Roma 13/12/2005

All'attenzione del Magnifico Rettore Renato Guarini.

Piattaforma delle ricercatrici e dei ricercatori precari

dell'Università "La Sapienza" di Roma - Associazione PRECAT

Le ricercatrici ed i ricercatori precari intervenuti in assemblea chiedono di avviare con il Magnifico Rettore Renato Guarini e con l'amministrazione dell'Ateneo "La Sapienza" di Roma una trattativa aperta a tutti coloro che a vario titolo lavorano all'università in

qualità di docenti e ricercatori in maniera temporanea e non strutturata: assegnisti di ricerca, contrattisti co.co.co. e co.pro., borsisti, professori ed esercitatori a contratto, lettori, dottorandi.

Le rivendicazioni dei precari universitari sono state raccolte nelle seguente

Piattaforma

1. Reclutamento.

Ritenendo impensabile per il buon funzionamento dell'ateneo, per la qualità della didattica e dei servizi agli studenti e per la programmazione scientifica della ricerca che larga parte del personale docente e ricercatore sia precario, i ricercatori precari ritengono che si debba privilegiare largamente il reclutamento di nuovi ricercatori a tempo indeterminato, rispetto ai passaggi di fascia ed all'impiego ulteriore di personale precario.

A tal fine chiediamo:

- che una quota del Fondo di Finanziamento Ordinario venga vincolata alle assunzioni di personale a tempo indeterminato, invertendo così la tendenza alla precarizzazione creatasi negli ultimi anni e permettendo l'assimilazione del precariato in maniera ordinaria e ciclica.

- che l'Ateneo impedisca che nelle facoltà si possa surrogare alle tipologie contrattuali non-strutturate funzioni che dovrebbero essere svolte dal personale di ruolo. La stabilizzazione del personale deve essere il criterio preferenziale per adempiere all' attività didattica e di ricerca necessarie per il buon funzionamento dell'università.

- che si vincolino le risorse derivate dai pensionamenti del personale docente e ricercatore a tempo indeterminato, dall'abolizione del collocamento fuori ruolo (art.1 co. 17 DDL Moratti), nonchè dalla facoltà di destinare il 5 per mille alla ricerca (proposta Legge Finanziaria 2005) al reclutamento di nuovo personale a tempo indeterminato.

2. Rappresentanza.

Pur costituendo più di un terzo del personale i ricercatori precari non sono ammessi negli organi decisionali e amministrativi preposti dell'ateneo, delle facoltà dei dipartimenti e degli istituti di ricerca con diritto di voto. In rari casi in cui tale rappresentanza viene concessa è solamente a titolo consultivo. Un coinvolgimento dei precari nella gestione e nelle decisioni negli ambiti in cui prestano servizio non è previsto dallo statuto dell'ateneo.

I precari dell'università rivendicano il diritto ad essere rappresentati con diritto di voto e non solo a titolo consultivo in tutti gli organi di ateneo e chiedono perciò che lo statuto

dell'ateneo venga adeguato di conseguenza.

3. Uniformità dei diritti del lavoro.

L'elevato numero di contratti di lavoro parasubordinato (nell'università "La Sapienza" il precariato è esclusivamente parasubordinato), l'assenza delle tutele previste per il personale strutturato, la scarsa capacità di controllo sulla propria situazione lavorativa e l'inesistente possibilità d'intervento (nessuna rappresentanza sindacale, nessuna rappresentanza amministrativa) rendono possibili numerose inequità nel trattamento di lavoratori che svolgono le medesime mansioni nei medesimi luoghi e una serie di violazioni (pagamenti tardivi, anche di anni, omissioni ed imprecisioni nel versamento dei contributi all'INPS, assicurazioni sul lavoro a carico del lavoratore, aumenti non retribuiti e via dicendo). Per ovviare a questa grave situazione di disparità si chiede

all' ateneo di provvedere a garantire diritti minimi a tutti i lavoratori precari, indipendentemente dalle tipologie contrattuali. In particolare chiediamo che le seguenti tutele previste nei contratti più evoluti, ovvero di tipo subordinato, vengano estese a tutte le altre forme contrattuali:

3.1 Maternità

Per i contratti in cui la maternità è a carico dell'INPS (ad esempio co.co.co. e assegni di ricerca) le ricercatrici possono andare in maternità ma con uno stipendio decurtato del 20% e versato vari mesi in ritardo (dall'INPS di Roma anche più di un anno!).

