Apre il Gr crumiro massimo, buon giorno. Da PAula per gr serale:-sentire M,Luisa su Alberto - sentire Marina su sc. Telecom - sentire giornalisti per sciopero oggi.

Gr Ore 19.30

Proposta sommario

ESTERI

Argentina

iraq

Spagna

Etiopia

ITALIA

Scioperi telecom

Scioperi scuole

Arresti

mobilitazioni

ITALIA

Arresti

Sono terminate le udienze al tribunale del riesame per decidere la revoca o meno delle misure cautelari prese nei confronti dei 23 compagni inquisito il 4 dicembre. Alcunew sentenze sono già uscite, ma non delineano un quadro chiaro della situazione. Il tribunale infatti sta decidendo caso per caso, valutando le specifiche accuse e non l'impianto accusatorio, con sentenze contrastanti tra loro. In questa situazione, l'invito è a tutti e a tutte a non dimenticare, a tenere sempre alta l'attenzione. Attenzione dovuta, perchè il nostro impegno non si può esaurire in una o più manifestazioni, ma deve essere costante, non solo finchè tutti e tutte non saranno liberi, ma anche finchè le inchieste, che intendono criminalizzare un movimento intero, non saranno concluse.

Sciopero telecom

Sciopero della telecom oggi in tutta italia, uno sciopero per rivedere tutta la politica aziendale in amteria di telecomunicazuioni. Uno sciopero perfettamente riuscito. Sentiamo la corrispondenza

Scuole

Continuano le mobilitazioni in tutte le scuole e università italiane, nonostante il periodo festivo per gli studentie le studentesse. Questa mattin alle 6.30 è stato sgomberato il liceo Aristofane, da giorni in occupazione. La polizia si è introdotta nell'edificio scolastico dopo aver rotto una finestra. Sono stati fermati 15 studenti che dormivano nella scuola, quasi tutti minorenni e che sono stati trattenuti per diverse ore, fin dopo l'identificazione. Dal primo pomeriggio gli studenti dell'Aristofane sono in assemblea.

Tutti ne parlano nessuno sa dove sia. Con l'ultima finanziaria che passera lunedi 24 alla camera questo governo taglia i fondi per l'Universita, la ricerca, l'istruzione e i servizi sociali.Una Finanziaria di guerra che produce il depauperamento della qualita dellla didattica, che radicalizza il processo di rIduzione della formazione a merce, attraverso l'appalto dei saperi alle fondazioni private. Noi ci opponiamo a questo attacco che ormai da anni viene portato avanti dai governi di tutti i colori, limitando il diritto allo studio a chi puo pagarselo.L'Universita è di fatto frequentata da una esigua minoranza della società; la mancanza di un reditto spesso preclude a molte persone il diritto all'istruzione. In questa situazione l'Universita pubblica rimane sulla carta quando allo sbattiemento per pagare iscrizioni,libri, e materiale indispensabili alla tua formazione, viene sommata la quotidiana lotta per la casa,la continua ricerca di un lavoro e di spazi dove vivere, socializzare fuori dalla mercificazione diffusa. Esprimiamo l'esigenza di una lotta i cui tempi e pratiche siano dettati da noi, soggeti reali della produzione dei saperi e della richezza di questa societa. Appuntamento domenica 22 alle ore 17 a Largo Argentina per manifestare contro la Finanziaria che verra votata di li a poche ore.

Mobilitazioni

Global Action DAY, Disobbedienza globale, Piquete Globale. sabato 21 a Roma sarà una giornata in cui evidenziare i mali del mercato e del commercio; si invaderà il natale del commercio per reclamare diritti e reddito per tutti, per diffondere la pratica del baratto, per far pagare la Robin Tax agli agnelli, per informare i consumatori degli interessi nascosti dalle etichette, per sovvertire lo spirito del natale. Sarà una giornata di lotta contro i licenziamenti Fiat, di riappropriazione, di piquete metropolitano, di subvertising pubblicitario, di danze e performance, di comunicazione indipendente. E' previsto un appuntamento alle ore 16.00 davanti il centro commerciale Auchan di casal Bertone per effettuare un cacerolazo.

ESTERI

palestina

Un palestinese e' stato ucciso e tre sono rimasti feriti in nottata nel corso di un'incursione dell'esercito israeliano a Deir el Balah, nella striscia di Gaza, secondo quanto hanno annunciato responsabili della sicurezza palestinese. Dieci carri armati e due bulldozer - hanno detto le fonti - sono entrati a Deir el Balah con la copertura aerea di due elicotteri, che sparavano con le mitragliatrici. Non si conosce per ora l'identita' della vittima. Durante l'operazione, i soldati hanno ingiunto agli abitanti di un'abitazione appartenente a un attivista di Al Fatah - il movimento del presidente palestinese Yasser Arafat - di lasciare l'edificio prima della sua demolizione con esplosivo.

