Gr 19:30
FEMMINICIDI
Un barcone con oltre 900 migranti, tra i quali numerose donne e bambini, è stato soccorso in nottata a Sud di Capo Passero dalle motovedette della Guardia di Finanza. I profughi, provenienti dalla Libia e originari di paesi dell’area subsahariana, sono stati accompagnati a Pozzallo.
I profughi sono complessivamente 963, tra i quali circa 130 donne e una quarantina minori. Dopo essere stati accompagnati nel centro di accoglienza temporanea di Pozzallo in questo momento vengono smistati verso altre strutture a causa del loro numero elevato. Il barcone utilizzato per la traversata è un vecchio peschereccio in ferro di circa 25 metri.
Due unità della Guardia di Finanza lo hanno intercettato a Sud di Capo Passero, l’estremo lembo meridionale della Sicilia. Alle operazioni di soccorso hanno partecipato anche alcune motovedette della Guardia Costiera.
ESTERI
Anche a Malta si divorzia Malta dice Si all'introduzione del divorzio
Voto storico a Malta dove i cittadini si sono pronunciati con convinzione per l?introduzione del divorzio: il 54% dei maltesi ha detto si. Il referendum segna una svolta epocale nella storia politica e religiosa, che sono strettamente connesse, della piccola isola mediterranea, considerata da papa Giovanni Paolo II come ?bastione della fede cattolica? anche perché si tratta dell?ultimo paese europeo ad introdurre la pratica del divorzio. È vero che 98 maltesi su 100 sono cattolici, ma il voto di oggi dimostra che quegli stessi maltesi non vogliono che i loro diritti civili vengano tenuti ostaggio dall'influenza della Chiesa sullo Stato. Un bel colpo per la Chiesa maltese che dopo essersi spesa intensamente per il No non ha commentato l'esito del referendum. Un ordine evidentemente arrivato dall?alto dato che nessun vescovo, monsignore o sacerdote contattato dalla stampa ha voluto rilasciare dichiarazioni. Ad un'ora dalla chiusura dei seggi però, evidentemente in un impeto di pentimento, la Chiesa aveva emesso un comunicato con il quale ha chiesto ?scusa? agli elettori per i ?toni? ed il ?linguaggio? usati durante la campagna referendaria. Le scuse rispedite al mittente da Saviour Balzan, noto blogger ed editorialista del giornale MaltaToday, schierato per il Sì che con ironia e sarcasmo si è domandato: ?Ha una bella faccia tosta questa Chiesa maltese: prima ci condanna all'inferno, poi ci chiede scusa. Il primo ministro Lawrence Gonzi invece, che si era apertamente schierato per il No trascinando anche il suo partito sulle stesse posizioni, ha ammesso la 'sconfitta?e ha chiesto al Parlamento di rispettare il risultato del referendum: ?Adesso che il popolo si è espresso, tocca a tutti i parlamentari rispettare la volontà del popolo. Anche Arthur Galea Salomone, portavoce del Movimento per il No, si è detto deluso per il risultato ma ha aggiunto: ?Il popolo ha scelto. Questa è la democrazia e noi rispettiamo il risultato?. Visibilmente soddisfatti per il successo ottenuto ai seggi, i leader del movimento per il Sì. ?È ancora presto per anticipare cosa succederà adesso, ma un cosa è certa: Malta sta cambiando, e cambia in meglio, perché i maltesi hanno capito che per andare avanti bisogna superare i tabù?, ha detto il deputato laburista Evarist Bartolo, co-firmatario del disegno di legge sull'introduzione del divorzio che adesso verrà portato in Parlamento forte del successo al referendum, che poi aggiunge ?Parlo di quella rete di potere che per decenni ha dominato su tutto quello che è maltese?. E si intuisce che Bartolo parla della Chiesa, che a Malta è considerata come il primo potere, tanto che il partito nazionalista al governo da 25 anni vanta il motto 'Religio et Patria? fin dalla sua fondazione, oltre 100 anni fa. La Chiesa infatti ebbe un ruolo fondamentale nella nascita del partito, che ispirò sin dall'inizio per contrastare il regno protestante di Londra, e sul quale ha continuato ad avere un'influenza dominante, formandone i dirigenti che sarebbero diventati deputati, presidenti, primi ministri, nelle sue scuole.
Fonte: http://www.noidonne.org/blog.php?ID=01893
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Saudite al volante il 17 giugno
Attraverso i social network è stato lanciato un appello a tutte le donne saudite a sfilare in auto il 17 giugno in solidarietà con Manal al-Charif, arrestata per la seconda volta per aver violato la legge islamica e per aver incitato altre donne a violarla. Manal, consulente informatica di 32 anni, aveva subito un primo arresto dopo aver diffuso un video su Youtube e Facebook in cui sfidava il divieto di guidare imposto alle donne. Era stata poi di nuovo arrestata la settimana scorsa e detenuta in attesa di giudizio. Una petizione firmata da oltre 1500 persone ha chiesto al re Abdullah e al ministro degli interni Ahmed bin Abdulaziz la sua liberazione e l'abrogazione della legge del 1991 che ha imposto il divieto di guida alle donne. Una manifestazione di solidarietà con Manal si svolgerà il 17 giugno anche a Treviso, dove le donne straniere hanno già annunciato che sfileranno con le auto. Intanto un gruppo di uomini dell'Arabia Saudita su Facebook sta incitando a picchiare le donne che aderiranno alla manifestazione.
************* le donne disoccupati Bros in lotta a napoli NAPOLI - Gli uffici dell'assessorato alle politiche sociali della Regione Campania, in via Marina a Napoli, sono attualmente occupati da alcune decine di donne disoccupate, aderenti al movimento dei precari Bros.
Chiedono il pagamento degli arretrati, circa 480 euro, come dispone, riferiscono, «la normativa approvata circa due mesi fa dal consiglio regionale della Campania e la normaslizzazione della loro posizione lavorativa dopo i corsi di formazione e avviamento al lavoro durati alcuni anni».
Davanti alla sede degli uffici dell'assessorato ci sono centinaia di dimostranti con striscioni e megafoni.
«Si tratta di soldi che attendiamo da circa un anno - dice una dimostrante - e che ci consentirebbero di tirare avanti. All'ente regionale chiediamo anche che ci venga detto qual'è l'assessorato deputato all'erogazione di questi fondi».
Le donne, entrate negli uffici, hanno esposto un grande striscione all'esterno dell'edificio con la scritta «Lavoro stabile e sicuro ai precari Bros».
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Protesta Usa per violenza antigay a Mosca Washington, 30 mag. (TMNews) - Il dipartimento di Stato Usa ha espresso ieri "preoccupazione" per le violenze esercitate sabato contro una marcia in favore dei diritti degli omosessuali a Mosca, sottolineando che le forze di sicurezza russe hanno anche fermato cittadini americani che vi hanno preso parte. "Notiamo con preoccupazione che una manifestazione pacifica di russi in favore dei diritti dei gay e delle lesbiche, alla quale si erano uniti militanti di altri paesi, è stata violentemente perturbata da contro-manifestanti, e che le forze di sicurezza russe hanno fermato persone dei due gruppi", ha indicato in un comunicato il portavoce del dipartimento di Stato, Mark Toner.
Tra le persone arrestate ci sono anche cittadini americani, ha aggiunto il portavoce. "Chiediamo alle autorità russe di lavorare con i responsabili municipali per trovare il modo migliore per salvaguardare le libertà fondamentali" che i paesi membri dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa sono tenuti a rispettare, ha spiegato Toner.
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