Inserisci una descrizione per gror270902 DA PAULA: aperto per caso e per mettere QUALCHE notizia alle 8.30. Un beso


gRor delle 19, 30

FMI

Oltre 500 arresti oggi a Washington, durante le manifestazioni organizzare in protesta alla riunione annuale del Banco Mondiale e del FMI. Le cariche e gli arresti sono cominciati già nelle prime ore della mattinata, quando gruppi di manifestanti sono stati accerchiati dalle forze dell'ordine, e caricati sui primi pullman adibiti al trasporto degli arrestati. A partire da quel momento, tutti i gruppi considerati sospetti sono stati caricati e picchiati.La polizia non sta facendo distinzioni tra manifestanti, giornalisti o passanti. Tutti quelli in gruppo vengono considerati pericolosi, e come tali arrestati. Ne ha fatto le spese anche la critical mass di washington, i cui membri sono stati per la maggior parte fermati.Le loro biciclette sono state sequestrate dalla polizia Le cariche sono tuttora in corso, e i testimoni riferiscono di spari in aria e forti botti, e già si parla di numerosi feriti. Le proteste sono state organizzate da diverse associazioni, sia locali che nazionali e internazionali. BM e FMI si incontrano per discutere di piani di sviluppo e strategia di inversione globale per il prossimo anno, all'interno di instabili condizioni politiche. I manifestanti antigliobalizzazione denunciano l'appoggio delle istituzioni finanziarie allo sviluppo dell'industria trasnazionale non regolamentata, come principale farttore dei problemi ambientali, e sostengne che il malessere sociale è una risposta diretta ai programmi di aggiustamento stutturale imposti dalle istituzioni. queste istituzioni sono in gran parte controllate dagli interessi commerciali dalle elite private I manifestanti chiedeono la eliminizione del debito estero dei paesi del terzo mondo; l'abolizione della BM, FMI, OMC; la democratizzazione della politica internazionale la sua trasparenza; la sovranità dei popoli nativi sulle proprie risorse. altro tema comune sarà la petizione sul sviluppo economico sostenibile e la rivendicazione di strutture sociali realmente democratiche che funzionino a misura di persona Tra le manifestazioni previste, spazi di dibattito anche sugli avvenimenti succedutesi all'11/settembre, il controllo e la riduzione delle libertà. Per molti dei manifestanti c'è un rapporto diretto tra le politiche economiche autoritarie portate avanti dagli USA e la scusa della guerra contro il terrorismo e la droga, che ottengono il risultato di finanziare gruppi paramilitari e di riuscire a occupeere con le sue forze militari tutto il mondo. I media Statunitensi si erano preparati a questo avvenimento dipigendo le manifestazioni previste come fonte di violenza, dimenticando di segnalare i motivi che le determinano. E' proprio in questo clima, questo sì realmente di terrore, ormai comune a tutte le grandi riunioni internazionali, che vengono legittimati gli atteggiamenti odierni della polizia. ma sulla riunione in corso, sentiamo invece una nostra corrispondenza. (audio)

PALESTINA

Prosegue a Ramallah l'assedio al leader palestinese Arafat, da una settimana confinato nel suo Quartier Generale, mentre Israele continua la campagna di eliminazione diretta dei propri nemici. Ieri l'esercito con la stella di David ha bombardato sulla popolazione civile uccidendo numerose persone, l'obbiettivo dichiarato era Mohammad Deif, il super ricercato comandante delle Brigate di Izz ed-Din al-Qassam, ala militare di Hamas. Deif è ancora vivo, benché ferito. I missili Apache lanciati dagli elicotteri d'assalto ebraici hanno fatto saltare in aria l'auto su cui si trovava Deif e un'altra di scota, uccidendo due miliziani palestinesi, ma lui se l'è cavata con ferite leggere. Nella Striscia di Gaza, per il secondo giorno consecutivo una colonna di carri armati israeliani ha fatto irruzione nel territorio teoricamente affidato all'esclusivo controllo dell'Autorità Nazionale Palestinese: obiettivo del raid questa volta è stata la località di Deir al-Balah, già presa di mira in più occasioni nel recente passato, ove è stato proclamato il coprifuoco mentre le truppe occupanti procedevano a rastrellamenti casa per casa alla ricerca di terroristi. Forte la resistenza opposta da parte di miltanti locali armati, ma non si ha per il momento alcuna notizia di vittime o feriti.