Etiopia

La Nestlè non si ferma neanche davanti alla fame. La multinazionale che ha collezionato più boicottaggi di ogni altra, e senza che abbia mai indietreggiato dalle proprie posizioni, ha fatto causa al governo etiopico per la somma di 6 milioni di dollari. Motivo della richiesta è stata il risarcimento per l'espropriazione di una azienda alimentare, di proprietà del gruppo tedesco Schweisfurth inglobato dalla multinazionale elvetica quindici anni fa, che venne nazionalizzata nel 1975. In una nazione dove non piove da tre anni e 10 milioni di persone rischiano di morire di fame, dove quasi 200 bambini su mille muoiono prima dei cinque anni, e dove il debito pubblico esautora le casse dello Stato al punto che solo il 27 per cento dei bambini e delle bambine possono andare a scuola, la Nestlè fa sapere che non rinuncerà al rimborso per una 'questione di principio'. Quattro anni fa il governo etiope ha venduto la Elidco ad un'azienda locale per 8,7 milioni di dollari, ed oggi offre alla multinazionale svizzera l'ammontare di 1,5 milioni di dollari per considerare chiusa la questione, una somma che corrisponde al valore della fabbrica contesa al momento della sua espropriazione. Ma il colosso alimentare non ha ritenuto soddisfacente la proposta ed insiste per avere tutti i 6 milioni di dollari richiesti.

Irlanda del nord

Il capo del principale partito protestante dell'Ulster, David Trimble, ha abbandonato il tavolo dei negoziati miranti a rilanciare il processo di pace, all' indomani della diffusione di un documento secondo il quale l'Ira continuerebbe le sue attivita' paramilitari. I governi di Londra e Dublino hanno espresso rammarico per la decisione di Trimble. Gran Bretagna, Repubblica d'Irlanda e i partiti cattolici e protestanti dell'Ulster firmatari degli accordi di pace del Venerdi' Santo (10 aprile 1998) avevano completato la terza e ultima sessione di colloqui dell'anno per tentare di ripristinare l'assemblea e il governo dell'Irlanda del nord, sospesi nell'ottobre scorso. Mercoledi' la televisione Utv aveva diffuso un documento segreto del governo irlandese secondo il quale l'Ira, principale organizzazione clandestina cattolica, continuava a 'reclutare personale, a addestrare i suoi uomini e a procurarsi piccole quantita' d'armi'. Tuttavia, secondo il rapporto, l'Ira, ufficialmente in condizione di cessate il fuoco dal 1997, continuerebbe le sue attivita' non per prepararsi a riprendere le armi ma come 'misura precauzionale'.

Argentina

A partire da oggi si stanno moltiplicando le iniziative per la ricorrenza della protesta popolare del 20 dicembre 2001 contro il governo dell'ex presidente Fernando de la rua, occasione durante la quale morirono molti manifestanti per mano della polizia. Stanno arrivando della capitale tutte le colonne di manifestanti della marcia federal piquetera che cofluiranno verso le 19.00, ora argentina, a paza de mayo con altri gruppi di manifestanti della zona di Buenos Aires e della provincia. la grande marcia è ormai in viaggio da lunedi e la sua conclusione nella capitale sarà l'ultima di una serie di attività che si sono intensificate nella giornata di ieri con il piquete urbano, blocco del centro economico della capitale, e con altre iniziative. per quanto riguarda la marcia dei lavoratori disoccupati del coordinamento Anibal Veròn e di altre realtà, la gendarmeria nazionale ha avuto l'ordine di perquisire con i cani alcuni pullmans che entrano nella capitale con a bordo i manifestanti. Per la giornata di domani sono previste manifestazioni in Europa in appoggio alle manifestazioni popolari in Argentina.

USA

Durante la guerra aerea in Afghanistan, gli USA hanno sganciato 1,228 bombe a frammentazione (dette anche cluster bombs o bombe a grappolo) che hanno rilasciato 248,000 miniordigni, uccidendo o ferendo i civili, soprattutto bambini, sia durante sia dopo gli attacchi. E' quanto afferma un rapporto di Human Rights Watch pubblicato oggi.

Sebbene gli USA abbiano fatto qualche tentativo per ridurre i danni ai civili causati dalle bombe a grappolo, i problemi fondamentali delle bombe sono rimasti. Secondo il rapporto, gli USA non hanno preso le precauzioni possibili per evitare di colpire i civili (come richiesto dal diritto umanitario internazionale) quando hanno usato le bombe cluster in o nei pressi di aree popolate. Le bombe a grappolo hanno lasciato anche 12,400 ordigni inesplosi che sono di fatto delle mine anti-uomo.

In passato, l'organizzazione aveva documentato i danni ai civili causati dalle bombe a grappolo, sia nella guerra del Golfo del 1991, sia nell'azione armata contro la Yugoslavia nel 1999. Secondo i dati di quest'ultimo rapporto, gli effetti delle bombe cluster sono stati meno gravi in Afghanistan di quanto non lo siano stati in questi conflitti precedenti, e cio' e' dovuto al numero relativamente ridotto di bombe usate. In Afghanistan sono state sganciate 1,228 bombe contenenti 248,056 mini ordigni. Mentre, nella guerra del Golfo le forze alleate sganciarono 61,000 bombe con 20 milioni di mini ordigni e in Yugoslavia 1,765 bombe con 295,000 mini ordigni.

