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Russia, riapre il valico con la Georgia
Il passo era stato chiuso nel 2006
Dopo il deteriorarsi delle relazioni fra Russia e Georgia iniziato nel 2006 che aveva condotto i due Paesi a un breve conflitto, oggi il valico fra i due paesi, nella zona di Verkhny Lars e Kazbegi, un'area montuosa, è stato riaperto. Il valico in questione è l'unico punto di transito fra Russia e Georgia fuori dall'area delle regioni indipendentiste di Ossezia del Sud e Abkhazia. Al momento per attraversare il valico è necessario richiedere un visto presso le ambasciate della Confederazione Elvetica di Mosca e Tbilisi che rappresentano gli interessi dei due Stati che finora non hanno ancora riallacciato i rapporti diplomatici.
Turchia, alta tensione in vista del voto del Congresso Usa sui massacri degli armeni
La Commissione Affari Esteri di Washington si appresta a classificare come "genocidio" le stragi di armeni tra il 1915 e il 1917
In Turchia continua a salire la tensione a tre giorni dal voto della Commissione Affari Esteri del Congresso statunitense su una risoluzione che classificherebbe come genocidio i massacri degli armeni da parte dell'Impero Ottomano tra il 1915 e il 1917. La Turchia ha sempre negato con fermezza che gli armeni uccisi - almeno un milione e mezzo - siano stati vittime di un genocidio pianificato, sostenendo che sono morti nell'ambito di una guerra civile. Quasi tutti i giornali turchi si occupano della vicenda, riferendo in partciolare della partenza di una delegazione di diplomatici turchi verso Washingotn, con l'obiettivo di fare pressione prima del voto della commissione. Il quotidiano governativo Sabah riferisce che già da settimane sta lavorando in questo senso il nuovo ambasciatore turco negli Usa, Namik Tan. Il Ministero degli Esteri, invece, ammonisce che l'approvazione della risoluzione renderebbe tese le relazioni turco-americane e soprattutto avrebbe un impatto negativo sulla normalizzazione dei rapporti tra Turchia e Armenia. Al contrario il quotidiano laico Radikal osserva che il silenzio prolungato del presidente Obama sulla vicenda è da interpretare come un segnale negativo per Ankara. In discorsi precedenti alla sua elezione, Obama ha affermato di considerare un genocidio i massacri degli armeni. Tuttavia il presidente statunitense ha evitato accuratamente di pronunciare la stessa aprola nell'aprile dell'anno scorso, in occasione dell'anniversario dell'inizio delle stragi, definite comunque "una della maggiori atrocità del ventesimo secolo".
ITALIA
Istat: disoccupazione all'8,6% Dato peggiore dal 2004. Pil a -5%
Istat: disoccupazione all'8,6% Dato peggiore dal 2004. Pil a -5% ROMA - Il tasso di disoccupazione continua a salire e a gennaio si posiziona all'8,6 per cento, dall'8,5 per cento di dicembre 2009. Lo comunica l'Istat, sottolineando che è il dato peggiore da gennaio 2004, inizio delle rilevazioni. Nel 2009 il rapporto tra il deficit e il Pil dell'Italia è stata pari al 5,3 per cento, superiore a quello registrato nell'anno precedente (pari al 2,7 per cento). L'Istat rende noto che il debito pubblico è volato a quota 115,8 per cento al termine del 2009, sulla base dell'ultime stime elaborate dalla Banca d'Italia che indicavano un debito a 1.761,191 miliardi di euro. La pressione fiscale è aumentata di un decimo di punto nel 2008 attestandosi al 42,9 per cento.
Nel 2009 deficit/Pil al 5,3 per cento. Nel 2009 il prodotto interno lordo italiano è diminuito del 5 per cento secondo i dati comunicati dall'Istat in via provvisoria. Nella precedente rilevazione, effettuata con diversi metodi statistici, la prima stima del Pil segnava una contrazione del 4,9 per cento. E' il dato peggiore praticamente da sempre, ovvero almeno dal 1971, quando è cominciata la rilevazione statistica. In valore assoluto, l'indebitamento netto è aumentato di circa 38.200 milioni di euro, attestandosi al livello di 80.800 milioni di euro. L'Istat ha rivisto le stime dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche per il triennio 2006/2008, variate a causa del normale processo di consolidamento delle informazioni di base. Complessivamente il saldo del conto delle amministrazioni pubbliche, in seguito alle revisioni, risulta superiore di 91 milioni nel 2006, inferiore di 34 milioni nel 2007 e di 404 milioni nel 2008. Tali revisioni, precisa l'Istat, non hanno comportato variazioni nel rapporto indebitamento netto/pil negli anni 2006/2008.
Pressione fiscale a 43,2 per cento. In base ai dati contenuti nei "Conti economici nazionali" diffusi dall'Istat la pressione fiscale complessiva (ammontare delle imposte dirette, indirette, in conto capitale e dei contributi sociali in rapporto al Pil) nel 2009 è risultata pari al 43,2 per cento, superiore di 3 decimi di punto rispetto al valore del 2008 (42,9 per cento).
Entrate 2009 -1,9 per cento. Nel 2009 le entrate totali, pari al 47,2 per cento del Pil, sono diminuite dell'1,9 per cento rispetto all'anno precedente. Nel 2008 erano cresciute dell'1,1 per cento. Lo comunica l'Istat, sottolineando che le uscite totali sono risultate pari al 52,5 per cento del Pil (49,4 per cento nel 2008), con una variazione del +3,1 per cento rispetto all'anno precedente.
Oltre due milioni di persone in cerca di lavoro. Sulla base dei dati provvisori l'Istat rileva che l'occupazione a gennaio è rimasta sostanzialmente invariata rispetto a dicembre, mentre ha perso l'1,3 per cento rispetto a gennaio 2009, pari a 307mila unità in meno. Sempre nel mese di gennaio il numero delle persone in cerca di occupazione risulta pari a 2.144.000, in crescita dello 0,2 per cento (+5mila) rispetto al mese precedente e del 18,5 per cento (+334mila) rispetto a gennaio 2009. L'Istat sottolinea che si tratta dell'ottavo incremento su base mensile consecutivo.
Disoccupazione giovanile, maschile, femminile. Il tasso di disoccupazione giovanile, fa inoltre sapere l'Istat, è pari al 26,8 per cento, con una crescita di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 2,6 punti percentuali rispetto a gennaio 2009. La disoccupazione maschile raggiunge a gennaio un livello pari a 1 milione 147 mila unità, in aumento del 2,1 per cento (+23mila unità) rispetto al mese precedente e del 27,2 per cento (+245mila unità) rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. Il numero di donne disoccupate è invece pari a 997.000 unità con una riduzione dell'1,9 per cento rispetto a dicembre (-19mila unità), a fronte di un aumento del 9,8 per cento rispetto a gennaio 2009 (+89mila unità).
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