Domani si compiono due anni della seconda Intifada e il bilancio è spaventevole: oltre 2.000 morti, decine di migliaia di feriti, Yasser Arafat sotto assedio in poche stanze di quello che un tempo era l'orgoglio dell'Autorità Palestinese e le speranze di pace e di un riconoscimento di uno stato palestinese ridotte al minimo. Due anni fa, il fallimento dei negoziati di Camp David così voluti da Clinton sembrò una rottura grave ma con la speranza che fosse solo una battuta di arresto: ma la "passeggiata" di Ariel Sharon - allora leader del Likud in un Paese in cui al governo c'era ancora il laburista Ehud Barak - sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme fu una violenta e inutile provocazione che segnò l'inizio delle violenze israeliane ai danni di tutti i palestinesi. . Nessuno, nel settembre del 2000, forse avrebbe potuto immaginare che di lì a poco un intero popolo, a cominciare dal suo leader carismatico, sarebbe stato prigioniero nella sua terra. Domani a Marsiglia si terrà una manifestazine in solidarietà con il popolo palestise, in queste ore da Roma e da altre città italiane sono in partenza treni e pulman.

Contro la guerra

Amnesty International ha inviato oggi al ministro degli Esteri, Silvio Berlusconi, le 40.000 firme raccolte in appena una settimana in tutto il mondo (oltre 3200 in Italia) a sostegno della Corte penale internazionale. In vista del prossimo Consiglio dei ministeri degli Esteri dell' Unione Europea, il 30 settembre a Bruxelles, l'organizzazione - riferisce un comunicato - chiede all' Italia ed ai governi di tutti i paesi membri di impegnarsi affinche' a nessuno, davanti alla Corte, sia garantita l'impunita' per genocidio, crimini contro l'umanita' e crimini di guerra. Attraverso l' appello mondiale on-line di Amnesty International decine di migliaia di persone sollecitano tutti i paesi affinche' sostengano la Corte penale internazionale ed esprimano contrarieta' agli accordi bilaterali promossi dagli Stati Uniti, finalizzati ad ottenere assicurazioni sull'impunita' per i propri cittadini davanti alla Corte. In molti casi il governo di Washington - e' detto nel comunicato - sta minacciando il ritiro dell' assistenza militare agli Stati che rifiuteranno di aderire. Accordi sono stati gia' conclusi con Afghanistan, Honduras, Israele, Isole Marshall, Mauritania, Micronesia, Palau, Rep. Dominicana, Romania, Tagikistan, Timor Est, Uzbekistan. Amnesty International si appella al Governo italiano affinche', nell' ambito della Ue, ribadisca che questi accordi sono illegali rispetto al diritto internazionale e si impegni perche' ne' l' Italia ne' altri paesi aderiscano a qualsiasi accordo che consenta alle autorita' statunitensi di sottrarsi agli obblighi stabiliti dal diritto internazionale.

E prende corpo in Italia il movimento trasversale per dire un no preventivo ad ogni ipotesi di intervento militare del nostro Paese. A dare voce alle oltre 141 mila adesioni all'appello che in pochi giorni ha mandato in tilt il sito di 'Emergency', costringendo l'associazione a cambiare server sono stati nella sala del Carroccio del Campidoglio, personaggi di diversissima estrazione e impegno sociale. Da Sergio Cofferati a don Luigi Ciotti, da Gino Strada a al padre di Ilaria Alpi Giorgio, da padre Alex Zanotelli a Tiziano Terzani. Dietro di loro ci sono i 140 mila sottoscrittori (a ieri, ma Emergency assicura che il numero si moltiplica ogni ora) delle sette righe intitolare 'Fuori l'Italia dalla guerra'. Oggi c'e' stata la presentazione alla stampa. In un teatro romano, questa sera e' previsto il primo incontro pubblico. Il 10 dicembre, poi, la prima 'conta' in piazza: fiaccolate per la pace contro la guerra in Iraq in molte citta' italiane. Per celebrare cosi' l'anniversario della Carta dei diritti dell'Uomo dell'Onu, dove la guerra e' ripudiata come strumento di soluzione delle controversie.

IRAQ

Obiettivi iracheni nuovamente colpiti da parte di erei americani e britannici. Dopo tre giorni di bombardamenti, anche oggi la No fly zone a sud dell'Iraq è stata attaccata. Lo ha riferito il Pentagono, dicendo che gli obiettivi colpiti sono due postazioni della contraerea irachena posizionate a 275 Km a sud est di Baghdad. Gli aerei hanno bombardato dopo essere stati attaccati da missili terra-aria iracheni. I danni inferti non sono ancora stati calcolati.