Ma gli stessi problemi si sono verificati in Afghanistan: mancanza di attenzione nel mirare, grandi quantita' di bombe inesplose dopo gli attacchi, e difficolta' di bonifica delle aree colpite. Cio' dimostra che queste armi dovrebbero essere regolate specificamente dal diritto internazionale. Gli stati aderenti alla Convenzione di Ginevra sulle armi convenzionali che si sono riuniti la scorsa settimana alla conferenza ONU si sono rifiutati di trattare specificatamente il problema delle bombe cluster. HRW sostiene che gli USA avrebbero potuto contribuire piu' efficacemente alla bonifica fornendo all'ONU una lista degli attacchi piu' dettagliata. HRW giudica imprecisa e inadeguata la lista che Washington ha dato alle Nazioni Unite.

La Croce Rossa finora ha identificato 127 casi di civili colpiti dalle bombe a frammentazione, ma gran parte dei casi rimane non documentato. Il 69% delle vittime documentate erano bambini. Mentre la guerra contro l'Iraq si avvicina, HRW chiede agli USA di imparare dalle lezioni e di non usare le bombe a frammentazione nei pressi di zone abitate.

USA 2

Les Etats-Unis vont renforcer leur présence militaire dans la région du Golfe, avec 50.000 hommes et du matériel supplémentaire, au début de janvier dans la perspective d'une guerre éventuelle contre l'Irak, a-t-on appris au Pentagone vendredi.A ce jour, les Américains ont environ 65.000 militaires dans la région Moyen-Orient/Afghanistan.Un responsable du Pentagone a confirmé des informations de presse faisant état de l'envoi prochain de 50.000 hommes ainsi que des milliers de tonnes supplémentaires d'armes et équipements militaires qui seront prépositionnés dans des Etats voisins de l'Irak."Nous voulons être prêts. Mais bien sûr la décision d'un conflit est du ressort du président américain (George W. Bush) et il n'a pas pris de décision", a ajouté ce responsable, parlant sous couvert de l'anonymat.La Washington Post et des télévisions américaines ont fait état vendredi du renforcement de la présence militaire américaine dans la région du Golfe.Selon un haut responsable américain de la défense cité sous couvert de l'anonymat par le Post, les Etats-Unis déplacent des équipements militaires lourds depuis des mois, mais discrètement afin de ne pas alerter la communauté internationale.Deux cargos militaires de 62.000 tonnes ont ainsi été dépêchés dans le Golfe au cours des dix dernièrs jours, a précisé une autre source, toujours citée par le journal."Mais, sans aucun doute, on va voir plus de mouvements de masse la semaine prochaine ou la suivante que jusqu'à présent (...)", a ajouté le premier responsable. Il devrait y avoir un changement stratégique en faveur d'une démonstration de la détermination américaine, voire d'une coercition manifeste".Le prépositionnement d'hommes et de matériel a pour but de diminuer le temps nécessaire pour lancer une invasion, a expliqué un autre responsable, qui a estimé que ce laps de temps, pour l'instant de quatre à six mois, pouvait être ramené à quatre à six semaines, voire moins. Toujours selon la presse américaine, la guerre devrait débuter après le 27 janvier, jour où le chef des inspecteurs en désarmement Hans Blix rendra son rapport officiel sur le document remis par l'Irak au Conseil de sécurité sur ses armes de destruction massive.Jeudi, dans une première évaluation succinte, Hans Blix a regretté l'absence de "preuves concluantes" sur les affirmations de Bagdad, qui prétend ne pas disposer d'armes biologiques, chimiques et nucléaires.Selon un des responsables interrogés par le Post, de 200.000 à 250.000 réservistes pourraient être nécessaires pour effectuer à la fois une mission militaire et la sécurisation des bases militaires américaines qui n'existaient pas lors de la guerre du Golfe, il y a 11 ans.