Sulla linea di quanto alcuni istituti di ricerca già fanno (per esempio l'Istituto Nazionale di Fisica della Materia), si chiede che l'ateneo si faccia carico di anticipare gli stipendi

durante la maternità e di integrare il 20% mancante. Nei casi in cui sia prevista solo la sospensione del contratto, invece, si richiede l'istituzione di un fondo preposto che copra, per l'intero periodo di maternità, l'intera retribuzione.

La durata del rapporto di lavoro deve essere prorogata di un periodo pari alla durata del congedo fruito.

3.2 Malattia ed infortunio.

Per quanto riguarda la sospensione del rapporto lavorativo in caso di malattia o infortunio chiediamo

- che la malattia e l'infortunio del ricercatore precario non comportino l'estinzione del rapporto contrattuale. Durante le assenze per malattia od infortunio, documentate nelle forme previste per il personale strutturato, il rapporto è sospeso e l'Ateneo eroga al

lavoratore un'indennità di importo pari al proprio salario.

- che l'ateneo si faccia carico della copertura dei periodi di assenza per malattia, infortunio ed altre comportanti l'impossibilità temporanea della prestazione.

- che la durata del contratto sia prorogata per un periodo pari alla durata dell'assenza e che al ricercatore venga corrispoto per intero il proprio salario.

3.3 Previdenza.

I contributi dei lavoratori parasubordinati vengono versati nel fondo INPS a gestione separata, nella pratica un pozzo nero nel quale vengono buttati i contributi pensionistici di gran parte dei precari, difficilmente recuperabili per una ricostruzione della carriera in caso di assunzione a tempo indeterminato, a meno di non versare altri

soldi.

In attesa che il legislatore ammendi questa vergognosa anomalia che riguarda oramai milioni di lavoratori (non più giovani) italiani chiediamo all'Università "La Sapienza per lo meno uno sforzo responsabile per evitare ulteriori ritardi e ambiguità nel versamento dei suddetti contributi INPS, ottemperando con la massima sollecitudine al versamento di tali oneri (che per molti lavoratori non risultano da anni).

Riteniamo insoddisfacenti le risposte finora avute dall'amministrazione dell'ateneo in proposito (Ufficio Stipendi).

3.4 Sicurezza sul lavoro.

Richiediamo che per tutti coloro che svolgono attività lavorativa all'interno dei locali dell'università sia stipulata un'assicurazione contro malattie, infortuni e danni a terzi, sempre a carico dell' ateneo, delle facoltà o dei dipartimenti in cui tale attività viene

svolta e mai a carico dei singoli lavoratori.

Chiediamo inoltre, laddove ciò non avvenga, la pronta e capillare iscrizione al servizio di medicina occupazionale in tutti gli ambiti lavorativi e per tutte le figure contrattuali.

3.5 Trasparenza e anagrafe dei lavoratori precari.

Chiediamo che l'ateneo istituisca un'anagrafe dei lavoratori non dipendenti impegnati in attività di ricerca e di didattica attraverso la quale sia conoscibile al pubblico il numero delle collaborazioni (assegni di ricerca, borse di studio, co.co.co., co.pro., professori a contratto), i loro dipartimenti di afferenza ed il contenuto dei progetti di ricerca e/o didattica.

Chiediamo inoltre che sia istituito un apposito ufficio con il compito di informare dei propri diritti tutti i lavoratori precari, con qualsiasi forma contrattuale.

3.6 Strutture, attrezzature.

I precari necessitano ai fini dello svolgimento delle loro attività di ricerca delle strutture e delle attrezzature dell'Ateneo e di usufruire dei servizi a disposizione del personale strutturato secondo le regole vigenti nella struttura stessa.

