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Cronologia Radio onda rossa 1977-1987

1973: nasce l’autonomia operaia.

1975-1977: nell’area dell’autonomia si sperimentano forme nuove di comunicazione e fioriscono centinaia di riviste, fogli, numeri unici, volantoni, piccole case editrici, centri di documentazione, radio libere.

1975-1977: soprattutto per iniziativa di privati, proliferarono in tutta Italia emittenti radiofoniche e televisive che iniziarono a mettere in discussione il monopolio statale dell’informazione.

14 aprile 1975: approvata la legge n. 103 che regolamentava il settore radiotelevisivo.

gennaio 1975: apre i microfoni la prima radio privata locale, Radio Parma.

1976: nasce la FRED, la Federazione delle radio emittenti democratiche, un’associazione nazionale di radio collegate alle realtà di movimento con finalità principalmente di tutela e assistenza legale, amministrativa ed economica. A questa federazione parteciperà anche Radio onda rossa. 1976: nasce Radio Alice, radio dell’autonomia bolognese.

28 luglio 1976: la Corte Costituzionale sancisce la liberalizzazione dell’etere in ambito locale. Il fenomeno delle televisioni e radio private si sviluppò a dismisura.

Primi mesi del 1976: nasce la Federazione delle radio emittenti democratiche (Fred), che fino al 1978 sarà il punto di riferimento delle emittenti nate dagli organismi di base che operavano nella società. Radio onda rossa, nel maggio 1977, entrerà nella Federazione.

25-26 settembre 1976: prima riunione della Fred a Roma, presso una libreria in Via dei Banchi Vecchi alla presenza di una trentina di radio provenienti da tutto il territorio nazionale, tra cui Radio Città Futura di Roma, Radio Alice di Bologna, Canale 96 di Milano.

17 febbraio 1977: Lama viene cacciato dall’Università di Roma, occupata dagli studenti per protestare contro la riforma Malfatti, rottura netta del movimento con la sinistra istituzionale: per la prima volta un movimento di massa respingeva la linea politica del PCI e della CGIL (sacrifici, austerità) e per la prima volta la sinistra, davanti ad una protesta sociale, si schierava a difesa delle istituzioni democratiche (legislazione dell’emergenza e criminalizzazione della protesta sociale, e dell’autonomia in particolare).

1977-1978: “processone del Policlinico” contro 64 lavoratori dell’ospedale per lotte organizzate dal 1974. Il giudice sentenziò l’assoluzione in formula piena di 59 lavoratori e la condanna degli altri 5 a pochi mesi con la condizionale.

1977: a Roma si apre l’inchiesta del pubblico ministero Rosario Priore contro l’autonomia operaia. Oltre 300 persone, identificate in diverse perquisizioni effettuate nella sede storica dei Comitati Autonomi Operai in Via dei Volsci n. 6, furono denunciate per reati associativi: il processo, conclusosi oltre 10 anni dopo sentenziò l’impossibilità di applicare agli imputati la fattispecie di reato associativo e l’estraneità dei singoli alla maggior parte dei reati loro contestati.

11 marzo 1977: Bologna: durante degli incidenti avvenuti all’Università di Bologna, morì Francesco Lo Russo, un militante di Lotta Continua.

12 marzo 1977: sia a Roma che a Bologna manifestazioni con scontri molto violenti con la polizia, di cui Radio Città Futura e Radio Alice fecero, nelle rispettive città, la cronaca più o meno in diretta, attraverso varie telefonate effettuate dai manifestanti dai luoghi degli incidenti.

marzo 1977: viene chiusa Radio Alice, la radio del movimento bolognese, accusata di aver diretto la guerriglia urbana dai suoi microfoni. Anche Radio Città Futura di Roma finiva sotto accusa per la manifestazione del 12 marzo mentre si sviluppava un acceso dibattito tra politici, intellettuali e giornalisti su questa nuova forma di censura, detta “fermo d’antenna”, provvedimento che consisteva nella chiusura temporanea o definitiva delle radio ritenute istigatrici della violenza e dello scontro con le istituzioni.

12 maggio 1977: Roma: muore Giorgiana Masi, durante una manifestazione indetta dal Partito Radicale in occasione dell’anniversario del referendum vittorioso sul divorzio.

24 maggio 1977: nasce Radio onda rossa, radio dei Comitati autonomi operai romani.

maggio 1977: Roma: 4° congresso della Fred che produsse due importanti documenti, lo statuto della federazione e i punti qualificanti di una eventuale legge di regolamentazione dell’etere locale italiano.

agosto 1977: manifestazione europea a Malville, in Francia, contro la costruzione di una centrale nucleare, durante la quale ci furono scontri con le forze dell’ordine francesi e venne ucciso un manifestante.