Stampa

Soixante sept journalistes et personnels des médias ont été tués en 2002 dans l'exercice de leur métier, selon le rapport annuel de la Fédération internationale des journalistes (FIJ) publié vendredi, qui décrit 2002 comme "une année de ciblage" des journalistes."Il est temps pour la communauté internationale et l'industrie de la presse de lancer une nouvelle campagne pour pourchasser ceux qui ciblent les journalistes parce qu'ils posent des questions difficiles qui aident à préserver la démocratie", a estimé le secrétaire général de la FIJ, Adrian White, dans un communiqué.Selon la FIJ, le meurtre en janvier au Pakistan du reporter du Wall Street Journal, Daniel Pearl, "a donné le ton d'une année de ciblage des journalistes". "Cet étalage de brutalité sans précédent rappelle aux journalistes que la presse mondiale est en première ligne dans le combat pour la démocratie et les droits de l'homme", a déclaré Adrian White.Cette année encore, la FIJ a mis l'accent sur l'Amérique latine où les journalistes sont particulièrement menacés. La Colombie a notamment enregistré un bilan élevé avec 10 morts. Face à cette situation, la FIJ a ouvert en octobre un nouveau bureau à Bogota pour apporter un appui à la presse locale.La FIJ a aussi salué "des actions positives", citant l'exemple du Mozambique où les auteurs présumés du meurtre du journaliste Carlos Cardozo en 2000 ont été traduits en justice. Mais elle s'est déclarée préoccupée du fait que d'autres assassinats de journalistes - Gyorgy Gongadze en Ukraine et Martin O'Hagan en Irlande du Nord - n'aient pas été résolus.Plus largement, la FIJ appelle à "faire plus pour réduire les risques" encourus par les journalistes, et souhaite faire émerger une "culture de la conscience des questions de sécurité"."Nous ne pouvons peut-être pas arrêter tous les meurtres, mais nous pouvons placer la sécurité des journalistes au niveau requis : au sommet de l'agenda des médias et des gouvernements", a conclu le secrétaire général de la FIJ.La Fédération internationale des journalistes déclare représenter plus de 500.000 journalistes dans plus de 100 pays.En 2001, cent membres de la presse et des médias avaient été tués dans l'exercice de leur travail, dont plusieurs dans les zones de guerre, selon le précédent rapport de la FIJ.


Gr Flash di venerdi 20 dicembre - ore 17.00

Dal Mondo

PALESTINA - Un palestinese e' stato ucciso e tre sono rimasti feriti in nottata nel corso di un'incursione dell'esercito israeliano a Deir el Balah, nella striscia di Gaza, secondo quanto hanno annunciato responsabili della sicurezza palestinese. Dieci carri armati e due bulldozer - hanno detto le fonti - sono entrati a Deir el Balah con la copertura aerea di due elicotteri, che sparavano con le mitragliatrici. Durante l'operazione, i soldati hanno ingiunto agli abitanti di un'abitazione appartenente a un attivista di Al Fatah - il movimento del presidente palestinese Yasser Arafat - di lasciare l'edificio prima della sua demolizione con esplosivo.

ISRAELE - Dal primo gennaio le forze armate israeliane saranno in stato di massima allerta, in previsione di un attacco contro l'Iraq da parte di Stati Uniti e Paesi alleati. E' quanto sostiene oggi il quotidiano Yediot Ahronot. Domani, intanto, 1000 militari Usa arriveranno in Israele per partecipare a esercitazioni in cui saranno simulati attacchi da parte di Baghdad. Comunque gli Stati Uniti ci hanno tenuto a dichiarare che Israele non prenderà parte a un eventuale attcco contro l'Iraq. Lo ha detto il ministro israeliano della Difesa, Saul Mofaz, citato dalla radio nazionale israeliana.

ETIOPIA - La Nestlè non si ferma neanche davanti alla fame. La multinazionale che ha collezionato più boicottaggi di ogni altra, e senza che abbia mai indietreggiato dalle proprie posizioni, ha fatto causa al governo etiopico per la somma di 6 milioni di dollari. Motivo della richiesta è stata il risarcimento per l'espropriazione di una azienda alimentare, di proprietà del gruppo tedesco Schweisfurth inglobato dalla multinazionale elvetica quindici anni fa, che venne nazionalizzata nel 1975. In una nazione dove non piove da tre anni e 10 milioni di persone rischiano di morire di fame, dove quasi 200 bambini su mille muoiono prima dei cinque anni, e dove il debito pubblico esautora le casse dello Stato al punto che solo il 27 per cento dei bambini e delle bambine possono andare a scuola, la Nestlè fa sapere che non rinuncerà al rimborso per una 'questione di principio'. Quattro anni fa il governo etiope ha venduto la Elidco ad un'azienda locale per 8,7 milioni di dollari, ed oggi offre alla multinazionale svizzera l'ammontare di 1,5 milioni di dollari per considerare chiusa la questione, una somma che corrisponde al valore della fabbrica contesa al momento della sua espropriazione. Ma il colosso alimentare non ha ritenuto soddisfacente la proposta ed insiste per avere tutti i 6 milioni di dollari richiesti.

COLOMBIA - Dopo l'ambasciata della Gran Bretagna e il consolato statunitense anche la sede della rappresentanza diplomatica italiana a Bogotà ha deciso di chiudere temporaneamente le sue porte. La spiegazione ufficiale data è per motivi di sicurezza. Alla base della decisione delle tre delegazioni vi sarebbero non meglio precisate minacce contro alcune sedi diplomatiche straniere. Londra ha fatto sapere di essere stata oggetto di una minaccia concreta, pur non specificando di quale natura. L'ambasciata statunitense ha disposto la sospensione delle sue attività fino al 26 dicembre, fatta eccezione per le emergenze. Canada, Belgio e Svezia potrebbero adottare oggi le stesse misure.

Dall'Italia

ROMA - Questa mattin alle 6.30 è stato sgomberato il liceo Aristofane, da giorni in occupazione. La polizia si è introdotta nell'edificio scolastico dopo aver rotto una finestra. Sono stati fermati 15 studenti che dormivano nella scuola, quasi tutti minorenni e che sono stati trattenuti per diverse ore, fin dopo l'identificazione. Dal primo pomeriggio gli studenti dell'Aristofane sono in assemblea. Vi forniremo nel giornale radio delle 19.30 un aggiornamento sulla situazione.


