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'''PAòESTINA''' Un palestinese e' rimasto ucciso e un altro ferito nel corso di un'incursione dell'esercito israeliano in Cisgiordania. Secondo fonti palestinesi, i tanks con la 'stella di David' hanno fatto irruzione a Tamoun, un villaggio distante una quindicina di chilometri da sud-est della citta' di Jenin, per rastrellare dei presunti terroristi; e gli israeliani avrebbero sparato per impedire la fuga dei due uomini. L'esercito pero' ha dato una versione leggermente diversa dei fatti: i militari avrebbero aperto il fuoco per difendersi dal rischio che i due, nel tentativo di fuga, li investissero con la loro automobile. La vittima e' un giovane di 22 anni, appartenente ad al Fatah, il movimento di resistenza fondato, tra gli altri, dal leader palestinese, Yasser Arafat. |
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==GR ORE 9.30==
PAòESTINA
Un palestinese e' rimasto ucciso e un altro ferito nel corso di un'incursione dell'esercito israeliano in Cisgiordania. Secondo fonti palestinesi, i tanks con la 'stella di David' hanno fatto irruzione a Tamoun, un villaggio distante una quindicina di chilometri da sud-est della citta' di Jenin, per rastrellare dei presunti terroristi; e gli israeliani avrebbero sparato per impedire la fuga dei due uomini. L'esercito pero' ha dato una versione leggermente diversa dei fatti: i militari avrebbero aperto il fuoco per difendersi dal rischio che i due, nel tentativo di fuga, li investissero con la loro automobile. La vittima e' un giovane di 22 anni, appartenente ad al Fatah, il movimento di resistenza fondato, tra gli altri, dal leader palestinese, Yasser Arafat.
Guatemala
EX PARAMILITARI PAC MINACCIANO NUOVE MOBILITAZIONI PER ESIGERE RISARCIMENTO DAL GOVERNO (STANDARD, POLITICS/ECONOMY)
I leader dei principali gruppi di ex combattenti delle Pattuglie di autodifesa civile (Pac) hanno esortato gli ex ‘paras’ del Guatemala a scendere in piazza contro il governo per reclamare l’indennità promessa per il ‘servizio prestato alla patria’ durante la guerra civile (1960-‘96). Le Pac comparvero inizialmente nel dipartimento di Alta Verapaz, agli inizi degli anni ‘80 per appoggiare l’esercito regolare contro i guerriglieri. L’ex dittatore e attuale presidente del Congresso, Efraín Ríos Montt le legalizzò dopo aver perso il potere in seguito a un golpe sferrato contro Romero Lucas García. Ufficialmente smantellate a seguito degli accordi di pace del 1996, alle Pac sono attribuite gravissime violazioni dei diritti umani. Le loro azioni, dirette contro la popolazione civile, hanno provocato centinaia di morti, torturati e dispersi. Gli ex combattenti attendevano per domenica scorsa, anniversario dell’indipendenza del Paese centroamericano, l’annuncio del presidente Alfonso Portillo sui compensi accordati loro dall’esecutivo. Portillo ha confermato che i ‘risarcimenti’ ci saranno ma senza specificare di quale natura. Da parte loro, le ex Pac esigono una somma pari a 2.500 dollari ciascuno. “Occuperemo le sedi delle istituzioni locali e bloccheremo le principali strade della regione”, ha annunciato Elias Barros, leader degli ex paramilitari dell’altipiano di San Marcos. “Concediamo al massimo ancora un’altra settimana al governo – ha aggiunto – ma se non ci sarà una risposta nessuno ci potrà fermare”. Dello stesso tenore i proclami dei capi delle ex Pac di Mazatenango, Cobán e Colomba Costa Cuca che si riuniranno a partire da oggi per decidere quali mosse adottare nel corso nei prossimi giorni. Domani a Quetzaltenango è già prevista una mobilitazione di ex Pac provenienti da Huitán, Génova e El Palmar. Erano stati gli ex combattenti del Petén a mobilitarsi per primi a metà giugno per esigere un compenso economico per aver combattuto contro la guerriglia.
California
Manifestanti hanno distribuito marjuana ai malati davanti al municipio di Santa Cruz per protestare contro un raid della polizia federale , avvenuto all'inizio del mese, nei confrionti di una cooperativa locale che produce canapa a fini terapeutici. La manifestazione, che è durata 45 minuti, era volta sostenere il lavoro di un'associazione di donne che promuove l'uso della canapa per fini medici. Questo uso è consentito dalle leggi della california, ma proibito a livello federale. Sono state proprio le autorità federali ad effettuare il bliz, sradicando un centinaio di piante di canapa e arrestando i responsabili della cooperativa. La vicenda ripropone il contrasto tra il governo centrale e quello locale, in materia di droghe leggere e pesanti, per le quali il governo centrale non fa distinzione.
ERITREA
- Per il governo, gli 11 sono colpevoli di reati contro la sovranita', la sicurezza e la pace della nazione e si sono resi responsabili di tradimento durante la guerra del 1998-2000 con l'Etiopia. A giudizio di Amnesty International, invece, si tratta di prigionieri di coscienza arrestati unicamente per la loro opposizione pacifica al governo. Sempre il 18 settembre 2001, il governo aveva fatto chiudere i quotidiani di proprieta' privata e nei giorni seguenti aveva ordinato l'arresto di 10 noti giornalisti, autori di una protesta nei confronti del ministro dell'Informazione sulla vicenda degli 11 oppositori e sulla chiusura dei quotidiani. Nel marzo di quest'anno, i 10 giornalisti hanno iniziato uno sciopero della fame; in seguito sono stati trasferiti dalla I stazione di polizia e da allora non sono stati piu' visti. Amnesty International li considera prigionieri di coscienza: Come difensori dei diritti umani, hanno accettato il rischio di subire la repressione del governo pubblicando articoli sui diritti umani e la democrazia e rivendicando il diritto alla liberta' di espressione e di stampa, ha dichiarato l'organizzazione. Nei mesi successivi a questi arresti e durante il 2002, Amnesty International ha ricevuto informazioni su decine di altre detenzioni, che si ritiene siano ancora in corso, ai danni di funzionari statali, giornalisti, ex combattenti della liberazione e notabili che hanno tentato di mediare tra il governo e i suoi oppositori. In centinaia hanno lasciato il paese, compresi molti giovani che hanno rifiutato di svolgere il servizio militare. Nessuno di questi detenuti e' stato portato dinanzi a un giudice o incriminato formalmente.