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==GR ORE 9.30==
Palestina
Soldati israeliani hanno ucciso un palestinese che viaggiava insieme a un'altra persona a bordo di un'auto vicino a Tamoun, a est di Jenin, in Cisgiordania. I due si sarebbero rifiutati di fermarsi a un posto di blocco. Nell'auto i militari hanno trovato un fucile AK-47. Il passeggero e' rimasto ferito dai colpi d'arma da fuoco e ricoverato in un ospedale israeliano.
Il ministro degli esteri Shimon Peres ha respinto ieri, durante una missione a New York, una iniziativa palestinese per realizzare nei Territori un cessate il fuoco in due fasi: nella prima sarebbero esclusi i civili dalle violenze, e nella seconda cesserebbero tutte le ostilita'. Lo riferisce oggi il quotidiano Yediot Ahronot secondo cui la proposta palestinese era stata illustrata dal ministro per la cooperazione internazionale Nabil Shaath. Peres ha obiettato, secondo il giornale, che non e' ammissibile che fra una fase e l'altra continuino gli spargimenti di sangue. Il quotidiano Haaretz riferisce da parte sua che settimane fa Peres ha chiesto all'intelligence militare di esprimere un parere sul progetto di 'hudna', una sospensione di ostilita' prevista dalla tradizione musulmana che a certe condizioni potrebbe essere accettabile anche per gli integralisti di Hamas. Il parere dell'intelligence, secondo Haaretz, e' stato negativo. Secondo gli ufficiali consultati da Peres e' preferibile sostenere invece la iniziativa maturata nelle ultime settimane nella base di al-Fatah per una graduale riduzione degli attentati.
USA vs IRAQ
Le autorita' irachene hanno accetato che il Parlamento di Baghdad metta a punto una legislazione che proibisca le armi di distruzione di massa. L'assicurazione arriva dalla Commissione Onu per la verifica, le ispezioni e la vigilanza sul disarmo iracheno. L'obiettivo era uno dei temi chiave contenuti nella risoLuzione numero 715 approvata dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu nel 1991 e finora era rimasto lettera morta a Baghdad. La Commissione Onu ha aggiunto che il Parlamento iracheno definira' la legge secondo le indicazioni che le fornira' "prossimamente" l'equipe di ispettori delle Nazioni Unite, guidata da Hans Blix. La decisione e' stata presa nel corso dell'incontro avvenuto ieri sera, nella sede dell'Onu, tra una delegazione del governo iracheno, guidata dal generale Hussan Mohamed Amin, capo della Direzione Nazionale di Verifica sull'Iraq, e lo stesso Blix; le due parti hanno preso appuntamento fra dieci giorni a Vienna per organizzare il ritorno degli ispettori dell'ONU in Iraq dopo quasi quattro anni di interruzione del loro lavoro.
Riforma della scuola
Parte la sperimentazione nazionale sulla riforma della scuola, in Senato riprende l’esame delle legge sul nuovo modello di istruzione e ricominciano le proteste. E oggi il ministro Letizia Moratti firmerà il decreto nella stesura definitiva e i direttori regionali sceglieranno le 200 scuole del test nazionale. Saranno possibili compensazioni tra scuole statali e non, fermo restando il numero complessivo degli istituti coinvolti. Per ogni bambino di due anni e mezzo ammesso a frequentare la materna verrà abbassato di una o due unità il tetto massimo di iscritti per sezione. Per i piccini sotto i tre anni le scuole materne potranno avvalersi di personale preso in prestito dai nidi della zona ma anche ricorrere a contratti di prestazione d’opera. Gli insegnanti coinvolti nella sperimentazione avranno dei rappresentanti nei comitati regionali e nazionali di monitoraggio del test. Positivo il giudizio di Uil scuola e Snals. Resta critica la Cisl scuola. Cgil scuola e Gilda hanno chiesto il ritiro del decreto.
Guatemala
I leader dei principali gruppi di ex combattenti delle Pattuglie di autodifesa civile (Pac) hanno esortato gli ex ‘paras’ del Guatemala a scendere in piazza contro il governo per reclamare l’indennità promessa per il ‘servizio prestato alla patria’ durante la guerra civile (1960-‘96). Le Pac comparvero inizialmente nel dipartimento di Alta Verapaz, agli inizi degli anni ‘80 per appoggiare l’esercito regolare contro i guerriglieri. L’ex dittatore e attuale presidente del Congresso, Efraín Ríos Montt le legalizzò dopo aver perso il potere in seguito a un golpe sferrato contro Romero Lucas García. Ufficialmente smantellate a seguito degli accordi di pace del 1996, alle Pac sono attribuite gravissime violazioni dei diritti umani. Le loro azioni, dirette contro la popolazione civile, hanno provocato centinaia di morti, torturati e dispersi. Gli ex combattenti attendevano per domenica scorsa, anniversario dell’indipendenza del Paese centroamericano, l’annuncio del presidente Alfonso Portillo sui compensi accordati loro dall’esecutivo. Portillo ha confermato che i ‘risarcimenti’ ci saranno ma senza specificare di quale natura. Da parte loro, le ex Pac esigono una somma pari a 2.500 dollari ciascuno. “Occuperemo le sedi delle istituzioni locali e bloccheremo le principali strade della regione”, ha annunciato Elias Barros, leader degli ex paramilitari dell’altipiano di San Marcos. “Concediamo al massimo ancora un’altra settimana al governo – ha aggiunto – ma se non ci sarà una risposta nessuno ci potrà fermare”. Dello stesso tenore i proclami dei capi delle ex Pac di Mazatenango, Cobán e Colomba Costa Cuca che si riuniranno a partire da oggi per decidere quali mosse adottare nel corso nei prossimi giorni. Domani a Quetzaltenango è già prevista una mobilitazione di ex Pac provenienti da Huitán, Génova e El Palmar. Erano stati gli ex combattenti del Petén a mobilitarsi per primi a metà giugno per esigere un compenso economico per aver combattuto contro la guerriglia.
