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COMUNICATO STAMPA

Dichiarazione di Paolo Cagna Ninchi, presidente del Comitato promotore nazionale LA GIUSTA CAUSA: incontriamo la CGIL, abbiamo gli stessi obiettivi, il referendum che proponiamo vanifica la deroga del governo sull’articolo 18.

“La forte iniziativa assunta dalla CGIL in difesa dei diritti e delle tutele nei luoghi di lavoro con una straordinaria campagna di mobilitazione ci pone nella condizione di intervenire: entro la prima settimana di agosto consegneremo le firme necessarie per due referendum che saranno votati nella primavera del 2003 e che riguardano proprio il tema centrale del confronto politico e sindacale: i diritti nei luoghi di lavoro. L’iniziativa referendaria sugli articoli 18 e 35 dello Statuto dei lavoratori, promossa da delegati, docenti, giuristi, uomini della cultura e sostenuta da forze politiche e sociali, associazioni e personalità della società (sinistra DS, Rifondazione, Verdi, FIOM, sinistra CGIL, Social Forum, sindacati extraconfederali, ATTAC Italia, ecc) ha un obiettivo chiaro e costituisce uno strumento efficace. L’obiettivo è quello di estendere a tutti le tutele dell’articolo 18 contro i licenziamenti ingiustificati e i diritti democratici essenziali (assemblea, bacheca sindacale). L’efficacia dello strumento consiste prima di tutto nel fatto che abrogando gli attuali limiti si rende immediatamente e automaticamente operativa la norma che estende a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori diritti e tutele; in secondo luogo assorbe il decreto del governo che propone la deroga all’applicazione dell’articolo 18. Questo è un punto importante, perché il referendum sull’art. 18 nel caso di esito positivo travolge automaticamente la ipotesi di “deroga”. Ma vi è un secondo profilo che dà forza espansiva al referendum estensivo. La Corte costituzionale con sent. N. 68 del 1978 ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 39 della legge n. 352 del 1970, nella parte in cui “non prevede che ove l’abrogazione delle leggi sottoposte a referendum venga accompagnata da altra disciplina della stessa materia, che non modifichi né i principi ispiratori della complessiva disciplina preesistente, né i contenuti essenziali dei singoli precetti, il referendum si effettui sulle nuove disposizioni legislative”. Quindi se “prima della data di svolgimento del referendum” estensivo dell’art. 18 fossero emanate leggi con ulteriori limitazioni alla applicazione di tale norma, la Corte di Cassazione potrebbe “trasferire” il quesito, includendovi la nuova legislazione. Perciò da un lato rivolgiamo un appello a sostenere i nostri referendum a tutti coloro che condividono l’impegno a estendere i diritti e le tutele nei luoghi di lavoro, uno dei pilastri fondamentali di una moderna democrazia, dall’altro, poiché riteniamo utile un confronto sugli strumenti per raggiungere un comune obiettivo, rinnoviamo la nostra disponibilità a un incontro con la segreteria nazionale della CGIL”.

ilano, 25 giugno 2002

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