Già per 32 volte dall'inizio dell'anno aerei americani hanno fatto incursioni nella No fly zone a sud del Paese. Gli attacchi nella No fly zone dell'Iraq del nord, invece, sono stati dieci.

==ITALIA==

Carceri

Sospensione temporanea della pena fino a 3 anni. Potrebbe essere questo il terreno di mediazione tra maggioranza e opposizione, che ancora una volta si ritrovano impegnate a verificare se esistono margini per arrivare ad un accordo il piu' condiviso possibile su un provvedimento che consenta di liberare le carceri sovraffollate e, allo stesso tempo, sia in grado di rispondere alle esigenze di sicurezza della gente. Due esigenze segnalate oggi dallo stesso presidente del Consiglio. Alla proposta sta lavorando da tempo l'esponente di Prc Giuliano Pisapia, che gia' la prossima settimana dovrebbe presentare la bozza del testo, sollecitando un contributo politico, giuridico e tecnico a tutti i colleghi. Non si tratta di un provvedimento che richiede la maggioranza dei due terzi del Parlamento, come nel caso dell'amnistia o dell'indulto. La soluzione studiata seguirebbe infatti la via ordinaria. Sul piano parlamentare e' piu' semplice -commenta il presidente della commissione Giustizia della Camera, Gaetano Pecorella- Ma, finche' non si crea una maggioranza consolidata, non credo sia opportuno iniziare l'esame delle diverse proposte sul tappeto. In sede istituzionale ogni discussione e' prematura: all'interno della Cdl, ad esempio, An e' orientata a dire no a qualsiasi beneficio e anche la Lega e' tendenzialmente contraria. Anche l'opposizione non e' compatta. Ma questo non significa che non si debba verificare se esistono le condizioni in sede politica. Il problema non troverà certo una soluzione se però non si studiaerà un altroi approccio al problema, e ciò le detenzioni per i piccoli reati, che comunque finirebbero, se non affrontate, per riproporre lo stesso problema in breve.

10 anni di critical mass sono passati dieci anni dal primo appuntamento di critical mass a San francisco. Da allora, CM è diventato un appuntamento costante anche nelle città italiane, perlopiù settimanale. Critical mass è un modo particolare di manifestare il proprio dissenso e la priopria diversità rispetto all'inquinamento, al traffico, al dominio delle multinazionali del petrolio nella nostra vita. Critical mass non ha padroni, non ha leader, ma è un appuntamento che appartiene a chiunque vi partecipi. Le modalità sono piuttosto semplici: gruppi di ciclisti che si aggregano, in un determinato momento e in un deteminato luogo, per viaggiare tutti insieme, imponendo una volta tanto i propri ritmi e i propri tempi alla strada. Appuntamenti per oggi sono previsti a Roma, Milano, Torino. Ne abbiamo parlato con una compagna di milano. (audio)

Val di Lemme

Non finiscono le proteste in val di lemme, contro il progetto di una cava di marna cementizia a favore del Gruppo Cementir, proprietà Caltagirone. L'apertura della miniera (in territorio di Voltaggio, Val Lemme) andrebbe a distruggere le fonti degli acquedotti di Gavi e Carrosio e gli acquedotti stessi. Le acque che sgorgano da tali sorgenti sono oligominerali e purissime perché scorrono nella roccia. Questo verrà fatto in violazione alla legge n.36/94 che tutela, prima fra tutte le altre risorse e gli altri interessi, l'acqua destinata all'alimentazione umana. A tale proposito in passato è stato fatto ricorso al Tar, che ha risposto dicendo che era inutile fare ricorso poiché c'era una legge che dava ragione ai comuni di Gavi e Carrosio. Ma ciò non è servito a bloccare l'opera. Gli abitanti della valle hanno dato vita a numerose mobilitazioni, attuando un presidio nei pressi della cava per impedire l'accesso ai camion della ditta proprietaria. per domani mattina è previsto un nuovo presidio, alle 8, per continuare l'opera di opposizione ad un progetto che distrugge l'ambiente, al solo scopo di creare un maggior profitto alle industrie del settore

Immigrazione Se la legge Bossi Fini è l'espressione giuridica delle opinioni del governo in meteria di immegrazione, e esplicita la considerazione della destra al governo del ruolo e della funzione dei migranti, la dimostrazione concreta del loro pensiero la si è avuta oggi in conferenza stampa, alla risposta di berlusconi ad un giornalista del quotidiamo l'unità. Un botta e risposta nato da un quesito posto al ministro dell'Interno sulla dotazione di nuovi mezzi alle capitanerie di porto e alla polizia, costrette, dopo la sciagura di porto Empedocle, a recuperare i cadaveri dei clandestini annegati a bordo di un pedalo'. Ci saranno mezzi piu' adeguati, ha domandato il giornalista dell'Unita'. Lei -ha obiettato il presidente del Consiglio- vorrebbe che ci fossero delle navi apposite per raccogliere i cadaveri intorno alle coste italiane? Non e' che ogni giorno si raccolgono cadaveri, in certi casi anche i pedalo' vanno bene, non e' che si siano lamentati....

