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---- CAROVANA INTERNAZIONALE COLOMBIA 23-24 GIUGNO Il 23 Giugno le delegazioni internazionali si sono divise nelle 5 citta obiettivo della Carovana . Saravena ARAUCA, Medellin ANTIOQUIA, Barranquilla ATLANTICO, Bucaramaga e Barrancabemeja-SANTANDER, Cali VALLE del CAUCA, Bogota - CUNDINAMARCA. La delegazione italiana ha partecipato alle visite che si sono realizzate a Medellin, Saravena, Barrancabermeja. MEDELLIN: Citta industriale di 1.200.000 abitanti circa, a 400 Km da Bogota, in una regione interessata dal megaprogetto del canale di collegamento transoceanico. Il Sindacato ci spiega che, unalleanza tra imprenditori e borghesia locale (Chiamata SINDACATO ANTIOQUIEÑO) condiziona e determina tutte le scelte in campo politico, economico e sociale. A Medellin piu di 100.000 persone vivono senza luce e acqua. Alla fine del 2002 La COMUNA 13, quartiere alla periferia della citta, venne attaccato dallesercito e dalla polizia nelloperazione ORION, attuata per sradicare una comunita autoorganizzata e impegnata socialmente e politicamente. Ci furono scontri durissimi con bombardamenti, feriti, arresti e con lingresso di gruppi paramilitari che ora controllano militarmente il quartiere. In queste due giornate abbiamo incontrato istituzioni locali e comunita organizzate :  DEFENSORIA DEL PUEBLO Introdotta con la costituzione del 1991, ha il compito di promuovere il rispetto dello stato di diritto, raccogliere indicazioni e denuncie che provengono dalle organizzazioni sociali. Non ha potere esecutivo o coercitivo, si limita quindi a raccogliere le denuncie, svolgere proprie indagini e girare le conclusioni alla Procuradoria che apre eventualmente i provvedimenti giudiziari in sede civile, o alla Fiscalia General (Penale). Dallincontro, al quale hanno partecipato anche rappresentanti delle organizzazioni di desplazados, e uscito un quadro desolante. La Defensoria del Pueblo ignora la maggior parte delle denunce, inoltre il Governo ha tagliato i finanziamenti. Questo e un elemento molto importante in quanto la Defensoria fornisce gli avvocati dufficio per seguire le cause o le denuncie presentate. Dopo il taglio dei fondi pubblici, gli avvocati sono destinati solamente alle persone gia in carcere, rendendo cosi impossibile qualsiasi intervento su cause o denunce civili (ad es. Un contenzioso tra impresari o multinazionali e comunita contadine). SINTRAEMDES Sindacato delle imprese pubbliche di Medellin (Acqua ed energia). L80% delle sue sezioni regionali sono sotto la pressione di gruppi paramilitari. Nel corso della sua storia sono stati assassinati 50 sindacalisti. Limpresa che finanzia i gruppi paramilitari e politicamente impegnata nella riduzione degli investimenti per opere pubbliche. Lobiettivo e quello di concentrare questi investimenti allestero, nella realizzazione, ad esempio, di una centrale idroelettrica tra PANAMA e NICARAGUA. FABBRICA OCCUPATA GACELA Fabbrica occupata nel 1998, da quando, con linasprirsi della crisi della produzione della plastica, lazienda venne messa in liquidazione. Negli anni 80 occupava 670 persone. Venne chiusa nel 1998, quando ormai rimanevano 154 dipendenti. Con loccupazione i Lavoratori hanno cercato di dare una risposta al problema del proprio sostentamento e allimpossibilita di potersi permettere una casa. Attualmente lo stabilimento e occupato da almeno 10 famiglie, le quali sopravvivono attraverso una panetteria, un chiosco e un ristorante aperti allinterno della fabbrica. COCA COLA Iniziativa davanti ai cancelli della COCA COLA FEMSA di Medellin e incontro con Lavoratori e sindacalisti della fabbrica. Un momento interessante per ribadire la necessita del Boicottaggio. Attualmente COCA COLA occupa 245 lavoratori, di cui 160 operai e 85 amministrativi. Gli affiliati al sindacato sono 74. Vi sono enormi differenze salariali tra Lavoratori fissi e Temporanei. Altri 822 dipendenti sono impiegati nel settore della distribuzione. COMUNITA DESPLAZADAS - Visita alle comunita La Mano de Dios La Cruz La Honda dove vivono: desplazados, esclusi ed emarginati. La repressione dei gruppi paramilitare e delle forze statali si concentra sopratutto contro le comunita maggiormente organizzate. Molti degli abitanti di queste comunita arrivano dalle Regioni di URABA e del CHOCO dove sono stati cacciati dai gruppi paramilitari con omicidi, intimidazioni e violenze. SARAVENA: la citta appartenente alla provincia di Arauca prende il nome dalla regione cui appartine, la quale si trova al confine con il Venzuela. La citta di 40.000 abitanti e situata in una delle zone dove il conflitto in atto nel paese si e da qualche anno intensificato, al punto che e possibile parlare di una vera e propria zona di guerra, le strade di collegamento regionale sono tutte presidiate dallesercito con continui posti di blocco, i quali fermano tutti i veicoli in transito attuando perquisizioni e controllo dei documenti e dove vige un non dichiarato coprifuoco dalle 18.00 alle 6,00 del mattino. Al momento il centro della citta e sostanzialmente blindato in un quadrilatero ai cui angoli, posti di blocco permanenti con fortificazioni di sacchi di sabbia, impediscono laccesso alle persone in gruppi maggiori di quattro e solo dopo stretti controlli e perquisizioni. In queste due giornate ci siamo recati a: PUEBLO NUEVO piccolo villaggio situato tra Arauca e Saravena (per raggiungerlo sono occorse cinque ore di viaggio a causa dei militari) dove abbiamo incontrato le comunita di campesinos provenienti da tutta la zona. Lincontro ci ha commosso tutti per la forza con cui queste genti affrontano la violenza quotidiana, causata dallarroganza dellesercito regolare e piu drammaticamente dalle minacce, sparizioni e uccisioni di campesinos e rappresentati delle diverse organizzazioni sociali, sindacali e politiche messe in atto dai paramilitari. Nella riunione a cui hanno participato piu di 600 campesinos, indigeni e rappresentati, abbiamo raccolto le testimonianze degli abusi subiti e accolto lappello a che esse vengano diffuse al di fuori della Colombia per incrementare un movimento di opinione e protesta internazionali contro lattuale situazione. SARAVENA il giorno successivo ci siamo incontrati con i rappresentanti di organizzazioni sociali, sindacali e politiche provenienti da tutta la regione. In ciascuna di esse vi sono storie di minacce, assassini, desaparesidos, e reclusioni. Laccusa del Governo e di appartenere alla guerriglia. Oltre alla testimonianza sulla persecuzione di cui sono vittime le suddette oragnizzazioni, abbiamo ascoltato le relazioni sulla situazione economica e sociale che si e deteriorata a partire dallapplicazione del Plan Colombia. Il piano prevede due