Idee per Agende future

PALINSESTO PER 8 MARZO 2012

H 00.00 - 01.00 APERTURA

Presentazione della giornata radiofonica e collegamento con Madrid dove, in contemporanea, parte la maratona radiofonica della Red Nosotras en el Mundo (http://www.rednosotrasenelmundo.org/)

Per vedere il progetto della radio e le trasmissioni che ne fanno parte: http://www.rednosotrasenelmundo.org/spip.php?page=enlinea

H 01.00 - 06.00 LA NOTTE CI PIACE!

Spazio di musica e conduzione che ci traghetta fino all'alba.

Al suo interno collegamenti con lesbiche e femministe di altri fusi orari (trasmissioni e collegamenti in via di definizione)

H 06.00 - 08.00 - breakfast - spazio del buongiorno

H 8.00 - 9.30 - RASSEGNA STAMPA

H 9.30 - 10.00 - TI RACCONTO UNA STORIA

8 marzo tra mito e rito… Presentazione del documentario di Wilma Labate TramMob

H 10.00-10.30 - AGENDA DELLA GIORNATA

Presentazione della giornata radiofonica e info sulle iniziative di femministe e lesbiche in Italia, Europa e nel mondo.

Collegamento con il presidio anti-sgombero in corso davanti alla sede occupata e autogestita di femministe e lesbiche 22 di via dei volsi (http://22resiste.noblogs.org/)

H 10.30 - 12.00 - DA L'AQUILA ALLA VALSUSA LO STATO ARRESTA E STUPRA

Redazionale su lotte, repressione e militarizzazione insieme alle compagne No Tav, Madri per Roma città Aperta, Centro antiviolenza de L'Aquila, donne No dal Molin

H 12.00 - 13.00 - UN ALFABETO TUTTO PER NOI!

Dalla A alla Z tutte le donne, femministe e lesbiche che ci hanno ispirate

H 13.00 - 13.30 - BIG BANG - Londra e le olimpiadi: la resistenza silenziosa delle lavoratrici nell'industria del sesso.

H 13.30 – 14.00 - FEMMINISTE E LESBICHE NELLA RETE

Interviste e testimonianze di femministe e lesbiche che gestiscono portali, siti, blog, trasmissioni radiofoniche:

• diretta streaming con la trasmissione “Le pulci nelle ‘recchie” su Radio di Massa;

• presentazione dei blog e siti: Femminismo a sud - Malafemmina - Vita da streghe;

• auto-inchiesta sulla precarietà delle Suigeneris di Torino;

• Kabarett-sonata a Kreutzer a cura delle compagne di Radiocane

H 15.00 - 15.30 - PAROLE CHE CONTANO - trasmissione a cura dell'associazione di lesbiche "Connettive"

H 15.30 - 16.00 – VOCI DI DONNE DALLA VALSUSA

Interviste a donne della Valsua a cura delle Suigeneris di Torino

H 16.00 - 16.30 - Selezione musicale: "Voglio canta' così, fior di mimosa, non vojo fa il mestiere della sposa"

H 16.30 - 17.30 - SESSISMO DEMOCRATICO

Presentazione del libro a cura di Anna Simone "Sessismo democratico. L'uso strumentale delle donne nel neoliberismo". In studio la curatrice del volume e Elisa Giomi

H 17.30 - 19.20 - L'OTTO TUTTO L'ANNO

Spazio dedicato alle mobilitazioni dell'otto marzo e, in generale, occasione per dare visibilità alle attività e alle riflessioni dei collettivi femministi e lesbici in Italia e in Europa. Collegamenti telefonici e interviste dal vivo da: Palermo, Roma, Vicenza, Torino, Val di Susa e molte altre!

H 19.20 - 19.30 - LA VIRGOLA DI ELISABETTA, riflessioni di una femminista. Puntata dal titolo: "Vittimizzazione"

H 19.30 - 20.00 - GR SERALE

H 20.00 - 21.30 - ROMPIAMO IL SILENZIO

trasmissione sul contrasto alla violenza contro le donne con BE FREE, cooperativa contro tratta, violenze, discriminazioni (http://www.befreecooperativa.org/) e con il CENTRO DONNA LISA (http://www.centrodonnalisa.it/)

H 21.30 - 22.30 - E' QUANTO MAI UNA CALAMITA'... trasmissione a cura del Coordinamento Lesbiche Romane (http://www.clrbp.it/) costruita a più voci, con storie di vita e di militanza lesbica

H 22.30 - 23.30 - DONNE DI TUTTO IL MONDO… RIPRENDIAMOCI LA NOTTE!

