gr flash del 25 giugno 2002, aperto da danielina alle 9.30 aggiungete tutte le notizie che ritenete importanti!!!! Importante>: i cambiamenti che fate potrebbero non venire salvati se qualcun altr* sta lavorando contemporaneamente a voi: scrivete su questa parte l'ora in cui iniziate a lavorare, e cancellate quando finito. Questo eviterà a tutt* lavoro inutile..... c: buongiorno a tutte/i! 10.30 inizio. c: per Marta. le notizie "fresche" le sto aggiungendo ora. c: 18.20, ho aperto l'aggiornamento delle 19.30. bacetti

AGGIORNAMENTO ORE 9.30

Palestina

Due palestinesi sono rimasti uccisi nel corso di due attacchi separati condotti stamane contro obiettivi israeliani al valico di Karni (al-Mintar, a sud di Gaza) e presso il vicino insediamento ebraico di Netzarim. Secondo la radio dei coloni Canale 7 il primo è stato ucciso da soldati dopo che aveva scagliato una bomba a mano. Il secondo è stato colpito a morte due ore dopo che aveva aperto il fuoco contro soldati di guardia all'insediamento di Netzarim. Quattro poliziotti palestinesi sono stati uccisi oggi in scontri a fuoco con soldati israeliani a Hebron in Cisgiordania, dove nella nottata sono penetrate forze corazzate dello Stato ebraico. Lo hanno detto fonti della sicurezza palestinese. Hebron è la settima città della Cisgiordania a essere occupata dall'esercito israeliano nell'ultima settimana. Le fonti palestinesi hanno detto che i quattro poliziotti sono stati uccisi durante scontri a fuoco mentre i carri armati israeliani entravano nella città. Le forze armate israeliane hanno detto in un comunicato di aver trovato nel corso dell'incursione una grande fabbrica di ordigni esplosivi, fra cui un certo numero di cinture esplosive destinate a essere usate da attentatori suicidi e una autobomba pronta all'uso. Inoltre hanno detto di aver sequestrato una grande quantità di armi e di aver arrestato molti militanti palestinesi "ricercati".

Kofi Annan ha accolto con favore l'intervento di George Bush sul Medio Oriente e il suo auspicio per la creazione di uno Stato palestinese, ma ha frenato sul cambio di leadership nell'Anp sollecitato dal presidente americano. "La questione di chi debbe guidare il popolo palestinese puo' essere decisa solo dai palestinesi stessi", ha spiegato il portavoce del segretario generale dell'Onu, Fred Eckard. Il portavoce ha ricordato che Yasser Arafat "resta il loro leader e spetta a loro decidere attraverso le elezioni gia' annunciate chi li guidera' in futuro". (AGI) Sar 250918 GIU 02

L'escalation degli attentati suicidi in Israele ha indotto un famoso avvocato ebreo di Washington a una proposta choc: Israele dovrebbe introdurre la pena di morte per le famiglie dei kamikaze. "Mettere a morte genitori e fratelli dei terroristi è l'unico deterrente contro gli attacchi suicidi", ha scritto Nathan Lewis, ex presidente dell'Associazione dei giuristi ebrei, sul mensile "Sh'ma". Migliaia le lettere dei lettori, spaccati a metà sull'argomento.

Canada, G8

Guerra al terrorismo internazionale, crescita economica globale e sviluppo sostenibile, lotta alla poverta' e piano d'azione per l'Africa. Sono questi i temi prioritari nell'agenda politica del G8 in Canada, il primo vertice dei Grandi della Terra dopo gli attentati dell'11 settembre a New York e Washington che hanno sconvolto l'America e il mondo intero. Nella roccaforte montana di Kananaskis, a circa 100 chilometri da Calgari, si terra' domani e giovedi' un vertice superblindato ma piu' informale e breve di quelli precedenti. Senza lunghi comunicati gia' precofenzionati approvati con poche aggiunte sostanziali. L'intenzione del presdiente di turno, il premier canadese Jean Chretien, e' tornare all'atmosfera della vecchia 'chiacchierata al caminetto', inaugurata dalla Francia, a Rambouillet, 27 anni fa. I PROTAGONISTI - Sono attesi nel piccolo villaggio sulle Montagne Rocciose, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il presidente americano, George W. Bush, quello russo, Vladimir Putin, il francese Jacques Chirac, il premier britannico Tony Blair, il giapponese Junichiro Koizumi e il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. A fare gli 'onori di casa' ci sara' Chretien. Saranno due giornate intensissime di lavoro. Il vertice si aprira', come tradizione, con la sessione del G7 senza la Federazione Russa (prima Berlusconi avra' alcuni incontri bilaterali). LOTTA A POVERTA' - In primo piano ci saranno le iniziative in favore dei paesi poveri. A cominciare dalla riduzione del debito (il progetto 'Hipc' lanciato a Colonia nel 1999: sono 26 gli Stati beneficiari del programma e hanno visto diminuire, in totale, il proprio debito di circa il 60%, pari a 40 mila miliardi di dollari) e dall'incremento degli aiuti allo sviluppo. Questioni che vedono l'Italia impegnata in prima linea. Fino ad ora il governo ha cancellato il debito per una cifra pari a 1,2 miliardi di dollari: l'obiettivo e' arrivare a quasi 4 miliardi di dollari nei prossimi anni. I Sette parleranno anche della crisi economica argentina. Berlusconi proporra' ai Grandi anche la legge sulla De-tax che permettera' a ogni cittadino di devolvere l'1% del prezzo di vendita di beni e servizi agli aiuti per i paesi poveri. Sara' sottoposto all'attenzione degli Otto anche il rapporto preparato dalla 'Task Force sull'istruzione' istituita a Genova, con le strategie per consentire a tutti i bambini di avere un'istruzione minima entro il 2015. Per la stessa data il vertice Fao aveva fissato l'obiettivo di dimezzare il numero delle persone che soffrono la fame nel mondo. A CENA IL M.O. - La giornata si concludera' con una cena: i G8 ne approfitteranno per affrontare i principali temi di attualita' politica internazionale. A cominciare dalla crisi in Medio Oriente (in primo piano ci sara' la necessita' di riavviare il dialogo tra le parti per poter convocare il piu' presto possibile una Conferenza di pace come ribadito anche dai Quindici a Siviglia), dalla situazione in Afghanistan fino alle ultime tensioni tra India e Pakistan sulla questione del Kashmir. Berlusconi rilancera' il Piano Marshall per lo sviluppo economico della Palestina. AFRICA - Tra le priorita' indicate nell'agenda messa a punto dalla presidenza canadese c'e' anche il 'caso Africa'. Si punta a lanciare una vera e propria partnership tra paesi ricchi e poveri con un Piano d'azione per il continente nero, articolato in piu' settori, dal commercio internazionale agli investimenti privati, dalla sanita' all'istruzione attraverso l'uso delle nuove tecnologie. Al G8 parteciperanno i leader dei paesi africani per affrontare i temi della poverta'. Sara' presente il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan. Sono invitati ben cinque capi di Stato: il senegalese Abdulaye Wade, il nigeriano Olusegun Obasanjo, il sudafricano Thabo Mbeki, l'algerino Abdelaziz Bouteflika e l'egiziano Hosni Moubarak. Sara' l'occasione per tracciare un bilancio del primo anno di vita del Fondo Globale contro Aids, tubercolosi e malaria aperto al contributo di altri governi e di donatori privati (ora il Fondo ammonta a circa 2 miliardi di dollari). Il vertice chiudera' i battenti nel pomeriggio di giovedi' con la foto di famiglia e la conferenza stampa della presidenza canadese.