27 Settembre, Torino. Data e luogo in cui si riunirà la prima sezione penale della corte d'appello per esprimere una valutazione sul caso di Silvano Pellissero, l'unico sopravvissuto dei tre anarchici accusati di essere parte della mitologica banda dei "Lupi Grigi", ecoterroristi che avrebbero sferrato micidiali attacchi contro i canteri del TAV/TAC. Dopo i processi di primo grado e di appello svoltosi a Torino, dove giudici conniventi con la montatura accusatoria non hanno fatto altro che convalidare le accuse di terrorismo dei PM, la corte di cassazione a Roma ha annullato la condanna nel febbraio di quest'anno smontando il castello di carte messo in piedi dal tristemente famoso Maurizio Laudi. Un castello di carte che ha portato alla morte Sole e Baleno, gli altri due imputati, schiacciati dalle accuse rivelatesi false, e che ora rischia di ripresentarsi sulla scena col ritorno degli atti a Torino, in mano allo stesso circoletto di amici che tanto ha lavorato, a stretto contatto con giornalisti e ROS, per dargli credibilità

Gr flash di venerdi 27 settembre - ore 9.30

PALESTINA - Effettivi dell'Esercito israeliano hanno ucciso di primo mattino a Hebron un attivista di Hamas, Mohammed Yarmour di 21 anni. Lo hanno reso noto fonti militari, secondo cui il giovane e' stato sorpreso all'interno della sua abitazione, circondata dai soldati; quando ha tentato di fuggire e' stato abbattuto a colpi di arma da fuoco. Il blitz contro Yarmour ha fatto seguito a un nuovo raid di carri armati nella Striscia di Gaza e a rastrellamenti in varie zone della Cisgiordania; arrestati complessivamente sette MILITANTI.

IRAQ -- Intesa tra Usa e Gran Bretagna sul testo di una nuova risoluzione sull'Iraq da presentare all'Onu. Lo ha annunciato il Segretario di Stato Colin Powell, che ha peraltro ammesso divergenze con altri membri del Consiglio di sicurezza. Un inviato americano, Marc Grossman, accompagnato da un diplomatico britannico, si rechera' in Francia ed in Russia per avvicinare i due governi alla linea di Washington. E oggi Tre deputati democratici americani sono arrivati a Baghdad a bordo di un aereo giordano. I tre parlamentari, David Bonior (Michigan), Michael Thompspn (california), e Jill Dermott (Washington) dopo essere atterrati all'aeroporto internazionale Saddam Hussein si sono diretti verso l'albergo al Manour, nel centro della capitale irachena. Si tratta della seconda visita in Iraq di rappresentanti americani contrari all'annunciata guerra contro l'Iraq. A meta' settembre Nick Rahall, eletto in Virginia occidentale, si era recato a Baghdad per una missione umanitaria e aveva insistito, davanti all'Assemblea nazionale irachena, affinche' l'Iraq accettasse le ispezioni dell'Onu sugli armamenti ed evitasse cosi' il conflitto.