Collegamenti con i due cortei notturni di lesbiche e femministe in corso a Parigi e Marsiglia.

Collegamenti con le compagne delle radio in rete in Francia e con le compagne della Red Nosostras en el mundo

H 23.30 - 24.00 - CHIUSURA della MARATONA: abbiamo vinto tutte!

STREAMING 8 MARZO

- blackout: 10.30 alle 12.30 e 14.00 - 18.00

- onda d'urto (alcune fasce orarie - quali??)

- transizione di fase (tutta la giornata)

- radio di massa (tutta la giornata, tranne orario 12-14 quando vanno in diretta loro e noi le streamiamo ore 13.30-13.45)


Il libro delle streghe

Joyce Lussu, "Il libro delle streghe. Dodici storie di donne straordinarie, maghe, streghe e sibille", a cura di Chiara Cretella, Gwynplaine, Camerano, 2011, pp. 200, ? 14,00.

Streghe e sibille sono le protagoniste di questi dodici racconti in bilico tra fantasia, ricostruzione storica, tradizione e leggenda. Joyce Lussu ci conduce alla scoperta dell'immagine perduta delle ?donne sagge? da sempre perseguitate dal potere androcratico. Streghe e sibille possono così riemergere, perdere finalmente l?immagine distorta dagli specchi deformanti della storia maschile e assurgere a simbolo di un femminile rimosso perché rivoluzionario.

Dopo "Padre padrone padreterno" l?editore Gwynplaine ha appena portato in libreria "Il libro delle streghe" di Joyce Lussu, con cui continua l?opera di ripubblicazione dei classici introvabili e fuori catalogo di questa grande figura di intellettuale e rivoluzionaria.

*****************

Matriarcato Moso

http://www.noidonne.org/blog.php?ID=01967

***************

Critica dell'ansia pura

Grande osservatrice del "mostruoso gomitolo sinergico del mondo", Fred Vargas, nota prevalentemente per i suoi romanzi noir, nel piccolo opus "Critica dell'ansia pura" (Einaudi 2011, 13 euro) mette a disposizione la sua capacità di "affrontare le situazioni ingarbugliate". Una capacità che la scrittrice ha acquisito originariamente, essendo "nata con un filo avvolto intorno alla testa" e costretta alla necessità di superare il cordone ombelicale della sua gemella Jo - alla quale è appunto dedicato il libro - che le bloccava il passaggio. "Uscita da quell'ingorgo uterino alla grande", Vargas sfrutta questo precoce "addestramento", oltre che nelle trame gialle, nell'affinare l'arte di "rilassarsi", evitando quall'ansia che coinvolge "sei milardi di persone tutte uguali sotto il profilo delle grane".

Distinguendo tra "dubbio distruttivo" e "dubbio corroborante", analizzando l'amore come "scontro selvaggio e generatore d'ansia" conciliato solo da "vili trattative" e come "roba tossica", "droga pesante" e "maledetto casino", Vargas infila a ritmo incalzante legna nella caldaia della filosofia pratica, non perdendo l'occasione di comunicare brutali realtà sul pianeta: "alla mia destra, 800 persone che manipolano i loro mostruosi patrimoni nella nevrastenia, alla mia sinistra, tre miliardi di esseri umani nel baratro, a dir poco". Il suo pamphlet di autosopravvivenza distilla "idee lievi come bolle di sapone" e macroconcetti, con ironia ed "esprit de finesse" di effetto liberatorio.