Megaprogetti: 1) La ruta de los Libertadores, una strada che andra a collegare Caracas con Bogota e Kito. 2) Lincremento delle prospezioni petrolifere. Infatti nell84 in Arauca sono stati rinvenuti giacimenti di petrolio. A Caño Limon si trovano dei pozzi attualemente in funzione. Qui si e insediata una colonia Nordamericana e per un raggio di venti chilometri i controlli sono ancor piu rigidi. Il tempo massimo di percorrenza della zona e di venti minuti. Petrolio, strade di collegamento, sfruttamento delle risorse idriche, costituiscono la causa primaria di tutti questi tragici fenomeni (sfollamento, violenza, uccisioni ecc.) che, come le delegazioni hanno constatato, interessano tutto il territorio Colombiano. BARRANCABERMEJA/YONDO/BUCARAMANGA: BARRANCABERMEJA : ela capitale petrolifera della Colombia e ospita movimenti sociali di massa e dalla grande froza dimpatto. Nel 2000 e stata sottratta dal parziale controllo della guerriglia e occupata dai paramilitari legati a doppio filo con lindustria petrolifera. Loccupazione paramilitare continua nonostante la presenza formale della forza pubblica. Barrancabermeja e lesperienza pilota della gestione paramilitare del potere. Nonostante le violenze e i massacri, selettivi e generalizzati, la USO (il sindacato dei lavoratori del petrolio) e riuscito a portare avanti uno sciopero di 37 giorni e a organizzare grandi cortei di protesta, ottenendo un ridimensionamento del progetto di privatizzazione dellEcopetrol. BARRANCABERMEJA : Il 23 Giugno la carovana internazionale si e recata a Barrancabermeja, dove ha incontrato i lavoratori dellUSO e della CUT(Central Unitaria de los Trabajadores) e le organizzazioni sociali coordinate nel Foro Social del Medio Magdalena. Abbiamo avuto loccasione di ascoltare alcune vedove de numerosi sindacalisti uccisi nella cittanegli ulitmi 4 anni. A Barrancabermeja la violenza non e praticata solo contro i leaders sociali ma contro tutta la popolazione: contro gli sfollati,che rappresentano il 70% degli abitanti, e contro tutta la popolazione, che sopporta quotidianamente le vessazioni dei paramilitari, che chiedono imposte alle famiglie e trattengono quote dei salari dei lavoratori. YONDO: si trova in Antioquia, a pochi chilometri da Barrancabermeja, dallaltra parte della riva del Rio Magdalena. Anche a Yiondo i paramilitari esercitano un controllo di fatto del territorio. -A Yondo il 23 Guiigno nel pomeriggio abbiamo partecipato a una riune della giunta, influenza visibilmente dai paramilitari. A Yondo vige la poverta assoluta e si conosce almeno un caso recente di escuzione extragiudiziaria per un furto di pane. Due sindacalisti sono stati uccisi di recente mentre portavano avanti una vertenza contro il municipio. BUCARAMANGA : e la capitale amministrativa del Santander, sede logistica dei paramilitari della regione, ospita impianti dellEcopetrol e un impianto della Cocacola dove i lavoratori subiscono la pressione costante delle AUC. Nello scorso Aprile parte della famiglia di un sindacalista di questo impianto e stata sterminata dai paramilitari. Il 25 GIugno abbiamo incontrato i sindacati e le org. Sociali del paese, anche loro sono vittime della violenza sistematica dei paramilitari. Particolarmente toccante la visita alle favelas abitate dai desplazados , che ci hanno raccontato la loro esperinenza direta dei massacri La delegazione internaziona rientrera a Bogota per chiudere i lavori Venerdi 25 giugno. LA DELEGAZIONE ITALIANA ---- CAROVANA INTERNAZIONALE BOGOTA? 22 GIUGNO Nella seconda giornata la carovana ha incontrato le istituzioni e le forze politiche colombiane. Gli incontri sono stati con: La Fiscalia Generale (la nostra Procura della Repubblica). Il Ministero del Lavoro, dove siamo stati ricevuti dalla Signora Stella Arango, la quale, prima dell?elezione di Uribe era presidente del Collegio di Difesa della Nestle?. Le Ambasciate dei vari Paesi rappresentati nella Carovana. Da notare che l?Ambasciata USA ha accettato l?incontro premettendo che non avrebbe fornito risposte circa i processi in corso negli Stati Uniti contro Multinazionali USA. La delegazione italiana e? stata ricevuta dal Primo Segretario dell?Ambasciata, Dott. Livio Spadavecchia, al quale sono state esposte le ragioni della nostra presenza in Colombia e consegnati gli avvalli ricevuti dalla Carovana e dalle Organizzazioni rappresentate. Per quanto riguarda l?incontro con la Fiscalia della Repubblica, rileviamo che in precedenza le organizzazioni sociali, sindacali ecc. non erano mai state ricevute. Si e? trattato quindi di una prima volta, nella quale si e? messo l?accento sullo squilibrio tra i processi intentati contro le Organizzazioni Sociali e sindacali e i loro Leader e le inchieste aperte per fare luce sui crimini subiti dalle stesse. Le cifre relative ai delitti commessi contro i sindacati parlano di un 99% di casi irrisolti, senza indagini avviate, oppure archiviate per mancanza di prove. La strategia del Governo Uribe vede una persecuzione giudiziara contro i Leader sindacali ma anche contro gli artisti, attraverso il meccanismo della ?Rete degli informatori?, i quali, reclutati dallo stato, hanno il compito di denunciare le attivita? considerate ?sovversive? sulla base della nuova legge antiterrorismo. Gli altri due incontri della giornata sono stati col Polo Democratico Indipendente e con il Frente Social y Politico, il quale aderisce ad Alternativa Democratica. Questi due soggetti si propongono come alternativa al Governo Uribe e al blocco di centro destra, partendo da punti di vista differenti. Il Polo Democratico Indipendente e? una coalizione di 7 partiti e ha recentemente eletto il sindaco di Bogota? Lucho Garzon. I suoi leader sono convinti di dover realizzare un fronte comune con Alternativa Democratica e con i Liberali di Sinistra. E? su posizioni piu? moderate rispetto al FSP. Il Frente Social y Politico, nato nel 2004, aderisce ad Alternativo Democratica, nata quattro anni fa. Questa rappresenta una formazione alla quale partecipano molte organizzazioni storiche della sinistra di classe colombiana: MOIR, Corrente Sociale, Dignitad Obrera, Partito Comunista, Unita? Democratica. Hanno attualmente alcuni parlamentari e si candidano a rappresentare gli interessi del movimento sindacale e sociale, sostenendo un loro candidato, Carlos Gaviria, alle prossime elezioni. Il loro programma politico prevede: Riforma agraria. No all?ALCA e al TLC. Soluzione politica del conflitto e riconoscimento dello stesso come frutto delle contraddizioni esistenti nel paese. Difesa degli interessi e delle risorse nazionali contro lo strapotere delle multinazionali. Lotta alla poverta?. Lotta alle privatizzazioni. I principi espressi nella piattaforma política di