BANCA MONDIALE - A poche ore dall’inizio degli Incontri Annuali della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale a Washington, due controversi progetti di petrolio accendono le critiche nei confronti della Banca mondiale, la più grande istituzione pubblica per lo sviluppo. Le Ong internazianali protestano oggi di fronte la Banca per l’ipocrisia di questa istituzione, che spesso sembra promuovere lo sviluppo sostenibile solo a parole. Nei giorni scorsi è arrivata la risposta del Management della Banca ai risultati dell’indagine interna sugli impatti del progetto dell’oleodotto Ciad-Camerun, oggetto della più grande campagna della società civile internazionale nei confronti della Banca degli ultimi anni. Senza batter ciglio di fronte alla flagrante e sistematica violazione delle linee guida della Banca mondiale e all’incapacità di rispettare gli impegni presi con le popolazioni interessate dal progetto, l’International Finance Corporation, il braccio finanziario della Banca che presta alle multinazionali, ha rispedito le critiche al mittente. Ai tempi della votazione sul progetto nel giugno 2000 il direttore esecutivo italiano è stato l’unico ad astenersi per la mancanza di garanzie sulla corretta gestione dei proventi del petrolio. L’International Finance Corporation sta anche considerando la concessione di un prestito di 300 milioni di dollari per il famigerato oleodotto Baku-Ceyhan. L’opera permetterà di trasportare il petrolio del Caspio direttamente verso il Mediterraneo, ad uso e consumo degli interessi degli Stati Uniti che così riuscirebbero nel loro intento di diversificare nel Caspio , in Africa occidentale ed in Sud America gli approvvigionamenti di petrolio non-OPEC. Il progetto si fonda su degli accordi scandalosi tra il consorzio guidato dalla BP, e di cui fa parte anche l’ENI, ed i governi di Azerbaijan, Georgia e Turchia. Accordi che conferiscono al settore privato il potere di imporre i propri standard sopra qualsiasi legislazione nazionale.

===GR ORE 17.00===

Contro la guerra

-Amnesty International ha inviato oggi al ministro degli Esteri, Silvio Berlusconi, le 40.000 firme raccolte in appena una settimana in tutto il mondo (oltre 3200 in Italia) a sostegno della Corte penale internazionale. In vista del prossimo Consiglio dei ministeri degli Esteri dell' Unione Europea, il 30 settembre a Bruxelles, l'organizzazione - riferisce un comunicato - chiede all' Italia ed ai governi di tutti i paesi membri di impegnarsi affinche' a nessuno, davanti alla Corte, sia garantita l'impunita' per genocidio, crimini contro l'umanita' e crimini di guerra. Attraverso l' appello mondiale on-line di Amnesty International decine di migliaia di persone sollecitano tutti i paesi affinche' sostengano la Corte penale internazionale ed esprimano contrarieta' agli accordi bilaterali promossi dagli Stati Uniti, finalizzati ad ottenere assicurazioni sull'impunita' per i propri cittadini davanti alla Corte. In molti casi il governo di Washington - e' detto nel comunicato - sta minacciando il ritiro dell' assistenza militare agli Stati che rifiuteranno di aderire. Accordi sono stati gia' conclusi con Afghanistan, Honduras, Israele, Isole Marshall, Mauritania, Micronesia, Palau, Rep. Dominicana, Romania, Tagikistan, Timor Est, Uzbekistan. Amnesty International si appella al Governo italiano affinche', nell' ambito della Ue, ribadisca che questi accordi sono illegali rispetto al diritto internazionale e si impegni perche' ne' l' Italia ne' altri paesi aderiscano a qualsiasi accordo che consenta alle autorita' statunitensi di sottrarsi agli obblighi stabiliti dal diritto internazionale.

E prende corpo in Italia il movimento trasversale per dire un no preventivo ad ogni ipotesi di intervento militare del nostro Paese. A dare voce alle oltre 141 mila adesioni all'appello che in pochi giorni ha mandato in tilt il sito di 'Emergency', costringendo l'associazione a cambiare server sono stati nella sala del Carroccio del Campidoglio, personaggi di diversissima estrazione e impegno sociale. Da Sergio Cofferati a don Luigi Ciotti, da Gino Strada a al padre di Ilaria Alpi Giorgio, da padre Alex Zanotelli a Tiziano Terzani. Dietro di loro ci sono i 140 mila sottoscrittori (a ieri, ma Emergency assicura che il numero si moltiplica ogni ora) delle sette righe intitolare 'Fuori l'Italia dalla guerra'. Oggi c'e' stata la presentazione alla stampa. In un teatro romano, questa sera e' previsto il primo incontro pubblico. Il 10 dicembre, poi, la prima 'conta' in piazza: fiaccolate per la pace contro la guerra in Iraq in molte citta' italiane. Per celebrare cosi' l'anniversario della Carta dei diritti dell'Uomo dell'Onu, dove la guerra e' ripudiata come strumento di soluzione delle controversie.

