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G.R. 13,00

INVASIONE ANCHE SE SADDAM VA VIA; USA, 30 PAESI CON GLI USA, ANCHE ITALIA Washington - Il segretario di Stato americano, Colin Powell, ha assicurato che per l'offensiva militare in Iraq gli Stati Uniti possono contare sull'appoggio di circa quarantacinque Paesi, ma ha fatto presente che 15 di questi preferiscono non essere indicati pubblicamente; si tratta certamente di paesi governati da dittatori che non vogliono far conoscere alla loro popolazione le proprie decisioni. Powell in riferimento alle preoccupazioni del Papa ha detto: "Comprendiamo le preoccupazioni del Papa, ma a volte ci sono cose che non riusciamo ad evitare anche se amiamo la pace e ci piacerebbe che si allontanassero". Il portavoce della Casa Bianca Ari Fleischer afferma che le truppe alleate entreranno in Iraq "in qualunque caso". L'invasione e' dunque "inevitabile" anche se Saddam Hussein lasciasse Baghdad poichè le truppe Usa entreranno in Iraq per cercare le armi di sterminio.

BLIX, IMPROBABILE PER BAGHDAD L'USO DI ARMI BIO-CHIMICHE New York - Hans Blix ritiene che da parte del regime di Baghdad l'uso di armi chimiche o batteriologiche, ammesso e non concesso che le possegga, sia improbabile. In una conferenza stampa al Palazzo di Vetro, il capo degli ispettori dell'Onu, alla domanda di un giornalista, ha risposto: "la prima questione e': ne sono in possesso?". Blix ha ricordato che l'Iraq, anche quando le possedeva, non ha mai usato armi batteriologiche sul campo di battaglia, quelle chimiche invece si'. "Noi non abbiamo visto vettori per queste armi bio-chimiche, ma loro hanno la capacita' di costruirle. Amesso e non concesso che abbiano materiali bio-chimici, ammesso e non concesso che abbiano i vettori per diffonderli, sarebbero in grado di usarle". Ma, secondo Blix, questa e' una scelta improbabile, per ragioni piu' politiche che tecniche perche': "L'opinione pubblica mondiale, che loro seguono con attenzione, in grande maggioranza avverte che si sta andando troppo presto ad una guerra. Questa opposizione all’attacco svanirebbe immediatamente se gli iracheni usassero armi chimiche o batteriologiche". Alla domanda se, come ha detto il presidente Bush nel suo discorso sull'ultimatum, i militari iracheni dovrebbero essere sollecitati a non combattere per un regime morente, Blix ha risposto con una battuta. "Qualcuno tiene alla sua reputazione anche dopo la morte"?.

IRAQ - Mentre il personale delle Nazioni Unite lascia l'Iraq, Medici Senza Frontiere fa sapere che resterà a Baghdad per stabilire quali saranno le necessità mediche della popolazione e per capire se sarà possibile organizzare un intervento umanitario indipendente. Il team di Medici Senza Frontiere che resta in Iraq è formato da 6 persone: un chirurgo, un anestesista, un medico esperto in emergenze, un capo missione e un logista. Le loro nazionalità? I medici volontari vengono dall'Italia, dalla Francia, dalla Norvegia, dall'Austria, dal Sudan e dall'Algeria

QUANDO SCOPPIERA’?

La guerra contro l'Iraq inizierà "molto probabilmente" entro un paio di giorni. Lo ha detto il comandante della flotta Usa nel Golfo. "Io non so per certo se stiamo per partire adesso per l'attacco. Ma credo che sia molto probabile che entro un paio di giorni i jet decolleranno dalla Uss Abraham Lincoln", ha detto il vice ammiraglio Timothy Keating, comandante della Quinta flotta, rivolgendosi all'equipaggio della portaerei Lincoln in navigazione nel Golfo.