Alternativa Democratica, evidenziano le differenze con il PDI, i cui parlamentari hanno votato alcune delle leggi neoliberali proposte dal Governo, come ad esempio la legge che tutela gli investimenti stranieri. All?interno delle organizzazioni che compongono il FSP esistono diverse componenti contrarie al processo elettorale, ritenuto insufficiente a contrastare le gravi contraddizioni del paese e soprattutto lo strapotere dell?oligarchia colombiana e delle multinazionali. LA DELEGAZIONE ITALIANA ---- CAROVANA INTERNAZIONALE Bogota?, 21 Giugno 2004 Sono cominciati oggi i lavori della ?Carovana internazionale per la vita dei lavoratori e delle lavoratrici colombiane? alla quale partecipano 57 delegati di 10 Paesi. La carovana e? promossa dalle Organizzazioni sindacali, sociali, politiche e studentesche colombiane per denunciare lo stato di violenza sistematica operata dall?esercito e dai gruppi paramilitari nei confronti di leader sindacali, contadini, indigeni ma anche della semplice popolazione civile. Durante la prima giornata le varie organizzazioni colombiane hanno fornito un quadro generale della grave situazione del Paese, approfondendo i seguenti temi: ? Relazione tra modello economico mondiale e Colombia. La politica neoliberista mondiale in Colombia si traduce in un?ulteriore involuzione autoritaria e repressiva dello stato; presidenzialismo, rafforzamento dell?apparato paramilitare e vertiginoso aumento delle spese militari rientrano in questo progetto. ? Risorse strategiche, megaprogetti e conflitto. La presenza militare e paramilitare si concentra nelle aree dove il pieno controllo e? indispensabile allo sfruttamento delle materie prime e alla realizzazione di megaprogetti. Esiste inoltre un programma di destabilizzazione dell?intera regione andina finalizzato a creare divisione tra i paesi di quest?area ed evitare che si crei un blocco unitario in grado di contrastare l?egemonia nordamericana. ? La politica di Uribe e il Plan Colombia. In alternativa al processo di pace con la guerriglia, iniziato dall?ex presidente Pastrana, l?oligarchia nazionale in accordo con gli interessi delle multinazionali ha elaborato un piano di annientamento militare dell?avversario, ora promosso dal presidente Uribe. In questo progetto rientrano gli ingenti aiuti militari statunitensi del Plan Colombia. ? Il terrorismo di stato. Vogliamo citare alcuni dati di questa guerra (che lo stato non ha dichiarato), relativi allo scorso anno: 94 sindacalisti assassinati, 4 scomparsi, 156 minacciati e 28 detenuti ingiustamente. Ancora piu? numerosi sono stati i contadini e gli indigeni sfollati e vittime di violenze. Nel pomeriggio la delegazione internazionale ha fatto visita all?ospedale di S. Juan de Dios di Bogota?, che e? stato chiuso nel ?98 e poi occupato dai dipendenti rimasti senza lavoro. Da 6 anni l?ospedale e? un?interessante esperienza di lotta, di vita comunitaria e di rivendicazione del diritto al lavoro, alla casa e alla sanita? pubblica. La Delegazione italiana alla carovana |
14 giugno 2004
Bolivia: Francisco Cortés y los dirigentes campesinos e indigenas bolivianos detenidos son presos políticos
Del 7 al 10 de junio del 2004, se realizo la Mision Internacional Campesina por la Justicia y los Derechos Humanos en Bolivia, integrada por Jose BOVE, vocero de Via Campesina, Rafael ALEGRIA, Coordinacion Internacional Via Campesina, Jean Marc Defilhes de la Confederación Campesina de Francia, Piedad CORDOBA, Senadora de Colombia, Frei Sergio GORJEEN, Diputado del Brasil, Gloria FLOREZ, defensora de derechos humanos y Belen TORRES representante de la organización campesina ANUC-UR de Colombia.
Cese de la persecución contra dirigentes sociales bolivianos y la libertad de los dirigentes campesinos, Francisco Cortés de Colombia, Claudio Ramírez y Carmelo Peñaranda de Bolivia, fueron las exigencias de la Mision Internacional en los encuentros con el Presidente de la República de Bolivia, los Ministros de Gobierno y Asuntos Indígenas, el Viceministro de Justicia, La Corte Suprema de Justicia y la Defensoria del Pueblo.
La Misión afirmó ante los medios de comunicación que en Bolivia se está implementando una estrategia de criminalización de los movimientos sociales mediante la persecución sistemática, las detenciones ilegales, la tortura y los asesinatos selectivos que responde a intereses extrajeros. Sobre estas razones , afirma que Francisco Cortes, Claudio Ramirez, Carmelo Peñaranda y 45 lideres campesinos e indígenas acusados de terrorismo, son presos y perseguidos políticos.
De manera enérgica, la Misión Internacional, resuelve iniciar una Campaña nacional e internacional, acudir a las Naciones Unidas y Corte Interamericana para conseguir la libertad de Francisco Cortes, Claudio Ramírez y Carmelo Peñaranda.
DECLARACIÓN DE LA MISION INTERNACIONAL
Los (as) integrantes de la Mision Internacional Campesina por la Justicia y los Derechos Humanos realizada en Bolivia, del 7 al 10 de junio del 2004 para exigir el cese de la persecucion contra dirigentes sociales bolivianos y la libertad de los dirigentes campesinos, Francisco Cortes de Colombia, Claudio Ramirez y Carmelo Peñaranda de Bolivia, detenidos de manera ilegal, el 10 de abril del 2003 en El Alto, Bolivia.
DECLARAMOS:
Que en Bolivia se esta implementando una estrategia de criminalizacion y judicializacion de los movimientos sociales bolivianos, que busca contener la legitima y justa protesta social, por los derechos humanos, la dignidad, el territorio y la soberania. Esta estrategia se aplica con la persecucion sistematica, las detenciones ilegales, tortura y los asesinatos selectivos.
Que Francisco Cortes, Claudio Ramirez, Carmelo Peñaranda y 45 lideres campesinos e indigenas mas, son presos y perseguidos politicos, en tanto que los procesos juridicos adelantados en su contra, pretenden criminalizar su compromiso social y politico, favoreciendo a intereses nacionales y extranjeros.
Que la Mision constato profundas irregularidades juridicas y graves violaciones a los derechos humanos cometidas contra los ciudadanos Francisco Cortes (colombiano), Claudio Ramirez y Carmelo Peñaranda, entre ellas:
Violaciones a los derechos humanos, al ser sometidos a tratos crueles y degradantes por parte de los funcionarios encapuchados, quienes vulneraron el derecho a la intimidad al ser sacados violentamente de sus dormitorios, semi-desnudos, amarrados y vendados.
Violacion al debido proceso y del principio de presuncion de inocencia, al desarrollarse el allanamiento en compañía de medios de comunicacion que presentaron a Francisco Cortes, Claudio Ramirez y Carmelo Peñaranda como terroristas y narcotraficantes y llevado a cabo en horas ilegales y en una direccion residencial incorrecta.