***************

La Pastora

Una partigiana, nota come «La Pastora», rimasta asserragliata sulle montagne anche dopo l'ufficiale scioglimento della lotta armata contro il franchismo assurgendo a figura leggendaria, è al centro del nuovo romanzo di Alicia Giménez-Bartlett. Personaggio realmente esistito, registrata all'anagrafe come Teresa Pla Meseguer, «La Pastora» era vittima di una malformazione congenita che ne rendeva incerta l'identità sessuale. Assunse il nome di Florencio entrando nella lotta partigiana, dandosi alla macchia e vivendo da allora come uomo. Ambientato nel 1956 il romanzo racconta la storia dello psichiatra parigino Lucien Nourissier e del giornalista barcellonese Carlos Infante - entrambi personaggi di finzione - che partono alla ricerca della Pastora. Scettico e apparentemente senza passato, il primo; idealista, borghese e dalla vita fin troppo ordinata, il secondo, si imbarcano in un'indagine pericolosa e dall'esito incerto che li porta per paesi dimenticati dal mondo, ma non dalla Guardia Civil. Inoltrandosi in un clima di sospetto, dove il ricordo di assalti, miserie, atroci rappresaglie e vendette pesa come una condanna, i due vedono mutare profondamente il senso stesso del loro stare al mondo. Parallelamente corre il monologo della «Pastora», una voce spezzata che racconta una vita di stenti e discriminazioni, ma anche di comunione con la natura e accettazione della solitudine, fino a un provvisorio riscatto nel riconoscimento della propria mascolinità all'interno della banda partigiana, al dissolversi delle speranze con la morte dei compagni e all'accettazione di una solitaria clandestinità. Non un poliziesco, ma ugualmente un romanzo d'indagine e d'azione che ricostruisce una vicenda unica sullo sfondo di uno dei più lunghi e cupi dopoguerra europei. Pubblicato in Spagna da pochi mesi, vincitore del prestigioso Premio Nadal 2011, il libro è tuttora stabilmente in vetta alle classifiche dei libri più venduti.

Alicia Giménez-Bartlett, "Dove nessuno ti troverà", Sellerio 2011, 16 euro

Donna e uomo, partigiana e bandito, «La Pastora», personaggio realmente esistito e protagonista di imprese ardite, divenne un mito della leggenda popolare. Sulle sue tracce, uno psichiatra e un giornalista, inventati dalla penna di Alicia Giménez-Bartlett, intenzionati a squarciare la cortina del suo enigma per svelarne finalmente la natura, le motivazioni, il destino.

Traduzione dallo spagnolo di Maria Nicola Titolo originale: Donde nadie te encuentre

Anni Cinquanta del secolo scorso. Lucien Nourissier, psichiatra di Parigi studioso di menti criminali, prende contatto con un giornalista spiantato di Barcellona, Carlos Infante, autore di un servizio sulla Pastora. Donna e uomo, partigiana e bandito, datasi alla macchia per connaturata estraneità ai legami umani, accusata di ogni genere di delitto, per anni braccata invano dalla ferocia della Guardia Civil del Generale Franco, fu realmente protagonista di imprese ardite e divenne un personaggio della leggenda popolare. Il medico parigino e il giornalista barcellonese sono due opposti temperamenti, idealista il primo, cinico e venale l?altro, raffinato borghese il francese, grossolano e abituato ad arrangiarsi lo spagnolo. Ma Nourissier riesce a convincere Infante, in cambio di danaro, a buttarsi sulle tracce della Pastora, per squarciare la cortina del suo enigma, svelarne finalmente la natura, le motivazioni, il destino. La ricerca segue i sentieri selvaggi già percorsi dalla bandita; entra nelle cittadine e nei villaggi di pietra antica dove aveva trovato odio ma anche complicità; fruga nei segreti di comunità ermetiche e diffidenti. Il rischio per i due è mortale: finire nelle mani della Guardia Civil, che occulta perfino il nome della ribelle, oppure restare in un fosso con un coltello in petto, per una parola in più, per uno sgarbo non calcolato. In questa storia di avventura e solitudine è dominante lo scenario naturale: le montagne a sud dell?Ebro, tra la Catalogna e l?Aragona, per lungo tempo, dopo la fine della guerra civile, rifugio disperato degli ultimi resistenti. È la Spagna sordida e triste della dittatura che vi si staglia, sorpresa nella provincia nascosta dove più feroci sono i ricordi di gesti imperdonabili; dove più profonda è la solitudine rimasta; e più tenace la rassegnata miseria materiale. E di tutto ciò, dell?impossibile perdono, dell?abissale solitudine, della miseria irredimibile, alla fine La Pastora appare mitica incarnazione anche ai due avventurieri. Accomunati e in parte giustificati dalla meraviglia per la natura umana, ne riconoscono il segreto e la pura innocenza. Quasi fosse, nel suo totale esser diversa, la salvezza da una storia collettiva insopportabilmente crudele.