GRAN BRETAGNA Londra ancora dimissioni nel governo laburista E' salito a quota 9 il bilancio delle dimissioni nel Governo del premier britannico Tony Blair in segno di protesta contro la politica dell'amministrazione sull'Iraq e dopo il voto di ieri notte ai Comuni, che ha autorizzato l'uso di "tutti i mezzi necessari" per disarmare Saddam Hussein. Dopo che ieri si era dimessa Sandra Osborne, segretaria permanente del ministro per i rapporti con la Scozia, Helen Lindell, questa mattina ha preso la stessa decisione David Kidney, segretario permanente al ministero dell'Ambiente. Il via all'emorragia di ministri, vice ministri, sottosegretari e segretari permanenti lo aveva dato il ministro per i rapporti con il parlamento, Robin Cook. Questi era stato seguito, tra gli altri, dal vice ministro della Sanità, Lord Hunt, nonché dal sottosegretario degli Interni, John Denham.

Parigi, 12:33 Iraq, Chirac annuncia: guerra nei prossimi giorni La crisi è entrata "in una fase acuta che rende probabile lo scoppio di una guerra in Iraq nei prossimi giorni": lo ha dichiarato oggi il presidente francese, Jacques Chirac, parlando davanti al Consiglio dei ministri.

Bruxelles, 12:22 Iraq, intercettati telefoni Germania e Francia Consiglio Ue Il capo del servizio stampa del Consiglio dell'Ue, Dominique Marro, ha reso noto oggi che "i servizi di sicurezza interni hanno scoperto nella sede del consiglio nel quale si riuniscono i ministri europei, sistemi di intercettazione telefonica che riguardano le linee" di alcuni paesi europei, tra i quali Germania e Francia.

Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha lasciato il Quirinale alle 11,10 al termine della riunione del Consiglio Supremo di Difesa presieduta dal capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi. Poco prima si era riunito il Consiglio dei ministri che all'unanimità aveva approvato "le linee della dichiarazione sulla posizione dell'Italia nel contesto della crisi internazionale" esposte dallo stesso Berlusconi, che si presenterà in Parlamento con l'appoggio della maggioranza. Il centrodestra è d'accordo nel prestare "supporto logistico" agli Stati Uniti e "sulla necessità di riaffermare la nostra amicizia verso gli Usa". Compatta anche l'opposizione: in mattinata l'Ulivo è riuscito a trovare una intesa con Rifondazione comunista per presentare alle Camere una risoluzione unitaria. Nel testo preparato dal centrosinistra, al contrario, si ribadisce che l'Italia è contraria alla guerra e "impegna pertanto il governo a non fornire alcun supporto politico, diplomatico, operativo e logistico, incluse le basi militari, e qualunque azione che configuri un coinvolgimento dell'Italia in operazioni di guerra". Il governo riferisce sulla crisi irachena, in Aula alla Camera, oggi alle 11,30

ITALIA

Milano

E' durato pochi minuti anche l'interrogatorio di convalida del fermo del 29enne accusato dell'omicidio di Davide Cesare e di duplice tentato omicidio per il ferimento di altri due ragazzi dell'area antagonista: come il padre, anche lui, davanti al gip Maurizio Grigo, si è avvalso della facoltà di non rispondere.

Pisa, 10:25 Attentato contro un circolo An in località Calci Un attentato è stato compiuto la notte scorsa a Calci (Pisa) contro il locale circolo di An, a 24 ore da quello, analogo, contro il circolo di An di Capannoli. In entrambi i casi infatti è stato utilizzato un grosso petardo, che a Calci ha semidistrutto la vetrata principale della sede del partito che si trova nel centro del paese. Sul posto sono intervenuti carabinieri e polizia. Per ora non sono state trovate nè scritte, nè sono arrivate rivendicazioni.