Ore 13.00

Argentina

Ad un anno dalle del 19 e 20 dicembre 2001 in Argentina Nella Casa Rosada, Duhalde e Menem cercano un accordo per vincere le prossime elezioni e Lavagna si affanna per riuscire a saldare il debito con l'FMI, limitandosi a parlare di questo dicembre come di un problema di sicurezza. Intanto i movimenti organizzano due giorni di azioni diffuse ed eterogenee. Preceduti ieri dai compagni della cosiddetta ala moderata, i ‘piqueteros’ (disoccupati) del Blocco ‘Piquetero’ nazionale, del Movimento indipendente dei pensionati e senza lavoro e del Coordinamento dei lavoratori disoccupati Aníbal Verón si riverseranno oggi nel centro di Buenos Aires per prendere parte alla seconda e ultima giornata di protesta nel primo anniversario della caduta del presidente Fernando de la Rúa. Mobilitazioni e scioperi sono in corso in tutto il paese già dalla serata di ieri, 19 dicembre e culmineranno oggi con un raduno previsto per le 18:00 locali a Plaza de Mayo. Da parte loro le autorità hanno dispiegato diecimila agenti della pubblica sicurezza per vigilare sulle dimostrazioni, svolte finora pacificamente. Esattamente un anno fa, di fronte al montare della contestazione e del malcontento popolare, sfociati in saccheggi di supermercati e devastazioni di pubblici uffici, l’allora presidente de la Rúa proclamava lo stato d’assedio. Qualche ora dopo si dimetteva il ‘superministro’ dell’economia Domingo Cavallo al quale il Congresso aveva appena revocato i poteri speciali concessigli per attuare le riforme necessarie ad affrontare la crisi. Migliaia di persone, colpite duramente dal blocco dei risparmi nelle banche ('corralito'), scendevano in piazza nella capitale marciando assieme alle ‘Madri’ e alle ‘Nonne’ dei ‘desaparecidos verso Plaza de Mayo, dove la polizia avrebbe brutalmente represso la manifestazione. Per i 32 morti del 19 e 20 dicembre dello scorso anno gli argentini chiedono ancora giustizia, mentre in quello che era il ‘granaio del mondo’ si muore di fame.

USA

Durante la guerra aerea in Afghanistan, gli USA hanno sganciato 1,228 bombe a frammentazione (dette anche cluster bombs o bombe a grappolo) che hanno rilasciato 248,000 miniordigni, uccidendo o ferendo i civili, soprattutto bambini, sia durante sia dopo gli attacchi. E' quanto afferma un rapporto di Human Rights Watch pubblicato oggi.

Sebbene gli USA abbiano fatto qualche tentativo per ridurre i danni ai civili causati dalle bombe a grappolo, i problemi fondamentali delle bombe sono rimasti. Secondo il rapporto, gli USA non hanno preso le precauzioni possibili per evitare di colpire i civili (come richiesto dal diritto umanitario internazionale) quando hanno usato le bombe cluster in o nei pressi di aree popolate. Le bombe a grappolo hanno lasciato anche 12,400 ordigni inesplosi che sono di fatto delle mine anti-uomo.

In passato, l'organizzazione aveva documentato i danni ai civili causati dalle bombe a grappolo, sia nella guerra del Golfo del 1991, sia nell'azione armata contro la Yugoslavia nel 1999. Secondo i dati di quest'ultimo rapporto, gli effetti delle bombe cluster sono stati meno gravi in Afghanistan di quanto non lo siano stati in questi conflitti precedenti, e cio' e' dovuto al numero relativamente ridotto di bombe usate. In Afghanistan sono state sganciate 1,228 bombe contenenti 248,056 mini ordigni. Mentre, nella guerra del Golfo le forze alleate sganciarono 61,000 bombe con 20 milioni di mini ordigni e in Yugoslavia 1,765 bombe con 295,000 mini ordigni.

Ma gli stessi problemi si sono verificati in Afghanistan: mancanza di attenzione nel mirare, grandi quantita' di bombe inesplose dopo gli attacchi, e difficolta' di bonifica delle aree colpite. Cio' dimostra che queste armi dovrebbero essere regolate specificamente dal diritto internazionale. Gli stati aderenti alla Convenzione di Ginevra sulle armi convenzionali che si sono riuniti la scorsa settimana alla conferenza ONU si sono rifiutati di trattare specificatamente il problema delle bombe cluster. HRW sostiene che gli USA avrebbero potuto contribuire piu' efficacemente alla bonifica fornendo all'ONU una lista degli attacchi piu' dettagliata. HRW giudica imprecisa e inadeguata la lista che Washington ha dato alle Nazioni Unite.