California
Manifestanti hanno distribuito marjuana ai malati davanti al municipio di Santa Cruz per protestare contro un raid della polizia federale , avvenuto all'inizio del mese, nei confrionti di una cooperativa locale che produce canapa a fini terapeutici. La manifestazione, che è durata 45 minuti, era volta sostenere il lavoro di un'associazione di donne che promuove l'uso della canapa per fini medici. Questo uso è consentito dalle leggi della california, ma proibito a livello federale. Sono state proprio le autorità federali ad effettuare il bliz, sradicando un centinaio di piante di canapa e arrestando i responsabili della cooperativa. La vicenda ripropone il contrasto tra il governo centrale e quello locale, in materia di droghe leggere e pesanti, per le quali il governo centrale non fa distinzione.
ERITREA
- Per il governo, gli 11 sono colpevoli di reati contro la sovranita', la sicurezza e la pace della nazione e si sono resi responsabili di tradimento durante la guerra del 1998-2000 con l'Etiopia. A giudizio di Amnesty International, invece, si tratta di prigionieri di coscienza arrestati unicamente per la loro opposizione pacifica al governo. Sempre il 18 settembre 2001, il governo aveva fatto chiudere i quotidiani di proprieta' privata e nei giorni seguenti aveva ordinato l'arresto di 10 noti giornalisti, autori di una protesta nei confronti del ministro dell'Informazione sulla vicenda degli 11 oppositori e sulla chiusura dei quotidiani. Nel marzo di quest'anno, i 10 giornalisti hanno iniziato uno sciopero della fame; in seguito sono stati trasferiti dalla I stazione di polizia e da allora non sono stati piu' visti. Amnesty International li considera prigionieri di coscienza: Come difensori dei diritti umani, hanno accettato il rischio di subire la repressione del governo pubblicando articoli sui diritti umani e la democrazia e rivendicando il diritto alla liberta' di espressione e di stampa, ha dichiarato l'organizzazione. Nei mesi successivi a questi arresti e durante il 2002, Amnesty International ha ricevuto informazioni su decine di altre detenzioni, che si ritiene siano ancora in corso, ai danni di funzionari statali, giornalisti, ex combattenti della liberazione e notabili che hanno tentato di mediare tra il governo e i suoi oppositori. In centinaia hanno lasciato il paese, compresi molti giovani che hanno rifiutato di svolgere il servizio militare. Nessuno di questi detenuti e' stato portato dinanzi a un giudice o incriminato formalmente.
Ore 11.00
Brasile dice no all'ALCA
La quasi totalità dei partecipanti al referendum sull’Alca (Area di libero commercio delle Americhe) in Brasile ha detto ‘no’ alla firma del trattato. È quanto emerge dai risultati parziali delle consultazioni, svoltesi nella prima settimana di settembre. Su 10.149.542 di schede scrutinate fino a questo momento, il 98,33 per cento (pari a 9.979.964 preferenze) si è espresso per il ‘no’ alla firma del trattato. Il 95,94 per cento dei partecipanti al plebiscito (9.737.190 schede) si è dichiarato contrario alla partecipazione ai negoziati da parte del Brasile. Infine il 98,59 per cento (pari a 10.006.740 preferenze espresse) ha ribadito la propria opposizione alla consegna della base di Alcántara agli Stati Uniti. Con questo referendum - organizzato dalle pastorali sociali della Conferenza episcopale brasiliana (Cnbb), in collaborazione con diverse entità tra cui organizzazioni non governative e movimenti popolari - i brasiliani hanno potuto esprimere la propria opinione sul progetto economico fortemente voluto dal presidente statunitense George W. Bush. Se andasse in porto, questo piano garantirebbe agli Usa il controllo di un territorio che va dall’Artico all’Antartico e il libero accesso nell’intero emisfero per i suoi prodotti, servizi, tecnologie e capitali.
Riforma Moratti
Si svolgera' oggi alle 15 il "Question time" trasmesso in diretta televisiva dall'Aula di Montecitorio. Il ministro dell'Istruzione Letizia Moratti rispondera' alle interrogazioni relative alle mancate immissioni in ruolo per l'anno 2002-2003 e all'esposizione del crocifisso negli ospedali e nelle scuole.
USA vs IRAQ
Numerose squadre mediche vengono da oggi vaccinate in Israele contro il vaiolo nel contesto dei preparativi per affrontare eventuali attacchi non convenzionali iracheni. Lo riferisce la stampa. Alcune settimane fa il governo israeliano aveva deciso di vaccinare contro il vaiolo complessivamente 15 mila persone. Per primi sono stati vaccinati militari e agenti di polizia impegnati nelle retrovie nei soccorsi a vittime di attacchi non convenzionali. Entro la prossima settimana, stima il quotidiano Haaretz, saranno stati vaccinati 10 mila uomini. Adesso e' venuto il turno delle equipes mediche negli ospedali. In seguito saranno vaccinati anche centinaia di vigili del fuoco. Il quotidiano 'Yediot Ahronot' rivela intanto che e' gia' stato stabilito il codice di allarme per gli israeliani in caso di attacchi iracheni. Di fronte a un pericolo imminente i mezzi di comunicazione trasmetteranno il codice: 'Muraglia di ferro', che significhera' che da quel momento gli israeliani devono cercare il riparo piu' vicino e dotarsi di maschere antigas.