ITALIA

Monte Bianco, presidio ambientalisti controlla primo camion

All'una e trenta è giunto a Courmayeur il primo tir dopo la riapertura totale al traffico nel tunnel del Monte Bianco. Gli ambientalisti, riuniti in un presidio nel piazzale delle Funivie della Val Veny, hanno fermato il veicolo, lo hanno controllato e, una volta accertato che il suo peso era inferiore alle 19 tonnellate, lo hanno lasciato passare. Il mezzo pesante proveniva da Lecce e trasportava mobilia. Gli ambientalisti hanno annunciato che manterranno il presidio tutta la notte. Un tir italiano diretto in Francia ha forzato alle 3,30 il presidio istituito per bloccare il passaggio degli autoarticolati. I quattro manifestanti - un maestro di sci, un operatore turistico e due commercianti - si sono parati davanti all' automezzo quando è giunto al piazzale antistante l'accesso al traforo. Per evitare che la situazione degenerasse è intervenuta la polizia che non ha però identificato gli "antitir". "Il camion - ha precisato Alex Glarey dell'associazione difesa del Monte Bianco- non si è fermato al portale termografico e questo dimostra che il regolamento non è stato rispettato né verrà rispettato".

Nella notte sono transitati, senza incidenti, altri tre autoarticolati diretti in Francia, nessun automezzo superiore alle 19 tonnellate a quattro assi è invece in entrato nel nostro paese in quanto i manifestanti nella valle di Chamonix hanno istituto blocchi invalicabili.

aggiornamento 11.00

MONDO

SPAGNA

Il senato spagnolo voterà oggi la legge Organica dei Partiti politici, che probabuilmente sarà approvata senza nessuna modifica. Alla legge sonoi stati pèresentati 83 emendamenti, ma il governo vuole che essa entri in vigore dai primi di luglio. Solo 13 senatori hanno annunciato la loro opposizione. In concreto, voteranno ciontro i 13 senatori del PNV, i Due di Isquirda unida, quello del BNG, la senatrice della EA e due senatori aderenti all'intesa catalana per il progresso. La legge, sostanzialmente, mira all'illegalizzazione di Batasuna, attraverso l'applicazione dell'articolo 3, che mette al bando i partiti sospetti di aver rapporti con gruppi terroristici

CANADA, G8

Comincia domani il G8 del 2002, prosecuzione naturale del G8 del luglio scorso, costato la vita a Carlo Giuliani, ucciso dal carabiniere Mariuo Placanica. Questa volta, i cosidetti grandi del paese hanno deciso di riunirsi in un luogo isolato, e difficilmente raggiungibile, per evitare le naturali contestazioni che avrebbero avuto luogo. In particolar modo, gli avvenimenti dell'11 settembre fanno sì che ogni contestazione possa venire inquadrata come "terrorismo", secondo le definizioni che si sono date i diversi paesi a pasrtire da quella data. Lo stesso Canada ha elaborato numerose leggi di sicurezza, tra cui la più nota è la C36, che limitano la possibilità di manifestare, ledendo i diritti di tutti i cittadini. Nonostante ciò, numerosissimi gruppi e associazioni si sono mobilitati, e già da diversi giorni stanno dando luogo a manifestazioni, convegni e incontri di discussione. Il manifesto di convocazione all'anti G8 prevede la partecipazione di tutti coloro che intendono protestare, ognuno con i propri metodi e sistemi, restando però fermi nell'ottica di solidarietà reciproca in caso di difficoltà. Oggi, intanto, degli autobus sono previsti per l'azione "Prendiamo la Capitale", autobus che lasceranno Montreal in direzione di Ottawa, dove si svolgeranno la maggior parte delle contromanifestazioni.