Violacion del derecho de defensa, en la negacion constante al derecho de peticion de pruebas contemplada en el artículo 7 inciso h) de la Constitucion Politica del Estado y la obtencion de pruebas por parte del ministerio publico y del Juez sin informar con el tiempo debido a la defensa, violando los principios de oportunidad, contradiccion e igualdad juridica.
Violacion de la independencia de poderes, por parte del poder ejecutivo, en particular el ex - Ministro del Interior Yerko Kukoc, al declarar publicamente y en varias oportunidades que Francisco Cortes era terrorista y que disponia de pruebas, invadiendo la orbita del poder judicial.
Violacion al derecho a la vida, la integridad personal, al recluirlo en un penal de alta seguridad destinado para reos condenados de alta peligrosidad, sometido por más de 50 dias a regimen cerrado aislado, limitando la visita de los abogados y su familia y en condiciones infrahumanas por mas de 10 meses, en la cárcel de Chonchocoro, agravando su salud y poniendo en riesgo su vida.
Violacion del Principio de la Territorialidad Penal, al desplazar la competencia del Juez y fiscal de Bolivia a Colombia para fabricar pruebas contra los detenidos sin derecho a la defensa.
Que por lo anterior, la Mision observa con preocupacion la falta de imparcialidad con que opera la justicia boliviana, y las faltas de garantias procesales, por tanto:
SOLICITAMOS:
Al Estado Boliviano, la liberacion de Francisco Cortes, Claudio Ramirez, Carmelo Peñaranda, y la cesacion de todos los procesos juridicos en contra de los presos y perseguidos politicos bolivianos, todos ellos dirigentes politicos y sociales.
A la Defensoria del Pueblo, la elaboracion de un informe defensorial que corrobore las irregularidades en el proceso penal contra Francisco Cortes y otros dirigentes bolivianos.
Al gobierno Boliviano, exprese su voluntad politica para que no se cirminalice la lucha social y politica en Bolivia.
RESOLVEMOS:
Iniciar una Campaña nacional e internacional hasta conseguir la libertad de Francisco Cortes y los compañeros bolivianos, injustamente detenidos o perseguidos..
Realizar acciones em busqueda de justicia ante organismos de Derechos Humanos de Naciones Unidas, y la Organizacion de Estados Americanos.
Constituir una comisión internacional de seguimiento a los procesos juridicos en contra de los movimientos sociales y politicos bolivianos.
Apoyar el fortalecimiento de la comision por la justicia y los derechos humanos en Bolivia, responsable de seguir los procesos, hacer las denuncias que correspondan, relacionar a las instituciones a nivel nacional e internacional a fin de evitar la criminalizacion de los movimientos sociales y hacer defensa intransigente de los que ya están detenidos injustamente solo por ser dirigentes sociales.
FIRMAN:
José BOVE, vocero de la Via Campesina Rafael ALEGRIA, Coordinacion Internacional Via Campesina Jean Marc Defilhes, Confederación Campesina de Francia Piedad CORDOBA, Senadora y presidente de la Comisión de Derechos Humanos del Senado de Colombia Frei Serge GORJEEN, Diputado del Partido de Trabajadores de Brasil, Gloria FLOREZ, defensora de derechos humanos de Colombia Asociacion MINGA Belen TORRES, Asociacion Nacional de Usuarios Campesinos - ANUC UR de Colombia
La Paz, 10 de Junio de 2004
7 giugno 2004
Che ci fa Castaño in Israele? Colombia, voci sulla fuga del capo dei killer paramilitari e su un'intesa Uribe-Sharon-Bush GUIDO PICCOLI Inverosimile, fantasiosa, ma anche molto probabile. L'apparente paradosso del realismo magico colombiano sembra adattarsi anche alla sorte del trentanovenne Carlos Castaño, il leader paramilitarescomparso dopo un misterioso conflitto a fuoco avvenuto il 16 aprile scorso in una fattoria della regione caraibica di Cordoba. Secondo fonti diplomatiche riportate dalla France Presse, Castaño si troverebbe in Israele dove sarebbe arrivato dopo avere transitato, protetto da agenti statunitensi, per il confinante Panama. Sebbene tutti i sospetti padrini di questo possibile intrigo internazionale affermino dinon saperne niente (dalle autorità colombiane fino all'ambasciatore israeliano a Bogotà, Yair Recanati, e al portavoce del dipartimento di Stato Usa), molti indizi fanno pensare che il capo storico delle Autodefensas possa essersi rifugiato nello stato ebraico. Dov'è di casa non solo perché vi ha vissuto più volte da quando aveva 18 e perché possiede terre e appartamenti a Tel Aviv. Nella sua biografia celebrativa Mi confesión, pubblicata tre anni fa, Castaño confessa di essere un fanatico ammiratore del sionismo, di dovere ad Israele parte della sua formazione culturale e dei suoi successi umani e militari, e di avere copiato lo stesso concetto dell'autodifesa armata dagli israeliani.
Un amore peraltro corrisposto. Israele non ha mai fatto mancare il suo appoggio ai più brutali regimi latino-americani e non si è mai fatto scrupolo di fornire armi e assistenza alle formazioni criminali dell'estrema destra, da quelle salvadoregne comandate dal maggiore Roberto d'Aubisson (il mandante dell'assassinio di monsignor Romero, fra l'altro) fino appunto alle Auc di Castaño. Fu una compagnia privata israeliana, la Spearhead (Punta di lancia), pubblicizzata nell'Annuario promozionale del ministero della Difesa, ad organizzare,alla fine degli anni ottanta, i primi corsi d'addestramento dei paramilitari colombiani. E furono israeliani tutti i suoi istruttori, a cominciare dall'ex-colonnello del Tsahal, Yair Klein, caduto poi in disgrazia dopo essere finito in carcere come mercenario in Sierra Leone nel 1999. Anche la gran parte delle armi e munizioni usate dagli squadroni di Castaño nella loro sporca guerra decennale sono arrivate dal porto israeliano di Haifa. Il primo carico fu scoperto dopo la morte del suo acquirente, il narco-paramilitare Gonzalo Rodríguez Gacha, detto il Messicano, antico socio di Pablo Escobar: nel gennaio 1990 vennero trovati nella villa di un politico della regione di Cordoba centinaia di fucili made in Israele Galil e mini-Uzi, sbarcati sulle coste colombiane dopo essere arrivati nei container con la scritta «parti dimacchinari» nell'isola di Antigua, su una nave affittata dal ministero della difesa israeliano. L'ultima fornitura bellica venuta alla luce, 3 mila AK-47 e 5 milioni di munizioni calibro 7.62, è stata organizzata nel 2002 da una società israeliana, la Gir, con sede a Città del Guatemala.