Alicia Giménez-Bartlett (Almansa, 1951) è la creatrice dei polizieschi con Petra Delicado. I romanzi della serie sono stati tutti pubblicati nella collana «La memoria» e poi riuniti nella collana «Galleria». Ha anche scritto numerose opere di narrativa non di genere, tra cui: Una stanza tutta per gli altri (2003, 2009, Premio Ostia Mare Roma 2004), Vita sentimentale di un camionista (2004, 2010), Segreta Penelope (2006) e Giorni d?amore e inganno (2008). Nel 2006 ha vinto il Premio Piemonte Grinzane Noir e il Premio La Baccante nato nell?ambito del Women?s Fiction Festival di Matera. Nel 2008 il Raymond Chandler Award del Courmayeur Noir in Festival.

http://www.sellerio.it/it/catalogo/Dove-Nessuno-Ti-Trovera/Gimenez-bartlett/4734

****************

EVE SEDGWICK - I CLASSICI DI FINE '800 SOTTO LA LENTE DELLA TEORIA «QUEER»

finalmente tradotto per l'editore Carocci da Federico Zappino, che ha scelto come titolo "Stanze private"

rifiutava di dirsi eterosessuale, pur aggiungendo: «Tutte le volte che ho fatto l'amore con un'altra persona è sempre stato con un uomo». Eve Kosofsky Sedgwick è stata, assieme a Judith Butler, una delle matriarche della teoria queer. Le loro opere più famose, "Epistemology of the closet" e "Gender Trouble", capisaldi del filone teorico anti-identitario, sono entrambi datati 1990 - la prima irrompendo nel terreno della sessualità, l'altra nel genere, arrivando a osservare persino i corpi come fenomeni narrativi e performativi. Gli studi e le pratiche queer, che da allora hanno cominciato a diffondersi, hanno colpito al cuore la tradizionale critica liberal e di sinistra, bianca e maschile, ammutolito il mainstream gay, sparigliato le carte del pensiero della differenza, perno del femminismo.

finalmente tradotto per l'editore Carocci da Federico Zappino, che ha scelto come titolo "Stanze private", ampliando così la sensazione del closet rispetto all'antico, piccolo e buio armadio. Il fatto che il libro arrivi qui dopo tanto tempo sembra quasi raccontare il cortocircuito tra testo e contesto italiano, «il ritardo generale nell'ingresso di tanti lavori sulla sessualità e le ricerche più radicali», riflette l'anglista Silvia Antosa, esploratrice del corpo letterario di Jeannette Winterson e autrice qui della prefazione.

pesantemente ossessionata dal binarismo, come un codice di ordine e di igiene sociale e culturale. In questa forbice dentata un posto centrale lo assume la coppia «omo/eterosessuale». Così, le porte del closet, cioè l'armadio dove si vive l'auto-occultamento gay, si aprono e si chiudono come un marchingegno spettacolare di de-costruzione del discorso pubblico e dei suoi sottintesi. Analizzare quel passaggio è come entrare tra i meccanismi di una pedaliera autoritaria, in quello che la studiosa definisce «panico». Significa avventurarsi anche nell'altro binario, «insolubile e pericoloso» (come scrive Zappino) tra essenzialismo e costruttivismo, ovvero la genesi delle identità, in quel campo minato e seminato da biologia e biografia.

un'asimmetria vertiginosa, che l'autrice viviseziona prima con una serie di «assiomi» a mo' di lunga prefazione e poi immergendosi tra le pagine più intense della letteratura di fine Ottocento, come una chirurga nel firmamento dell'immaginario omosessuale. Da James a Proust, da Wilde a Billy Budd fino ai terreni accidentati di Nietzsche, Sedgwick si interroga, pagina dopo pagina, figura dopo figura, «con la sua scrittura densa ed opaca e quel suo modo, così poco anglosassone, di reiterare i concetti, per moltiplicare i significanti ed i significati», rileva Silvia Antosa. «Utilizza una pluralità di lenti, curvandole per leggere il mondo», aggiunge Zappino. «In questo modo, 'Stanze private', nato come testo di critica letteraria, ha assunto un profilo intensamente politico».