E continuano le sviste della polizia italiana sull'allarme terrorismo. Dopo gli abbagli presi nei mesdi scorsi (ricordiamo solo gli arresti alla basilica di san petronio, e querlli a gele,) falso allarme anche alla stazione di Ancona: la valigetta trovata nella parte meridionale dello scalo ferroviario e' un kit di rilevazione della temperatura ambientale, utilizzato dalla ditta incaricata della pulizia delle vetture e dimenticato nei pressi del deposito utilizzato dagli addetti. Dentro la valigia - un vecchio modello di tipo rigido in finta pelle e con la chiusura bloccata - c' erano un congegno senza fili ne' batterie, una bottiglia di amuchina e altri oggetti. La conferma e' venuta dalla stessa ditta, contattata dalla polizia, mentre si attende un tecnico della Asl per ulteriori verifiche. E' il secondo falso allarme bomba ad Ancona nel giro di un' ora. Intorno alle 14 il centro cittadino e' stato bloccato per il ritrovamento di una valigetta sospetta nei pressi della sede dei Ds. Una valigetta dimenticata in realta' da un ingegnere che e' riuscito a recuperarla in extremis prima che venisse fatta brillare.

Immigrazione Se la legge Bossi Fini è l'espressione giuridica delle opinioni del governo in meteria di immegrazione, e esplicita la considerazione della destra al governo del ruolo e della funzione dei migranti, la dimostrazione concreta del loro pensiero la si è avuta oggi in conferenza stampa, alla risposta di berlusconi ad un giornalista del quotidiamo l'unità. Un botta e risposta nato da un quesito posto al ministro dell'Interno sulla dotazione di nuovi mezzi alle capitanerie di porto e alla polizia, costrette, dopo la sciagura di porto Empedocle, a recuperare i cadaveri dei clandestini annegati a bordo di un pedalo'. Ci saranno mezzi piu' adeguati, ha domandato il giornalista dell'Unita'. Lei -ha obiettato il presidente del Consiglio- vorrebbe che ci fossero delle navi apposite per raccogliere i cadaveri intorno alle coste italiane? Non e' che ogni giorno si raccolgono cadaveri, in certi casi anche i pedalo' vanno bene, non e' che si siano lamentati.... Le polemiche non erano mancate neppure al momento in cui il giornalista si era qualificato come redattore del quotidiano diretto da Furio Colombo, ironicamente definito dal premier un giornale che e' un campione di obiettivita. Come lei presidente, ha ribattuto il redattore. No, no, io sono obiettivo. Io -ha aggiunto Berlusconi- leggo il vostro giornale una volta alla settimana e questo mi consola, perche' tutto cio' che io pensavo venisse da quella parte politica e' stato puntualmente confermato. Che vuole, dobbiamo sopportarci, ha chiosato il redattore dell'Unita'. Il ministro dell'Interno Beppe Pisanu ha poi spiegato la ragione per cui i corpi dei clandestini sono stati recuperati con imbarcazioni di fortuna: abbiamo ereditato una situazione in cui la polizia e' dotata di pochi mezzi ed ha un trattamento economico pessimo. Ne abbiamo nettamente migliorato il trattamento economico e nonostante le difficolta' di carattere generale e di bilancio -ha concluso- stiamo dotando la polizia di nuovi mezzi e piu' efficaci. I frutti che stiamo raccogliendo lo dimostrano. (Ruf/Pn/Adnkronos) 27-SET-02 14:49

Comuincierà tra oltre un mese il Socila Forum Europeo, che si svolgerà a Firenze dal 6 all'11 novemvre, ma già ilò governo inizia a mettere le mani avanti nell'ipotesi di eventuali problemi di ordine pubblico. E' questo infatti il senso di alcune dichiarazioni fatte oggi dal ministro dell'interno pisanu, che ha confermato che iIl governo ha cercato di cambiare sede al Social forum e. La conferma arriva da Beppe Pisanu: "Firenze - dice in conferenza stampa a palazzo Chigi il ministro dell'Interno - per la sua struttura urbanistica e per il suo patrimonio artistico e' la citta' piu' fragile d'Italia per manifestazioni di questo genere". Il ministro dell'Interno ha quindi rivelato di essersi attivato fin dal giorno dell'insediamento al Viminale per 'deviare' il social Forum verso un'altra citta'. "Ma mi e' stato detto - ha riferito Pisanu - che l'attivita' era gia' stata avviata. Quindi - ha continuato il ministro - ho concentrato tutti i miei sforzi per garantire il massimo possibile di sicurezza e di ordine pubblico". Il responsabile del Viminale ha inoltre "avviato una minuziosa ricognizione" per organizzare l'evento e "continuato il dialogo con le componenti pacifiche del movimento". L'obiettivo e' ripetere la manifestazione tenutasi a Genova ad un anno dal G8: "Li' - dice Pisanu - i gruppi violenti sono stati isolati, ora ci rendiamo conto della delicatezza della situazione e c'e' un continuo dialogo anche con Berlusconi che e' continuamente informato delle iniziative in corso". Se il concetto di buona riuscita di Berlusconi è quello di Genova, possiamo aspettarci fin da ora una campagna stampa come quella che ha preceduto i giorni del G8, operazione già iniziata da Panorama, settimanale non ha caso che gravita intorno al presidente del C>onsigliop. Nel numero in edicola questa asettimana, sono già presenti tutte