PALESTINA

Sono quattro i palestinesi rimasti uccisi questa mattina, nel corso dell'incursione dell'esercito israeliano contro il quartier generale della sicurezza dell'Autorità Palestinese a Hebron, in Cisgiordania. Lo riferisce il sito del quotidiano israeliano Ha'aretz, precisando che tra le vittime c'è un noto funzionario dell'intelligence palestinese. I quattro uomini sono stati uccisi nel corso di uno scontro a fuoco con i militari israeliani. Fonti palestinesi avevano in precedenza fatto sapere che il capo della sicurezza palestinese, Nizam Jaabri, si è consegnato ai soldati israeliani insieme ad altri venti palestinesi. "Arafat è leader della pace dei coraggiosi". Lapidario il commento del ministro palestinese per il governo locale, Saeb Erekat, sulle dichiarazioni del presidente Usa George W. Bush. Erekat innalza un vero e proprio scudo per proteggere il Rais, scudo che il portavoce del parlamento palestinese, Ahmad Qurei (Abu Ala), rafforza criticando a tutto tondo il discorso del capo della Casa Bianca, anche per la parte riguardante il riconoscimento di uno stato palestinese. "Dov'è la conferenza di pace internazionale? Perché Bush l'ha ignorata nel suo piano? - ha detto Abu Ala al quotidiano palestinese Al-Quds - pensavo avrebbe presentato un vero piano di pace. Vogliamo un piano che metta fine all'occupazione e stabilisca il nostro stato".

Palestina

Un sito vicino alla causa palestinese dà i numeri: più della metà delle 1900 parole pronunciate in 17 minuti, ieri sera, dal presidente americano sono contro l'Anp. E Haaretz nel suo editoriale di oggi è chiarissimo: Yasser Arafat, che sembrava il leader immortale dei Palestinesi, è stato politicamente assassinato ieri dal presidente George W. Bush. Ma il commento più vistoso e, forse, più sincero al discorso di George W. Bush è arrivato dal ministro israeliano delle Telecomunicazioni, Réuven Rivlin: "Avrebbe potuto scriverlo un dirigente del Likud (il partito del premier Ariel Sharon e dello stesso Rivlin, ndr). Io stesso avrei potuto leggerlo alla Knesset".

Un nuovo membro del Likud Sulla stessa intonazione l'editoriale del quotidiano Yédiot Aharonot, intitolato significativamente "Un nuovo membro del Likud". La radio pubblica israeliana e Haaretz sottolineano oggi che il discorso di Bush è di fatto una "vittoria diplomatica di Ariel Sharon" che, evidentemente, nelle sue sei visite a Washington è riuscito a convincere Bush della necessità dell'estromissione di Arafat dai giochi diplomatici nella Regione. Il quotidiano Maariv, a questo proposito, parla significativamente di "cartellino rosso per i Palestinesi" e di "allegria nell'ufficio di Sharon" dopo il discorso di Bush. Lo stesso Maariv cita un ministro israeliano "di alto rango" che ha chiesto l'anonimato dichiarando che bisognerebbe "dare la medaglia d'oro del sionismo a Bush".

Le reazioni ufficiali del gabinetto Sharon, come da copione, sono state più contenute, ma la soddisfazione è palpabile. La radio militare ha giudicato "molto prudente" il comunicato del governo, sottolineando come Sharon abbia cercato di evitare acenti trionfalistici "per non imbarazzare gli USA di fronte ai Paesi arabi".

Nel testo diramato dal suo ufficio dopo il discorso di Bush, Sharon ha ribadito la sua posizione, mai come ora in linea con quella della Casa Bianca: "Non è che dopo la fine totale del terrorismo, della violenza e degli incitamenti alla violenza, e quando l'Anp procederà a vere riforme inclusa una nuova guida, in modo da creare una diversa Autorità, che sarà possibile discutere in modo da progredire sulla via politica".

Sullo scenario internazionale, a sostegno della traballante posizione di Arafat è sceso in campo il presidente russo Vladimir Putin, che ha giudicato "pericoloso e sbagliato" eliminare Yasser Arafat dalla scena politica sarebbe . Una scelta di questo tipo, ha aggiunto Putin, "porterebbe solo alla radicalizzazione del movimento palestinese".

"Tutti i problemi del Medio Oriente - ha sottolineato il capo del Cremlino - devono essere risolte sulla base delle numerose risoluzioni dell'Onu". Putin ha denunciato "ogni manifestazione di terrorismo" e ha esortato la dirigenza palestinese "a fare tutto il possibile per arrivare a una cessazione incondizionata delle attivita' terroriste nella regione".

ITALIA

Sono diverse centinaia gli ambientalisti e i dimostranti che si sono ritrovati questa mattina davanti alla stazione di Chamonix per la manifestazione di protesta contro la riapertura totale del traforo del Monte Bianco al traffico pesante. La manifestazione, organizzata dall'Associazione per il rispetto del Monte Bianco, ha quindi preso le mosse intorno alle 9 dalla stazione e i manifestanti si sono diretti verso la rampa di accesso al Tunnel. Qui hanno bloccato completamente il traffico nel tunnel, posizionando delle balle di fieno in mezzo alla strada. Solo la corsia di sicurezza e' rimasta sgombra per consentire il passaggio dei mezzi di soccorso. Numerosi manifestanti indossavano una tuta bianca con stampato sulla schiena il cartello stradale che indica il divieto di circolazione ai mezzi pesanti. Gli attivisti hanno anche messo uno striscione verde con la scritta Boicotta Benetton padrone del tunnel. Numerose anche le oragnizzazioni ecologiste che si sono unite alla manifestazione fra le quali Greenpeace che nel corso della gironata potrebbe dar vita ad un'azione spettacolare come ha dichiarato Bruno Rebel, un suo rappresentante. Ingente, circa 300 uomini, lo spiegamento delle forze dell'ordine a Chamonix.

AGGIORNAMENTO 12.30

ITALIA

Perfettamente riuscita la protesta degli ambientalisti contro la riapertura del Monte Bianco al traffico pesante. Se dal lato italiano i manifestanti sono pochi, dal lato francese circa 1000 persone stanno manifestando da questa mattina, riuscendo a bloccare completamente il traffico. La polizia francese ha infatti invitato tutti gli automobilisti, e non solo i mezzi pesanti, a prendere strade alternative, non potendo garantire l'accesso al tunnel. La manifestazione è stata indetta dall'associazione Per il rispetto del Monte Bianco, a cui hanno aderito altre associazioni ambientaliste.

MONDO

Palestina L'Ue appoggia la riforma dell'Anp ed è pronta ad aiutare i palestinesi a organizzare libere ed eque elezioni che diano loro l'opportunità di scegliere i propri leaders: è la prima reazione dell'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Ue, Javier Solana, al discorso di ieri di George Bush. Solana non menziona Yasser Arafat, e definisce "più che mai necessaria" una Conferenza Internazionale sul Medio Oriente.