G.R. ore 9,30

' GUERRA ALL’IRAQ

tempesta di sabbia sui progetti di attacco

Una violenta tempesta di sabbia ha sferzato oggi il nord del Kuwait, nel deserto vicino al confine con l'Iraq. La visibilità è ridotta a pochi metri creando problemi alle forze militari americane pronte a invedere l'Iraq. "Puoi vedere a malapena per pochi metri davanti a te", afferma il corrispondente della Reuters Andrew Gray, che si trova con i soldati amerinai in Kuwait. "La tempesta non è tremenda come quella della scorsa settimana, ma è comunque violenta". I comandanti americani hanno detto più volte che il tempo può giocare un ruolo non secondario al momento di un attacco. Le tempeste di sabbia accorciano la visibilità e i granelli si infilano nelle delicate attrezzature delle forze Usa, ma allo stesso tempo proteggono dalla vista del nemico. La partecipazione di truppe di terra agli attacchi all'Iraq è prevista durante e dopo i bombardamenti aerei. L'ultimatum dato al presidente George Bush a Baghdad scade alle 20 di oggi per Washington, le 02:00 del mattino di giovedì in Italia, le 04:00 del mattino di giovedì in Iraq. E' possibile che gli americani aspettino la sera di giovedì in Iraq per dare il via all'attacco. Intanto il presidente del parlamento iracheno ha chiamato oggi a raccolta la nazione, a baluardo di Saddam Hussein e contro gli Stati Uniti.

Ankara, Iraq, Turchia: parlamento voterà solo su sorvolo Usa Il governo turco chiederà al Parlamento di autorizzare solamente il sorvolo della Turchia da parte dell'aviazione militare americana, non il dispiegamento di truppe Usa. Lo ha indicato in nottata il ministro della giustizia Cemil Cicek, rettificando quanto affermato in precedenza. "La mozione che verrà sottoposta al Parlamento conterrà una richiesta di autorizzazione per inviare soldati turchi all'estero e per concedere diritti di sorvolo agli aerei americani", ha puntualizzato Cicek dopo un lungo consiglio dei ministri sulla crisi irachena, aggiungendo che la mozione sarà votata giovedì. Intanto - spiega ancora Cicek - la Turchia ha trovato un accordo con gli Stati Uniti per l'ingresso di truppe turche nel nord dell'Iraq in caso di invasione americana. Serviranno a creare una zona cuscinetto che prevenga un massiccio afflusso di profughi iracheni in territorio turco.

L’Arabia Saudita non parteciperà alla guerra

L'Arabia Saudita, nonostante i rapporti di alleanza con gli Stati Uniti, non avrà alcun ruolo nella guerra contro il "fraterno Iraq", ha tenuto a precisare il principe ereditario Abdullah. "Il regno non parteciparà in alcuna forma alla guerra contro il fraterno Iraq e le nostre forze armate in nessuna circostanza metteranno piede in territorio iracheno", ha affermato Abdullah leggendo in televisione un messaggio dell'anziano e malato re Fahd. E ha aggiunto: "Respingiamo con forza qualsiasi minaccia all'unità, all'indipendenza, alla sicurezza dell'Iraq e all'occupazione militare del Paese. La posizione dell'Arabia Saudita è stata fatta presente con chiarezza agli Stati Uniti".

ANCHE L’Iran ritira i diplomatici dalla capitale

Tra gli ultimi paesi anche l'Iran ha ordinato al proprio personale diplomatico a Baghdad di lasciare la capitale irachena, secondo quanto reso noto oggi da Radio Teheran. Iran e Iraq, che hanno combattuto una guerra di otto anni, dal 1980 al 1988, hanno relazioni diplomatiche a livello di incaricati d'affari. Il ministero degli esteri di Teheran ha intanto smentito notizie pubblicate nei giorni scorsi da alcuni giornali arabi, secondo le quali aveva chiesto alle rappresentanze diplomatiche in Iran di ridurre il proprio personale per motivi di sicurezza.

AFGHANISTAN Per gli Alpini italiani della task force 'Nibbio' in Afghanistan è già guerra con un attacco a presunti aggressori al campo base di Campo Salerno, situato nel distretto orientale di Khowst, a ridosso del confine con le Aree Tribali del Pakistan. Il portavoce della missione, tenente Gianfranco Oggiano, ha detto che fra i militari di 'Nibbio' non ci sono stati feriti. I fatti risalgono a ieri: dapprima in direzione del campo italiano e' stato lanciato un razzo da 107 millimetri; circa un'ora più tardi, un commando formato da tre individui armati e' stato visto avvicinarsi a Campo Salerno con atteggiamento palesemente ostile, tanto da proseguire l'avanzata nonostante i militari italiani avessero aperto il fuoco.

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gror190303 (last edited 2008-06-26 09:57:10 by anonymous)