27 Settembre, Torino. Data e luogo in cui si riunirà la prima sezione penale della corte d'appello per esprimere una valutazione sul caso di Silvano Pellissero, l'unico sopravvissuto dei tre anarchici accusati di essere parte della mitologica banda dei "Lupi Grigi", ecoterroristi che avrebbero sferrato micidiali attacchi contro i canteri del TAV/TAC. Dopo i processi di primo grado e di appello svoltosi a Torino, dove giudici conniventi con la montatura accusatoria non hanno fatto altro che convalidare le accuse di terrorismo dei PM, la corte di cassazione a Roma ha annullato la condanna nel febbraio di quest'anno smontando il castello di carte messo in piedi dal tristemente famoso Maurizio Laudi. Un castello di carte che ha portato alla morte Sole e Baleno, gli altri due imputati, schiacciati dalle accuse rivelatesi false, e che ora rischia di ripresentarsi sulla scena col ritorno degli atti a Torino, in mano allo stesso circoletto di amici che tanto ha lavorato, a stretto contatto con giornalisti e ROS, per dargli credibilità

COMO

Dalla fine di agosto una pattuglia di Polizia municipale in borghese è autorizzata a controllare, perquisire – forse schedare- o quantomeno raccogliere, in modo intimidatorio, i nominativi di quei giovani che malauguratamente si trovano a passeggiare per le strade del centro storico di Como.

Il Kollettivo Studentesco Autorganizzato di Como insieme al coordinamento studentesco e ai Giovani Comunisti e diverse altre realtà politiche territoriali hanno organizzato un’azione dimostrativa per opporsi con estrema determinazione e fermezza alla stretta repressiva che il Comune e la Questura stanno attuando negli ultimi tempi. Un’ondata di repressione, di controllo, di militarizzazione delle strade tesa, a nostro avviso a criminalizzare qualsiasi forma di alterità sociale e culturale che si sviluppi all’interno della nostra città. Queste intenzioni sono palesemente espresse nella stessa ordinanza comunale che istituisce l’assurda “task-force per la sicurezza” in cui i clandestini, gli ambulanti e i giovani writers sono classificati come microcriminalità urbana. I collettivi e le realtà studentesche ma anche molti singoli studenti e giovani di Como hanno attaccato manifesti informativi sui muri della città, distribuendo volantini nelle piazze e nelle scuole. Immediatamente alcuni agenti della polizia municipale hanno bussato alla porta della nostra sede pensando così di poter mettere a tacere, mostrando un distintivo, il dissenso che accomuna sempre più i giovani comaschi. Questo non ha potuto che rafforzare la nostra volontà di opporci alla politica dell’allarme microcriminalità diffusa! Quindi contro questa politica intimidatoria e questa strategia repressiva, contro la militarizzazione della città, noi vogliamo spazi sociali liberati, luoghi di controinformazione in cui liberare la creatività, produrre controcultura, in cui socializzare ed esprimere il nostro dissenso a questo sistema capitalistico. CONTRO LA CITTA’ FORTEZZA CONTRO LA CRIMINALIZZAZIONE DI GIOVANI, MIGRANTI, STUDENTI CONTRO LE STRATEGIE DI GUERRA PERMANENTE

PER APRIRE SPAZI DI LIBERTA’ PER UN LIBERO SAPERE, NON SUBORDINATO ALLE LOGICHE DEL MERCATO

APPUNTAMENTO SABATO 28 SETTEMBRE ALLE ORE 15 IN VIALE INNOCENZO XI, ANGOLO VIA GARIBALDI DI FRONTE AL VECCHIO HOTEL, UNO DEI TANTI SPAZI ABBANDONATI IN CITTA’

PRESIDIO CON MUSICA E COLORE

SENEGAL: BARCA SI RIBALTA, SI TEMOMO CENTINAIA DI MORTI



RAID ISRAELIANO SU GAZA: MORTI 6 CIVILI, MA CAPO MILITARE HAMAS SFUGGE ALL ATTACCO (STANDARD, GENERAL)