Australia Ennesimo sciopero della fame nel centro di detenzione per richiedenti asilo di Woomera (Australia meridionale). Disperati perché le loro richieste sono state respinte dal governo di Canberra, da ieri i profughi, in maggioranza iraniani e afgani, hanno cessato di alimentarsi e almeno 25 di essi sarebbero ricorsi ad una eclatante forma di protesta già utilizzata in passato in questo stesso campo: si sarebbero cioè cuciti le labbra. Secondo il dipartimento Immigrazione gli aderenti allo sciopero della fame sono circa 70, ma fonti giornalistiche parlano di 190. Woomera è stata più volte teatro di rivendicazioni, risse e disordini messi in atto dai richiedenti asilo, esasperati dalle pesanti condizioni di vita e dalle lungaggini burocratiche. Situati in luoghi sperduti e privi di ogni comfort, i centri di detenzione sono più volte finiti nel mirino di organizzazioni per i diritti umani, che accusano le autorità australiane di trattare i profughi alla stregua di criminali. Studi recenti hanno dimostrato che i tentativi di suicidio o autolesionismo sono endemici tra i detenuti.

Cina PECHINO (CNN) -- Le alluvioni che hanno colpito questo mese alcune regioni della Cina hanno fatto almeno 750 morti. Lo ha annunciato il governo cinese, precisando che 453 sono già stati confermati, ma il bilancio potrebbe ancora crescere.

Le alluvioni hanno interessato otto province. Particolarmente danneggiata quella dello Shanxi, nel nordest del Paese. Le previsioni del tempo indicano che la pioggia non cesserà e le vittime potrebbero pertanto aumentare.

L'esercito sta organizzando i soccorsi costruendo barriere antiflutti, evacuando la popolazione e distribuendo cibo e medicinali.

Un così alto numero di morti all'inizio della stagione delle piogge - che dura fino a settembre - fa temere che quest'anno possano morire più persone delle quattromila che morirono nell'anno "nero" del 1998.

aggiornamento ore 17.00

Palestina

I punti essenziali del piano di George W. Bush per il Medio Oriente, divisi in tre 'capitoli': palestinesi, Israele e Stati arabi. CHE COSA DEVONO FARE I PALESTINESI: Eleggere "una nuova e diversa leadership", adottare una nuova costituzione con un parlamento dotato di pieni poteri, con amministrazioni gestite a livello locale e potere giudiziario indipendente. Gli Stati Uniti e la Comunità Internazionale aiuteranno ad organizzare e 'monitorare' elezioni locali multipartitiche entro la fine dell'anno e poi dovranno seguire elezioni generali. Adottare riforme finanziarie, che garantiscano anche "gestione onesta delle società e delle imprese". Gli Usa aumenterebbero di conseguenza gli aiuti umanitari. Avviare una profonda riorganizzazione delle forze di sicurezza, con verifiche indipendenti, in modo da dare loro il potere di smantellare le organizzazioni terroristiche. Dopo la realizzazione di queste riforme di base, gli Usa appoggeranno attivamente la creazione di uno Stato palestinese i cui confini definitivi, la capitale ed altri aspetti della sovranità andranno negoziati tra Israele e la Palestina. Una soluzione definitiva deve essere raggiunta entro tre anni. CHE COSA DEVE FARE ISRAELE: Riritarsi dalla Cisgiordania alle posizioni tenute due anni fa e interrompere la costruzione di case per coloni in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. In vista della soluzione definitiva, Israele dovrebbe ritirarsi entro i confini precedenti alla guerra del 1967. Ridare ai palestinesi libertà di movimento nei Territori a mano a mano che recede l'attività terroristica. Sbloccare i fondi per i palestinesi, da affidare a "mani oneste". Nell'ambito di futuri negoziati, prendere in esame la questione dello status di Gerusalemme e il diritto dei profughi palestinesi al rientro (ma senza alcuna indicazione di tempi e modalità). CHE COSA DEVONO FARE GLI STATI ARABI: Allacciare legami più stretti con Israele sia a livello diplomatico che commerciale, puntando alla "completa normalizzazione delle relazioni tra lo Stato ebraico e il mondo arabo". Interrrompere il flusso di finanziamenti, di forniture di armi ai gruppi terroristici come Hamas, la Jihad Islamica, Hezbollah. Bloccare le forniture in provenienza dall'Iran. La Siria deve chiudere i campi di addestramento per gruppi militanti ed espellere le organizzazioni terroristiche

Un sito vicino alla causa palestinese dà i numeri: più della metà delle 1900 parole pronunciate in 17 minuti, ieri sera, dal presidente americano sono contro l'Anp. E Haaretz nel suo editoriale di oggi è chiarissimo: Yasser Arafat, che sembrava il leader immortale dei Palestinesi, è stato politicamente assassinato ieri dal presidente George W. Bush. Ma il commento più vistoso e, forse, più sincero al discorso di George W. Bush è arrivato dal ministro israeliano delle Telecomunicazioni, Réuven Rivlin: "Avrebbe potuto scriverlo un dirigente del Likud (il partito del premier Ariel Sharon e dello stesso Rivlin, ndr). Io stesso avrei potuto leggerlo alla Knesset".

Le reazioni ufficiali del gabinetto Sharon, come da copione, sono state più contenute, ma la soddisfazione è palpabile. La radio militare ha giudicato "molto prudente" il comunicato del governo, sottolineando come Sharon abbia cercato di evitare acenti trionfalistici "per non imbarazzare gli USA di fronte ai Paesi arabi".

Nel testo diramato dal suo ufficio dopo il discorso di Bush, Sharon ha ribadito la sua posizione, mai come ora in linea con quella della Casa Bianca: "Non è che dopo la fine totale del terrorismo, della violenza e degli incitamenti alla violenza, e quando l'Anp procederà a vere riforme inclusa una nuova guida, in modo da creare una diversa Autorità, che sarà possibile discutere in modo da progredire sulla via politica".