I governi israeliani non hanno mai mostrato neppure alcun imbarazzo ad accogliere nel loro paese come diplomatici diversi ufficiali coinvolti in casi di violazione dei diritti umani. L'ultimo caso, che ha sollevato perfino critiche da un settore del partito laburista, è quello dell'attuale ambasciatore colombiano, il generale Héctor Fabio Velasco, sotto inchiesta per avere insabbiato ogni indagine sul bombardamento che causò la morte di 18 contadini nella regione di Arauca. Nel dicembre 2002, il generale Rodrigo Quiñones, accusato di avere favorito vari massacri paramilitari, si dimise da consigliere militare dell'ambasciata colombiana a Tel Aviv soltanto perché accusato contemporaneamente dagli Usa di avere avuto legami con la mafia narco di Cali.
E' ovvio che l'ospitalità di un personaggio come Castaño non può essere tranquillamente rivendicata, visti i suoi precedenti e le sue numerose condanne per stragi e omicidi. Ma è del tutto evidente la sua utilità per l'asse Washington-Bogotà-Tel Aviv. E' più che probabile che Israele stia facendo un favore alle autorità Usa, che sarebbero state sicuramente imbarazzate (soprattutto alla vigilia delle elezioni presidenziali) dall'eventuale detenzione e la relativa confessione di uno dei maggiori esecutori della «guerra di bassa intensità», inventata al Pentagono e insegnata (torture comprese) nelle famigerate accademie militari Usa. Pur risiedendo in Israele, Castaño potrebbe ugualmente rivelare i suoi segreti sull'organigramma e le rotte del narcotraffico colombiano anche se viene da dubitare che ciò accada effettivamente: in questa come in altre vicende internazionali, la questione droga assume per gli Usa quasi esclusivamente un valore propagandistico. Se è utile a Washington, la fuga e l'eventuale esilio di Castaño in Israele fanno ancora più felice il governo Uribe, visto che il processo di legalizzazione dei paras ha mostrato nelle ultime settimane di procedere anche senza l'ormai suo consunto leader. Mentre da parte dell'Onu e dell'Europa sembrano affievolirsi le già timide voci di condanna che hanno denunciato i suoi punti più scandalosi (dalla sostanziale impunità garantita agli assassini alla sancita acquisizione dei milioni di ettari delle migliore terreconquistate come bottino di guerra), le Auc - passate sotto il comando di Salvatore Mancuso- stanno procedendo all'eliminazione della dissidenza interna. Una settimana fa è stato ucciso Doble Cero, il comandante paramilitare del Bloque Metro (nel frattempo annientato) che denunciava sia l'asservimento di Castaño e dell'attuale dirigenza alla narco-mafia sia il loro accordo col governo Uribe e le forze armate.
Più dubbiosa, ma anche più inquietante, l'utilità per Israele di un simile ospite.
Diario de la Huelga 34: La USO logró acuerdo por Unión Sindical Obrera Thursday May 27, 2004 at 12:57 AM usocol@col1.telecom.com.co +(57)-76-227856 / 209911 Avenida de Ferrocarril N° 28-43, Barrancabermeja
Se frena el proceso de privatización: Al término de los contratos de asociación vigentes la producción se mantiene en cabeza de Ecopetrol. Se protege el patrimonio básico de la estatal petrolera como sociedad pública con autonomía financiera. Sigue lucha por reintegro de todos los despedidos. El 26 de Mayo suscribieron el acuerdo, por el gobierno el Ministerio de Minas, Luis Ernesto Mejía y la viceministra de Protección Social, Luz Stella Arango; por Ecopetrol Isaac Yanovich, Héctor Manosalva y Lucy García; y como representantes de la USO: Roberto Schmalbach, Gabriel Alvis y Hernando Hernández [en la foto].
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Treinta cinco días después de iniciada la patriótica huelga en ECOPETROL, la USO logro acordar con el gobierno y la empresa un acta de compromisos, que son el fruto de la valerosa decisión de los trabajadores petroleros de arrancarle a los neoliberales gobernantes en franca lid lo que pretendían imponerles apelando a su poder arbitrario y antinacional.
En efecto, ayer 26 de Mayo suscribieron el acuerdo entre el Ministerio de Minas, Luis Ernesto Mejía, la viceministra de relaciones laborales del Ministerio de Protección Social, Luz Stella Arango; por ECOPETROL Isaac Yanovich, Héctor Manosalva y Lucy García; como representantes de la USO: Gabriel Alvis, Hernando Hernández y Roberto Schmalbach. Actuaron como testigos de lo acordado los voceros de la Iglesia: Presbíteros Francisco de Roux y Dario Echeverry; los representantes de la CUT: compañeros Carlos Rodríguez y Gustavo Triana; por el Concejo Municipal de Barrancabermeja Daniel Patiño y Claudia Patricia Andrade; en la sede de la Conferencia Episcopal Colombiana, finiquitando esta jornada de resistencia, movilización y lucha que se suma a la heroica historia de este gran baluarte proletario.
El informe será explicado en detalle por nuestros tres compañeros negociadores en una gran asamblea que se celebrará hoy, a las 3 p.m. en el Club Infantas.
No obstante, comentamos en este medio algunos aspectos de mayor relieve y el contexto político en el que se dieron; en primer término, el sindicato puede cobrar como un triunfo el haber frenado la privatización y liquidación de ECOPETROL, que era la puntada final del siniestro plan orquestado por el trío: Uribe-Mejía-Yanovich, por mandato de los gringos, cuya primera gran pieza fue el fatídico decreto 1760, de junio de 2003. Así queda demostrado en el primer punto de los acuerdos sobre política petrolera que garantiza el carácter estatal de la empresa y su naturaleza de sociedad pública por acciones, lo cual la blinda frente a la posibilidad de transferir su propiedad al capital privado.
De la misma manera la expedición por el gobierno Nacional de un decreto reglamentario al 1760, aclarando específicamente que los bienes muebles e inmuebles, así como los decretos sobre la producción se mantiene en cabeza de ECOPETROL S.A., al término de los contratos de asociación vigentes o sus extensiones, garantiza el patrimonio básico de la estatal petrolera lo que fue birlado con la creación de la ANH [agencia nacional de hidrocarburos] y el traspaso de esas reservas a su seno.
De igual naturaleza son los compromisos de adelantar conjuntamente, USO y la administración, gestiones ante el Ministerio de Hacienda y Crédito público para lograr la autonomía financiera de la empresa y la preservación de los campos de producción directa, como el de la Cira, Infantas y Casabe que seguirán siendo propiedad de ECOPETROL S.A. y su operación y mantenimiento se ejercerá con el personal actualmente vinculado a sus dependencias. Es una verdad de a puño, el mayor logro de esta justa huelga patriótica, como la definió Gabriel Alvis ha sido derrotar la política de marchitamiento y liquidación del primer patrimonio Nacional.