Chiediamo

- che l'Ateneo, le Facoltà, i Dipartimenti mettano a disposizione dei titolari di contratti precari locali idonei ed adeguatamente attrezzati.

- che sia garantito il libero accesso e l'agibilità alle strutture ed ai servizi universitari.

3.7 Servizi.

Chiediamo che l'Ateneo metta a disposizione anche dei lavoratori precari i servizi che mette a disposizione del personale strutturato (asilo, parcheggio, mense, buoni pasto) con modalità analoghe.

4. Minimo salariale e parità di salario.

Rileviamo che in molti casi la retribuzione non dipende dal tipo di mansioni svolte e dall'esperienza acquisita ma è assolutamente arbitraria (addirittura anche nei casi in cui sia prevista per legge una "forchetta", vedi assegni di ricerca), ovviamente a ribasso.

Chiediamo

- che i contratti stipulati, quale che sia la tipologia, non possano scendere sotto un minimo determinato che aumenti con l'esperienza di servizio. Inoltre, persone che assumono incarichi di pari responsabilità e mansioni devono essere pagate allo stesso modo.

- che sia rispettata la regolarità dei pagamenti e che il primo stipendio sia erogato dal mese della presa di servizio.

In particolare

4.1 Assegnisti di ricerca.

Chiediamo che tutti i titolari di assegni di ricerca ricevano, senza ulteriori proroghe e con tutti gli arretrati, l'aumento previsto per decreto dal MIUR (scorso febbraio 2004) che alza la retribuzione minima a 16.138 euro all'anno. Rileviamo, infatti, che tra coloro già in servizio presso i dipartimenti dell'ateneo con un assegno di ricerca al momento del decreto non tutti hanno ancora ottenuto tale aumento. Vorremmo poi capire come si comporta l'ateneo in caso di assegni cofinanziati.

Chiediamo che tutti coloro, che per qualsiasi ragione, di bilancio e di inottemperanze amministrative, non ricevano o non abbiano ricevuto per un periodo alcuna retribuzione, ottengano senza ulteriori ritardi il compenso loro dovuto con tutti gli arretrati (vedi, ad esempio, Assegnisti di Ricerca nelle Facoltà di Economia, Ingegneria, Scienze M.F.N. (dipartimenti di Matematica, Fisica, Chimica, Scienze della

Terra), Architettura e nel dipartimento di Scienze Demografiche).

Chiediamo che tutti gli assegnisti aventi diritto, previa valutazione positiva del loro operato, al rinnovo del contratto (formula "2+2 o altro) possano ottenere tale rinnovo, senza ulteriori rinvii o rifiuti per "cause di bilancio. L'unica motivazione per il mancato

rinnovo deve essere (come previsto dai bandi) per motivi di merito.

4.2 Professori ed esercitatori a contratto.

I docenti a contratto vengono retribuiti nei modi e nei termini più disparati, così come arbitrario è il loro "reclutamento". In moltissimi casi la retribuzione avviene l'anno successivo alla prestazione del serizio, se avviene. Esistono contratti che prevedono

che il compenso possa saltare per cause di bilancio, ci sono docenti precari che insegnano ed esaminano senza contratto (pagati al nero o non pagati), non tutti hanno la titolarità del corso, pochi possono partecipare alle riunioni sulla didattica e quando possono non hanno diritto di voto sulle decisioni prese. Infine i professori e gli

esercitatori a contratto non hanno nessun diritto e nessuna tutela in caso di malattia, infortunio, maternità.

Chiediamo

- che i docenti a contratto vengano sempre retribuiti e che si vigili sulle violazioni.

- che sia istituito un compenso minimo sotto al quale diventi illegittimo appaltare corsi ad esterni e che si prevedano sanzioni.

- che tale compenso sia erogato come un salario, versato mensilmente e a partire dallo svolgimento del corso, anzichè con molti mesi di ritardo o, addirittura, l'anno seguente.

- che le facoltà o i dipartimenti interessati prevedano una quota di bilancio vincolata per la retribuzione di tali compensi al momento dell'attivazione del corso e del bando del posto.