Sullo scenario internazionale, a sostegno della traballante posizione di Arafat è sceso in campo il presidente russo Vladimir Putin, che ha giudicato "pericoloso e sbagliato" eliminare Yasser Arafat dalla scena politica sarebbe . Una scelta di questo tipo, ha aggiunto Putin, "porterebbe solo alla radicalizzazione del movimento palestinese".

"Tutti i problemi del Medio Oriente - ha sottolineato il capo del Cremlino - devono essere risolte sulla base delle numerose risoluzioni dell'Onu". Putin ha denunciato "ogni manifestazione di terrorismo" e ha esortato la dirigenza palestinese "a fare tutto il possibile per arrivare a una cessazione incondizionata delle attivita' terroriste nella regione".

Intanto quattro poliziotti palestinesi sono stati uccisi oggi in scontri a fuoco con soldati israeliani a Hebron in Cisgiordania, dove nella nottata sono penetrate forze corazzate dello Stato ebraico. Lo hanno detto fonti della sicurezza palestinese che riferiscono di 150 palestinesi arrestati. Hebron e' la settima citta' della Cisgiordania a essere occupata dall'esercito israeliano nell'ultima settimana. (ANSA).

BELGIO

Dopo undici mesi di schermaglie legali, i sopravissuti dei massacri commessi nel 1982 nei campi profughi libanesi di Sabra e Chatila sapranno domani se i tribunali belgi accetteranno o meno la loro richiesta di incriminare il premier israeliano Ariel Sharon per crimini di guerra. Sharon, all'epoca dei fatti, era Ministro della Difesa di Israele, le cui truppe erano incaricate di garantire la sicurezza dei campi: ma le milizie cristiano maronite entrarono lo stesso a Sabra e Chatila massacrando oltre 800 persone. Una commissione d'inchiesta israeliana stabilì che Sharon doveva essere ritenuto "indirettamente responsabile dell'accaduto" e ne chiese le dimissioni dall'incarico. La domanda di incriminazione è approdata davanti a un tribunale belga perché Bruxelles è il solo Paese le cui leggi consentano di giudicare i crimini di guerra commessi all'estero. Tuttavia esiste il precedente, stabIlito dalla Corte Internazionale dell'Aia, secondo il quale coloro che al momento dell'incriminazione esercitano cariche pubbliche devono intendersi protetti da immunità diplomatica, precedente che vale tanto per Sharon quanto per numerosi altri leader mondiali citati in giudizio, fra cui lo stesso Yasser Arafat. Una sentenza favorevole farebbe ripartire le indagini sull'accaduto, indagini fermate lo scorso febbraio in seguito ad un ricorso degli avvocati del premier israeliano, secondo i quali non esisteva alcuna base legale per processare il loro assistito..

FRANCIA

Non e' omicidio se si provoca la morte di un nascituro. Cosi' ha sentenziato oggi in via definitiva la Corte di Cassazione francese che ha, pertanto, annullato una condanna inflitta ad un ginecologo e ad una levatrice per la perdita di un bambino che ancora stava in pancia alla mamma. Invano l'avvocatura dello Stato ha difeso il principio secondo cui non e' necessario che un bambino respiri perche' sia protetto dal diritto penale. I giudici supremi sono stati dell'avviso opposto: sotto il profilo penale, il feto non esiste. Non si puo' quindi incriminare nessuno di omicidio involontario nel caso di un bambino che non sia nato vivo. E' la nascita -questo il punto di vista avallato alla luce della giurisprudenza esistente- che da' lo status di essere umano all'essere vivente che una donna porta in grembo. I giudici della Corte di Cassazione puntualizzano che soltanto il Parlamento puo' modificare con nuove leggi questa visione delle cose. (cosa che sta accadendo in Italia con l'approvazione della legge 47 sulle TPMA) La controversa sentenza di oggi ha preso spunto dal caso di un ginecologo e di una levatrice di Chesnay, una citta' vicino a Parigi, che sono stati condannati in appello dal tribunale di Versailles perche' nel 1991 il loro comportamento negligente avrebbe provocato la morte di un feto sul punto di nascere.

CANADA, G8

Comincia domani il G8 del 2002, prosecuzione naturale del G8 del luglio scorso, costato la vita a Carlo Giuliani, ucciso dal carabiniere Mariuo Placanica. Questa volta, i cosidetti grandi del paese hanno deciso di riunirsi in un luogo isolato, e difficilmente raggiungibile, per evitare le naturali contestazioni che avrebbero avuto luogo. In particolar modo, gli avvenimenti dell'11 settembre fanno sì che ogni contestazione possa venire inquadrata come "terrorismo", secondo le definizioni che si sono date i diversi paesi a pasrtire da quella data. Lo stesso Canada ha elaborato numerose leggi di sicurezza, tra cui la più nota è la C36, che limitano la possibilità di manifestare, ledendo i diritti di tutti i cittadini. Nonostante ciò, numerosissimi gruppi e associazioni si sono mobilitati, e già da diversi giorni stanno dando luogo a manifestazioni, convegni e incontri di discussione. Il manifesto di convocazione all'anti G8 prevede la partecipazione di tutti coloro che intendono protestare, ognuno con i propri metodi e sistemi, restando però fermi nell'ottica di solidarietà reciproca in caso di difficoltà. Oggi, intanto, degli autobus sono previsti per l'azione "Prendiamo la Capitale", autobus che lasceranno Montreal in direzione di Ottawa, dove si svolgeranno la maggior parte delle contromanifestazioni.