Es evidente, que en este primer combate no hemos logrado derrotar la totalidad de la política petrolera contraria al interés nacional y al servicio de las multinacionales, la USO proseguirá al lado de todos los patriotas y demócratas de Colombia, la batalla contra los mal llamados contrato de concesión moderna, porque entregan a cambio de pírricas regalías las reservas hidrocarburíferas del país, también contra los arrendamientos de los poliductos de ECOPETROL, porque la pérdida de su manejo estrangularía a la empresa y sus refinerías, además seguiremos denunciando que la ANH es un engendro anti-nacional que atenta contra las soberanía del país y los recursos estratégicos. Para concretar esta batalla, se propone presentar un proyecto de Ley Marco de Hidrocarburos cuyo debate en el parlamento y fuera de él, nos permitirá la fuerza necesaria para derrotar a los neoliberales gobernantes y su vergonzosa política de traición a Colombia.
Por otra parte, en materia de temporalidad se acordó la conformación de una comisión paritaria integrada por tres representantes de la USO, tres de la empresa que se reunirá desde el próximo lunes 31 de mayo a las 3 p.m. en Bogotá para discutir una solución ajustada a los siguientes criterios: empleos a término indefinido en un número que deberá definir dicha comisión; pensión de jubilación plena a quienes acrediten los requisitos; pensión proporcional de jubilación e indemnización y pull de temporales. Este punto, es un logro del sindicato y un avance en la solución de la problemática de estos compañeros si se tiene en cuenta que Yanovich siempre alegó que cualquier salida debería estar circunscrita a lo previsto en el laudo arbitral.
A su vez se acordó la constitución de un tribunal de arbitramento Ad-hoc para resolver los reintegros de los compañeros, injustamente despedidos en la legal y legítima huelga que hemos librado. Este tribunal compuesto por dos abogados designados por la USO, dos por Ecopetrol y un quinto nombramiento de común acuerdo entre las dos partes con la mediación de la Iglesia y la Cámara de Comercio de Bogotá, adoptando un procedimiento para tal efecto, que deberá resolver en un término de 6 meses todos los 248 despidos de la huelga caso por caso, excepto los compañeros que se acojan a las pensiones plenas y proporcionales a la que tienen derecho por habilitación de tiempo: seis años o doce puntos del plan setenta.
Aunque en este asunto, vital para el sindicato no se obtiene una total victoria, se le arranca a la empresa y al gobierno un compromiso que estamos seguros conllevará a hacer justicia y a tener en un semestre a todos estos valerosos soldados reintegrados a nuestras filas. Mientras dicho tribunal produce el fallo, los compañeros despedidos y sus familias continuarán disfrutando del plan educacional y los servicios médicos.
Yanovich y Uribe quedaron notificados por el sindicato de que si persisten en aplicar su malévolo laudo arbitral tendrán una férrea e inquebrantable oposición y resistencia, los trabajadores debemos retornar a los sitios de trabajo con la frente en alto, orgullosos que le hemos cumplido al país y a la USO, si algo quedo por avanzar en nuestra propuesta ha sido producto de la actitud servil y antinacional de un grupo de traidores, que se han entregado por un plato de lentejas, solo ellos y la administración son los únicos responsables del despido de nuestros compañeros.
27 DE MAYO ASAMBLEA GENERAL Club INFANTAS 3:00 P.M.
POR EL REINTEGRO DE NUESTROS COMPAÑEROS INJUSTAMENTE DESPEDIDOS ¡UNIDAD, ORGANIZACIÓN Y LUCHA!
¡VIVA LA HUELGA PATRIOTICA, DEMOCRÁTICA Y NACIONALISTA...VIVA!!!
VIVA LA UNION SINDICAL OBRERA, ORGANIZACIÓN QUE HIZO POSIBLE LA CREACION DE ECOPETROL, PATRIMONIO COLOMBIANO QUE SEGUIMOS DEFENDIENDO.
Redactó: Junta Directiva Nacional USO, 27 de mayo de 2004
CAROVANA INTERNAZIONALE COLOMBIA 23-24 GIUGNO
Il 23 Giugno le delegazioni internazionali si sono divise nelle 5 citta obiettivo della Carovana . Saravena ARAUCA, Medellin ANTIOQUIA, Barranquilla ATLANTICO, Bucaramaga e Barrancabemeja-SANTANDER, Cali VALLE del CAUCA, Bogota - CUNDINAMARCA. La delegazione italiana ha partecipato alle visite che si sono realizzate a Medellin, Saravena, Barrancabermeja.
MEDELLIN: Citta industriale di 1.200.000 abitanti circa, a 400 Km da Bogota, in una regione interessata dal megaprogetto del canale di collegamento transoceanico.
Il Sindacato ci spiega che, unalleanza tra imprenditori e borghesia locale (Chiamata SINDACATO ANTIOQUIEÑO) condiziona e determina tutte le scelte in campo politico, economico e sociale. A Medellin piu di 100.000 persone vivono senza luce e acqua. Alla fine del 2002 La COMUNA 13, quartiere alla periferia della citta, venne attaccato dallesercito e dalla polizia nelloperazione ORION, attuata per sradicare una comunita autoorganizzata e impegnata socialmente e politicamente. Ci furono scontri durissimi con bombardamenti, feriti, arresti e con lingresso di gruppi paramilitari che ora controllano militarmente il quartiere.
In queste due giornate abbiamo incontrato istituzioni locali e comunita organizzate : DEFENSORIA DEL PUEBLO Introdotta con la costituzione del 1991, ha il compito di promuovere il rispetto dello stato di diritto, raccogliere indicazioni e denuncie che provengono dalle organizzazioni sociali. Non ha potere esecutivo o coercitivo, si limita quindi a raccogliere le denuncie, svolgere proprie indagini e girare le conclusioni alla Procuradoria che apre eventualmente i provvedimenti giudiziari in sede civile, o alla Fiscalia General (Penale).
Dallincontro, al quale hanno partecipato anche rappresentanti delle organizzazioni di desplazados, e uscito un quadro desolante. La Defensoria del Pueblo ignora la maggior parte delle denunce, inoltre il Governo ha tagliato i finanziamenti. Questo e un elemento molto importante in quanto la Defensoria fornisce gli avvocati dufficio per seguire le cause o le denuncie presentate. Dopo il taglio dei fondi pubblici, gli avvocati sono destinati solamente alle persone gia in carcere, rendendo cosi impossibile qualsiasi intervento su cause o denunce civili (ad es. Un contenzioso tra impresari o multinazionali e comunita contadine).
SINTRAEMDES Sindacato delle imprese pubbliche di Medellin (Acqua ed energia). L80% delle sue sezioni regionali sono sotto la pressione di gruppi paramilitari. Nel corso della sua storia sono stati assassinati 50 sindacalisti. Limpresa che finanzia i gruppi paramilitari e politicamente impegnata nella riduzione degli investimenti per opere pubbliche. Lobiettivo e quello di concentrare questi investimenti allestero, nella realizzazione, ad esempio, di una centrale idroelettrica tra PANAMA e NICARAGUA.