California, dove la Sedgwick aveva insegnato. Per l'occasione, a qualche mese dalla sua scomparsa, l'autrice aveva scritto una nuova prefazione, raccontando quella sorta di infinito Ottocento, alimentato proprio dal binarismo omo/eterosessuale. Trent'anni fa, raccontava, non solo un intero catalogo di pratiche sessuali, sotto l'etichetta «sodomia», era ancora fuorilegge nella metà degli Stati Uniti, ma l'apocalisse dell'Aids aveva riformulato nuove segregazioni e legami sociali. Così si può comprendere il perché di quel libro, destinato ad aprire a dismisura lo sguardo, a lei e a noi. Scriveva la Sedgwick nel 2008: «In quel regno ancora senza etichette della teoria queer, quando mi scoprii collocata in una relazione obliqua rispetto all'identità disvelata, quella posizione mi sembrò troppo irresistibile per rinunciarvi».

************** ****************

MUSICA

Ipek

Originaria dell?Anatolia, nata e cresciuta a Berlino, è una musicista lesbica, femminista, attivista radicale, tedesca ma turca, immigrata di seconda generazione, musulmana.

di Cecilia Dalla Negra

?Piacere, sono Ipek?, che come biglietto da visita potrebbe anche bastare. Quello vero, piccolo e squadrato, lascia intendere già dalla grafica che il personaggio è complesso, e ci sarà da scavare. Sullo sfondo di un cielo conturbante si stagliano, accanto, i minareti di Istanbul e il Fernsehturm di Berlino, la basilica di Santa Sofia e l?angelo di Alexanderplatz. Un mix di immagini e culture, suoni e colori, che sono punto di arrivo e di inizio insieme per conoscere e comprendere il sound, ma anche l?anima, di una dj che ha spiazzato il panorama musicale internazionale grazie all?immediatezza della propria complessità. Ipek Ipekçioglu, 38 anni, originaria dell?Anatolia ma nata e cresciuta a Berlino, è una musicista lesbica, femminista, attivista radicale, tedesca ma turca, immigrata di seconda generazione, musulmana. E una donna, ?almeno biologicamente?, ti dice sorridendo. Ha rivoluzionato il panorama della fusion internazionale, imponendosi all?attenzione della critica per il suo stile assolutamente innovativo, che unisce le sonorità tipiche del Bosforo all?elettronica, il pop turco ai suoni tradizionali curdi, in una lunga linea musicale che parte dall?underground di Berlino per arrivare fino all?estremo oriente. È l?Eklektik Berlinistan, come lei stessa ha battezzato il suo genere, indefinibile e potente proprio perché capace di armonizzare suoni, culture e identità tanto diverse tra loro, per un risultato finale spiazzante e coinvolgente. Molto apprezzato dalla critica, il suo primo lavoro - Beyond Istanbul ? Underground Grooves of Turkey - è stato scoperto e premiato in Germania, facendo poi il giro del mondo. Quando la incontriamo, in occasione della festa per i 20 anni della Ong ?Un Ponte per??, Ipek sta fumando una sigaretta su un prato e si sistema il trucco prima della performance che chiuderà la serata. A sorprendere è la sua simpatia immediata, una spontaneità fresca e rilassata che lascia intravedere, con uno sguardo, la complessità dei suoi mondi interiori.

Dj di professione, femminista, lesbica, tedesca ma immigrata turca di seconda generazione, musulmana. Come riesci a conciliare tutti questi aspetti?

Cercando di essere semplicemente ?Ipek?. Appena qualche anno fa, se mi avessero chiesto di definirmi, avrei elencato una lunga serie di categorie finendo per dimenticare me stessa. Oggi credo che dire solo ?Ipek? riassuma in sé le tante sfaccettature del mio essere. È il paradosso imposto dalla società, che ha bisogno di darti una definizione chiara quando ti percepisce come altro da sé: così inizi a domandarti chi sei, a cercare etichette che possano essere esaustive. Diventando la donna che sono ho sentito di essere straniera sia rispetto alla società tedesca che alla comunità turca in cui sono cresciuta, così come dalla cultura eterosessuale dominante in entrambe. Ho fatto un lungo percorso che mi ha portato a compiere quello che chiamo il grande coming out, e che mi ha reso la persona che sono oggi. Semplicemente ?Ipek?, figlia di molte culture, attraversata da diverse tradizioni, in qualche modo un prodotto di questo mondo globalizzato. Mi piace pensare che sia un modello da esportare per uscire dalla gabbia esotica delle etichette necessarie.

Con la tua arte hai scelto di unire generi infinitamente distanti. Che significato ha per te?