Australia

ITALIA

Sono diverse centinaia gli ambientalisti e i dimostranti che si sono ritrovati questa mattina davanti alla stazione di Chamonix per la manifestazione di protesta contro la riapertura totale del traforo del Monte Bianco al traffico pesante. La manifestazione, organizzata dall'Associazione per il rispetto del Monte Bianco, ha quindi preso le mosse intorno alle 9 dalla stazione e i manifestanti si sono diretti verso la rampa di accesso al Tunnel. Qui hanno bloccato completamente il traffico nel tunnel, posizionando delle balle di fieno in mezzo alla strada. Solo la corsia di sicurezza e' rimasta sgombra per consentire il passaggio dei mezzi di soccorso. Numerosi manifestanti indossavano una tuta bianca con stampato sulla schiena il cartello stradale che indica il divieto di circolazione ai mezzi pesanti. Gli attivisti hanno anche messo uno striscione verde con la scritta Boicotta Benetton padrone del tunnel. Numerose anche le oragnizzazioni ecologiste che si sono unite alla manifestazione fra le quali Greenpeace che nel corso della gironata potrebbe dar vita ad un'azione spettacolare come ha dichiarato Bruno Rebel, un suo rappresentante. Ingente, circa 300 uomini, lo spiegamento delle forze dell'ordine a Chamonix.

aggiornamento ore 19.30

MONDO

Le Ong di più di 30 Paesi hanno scritto alla Banca mondiale e alle principali agenzie di credito all'esportazione per manifestare la loro opposizione all'iniziativa della BP, la terza compagnia petrolifera al mondo, che si propone di usare "denaro pubblico libero" per costruire un controverso oleodotto dal Caspio al Mediterraneo. Partecipano al progetto altre compagnie petrolifere internazionali, fra cui l'italiana Eni. Le Ong chiedono che non vengano forniti fondi pubblici al consorzio che sta cercando di costruire l'oleodotto, fino a quando non saranno rispettate determinate condizioni in merito all'impatto del progetto sui diritti umani, sullo sviluppo e sull'ambiente. L'oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyahn attraverserà Azerbaijan, Georgia e Turchia. Il 70% dei 3,3 miliardi di dollari richiesti per il completamento del progetto - come rende noto la Campagna per la Riforma della Banca Mondiale in un comunicato - deriveranno da denaro dei contribuenti, principalmente europei, giapponesi e statunitensi, attraverso istituzioni (Banca Mondiale e agenzie di credito all'esportazione) che effettueranno i prestiti al consorzio. "I benefici per lo sviluppo a lungo termine, derivanti dai progetti di sfruttamento delle risorse petrolifere e di gas della regione, sono quanto meno discutibili" ha dichiarato Antonio Tricarico dell'Ong italiana Campagna per la Riforma della Banca mondiale. "L'utilizzo di denaro pubblico libero, che sarebbe meglio definire a fondo perduto, non può essere giustificabile a meno che il progetto non riesca a dimostrare chiaramente che ci saranno degli impatti positivi per lo sviluppo locale e regionale nei prossimi trent'anni, ovvero la durata della vita dell'oleodotto secondo il consorzio costruttore" come ha aggiunto. "Alcune persone perderanno tutti i loro mezzi di sostentamento a causa del progetto, ed è molto probabile che le promesse delle compagnie di portare posti di lavoro e sviluppo locale non saranno mantenute" gli ha fatto eco Petr Hlobil, di Cee Bankwatch.

AUSTRALIA

Ennesimo sciopero della fame nel centro di detenzione per richiedenti asilo di Woomera (Australia meridionale). Disperati perché le loro richieste sono state respinte dal governo di Canberra, da ieri i profughi, in maggioranza iraniani e afgani, hanno cessato di alimentarsi e almeno 25 di essi sarebbero ricorsi ad una eclatante forma di protesta già utilizzata in passato in questo stesso campo: si sarebbero cioè cuciti le labbra. Secondo il dipartimento Immigrazione gli aderenti allo sciopero della fame sono circa 70, ma fonti giornalistiche parlano di 190. Woomera è stata più volte teatro di rivendicazioni, risse e disordini messi in atto dai richiedenti asilo, esasperati dalle pesanti condizioni di vita e dalle lungaggini burocratiche. Situati in luoghi sperduti e privi di ogni comfort, i centri di detenzione sono più volte finiti nel mirino di organizzazioni per i diritti umani, che accusano le autorità australiane di trattare i profughi alla stregua di criminali. Studi recenti hanno dimostrato che i tentativi di suicidio o autolesionismo sono endemici tra i detenuti.