FABBRICA OCCUPATA GACELA Fabbrica occupata nel 1998, da quando, con linasprirsi della crisi della produzione della plastica, lazienda venne messa in liquidazione. Negli anni 80 occupava 670 persone. Venne chiusa nel 1998, quando ormai rimanevano 154 dipendenti. Con loccupazione i Lavoratori hanno cercato di dare una risposta al problema del proprio sostentamento e allimpossibilita di potersi permettere una casa. Attualmente lo stabilimento e occupato da almeno 10 famiglie, le quali sopravvivono attraverso una panetteria, un chiosco e un ristorante aperti allinterno della fabbrica.
COCA COLA Iniziativa davanti ai cancelli della COCA COLA FEMSA di Medellin e incontro con Lavoratori e sindacalisti della fabbrica. Un momento interessante per ribadire la necessita del Boicottaggio. Attualmente COCA COLA occupa 245 lavoratori, di cui 160 operai e 85 amministrativi. Gli affiliati al sindacato sono 74. Vi sono enormi differenze salariali tra Lavoratori fissi e Temporanei. Altri 822 dipendenti sono impiegati nel settore della distribuzione.
COMUNITA DESPLAZADAS - Visita alle comunita La Mano de Dios La Cruz La Honda dove vivono: desplazados, esclusi ed emarginati. La repressione dei gruppi paramilitare e delle forze statali si concentra sopratutto contro le comunita maggiormente organizzate. Molti degli abitanti di queste comunita arrivano dalle Regioni di URABA e del CHOCO dove sono stati cacciati dai gruppi paramilitari con omicidi, intimidazioni e violenze.
SARAVENA: la citta appartenente alla provincia di Arauca prende il nome dalla regione cui appartine, la quale si trova al confine con il Venzuela. La citta di 40.000 abitanti e situata in una delle zone dove il conflitto in atto nel paese si e da qualche anno intensificato, al punto che e possibile parlare di una vera e propria zona di guerra, le strade di collegamento regionale sono tutte presidiate dallesercito con continui posti di blocco, i quali fermano tutti i veicoli in transito attuando perquisizioni e controllo dei documenti e dove vige un non dichiarato coprifuoco dalle 18.00 alle 6,00 del mattino. Al momento il centro della citta e sostanzialmente blindato in un quadrilatero ai cui angoli, posti di blocco permanenti con fortificazioni di sacchi di sabbia, impediscono laccesso alle persone in gruppi maggiori di quattro e solo dopo stretti controlli e perquisizioni.
In queste due giornate ci siamo recati a:
PUEBLO NUEVO piccolo villaggio situato tra Arauca e Saravena (per raggiungerlo sono occorse cinque ore di viaggio a causa dei militari) dove abbiamo incontrato le comunita di campesinos provenienti da tutta la zona. Lincontro ci ha commosso tutti per la forza con cui queste genti affrontano la violenza quotidiana, causata dallarroganza dellesercito regolare e piu drammaticamente dalle minacce, sparizioni e uccisioni di campesinos e rappresentati delle diverse organizzazioni sociali, sindacali e politiche messe in atto dai paramilitari. Nella riunione a cui hanno participato piu di 600 campesinos, indigeni e rappresentati, abbiamo raccolto le testimonianze degli abusi subiti e accolto lappello a che esse vengano diffuse al di fuori della Colombia per incrementare un movimento di opinione e protesta internazionali contro lattuale situazione.
SARAVENA il giorno successivo ci siamo incontrati con i rappresentanti di organizzazioni sociali, sindacali e politiche provenienti da tutta la regione. In ciascuna di esse vi sono storie di minacce, assassini, desaparesidos, e reclusioni. Laccusa del Governo e di appartenere alla guerriglia. Oltre alla testimonianza sulla persecuzione di cui sono vittime le suddette oragnizzazioni, abbiamo ascoltato le relazioni sulla situazione economica e sociale che si e deteriorata a partire dallapplicazione del Plan Colombia.
Il piano prevede due Megaprogetti:
1) La ruta de los Libertadores, una strada che andra a collegare Caracas con Bogota e Kito. 2) Lincremento delle prospezioni petrolifere. Infatti nell84 in Arauca sono stati rinvenuti giacimenti di petrolio. A Caño Limon si trovano dei pozzi attualemente in funzione.
Qui si e insediata una colonia Nordamericana e per un raggio di venti chilometri i controlli sono ancor piu rigidi. Il tempo massimo di percorrenza della zona e di venti minuti. Petrolio, strade di collegamento, sfruttamento delle risorse idriche, costituiscono la causa primaria di tutti questi tragici fenomeni (sfollamento, violenza, uccisioni ecc.) che, come le delegazioni hanno constatato, interessano tutto il territorio Colombiano.
BARRANCABERMEJA/YONDO/BUCARAMANGA:
BARRANCABERMEJA :
ela capitale petrolifera della Colombia e ospita movimenti sociali di massa e dalla grande froza dimpatto. Nel 2000 e stata sottratta dal parziale controllo della guerriglia e occupata dai paramilitari legati a doppio filo con lindustria petrolifera.
Loccupazione paramilitare continua nonostante la presenza formale della forza pubblica. Barrancabermeja e lesperienza pilota della gestione paramilitare del potere. Nonostante le violenze e i massacri, selettivi e generalizzati, la USO (il sindacato dei lavoratori del petrolio) e riuscito a portare avanti uno sciopero di 37 giorni e a organizzare grandi cortei di protesta, ottenendo un ridimensionamento del progetto di privatizzazione dellEcopetrol.
BARRANCABERMEJA : Il 23 Giugno la carovana internazionale si e recata a Barrancabermeja, dove ha incontrato i lavoratori dellUSO e della CUT(Central Unitaria de los Trabajadores) e le organizzazioni sociali coordinate nel Foro Social del Medio Magdalena. Abbiamo avuto loccasione di ascoltare alcune vedove de numerosi sindacalisti uccisi nella cittanegli ulitmi 4 anni. A Barrancabermeja la violenza non e praticata solo contro i leaders sociali ma contro tutta la popolazione: contro gli sfollati,che rappresentano il 70% degli abitanti, e contro tutta la popolazione, che sopporta quotidianamente le vessazioni dei paramilitari, che chiedono imposte alle famiglie e trattengono quote dei salari dei lavoratori.
YONDO: si trova in Antioquia, a pochi chilometri da Barrancabermeja, dallaltra parte della riva del Rio Magdalena. Anche a Yiondo i paramilitari esercitano un controllo di fatto del territorio. -A Yondo il 23 Guiigno nel pomeriggio abbiamo partecipato a una riune della giunta, influenza visibilmente dai paramilitari. A Yondo vige la poverta assoluta e si conosce almeno un caso recente di escuzione extragiudiziaria per un furto di pane. Due sindacalisti sono stati uccisi di recente mentre portavano avanti una vertenza contro il municipio.
BUCARAMANGA :
e la capitale amministrativa del Santander, sede logistica dei paramilitari della regione, ospita impianti dellEcopetrol e un impianto della Cocacola dove i lavoratori subiscono la pressione costante delle AUC.