La mia musica rispecchia esattamente la persona che sono. È influenzata dai tanti patrimoni culturali che mi porto dentro, che ho ereditato dalla mia famiglia e che ho acquisito vivendo. Non ho voluto fermarmi né limitarmi ad un solo genere perché la mia identità è influenzata da numerosi background distanti tra loro, che tento di armonizzare in un sound che è anche narrazione della mia vita. Combinando influenze diverse mostro la mia identità complessa e cerco di raggiungere tante comunità: da quella araba a quella nord europea, attraversando il mondo lesbico e lgbt in modo trasversale tra generazioni.

C?è un messaggio in particolare che cerchi di veicolare attraverso le tue performance?

Uno solo: il valore della differenza. Con la mia musica ed il mio modo di essere cerco di esprimere il concetto che le diversità, se comprese e vissute, non tolgono niente ma anzi arricchiscono la società. Essere eclettici e rifiutare le definizioni è una cosa bella, oltre che divertente.

Fonte: http://www.noidonne.org/articolo.php?ID=03610

***********

MEDICINA DI GENERE - SALUTE E SESSISMO

- alfagamma71@yahoo.it (da femminismo a sud) segnala questo libro sulla medicina di genere e gli effetti della discriminazione sessista sulla salute delle donne.

Jones: http://www.galileonet.it/articles/4cab3b6e72b7ab4890000021

adriana (impizada@gmail.com) risponde: il libro è interessante, anche se il taglio giornalistico a mio avviso lo rende un po' superficiale. sullo stesso argomento, per chi non lo avesse già letto, segnalo è il link al documento del ministero della salute: primo rapporto sui lavori della commissione "salute delle donne". è del 2008. dire preoccupante è dire niente.

http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_764_allegato.pdf

Orgasmo femminile inutile: http://www.repubblica.it/scienze/2011/09/13/news/orgasmo-21626960/

La donatrice dimenticata fra scienza e ingiustizia: http://www.repubblica.it/scienze/2011/09/18/news/henrietta_lacks-21846680/?ref=HREC2-5

qui di seguito le proposte di temi fatte da Laura Corradi per il ciclo sul genere e la salute...:

- Violenza come emergenza salute per le donne a livello globale

- Le donne e gli infortuni sul lavoro

- Dimensioni di genere dell’uso, abuso e maluso dei farmaci

- Donne e salute mentale (depressione, ansia, schizofrenia)

- Lavoro domestico e disagio psichico

- Prevenzione: la salute ambientale

- Abusi sessuali nell’infanzia e problemi gastroenterologici

- Donne che amano le donne: salute e prevenzione

- Chi si cura delle erogatrici di cura? (progetto europeo – ricerca di tre anni conclusa ora – Anna Maria D’Ottavi)

- Disordini alimentari (bulimia, anoressia, binging)

****************

ALTRE IDEE

- Corso di Genere - Rossella Ghigi: la rappresentazione della donna nei media italiani http://vimeo.com/15284765

- http://www.manufattidonnerom.it/

- Igiaba Sciego, la mia casa è dove sono

- http://www.badholevideo.com/2007/11/05/il-pacchetto-badholico/

- Lady Radio - E' un programma di informazione femminista: ogni sabato dalle 18.30 alle ore 20.00 su RadioLina. Potete ascoltare lo streaming via web a partire da Qui e potete chattare in diretta sul canale irc dedicato.

- http://www.radiodelledonne.org/

- consiglio vivamente un libro: "Non è un paese per vecchie" di Loredana Lipperini, ed. Feltrinelli, prezzo non lo so perché me l'hanno regalato e la cifra è elegantemente coperta da un adesivo. Parla della condizione degli anziani e in particolare delle donne, del concetto di "vecchiaia", con verità, falsità, pregiudizi, e dell'Italia com'è conciata anche in questo campo. E' modernissimo come impianto, raccoglie molte idee ed opinioni dalla parte più fluente della comunicazione attuale, ossia il web. Parla di vita, di morte, di moda, di estetica, di società, insomma un po' di tutto ma non a volo superficiale, bensì allo scopo di andare in profondità nel discorso, con uno sguardo sempre molto tagliente e personale. Mi è davvero piaciuto. Un saggio avvincente che si legge d'un fiato.

mflaagenda (last edited 2012-03-06 18:00:39 by anonymous)