Canada, G8

Guerra al terrorismo internazionale, crescita economica globale e sviluppo sostenibile, lotta alla poverta' e piano d'azione per l'Africa. Sono questi i temi prioritari nell'agenda politica del G8 in Canada, il primo vertice dei Grandi della Terra dopo gli attentati dell'11 settembre a New York e Washington che hanno sconvolto l'America e il mondo intero. Nella roccaforte montana di Kananaskis, a circa 100 chilometri da Calgari, si terra' domani e giovedi' un vertice superblindato ma piu' informale e breve di quelli precedenti. Senza lunghi comunicati gia' precofenzionati approvati con poche aggiunte sostanziali. L'intenzione del presdiente di turno, il premier canadese Jean Chretien, e' tornare all'atmosfera della vecchia 'chiacchierata al caminetto', inaugurata dalla Francia, a Rambouillet, 27 anni fa. I PROTAGONISTI - Sono attesi nel piccolo villaggio sulle Montagne Rocciose, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il presidente americano, George W. Bush, quello russo, Vladimir Putin, il francese Jacques Chirac, il premier britannico Tony Blair, il giapponese Junichiro Koizumi e il cancelliere tedesco Gerhard Schroeder. A fare gli 'onori di casa' ci sara' Chretien. Saranno due giornate intensissime di lavoro. Il vertice si aprira', come tradizione, con la sessione del G7 senza la Federazione Russa (prima Berlusconi avra' alcuni incontri bilaterali). LOTTA A POVERTA' - In primo piano ci saranno le iniziative in favore dei paesi poveri. A cominciare dalla riduzione del debito (il progetto 'Hipc' lanciato a Colonia nel 1999: sono 26 gli Stati beneficiari del programma e hanno visto diminuire, in totale, il proprio debito di circa il 60%, pari a 40 mila miliardi di dollari) e dall'incremento degli aiuti allo sviluppo. Questioni che vedono l'Italia impegnata in prima linea. Fino ad ora il governo ha cancellato il debito per una cifra pari a 1,2 miliardi di dollari: l'obiettivo e' arrivare a quasi 4 miliardi di dollari nei prossimi anni. I Sette parleranno anche della crisi economica argentina. Berlusconi proporra' ai Grandi anche la legge sulla De-tax che permettera' a ogni cittadino di devolvere l'1% del prezzo di vendita di beni e servizi agli aiuti per i paesi poveri. Sara' sottoposto all'attenzione degli Otto anche il rapporto preparato dalla 'Task Force sull'istruzione' istituita a Genova, con le strategie per consentire a tutti i bambini di avere un'istruzione minima entro il 2015. Per la stessa data il vertice Fao aveva fissato l'obiettivo di dimezzare il numero delle persone che soffrono la fame nel mondo. A CENA IL M.O. - La giornata si concludera' con una cena: i G8 ne approfitteranno per affrontare i principali temi di attualita' politica internazionale. A cominciare dalla crisi in Medio Oriente (in primo piano ci sara' la necessita' di riavviare il dialogo tra le parti per poter convocare il piu' presto possibile una Conferenza di pace come ribadito anche dai Quindici a Siviglia), dalla situazione in Afghanistan fino alle ultime tensioni tra India e Pakistan sulla questione del Kashmir. Berlusconi rilancera' il Piano Marshall per lo sviluppo economico della Palestina. AFRICA - Tra le priorita' indicate nell'agenda messa a punto dalla presidenza canadese c'e' anche il 'caso Africa'. Si punta a lanciare una vera e propria partnership tra paesi ricchi e poveri con un Piano d'azione per il continente nero, articolato in piu' settori, dal commercio internazionale agli investimenti privati, dalla sanita' all'istruzione attraverso l'uso delle nuove tecnologie. Al G8 parteciperanno i leader dei paesi africani per affrontare i temi della poverta'. Sara' presente il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan. Sono invitati ben cinque capi di Stato: il senegalese Abdulaye Wade, il nigeriano Olusegun Obasanjo, il sudafricano Thabo Mbeki, l'algerino Abdelaziz Bouteflika e l'egiziano Hosni Moubarak. Sara' l'occasione per tracciare un bilancio del primo anno di vita del Fondo Globale contro Aids, tubercolosi e malaria aperto al contributo di altri governi e di donatori privati (ora il Fondo ammonta a circa 2 miliardi di dollari). Il vertice chiudera' i battenti nel pomeriggio di giovedi' con la foto di famiglia e la conferenza stampa della presidenza canadese.

MALI

Un contro-vertice che dara' voce ai poveri dell'Africa si e' aperto questa sera a Siby, un villaggio del Mali a una cinquantina di chilometri dalla capitale Bamako, alla viglia del G8 di Kananaskis, in Canada. Circa 200 delegati giunti da Mali, Senegal, Guinea e Burkina Faso, oltre che gruppi 'no global' di tutto il continente, partecipano all'incontro organizzato dalla sezione del Mali di 'Jubilee 2000', il movimento internazionale che si batte per la cancellazione del debito esteri dei paesi piu' poveri. Il contro-vertice e' stato dichiarato aperto dal capo del villaggio. Non era mai successo - ha detto emozionato - che uno come me potesse parlare per primo ad una manifestazione organizzata da gente cosi' istruita. Siby e' un villaggio di capanne dove la poverta' e' endemica e dove lo sviluppo e' fermo a livelli di un secolo fa. Al loro arrivo, i delegati sono stati accolti con grande amicizia dagli abitanti sbigottiti da tanto onore. L'incontro durera' fino al 28 giugno. Lo sviluppo agricolo e' uno dei temi principali in agenda. I contadini del Mali racconteranno quanto sia duro coltivare la terra a quelle latitudini e i 'no global' torneranno ad attaccare le restrizioni sull'export agricolo dei paesi sottosviluppati imposte anche grazie al 'Wto', l'organizzazione mondiale del commercio. Anche il debito estero sara' uno degli argomenti principali della 'tre giorni'. Sekou Diarra, uno dei responsabili di 'Jubilee 2000', ha detto che il contro-vertice di Siby rappresenta una svolta storica nel quadro della lotta contro la globalizzazione. La cancellazione del debito e la sicurezza alimentare sono problemi chiave e devono diventare una priorita' anche per il mondo libero, ha detto un delegato venuto dal Sudan. Il 70 per cento degli abitanti del sud del mondo fa la fame e questo non puo' essere ignorato - ha aggiunto - uno dei temi del vertice del G8 sara' appunto l'Africa, vedremo cosa sapranno fare i paesi ricchi, non siamo gran che fiduciosi ma vedremo che cosa verra' fuori da Kakanaskis'

ARGENTINA

Continuano le delicate trattative tra il governo argentino e il Fondo monetario internazionale (Fmi). Il ministro dell'economia, Roberto Lavagna, partirà oggi per Washington (Stati Uniti) dove proseguirà le negoziazioni con i dirigenti dell'organismo finanziario internazionale. Si tratta dei colloqui, iniziati due settimane fa con la visita di una delegazione del Fmi a Buenos Aires, relativi alla possibilità per il Paese sudamericano di ricevere un nuovo pacchetto di aiuti finanziari. Indiscrezioni nei giorni scorsi avevano paventato la possibilità che Lavagna si recasse nella capitale a stelle e strisce per firmare il tanto atteso accordo definitivo, che permetterebbe di sbloccare i fondi congelati dal Fmi lo scorso dicembre. Un'eventualità smentita dal capo di gabinetto dell’esecutivo argentino, Alfredo Atanasof, il quale ha dichiarato che "al momento non siamo ancora alla fase finale delle trattative, anche se ci stiamo avvicinando a quel momento". Atanasof ha anche chiesto alla direzione del Fmi di aiutare l'Argentina con "efficacia e prontezza", in modo da evitare che la crisi si propaghi nel resto della regione. "Abbiamo bisogno di aiuto e ne abbiamo bisogno subito", ha enfatizzato il capo di gabinetto. (MZ)

