebitamento netto è aumentato di circa 38.200 milioni di euro, attestandosi al livello di 80.800 milioni di euro. L'Istat ha rivisto le stime dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche per il triennio 2006/2008, variate a causa del normale processo di consolidamento delle informazioni di base. Complessivamente il saldo del conto delle amministrazioni pubbliche, in seguito alle revisioni, risulta superiore di 91 milioni nel 2006, inferiore di 34 milioni nel 2007 e di 404 milioni nel 2008. Tali revisioni, precisa l'Istat, non hanno comportato variazioni nel rapporto indebitamento netto/pil negli anni 2006/2008.

Pressione fiscale a 43,2 per cento. In base ai dati contenuti nei "Conti economici nazionali" diffusi dall'Istat la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) nel 2009 è risultata pari al 43,2 per cento, superiore di 3 decimi di punto rispetto al valore del 2008 (42,9 per cento).

Entrate 2009 -1,9 per cento. Nel 2009 le entrate totali, pari al 47,2 per cento del Pil, sono diminuite dell'1,9 per cento rispetto all'anno precedente. Nel 2008 erano cresciute dell'1,1 per cento. Lo comunica l'Istat, sottolineando che le uscite totali sono risultate pari al 52,5 per cento del Pil (49,4 per cento nel 2008), con una variazione del +3,1 per cento rispetto all'anno precedente.

Oltre due milioni di persone in cerca di lavoro. Sulla base dei dati provvisori l'Istat rileva che l'occupazione a gennaio è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a dicembre, mentre ha perso l'1,3 per cento rispetto a gennaio 2009, pari a 307mila unità in meno. Sempre nel mese di gennaio il numero delle persone in cerca di occupazione risulta pari a 2.144.000, in crescita dello 0,2 per cento (+5mila) rispetto al mese precedente e del 18,5 per cento (+334mila) rispetto a gennaio 2009. L'Istat sottolinea che si tratta dell'ottavo incremento su base mensile consecutivo.

Disoccupazione giovanile, maschile, femminile. Il tasso di disoccupazione giovanile, fa inoltre sapere l'Istat, è pari al 26,8 per cento, con una crescita di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,6 punti percentuali rispetto a gennaio 2009. La disoccupazione maschile raggiunge a gennaio un livello pari a 1 milione 147 mila unità, in aumento del 2,1 per cento (+23mila unità) rispetto al mese precedente e del 27,2 per cento (+245mila unità) rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il numero di donne disoccupate è invece pari a 997.000 unità con una riduzione dell'1,9 per cento rispetto a dicembre (-19mila unità), a fronte di un aumento del 9,8 per cento rispetto a gennaio 2009 (+89mila unità).

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gror150301 (last edited 2010-03-01 19:02:52 by anonymous)