La Croce Rossa finora ha identificato 127 casi di civili colpiti dalle bombe a frammentazione, ma gran parte dei casi rimane non documentato. Il 69% delle vittime documentate erano bambini. Mentre la guerra contro l'Iraq si avvicina, HRW chiede agli USA di imparare dalle lezioni e di non usare le bombe a frammentazione nei pressi di zone abitate.

Secondo un altro rapporto di Human Rights Watch, le donne afgane continuano a dover subire abusi, violenze e restrizioni dei loro diritti umani fondamentali. Il rapporto documenta le dure restrizioni imposte alle donne da Ismail Khan, un governatore locale nell'Afghanistan occidentale che ha ricevuto assistenza militare e finanziaria dagli USA. Molti pensano che le donne afgane siano state liberate dopo l'intervento armato degli USA, ma cio' non e' affatto vero, sostiene HRW. Dopo la caduta dei Talebani, la situazione delle donne ad Herat (citta' presa in considerazione dal rapporto) e' migliorata: molte sono tornate a scuola o a lavorare. Ma questi vantaggi sono stati controbilanciati dalla crescente repressione della vita sociale e politica da parte del governo. Ismail Khan ha censurato i gruppi di donne, ha intimidito le leader, e ha escluso le donne dall'amministrazione ad Herat, impedendogli di avere un lavoro. Le restrizioni sul diritto al lavoro significano che molte donne non potranno ma usare la loro educazione. Il rapporto sostiene che il governo di Herat ha anche reclutato studenti maschi per sorvegliare le studentesse e il loro rispetto della religione islamica. Ismail Khan e' famoso anche per la dura repressione delle opposizioni politiche e della minoranza etnica Pashtun, per le torture nei carceri di Herat e per i limiti imposti al diritto di associazione.

I problemi delle donne stanno peggiorando in molte parti del paese. Nel 2002, le scuole per studentesse in almeno 5 province sono state incendiate o distrutte. Le truppe governative stanno rafforzando le restrizione dell'era talebana in molte aree, vietando la musica e costringendo le donne ad indossare il burqa.

HRW sostiene che molti di questi governi locali hanno ricevuto armi e assistenza dagli USA e altri paesi nel 2002. L'organizzazione ha chiesto a tutti i paesi di fermare l'assistenza militare ai despoti locali e coordinare tutti gli aiuti futuri tramite il governo centrale di Kabul

Irlanda del nord

Il capo del principale partito protestante dell'Ulster, David Trimble, ha abbandonato il tavolo dei negoziati miranti a rilanciare il processo di pace, all' indomani della diffusione di un documento secondo il quale l'Ira continuerebbe le sue attivita' paramilitari. I governi di Londra e Dublino hanno espresso rammarico per la decisione di Trimble. Gran Bretagna, Repubblica d'Irlanda e i partiti cattolici e protestanti dell'Ulster firmatari degli accordi di pace del Venerdi' Santo (10 aprile 1998) avevano completato la terza e ultima sessione di colloqui dell'anno per tentare di ripristinare l'assemblea e il governo dell'Irlanda del nord, sospesi nell'ottobre scorso. Mercoledi' la televisione Utv aveva diffuso un documento segreto del governo irlandese secondo il quale l'Ira, principale organizzazione clandestina cattolica, continuava a reclutare personale, a addestrare i suoi uomini e a procurarsi piccole quantita' d'armi. Tuttavia, secondo il rapporto, l'Ira, ufficialmente in condizione di cessate il fuoco dal 1997, continuerebbe le sue attivita' non per prepararsi a riprendere le armi ma come misura precauzionale.

Sciopero

Sciopero dei lavoratori telecom riuscito, presidi a Roma e Milano.

Ore 9.30

Iraq

Anche Parigi denuncia l'esistenza di "zone oscure" nella relazione presentata dal governo iracheno alle Nazioni Unite, sul disarmo imposto dall'ONU stessa e sullo stato del suo arsenale attuale: il ministro degli esteri francese Dominique de Villepin lo ha dichiarato in una conferenza stampa tenuta insieme al ministro degli esteri israeliano Benjamin Netanyahu, giunto nella capitale francese dopo una visita a Roma. Tuttavia, il governo francese, ha proseguito Villepin, confida che tali "zone oscure" saranno "chiarite" dal capo degli ispettori dell'ONU sugli armamenti iracheni (UNMOVIC), Hans Blix, e dal capo dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA), Mohammed el-Baradei.

La Norvegia, attualmente membro del Consiglio di sicurezza, ha chiesto all'Iraq di colmare le lacune nel suo dossier sulle armi di distruzione di massa ed ha affermato che l'Onu ha ancora diverse settimane di lavoro prima di decidere sull'eventuale lancio di un'operazione militare contro Baghdad. Il ministro degli Esteri Jan Petersen ha detto che la Norvegia vuole avere accesso a tutte le 12.000 pagine del rapporto iracheno, ma che, al contrario della Siria, non boicottera' le discussioni in seno al Consiglio di sicurezza. I due Paesi, entrambi membri non permanenti, avevano protestato nei giorni scorsi per aver ricevuto solo una versione ridotta del dossier preparato da Baghdad, a differenza dei cinque 'grandi' (Usa, Russia, Cina, Francia e Gb).