4.3 Contrattisti co.co.co. e co.pro., borsisti, post-doc

I vecchi contratti di collaborazione coordinata e continuativa ed I nuovi contratti a progetto sono spesso una scappatoia per assumere dottori di ricerca al salario di un dottorando (827 euro netti mensili) o addirittura meno, così come le borse post-dottorali.

Chiediamo che lo statuto della sapienza preveda che chi ha già conseguito il dottorato debba stipulare contratti che prevedano un compenso più alto, il cui minimo annuo non possa essere inferiore a quello di un assegno di ricerca (16138 euro annui).

5. Didattica.

La recente riforma dell'ordinamento della didattica, (laurea magistrale e laurea specialistica), ha moltiplicato e spezzettato I corsi universitari, senza al contempo assumere nuovo personale strutturato in maniera adeguata.

Ciò ha inevitabilmente aumentato esponenzialmente la già radicata tendenza a precarizzare i corsi, tutto a scapito degli studenti, oltre che degli stessi insegnanti. I docenti a contratto, usati per avviare i nuovi corsi e tenere in esistenza i vecchi, non possono infatti garantire nessuna continuità, non possono dare sbocchi di ricerca ai propri studenti (ad esempio con l'assegnazione di dissertazioni e tesi di laurea), sono spesso obbligati a tappare i buchi con insegnamenti che variano di anno in anno, anche in facoltà od in città diverse, richiedendo una capacità di adattamento formidabile, svilendo la professionalità dei docenti e dequalificando

l'offerta formativa, loro malgrado.

Chiediamo

- che i corsi appaltati ad esterni ed a personale precario siano drasticamente ridotti ad una minima parte dei corsi previsti nei corsi di laurea, per non abbassare ancora di più la qualità della offerta didattica, e che l'ateneo fissi, da statuto, una soglia percentuale del 10% oltre la quale sia impossibile impiegare personale precario nello svolgimento della didattica.

- che i docenti a contratto, oltre ad essere rappresentati negli organi di istituto nei quali insegnano (vedi punto 1), abbiano la titolarità dell'insegnamento, che i titolari di contratti con esclusivi compiti di ricerca possano svolgere attività didattica, nei limiti di compatibilità con la ricerca svolta, solo formalizzando la loro attività didattica per mezzo di contratti di insegnamento o tutoraggio e che siano retribuiti addizionalmente in proporzione all'impegno concordato.

6. Dottorato.

Chi deve svolgere un processo di formazione, portando avanti al contempo un progetto di ricerca originale in soli tre anni, ha diritto ad un compenso regolare ed adeguato alle sue mansioni. La non retribuzione o la retribuzione procacciata dai singoli studenti in enti di ricerca o in ambito privato dequalifica il dottorato e condiziona la libertà di formazione e di ricerca.

Chiediamo, perciò, che non si bandiscano posti di dottorato senza borsa. Nei casi in cui esistano enti pubblici o privati interessati a finanziare borse di dottorato, queste borse aggiuntive rispetto a quelle del MIUR dovranno essere incluse in sede di bando dai dipartimenti.

Sebbene l'ottenimento di tali garanzie sia prioritario nell'immediato, ribadiamo che il nostro obiettivo primario è il reclutamento per mezzo di concorsi ordinari, da parte dell'Ateneo "La Sapienza", del personale giudicato necessario al proprio funzionamento e la eliminazione del precariato.

ASSOCIAZIONE PRECAT (PRECARI ATTIVI)

DEGLI ATENEI E DEGLI ENTI PUBBLICI DI RICERCA DI ROMA

Per informazioni:

Luca Leuzzi - Facoltà di Scienze. Tel. 06-49913120, Cell. 333-7236191.

Giuseppe Allegri - Facoltà di Giurisprudenza. Cell. 339-3184550.

Marzia Barberi - Facoltà di Medicina. Cell. 338-3160765

Marco Binotto - Facoltà di Scienze della Comunicazione. Cell. 347-7519842

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