Sono saliti a 6 i palestinesi uccisi nel raid compiuto ieri dall esercito israeliano a Gaza, oltre 30 i feriti. Ma il principale obiettivo dell attacco, Mohamed Deif, nuovo capo militare di Hamas, ?opravvissuto al tentativo di esecuzione messo a segno dagli israeliani. Ieri fonti palestinesi avevano escluso che il leader integralista fosse morto nell incursione. Oggi ?rrivata la conferma del ministro israeliano Matan Vilnai. Deif ?imasto ferito ma non in modo mortale ha spiegato l esponente del governo parlando alla radio militare, riferendo informazioni dei servizi di sicurezza. Ieri pomeriggio due razzi sparati da elicotteri israeliani da combattimento Apache hanno centrato un auto in una strada particolarmente affollata del quartiere Sheikh Radwan di Gaza. Stando a fonti ospedaliere palestinesi, 15 tra i feriti sono minori di 18 anni, e tre sono bambini piccoli. Ma la strage avrebbe potuto avere dimensioni peggiori. L intelligence israeliana, come ha spiegato lo stesso ministro, aveva inizialmente previsto di utilizzare armi ancora pi?enti per annientare il nuovo capo militare di Hamas, sfuggito pi?te a simili attentati, ma l opzione ?tata in seguito scartata. Se fossimo ricorsi a quelle armi ha dichiarato il ministro Vilnay - Deif non sarebbe certo sopravvissuto, ma insieme a lui sarebbero morti numerosi innocenti . Sono comune decine i civili rimasti coinvolti nell azione di ieri. In un altra occasione, invece, Israele non esit?provocare un massacro. Lo scorso 23 luglio, per uccidere l allora capo militare di Hamas, Sallah Shehade, gli aerei F-16 inviati dal governo di Ariel Sharon sganciarono una bomba di una tonnellata su un palazzo di Gaza, centrando l obiettivo. Ma ammazzarono anche altre 15 persone, tra cui 9 bambini, suscitando lo sdegno non solo del mondo arabo ma anche dei Paesi occidentali. Nella notte l esercito di Tel Aviv ha ucciso un attivista di Hamas, Mahmud Jamal Yagmur, 21 anni, a Hebron, in Cisgiordania. Secondo testimoni citati da fonti palestinesi, il giovane stava cercando di sfuggire a un rastrellamento dei soldati israeliani in seguito a un attacco compiuto ieri sera contro un auto su cui viaggiavano dei coloni, nel quale sono rimasti feriti una madre e i suoi tre figli. (EB)

BANCA MONDIALE - A poche ore dall’inizio degli Incontri Annuali della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale a Washington, due controversi progetti di petrolio accendono le critiche nei confronti della Banca mondiale, la più grande istituzione pubblica per lo sviluppo. Le Ong internazianali protestano oggi di fronte la Banca per l’ipocrisia di questa istituzione, che spesso sembra promuovere lo sviluppo sostenibile solo a parole. Nei giorni scorsi è arrivata la risposta del Management della Banca ai risultati dell’indagine interna sugli impatti del progetto dell’oleodotto Ciad-Camerun, oggetto della più grande campagna della società civile internazionale nei confronti della Banca degli ultimi anni. Senza batter ciglio di fronte alla flagrante e sistematica violazione delle linee guida della Banca mondiale e all’incapacità di rispettare gli impegni presi con le popolazioni interessate dal progetto, l’International Finance Corporation, il braccio finanziario della Banca che presta alle multinazionali, ha rispedito le critiche al mittente. Ai tempi della votazione sul progetto nel giugno 2000 il direttore esecutivo italiano è stato l’unico ad astenersi per la mancanza di garanzie sulla corretta gestione dei proventi del petrolio. L’International Finance Corporation sta anche considerando la concessione di un prestito di 300 milioni di dollari per il famigerato oleodotto Baku-Ceyhan. L’opera permetterà di trasportare il petrolio del Caspio direttamente verso il Mediterraneo, ad uso e consumo degli interessi degli Stati Uniti che così riuscirebbero nel loro intento di diversificare nel Caspio , in Africa occidentale ed in Sud America gli approvvigionamenti di petrolio non-OPEC. Il progetto si fonda su degli accordi scandalosi tra il consorzio guidato dalla BP, e di cui fa parte anche l’ENI, ed i governi di Azerbaijan, Georgia e Turchia. Accordi che conferiscono al settore privato il potere di imporre i propri standard sopra qualsiasi legislazione nazionale.

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gror270902 (last edited 2008-06-26 09:55:17 by anonymous)