Palestina

Un palestinese e' stato ucciso e tre sono rimasti feriti in nottata nel corso di un'incursione dell'esercito israeliano a Deir el Balah, nella striscia di Gaza, secondo quanto hanno annunciato responsabili della sicurezza palestinese. Dieci carri armati e due bulldozer - hanno detto le fonti - sono entrati a Deir el Balah con la copertura aerea di due elicotteri, che sparavano con le mitragliatrici. Non si conosce per ora l'identita' della vittima. Durante l'operazione, i soldati hanno ingiunto agli abitanti di un'abitazione appartenente a un attivista di Al Fatah - il movimento del presidente palestinese Yasser Arafat - di lasciare l'edificio prima della sua demolizione con esplosivo.

Colombia

Il consolato americano a Bogota' e' stato chiuso fino al 26 dicembre per ragioni di sicurezza e un numero imprecisato di diplomatici sara' posto in congedo amministrativo. Lo ha detto ieri sera un portavoce della rappresentanza diplomatica statunitense nella capitale colombiana, senza fornire ulteriori precisazioni. Come ha annunciato a Londra il Foreign Office, anche l'ambasciata britannica in Colombia e' stata chiusa. Un suo portavoce ha parlato di minacce specifiche contro sedi diplomatiche ed ha detto che le autorita' di Londra sono in contatto con quelle di altri paesi

Dopo l' ambasciata del Regno Unito ed il consolato americano a Bogota', anche la sede della legazione diplomatica italiana nella capitale colombiana ha chiuso il suo portone per ragioni di sicurezza. Secondo fonti diplomatiche, al piu' presto e per le stesse ragioni la misura potrebbe essere adottata anche da altre rappresentanze staniere, come il Canada, il Belgio e la Svezia. Minacce non meglio precisate contro ambasciate di Paesi stranieri sarebbero all' origine delle decisioni.

Venezuela

Lo sciopero del settore petrolifero in Venezuela continua, nonostante la sentenza del Tribunale supremo di giustizia (Tsj) che ordina ai dipendenti di riprendere il lavoro. Lo ha annunciato in serata Juan Fernandez, portavoce dei lavoratori in agitazione della compagnia pubblica Petroleos de Venezuela (Pdvsa).Il Tsj ha ordinato l'applicazione di tutti i decreti e le risoluzioni adottate dal governo per rilanciare le attivita' di Pdvsa. La grande maggioranza dei dipendenti della holding petrolifera osservano lo sciopero, indetto dall'opposizione di destra per indurre il presidente Hugo Chavez a dimettersi.

GR 19.30

ARGENTINA - A partire da oggi si stanno moltiplicando le iniziative per la ricorrenza della protesta popolare del 20 dicembre 2001 contro il governo dell'ex presidente Fernando de la rua, occasione durante la quale morirono molti manifestanti per mano della polizia. Stanno arrivando della capitale tutte le colonne di manifestanti della marcia federal piquetera che cofluiranno verso le 19.00, ora argentina, a paza de mayo con altri gruppi di manifestanti della zona di Buenos Aires e della provincia. la grande marcia è ormai in viaggio da lunedi e la sua conclusione nella capitale sarà l'ultima di una serie di attività che si sono intensificate nella giornata di ieri con il piquete urbano, blocco del centro economico della capitale, e con altre iniziative. per quanto riguarda la marcia dei lavoratori disoccupati del coordinamento Anibal Veròn e di altre realtà, la gendarmeria nazionale ha avuto l'ordine di perquisire con i cani alcuni pullmans che entrano nella capitale con a bordo i manifestanti. Per la giornata di domani sono previste manifestazioni in Europa in appoggio alle manifestazioni popolari in Argentina.

PALESTINA - Un palestinese e' stato ucciso e tre sono rimasti feriti in nottata nel corso di un'incursione dell'esercito israeliano a Deir el Balah, nella striscia di Gaza, secondo quanto hanno annunciato responsabili della sicurezza palestinese. Dieci carri armati e due bulldozer - hanno detto le fonti - sono entrati a Deir el Balah con la copertura aerea di due elicotteri, che sparavano con le mitragliatrici. Durante l'operazione, i soldati hanno ingiunto agli abitanti di un'abitazione appartenente a un attivista di Al Fatah - il movimento del presidente palestinese Yasser Arafat - di lasciare l'edificio prima della sua demolizione con esplosivo.

ISRAELE - Dal primo gennaio le forze armate israeliane saranno in stato di massima allerta, in previsione di un attacco contro l'Iraq da parte di Stati Uniti e Paesi alleati. E' quanto sostiene oggi il quotidiano Yediot Ahronot. Domani, intanto, 1000 militari Usa arriveranno in Israele per partecipare a esercitazioni in cui saranno simulati attacchi da parte di Baghdad. Comunque gli Stati Uniti ci hanno tenuto a dichiarare che Israele non prenderà parte a un eventuale attcco contro l'Iraq. Lo ha detto il ministro israeliano della Difesa, Saul Mofaz, citato dalla radio nazionale israeliana.