Nello scorso Aprile parte della famiglia di un sindacalista di questo impianto e stata sterminata dai paramilitari. Il 25 GIugno abbiamo incontrato i sindacati e le org. Sociali del paese, anche loro sono vittime della violenza sistematica dei paramilitari. Particolarmente toccante la visita alle favelas abitate dai desplazados , che ci hanno raccontato la loro esperinenza direta dei massacri
La delegazione internaziona rientrera a Bogota per chiudere i lavori Venerdi 25 giugno.
LA DELEGAZIONE ITALIANA
CAROVANA INTERNAZIONALE BOGOTA? 22 GIUGNO
Nella seconda giornata la carovana ha incontrato le istituzioni e le forze politiche colombiane.
Gli incontri sono stati con: La Fiscalia Generale (la nostra Procura della Repubblica). Il Ministero del Lavoro, dove siamo stati ricevuti dalla Signora Stella Arango, la quale, prima dell?elezione di Uribe era presidente del Collegio di Difesa della Nestle?. Le Ambasciate dei vari Paesi rappresentati nella Carovana. Da notare che l?Ambasciata USA ha accettato l?incontro premettendo che non avrebbe fornito risposte circa i processi in corso negli Stati Uniti contro Multinazionali USA.
La delegazione italiana e? stata ricevuta dal Primo Segretario dell?Ambasciata, Dott. Livio Spadavecchia, al quale sono state esposte le ragioni della nostra presenza in Colombia e consegnati gli avvalli ricevuti dalla Carovana e dalle Organizzazioni rappresentate.
Per quanto riguarda l?incontro con la Fiscalia della Repubblica, rileviamo che in precedenza le organizzazioni sociali, sindacali ecc. non erano mai state ricevute. Si e? trattato quindi di una prima volta, nella quale si e? messo l?accento sullo squilibrio tra i processi intentati contro le Organizzazioni Sociali e sindacali e i loro Leader e le inchieste aperte per fare luce sui crimini subiti dalle stesse. Le cifre relative ai delitti commessi contro i sindacati parlano di un 99% di casi irrisolti, senza indagini avviate, oppure archiviate per mancanza di prove.
La strategia del Governo Uribe vede una persecuzione giudiziara contro i Leader sindacali ma anche contro gli artisti, attraverso il meccanismo della ?Rete degli informatori?, i quali, reclutati dallo stato, hanno il compito di denunciare le attivita? considerate ?sovversive? sulla base della nuova legge antiterrorismo.
Gli altri due incontri della giornata sono stati col Polo Democratico Indipendente e con il Frente Social y Politico, il quale aderisce ad Alternativa Democratica.
Questi due soggetti si propongono come alternativa al Governo Uribe e al blocco di centro destra, partendo da punti di vista differenti.
Il Polo Democratico Indipendente e? una coalizione di 7 partiti e ha recentemente eletto il sindaco di Bogota? Lucho Garzon. I suoi leader sono convinti di dover realizzare un fronte comune con Alternativa Democratica e con i Liberali di Sinistra. E? su posizioni piu? moderate rispetto al FSP.
Il Frente Social y Politico, nato nel 2004, aderisce ad Alternativo Democratica, nata quattro anni fa. Questa rappresenta una formazione alla quale partecipano molte organizzazioni storiche della sinistra di classe colombiana: MOIR, Corrente Sociale, Dignitad Obrera, Partito Comunista, Unita? Democratica. Hanno attualmente alcuni parlamentari e si candidano a rappresentare gli interessi del movimento sindacale e sociale, sostenendo un loro candidato, Carlos Gaviria, alle prossime elezioni.
Il loro programma politico prevede: Riforma agraria. No all?ALCA e al TLC. Soluzione politica del conflitto e riconoscimento dello stesso come frutto delle contraddizioni esistenti nel paese. Difesa degli interessi e delle risorse nazionali contro lo strapotere delle multinazionali. Lotta alla poverta?. Lotta alle privatizzazioni.
I principi espressi nella piattaforma política di Alternativa Democratica, evidenziano le differenze con il PDI, i cui parlamentari hanno votato alcune delle leggi neoliberali proposte dal Governo, come ad esempio la legge che tutela gli investimenti stranieri.
All?interno delle organizzazioni che compongono il FSP esistono diverse componenti contrarie al processo elettorale, ritenuto insufficiente a contrastare le gravi contraddizioni del paese e soprattutto lo strapotere dell?oligarchia colombiana e delle multinazionali.
LA DELEGAZIONE ITALIANA
CAROVANA INTERNAZIONALE Bogota?, 21 Giugno 2004
Sono cominciati oggi i lavori della ?Carovana internazionale per la vita dei lavoratori e delle lavoratrici colombiane? alla quale partecipano 57 delegati di 10 Paesi.
- La carovana e? promossa dalle Organizzazioni sindacali, sociali, politiche
e studentesche colombiane per denunciare lo stato di violenza sistematica operata dall?esercito e dai gruppi paramilitari nei confronti di leader sindacali, contadini, indigeni ma anche della semplice popolazione civile.
Durante la prima giornata le varie organizzazioni colombiane hanno fornito un quadro generale della grave situazione del Paese, approfondendo i seguenti temi:
? Relazione tra modello economico mondiale e Colombia. La politica neoliberista mondiale in Colombia si traduce in un?ulteriore involuzione autoritaria e repressiva dello stato; presidenzialismo, rafforzamento dell?apparato paramilitare e vertiginoso aumento delle spese militari rientrano in questo progetto.
? Risorse strategiche, megaprogetti e conflitto. La presenza militare e paramilitare si concentra nelle aree dove il pieno controllo e? indispensabile allo sfruttamento delle materie prime e alla realizzazione di megaprogetti. Esiste inoltre un programma di destabilizzazione dell?intera regione andina finalizzato a creare divisione tra i paesi di quest?area ed evitare che si crei un blocco unitario in grado di contrastare l?egemonia nordamericana.
? La politica di Uribe e il Plan Colombia. In alternativa al processo di pace con la guerriglia, iniziato dall?ex presidente Pastrana, l?oligarchia nazionale in accordo con gli interessi delle multinazionali ha elaborato un piano di annientamento militare dell?avversario, ora promosso dal presidente Uribe. In questo progetto rientrano gli ingenti aiuti militari statunitensi del Plan Colombia.
? Il terrorismo di stato. Vogliamo citare alcuni dati di questa guerra (che lo stato non ha dichiarato), relativi allo scorso anno: 94 sindacalisti assassinati, 4 scomparsi, 156 minacciati e 28 detenuti ingiustamente. Ancora piu? numerosi sono stati i contadini e gli indigeni sfollati e vittime di violenze.
Nel pomeriggio la delegazione internazionale ha fatto visita all?ospedale di S. Juan de Dios di Bogota?, che e? stato chiuso nel ?98 e poi occupato dai dipendenti rimasti senza lavoro. Da 6 anni l?ospedale e? un?interessante esperienza di lotta, di vita comunitaria e di rivendicazione del diritto al lavoro, alla casa e alla sanita? pubblica.
La Delegazione italiana alla carovana