COLOMBIA

I funzionari pubblici di San Vicente del Caguán, ‘capoluogo’ dell’ex zona di distensione smilitarizzata nel 1998 per ospitare i colloqui tra governo e guerriglia, hanno annunciato in blocco le proprie dimissioni. Lo hanno fatto in una lettera inviata al sindaco di San Vicente, Nestor León Ramírez dopo le minacce di morte ricevute dalla colonna ‘Teofilo Forero’ delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia). Oltre alla rinuncia dei funzionari la situazione che vive in questi giorni il centro urbano è assai critica. La mancanza di acqua pregiudica seriamente il sistema sanitario e la paralisi del mattatoio municipale impedisce il normale approvvigionamento di carne. Si sono moltiplicate nelle ultime settimane le intimidazioni contro gli esponenti delle amministrazioni locali da parte del primo gruppo guerrigliero del Paese. La crisi riguarda centinaia di località di 15 dipartimenti del Paese sudamericano. Le Farc non hanno risparmiato neanche il sindaco della capitale Bogotá, Antanas Mockus, il quale non intende cedere alle pressioni. A complicare ulteriormente la posizione di chi ricopre incarichi all’interno delle municipalità e delle assemblee locali si aggiungono anche le minacce delle Autodifese unite della Colombia (Auc). Anche i paramilitare infatti adottano la stessa strategia, lanciando pesanti avvertimenti contro chi si piegherà alle richieste di dimissioni dei guerriglieri. Si suppone che le Farc stiano agendo in rappresaglia contro la recente elezione del liberale dissidente Alvaro Uribe Vélez alla presidenza.

FRANCIA

(già modificata) La Corte di Cassazione francese ha sancito oggi che il bambino che deve ancora nascere non può essere vittima di un omicidio. Il feto non gode, dunque, degli stessi diritti legali della persona. Così la più alta istanza giuridica francese, applicando la esistente legge in materia, ha respinto il tentativo di una madre di portare in aula un medico per la morte del suo bambino non ancora nato. La Corte di Cassazione si è espressa in favore di Patrick Boccara, un ginecologo che era stato condannato per omicidio colposo nel 2000 per la morte di un feto avvenuta più di un decennio prima. I principi del diritto penale "non permettono che si applichi una condanna per omicidio involontario nel caso di un bambino nato non vivo," ha dichiarato la corte. Questa sentenza conferma che penalmente il feto non esiste e che, sempre per il diritto penale, nessuno può essere considerato responsabile della sua morte. I giudici della Corte di Cassazione puntualizzano che soltanto il Parlamento puo' modificare con nuove leggi questa visione delle cose, come sta accadendo in Italia con l'approvazione della legge 47 sulle TPMA)

ITALIA

La Camera ha iniziato l'esame della legge di ratifica dell'Accordo sull'industria europea della difesa; la maggioranza ha respinto la richiesta di stralciare dal testo le norme che modificano la legge 185 sul commercio delle armi. La richiesta di stralcio recepiva le istanze di numerose associazioni che hanno chiesto, in queste settimane, di non svuotare la legge 185, che impone una serie di vincoli nell'esportazione di armi da parte dell'industria italiana. Sono 62 mila le firme raccolte per dire no alle modifiche delle 185, secondo le associazioni la modifica delle regole renderebbero tutto meno trasparente. Nel disegno di legge in discussione alla Camera, le associazioni ed i movimenti chiedono di modificare tre cose. La prima e' l'obbligo di dichiarare nella relazioni annuale al Parlamento i valori delle produzioni fatte dalle joint venture. La seconda riguarda l'indicazione della banche che operano come intermediari finanziari nelle operazioni di import-export. Ma la piu' E' il certificato finale d'uso delle armi. Gli italiani devono poter sapere che fine fanno le armi prodotte nel nostro Paese. La priorita' deve essere la trasparenza sull'uso e la destinazione, non l'agevolazione del commercio.

Conclusi gli incontri con i cittadini e i giornalisti, i manifestanti che hanno protestato oggi contro il ritorno dei tir al traforo del Monte Bianco hanno lasciato il piazzale dell'imbocco dal versante italiano. La manifestazione è stata organizzata dall'associazione per il rispetto del Monte Bianco e ha visto la partecipazione di numerosi manifestanti, molti dei quali indossavano una tuta bianca con stampato sulla schiena il cartello stradale che indica il divieto di circolazione ai mezzi pesanti. Gli attivisti hanno anche messo uno striscione verde con la scritta Boicotta Benetton padrone del tunnel. Numerose le oragnizzazioni ecologiste che si sono unite alla manifestazione. Sul versante francese la situazione e' ancora calda. Sono presenti manifestanti sul piazzale e altre 2.000 persone circa da Chamonix stanno raggiungendo il traforo. La gendarmeria sta presidiando tutta l'area all'interno della cinta della piattaforma che segna l'accesso al tunnel.

MONTE BIANCO

Erano diverse centinaia gli ambientalisti e i dimostranti che si sono ritrovati questa mattina davanti alla stazione di Chamonix per la manifestazione di protesta contro la riapertura totale del traforo del Monte Bianco al traffico pesante. La manifestazione, organizzata dall'Associazione per il rispetto del Monte Bianco, ha quindi preso le mosse intorno alle 9 dalla stazione e i manifestanti si sono diretti verso la rampa di accesso al Tunnel. Qui hanno bloccato completamente il traffico nel tunnel, posizionando delle balle di fieno in mezzo alla strada. Solo la corsia di sicurezza e' rimasta sgombra per consentire il passaggio dei mezzi di soccorso. Numerosi manifestanti indossavano una tuta bianca con stampato sulla schiena il cartello stradale che indica il divieto di circolazione ai mezzi pesanti. Gli attivisti hanno anche messo uno striscione verde con la scritta Boicotta Benetton padrone del tunnel.

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gror250602 (last edited 2008-06-26 09:58:14 by anonymous)