ETIOPIA - La Nestlè non si ferma neanche davanti alla fame. La multinazionale che ha collezionato più boicottaggi di ogni altra, e senza che abbia mai indietreggiato dalle proprie posizioni, ha fatto causa al governo etiopico per la somma di 6 milioni di dollari. Motivo della richiesta è stata il risarcimento per l'espropriazione di una azienda alimentare, di proprietà del gruppo tedesco Schweisfurth inglobato dalla multinazionale elvetica quindici anni fa, che venne nazionalizzata nel 1975. In una nazione dove non piove da tre anni e 10 milioni di persone rischiano di morire di fame, dove quasi 200 bambini su mille muoiono prima dei cinque anni, e dove il debito pubblico esautora le casse dello Stato al punto che solo il 27 per cento dei bambini e delle bambine possono andare a scuola, la Nestlè fa sapere che non rinuncerà al rimborso per una 'questione di principio'. Quattro anni fa il governo etiope ha venduto la Elidco ad un'azienda locale per 8,7 milioni di dollari, ed oggi offre alla multinazionale svizzera l'ammontare di 1,5 milioni di dollari per considerare chiusa la questione, una somma che corrisponde al valore della fabbrica contesa al momento della sua espropriazione. Ma il colosso alimentare non ha ritenuto soddisfacente la proposta ed insiste per avere tutti i 6 milioni di dollari richiesti.

COLOMBIA - Dopo l'ambasciata della Gran Bretagna e il consolato statunitense anche la sede della rappresentanza diplomatica italiana a Bogotà ha deciso di chiudere temporaneamente le sue porte. La spiegazione ufficiale data è per motivi di sicurezza. Alla base della decisione delle tre delegazioni vi sarebbero non meglio precisate minacce contro alcune sedi diplomatiche straniere. Londra ha fatto sapere di essere stata oggetto di una minaccia concreta, pur non specificando di quale natura. L'ambasciata statunitense ha disposto la sospensione delle sue attività fino al 26 dicembre, fatta eccezione per le emergenze. Canada, Belgio e Svezia potrebbero adottare oggi le stesse misure.

BRASILE - Monsignor Apparecido Jos頄ias, vescovo di Boa Vista, ha risposto pubblicamente, attraverso la stampa locale e la neonata radio diocesana ‘Monte Roraima’, alle minacce di invasione della cattedrale locale da parte di un gruppo di indigeni manipolati dalle forze politiche dello Stato di Roraima. Il presule si 蠤etto estremamente preoccupato dal rischio di possibili scontri nel territorio di Raposa/Serra do Sol istigati da settori contrari alla Fondazione nazionale dell’indio (Funai) e alla stessa Chiesa cattolica e ha accusato tale Gilberto Macux�i essere la ‘mente’ dietro a questa manovra. Monsignor Dias si 蠱uindi rivolto agli indios intenzionati ad occupare la cattedrale per protestare contro la sentenza del Tribunale supremo di giustizia che a novembre ha respinto la richiesta presentata dal governo locale di annullare la demarcazione di Raposa/Serra do Sol. Il vescovo ha invitato il gruppo di indigeni a indirizzare le proprie obiezioni direttamente ala corte, difendendo al contempo il diritto della Chiesa a mantenere la propria posizione a favore delle popolazioni che abitano Raposa e a difendere le minoranze. Monsignor Dias ha concluso denunciando ancora una volta la corruzione dilagante nello Stato di Roraima, individuata come la vera causa dell’opposizione alla demarcazione definitiva dei territori di Raposa, per la quale i 15mila indios 15mila indios Macuxi, Wapixana, Ingaric󬠐atamona e Taurepang attendono solo l’apposizione di una firma. Si auspica che questa arrivi nei prossimi giorni, dal momento che l’unico vero impedimento ‘istituzionale’ era rappresentato dall’azione legale intrapresa dalle autoritࠬocali e bocciata dal Tribunale supremo

Dall'Italia

ROMA - Questa mattin alle 6.30 è stato sgomberato il liceo Aristofane, da giorni in occupazione. La polizia si è introdotta nell'edificio scolastico dopo aver rotto una finestra. Sono stati fermati 15 studenti che dormivano nella scuola, quasi tutti minorenni e che sono stati trattenuti per diverse ore, fin dopo l'identificazione. Dal primo pomeriggio gli studenti dell'Aristofane sono in assemblea. Vi forniremo nel giornale radio delle 19.30 un aggiornamento sulla situazione.

ROMA - ROMA 21 Dicembre 2002: Global Action DAY, Disobbedienza globale, Piquete Globale.

Sarà una giornata di lotta contro i licenziamenti Fiat, di riappropriazione, di piquete metropolitano, di subvertising pubblicitario, di danze e performance, di comunicazione indipendente. E' previsto un appuntamento alle ore 16.00 davanti il centro commerciale Auchan di casal Bertone per effettuare un cacerolazo.

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gror201202 (last edited 2008-06-26 09:56:28 by anonymous)