7 novembre 1977, mattina: sequestro da parte della polizia della sede storica dei Comitati autonomi operai, in Via dei Volsci a San Lorenzo e della sede del Comitato di lotta Monteverde, in via di Donna Olimpia, nell’ambito dell’inchiesta che accusava l’autonomia operaia di costituzione di banda armata e che vide la denuncia iniziale di 96 militanti.

13 novembre 1977: Radio onda rossa viene chiusa per alcune ore insieme a Radio Città Futura in seguito agli incidenti di piazza scoppiati a Roma dopo il sequestro delle sedi.

(almeno) novembre 1977-(almeno) dicembre 1979: Ror viene ascoltata e registrata da parte delle forze dell’ordine che istituirono una “commissione d’ascolto” permanente delle sue trasmissioni.

10-12 marzo 1978: Livorno: convegno nazionale organizzato dall’Arci, dall’Enars/Acli e dall’Endas dal titolo “Sistema radiotelevisivo e territorio: la comunicazione locale tra intervento pubblico, iniziativa privata e ruolo delle forze sociali”. Al convegno parteciparono 78 radio libere, in maggioranza della Fred, molti esponenti del PCI e molti della RAI. Confronto/scontro tra Fred ed Arci.

5-7 maggio 1978: Napoli: congresso della Fred, due principali problemi che le radio si trovavano ad affrontare: il finanziamento e il rapporto con le istituzioni. Lo scontro politico vedeva da una parte radio metropolitane come Radio onda rossa di Roma, Radio Sherwood di Padova, Radio Alice di Bologna insieme a quelle della provincia, in particolare del sud (Sicilia, Calabria, Campania), e dall’altra Radio Città Futura di Roma che si affiancava a radio come Canale 96, Radio Libera e Radio popolare di Milano, che già da tempo si andavano avvicinando alle istituzioni.

27-28 maggio e 17-18 giugno 1978: Roma: due riunioni “informali”, promosse da Radio onda rossa, tra circa 30 radio di movimento operanti o nascenti in quasi tutte le regioni italiane. Tentativo di definire una progettualità comune, decisione di convocare un seminario nazionale sull’informazione e di coordinare l’informazione relativamente ad alcuni settori d’intervento.

maggio 1978 [pieno rapimento Moro]: inizia l’inchiesta giudiziaria che portò alla chiusura dell’emittente. Mandati di comparizione contro Giorgio Trentin, Giorgio Ruffino Ferrari, proprietario della testata giornalistica “Radio onda rossa” e Renzo Rossellini, direttore responsabile di Radio Città Futura, che contestavano una serie di reati che d’opinione come negli altri procedimenti giudiziari che avevano colpito le radio di movimento. Nei mesi successivi la Procura generale avocò a sé l’inchiesta e, rivedendo il procedimento, precisò e ampliò i reati contestati, riferendoli ad imputati diversi rispetto all’ipotesi iniziale. La principale accusa fu di “associazione sovversiva”.

estate 1978: Nova Siri (Matera): primo campeggio contro l’energia nucleare, organizzato da Ror, il Comitato politico Enel e il comitato antinucleare della Trisaia. Nella zona Ror dette vita ad un’altra radio, Onda Rossa Nova Siri, strumento di informazione e controinformazione nelle giornate del primo campeggio.

13-15 ottobre 1978: Firenze: le radio vicine a Democrazia Proletaria, nonché una trentina di radio che stentavano a trovare una collocazione, si incontrarono a Firenze su convocazione di Radio Città Futura di Roma e, dietro la spinta di Radio Città Futura di Roma e Torino, Controradio di Firenze e Radio Popolare di Milano, proposero lo scioglimento della Fred.

18-19 novembre 1978: incontro del coordinamento delle radio di movimento.

1978-1979: seminari, convegni, assemblee, trasmissioni radiofoniche sul tema dell’informazione e della comunicazione, con il fine di approfondire teoricamente e nel confronto di esperienze ciò che veniva sperimentato e verificato nella pratica radiofonica. Tentativo di dar vita, senza grandi risultati, ad un’agenzia di stampa alternativa a quelle ufficiali. In seguito continuarono coordinamenti delle radio di movimento ma con sempre minore partecipazione vista anche la chiusura di parecchie emittenti.

7 aprile 1979: nel quadro del teorema Calogero vengono arrestati 15 militanti dell’autonomia padovana con l’accusa di essere la direzione intellettuale e politica delle Brigate Rosse. Il “gruppo del 7 aprile” fu detenuto in carcere per molti anni in attesa del processo che vide cadere una dopo l’altra le accuse più serie contro la maggior parte degli imputati.

giugno 1979: a Tutela, in Spagna, veniva uccisa dalla Guardia Civil una militante del movimento ecologista partecipante ad un corteo per la giornata internazionale di lotta antinucleare.

28 luglio-7 agosto 1979: Nova Siri: secondo campeggio antinucleare, minore partecipazione.

11-20 agosto 1979: Porto Torres (Sassari): altro campeggio contro la costruzione di una centrale nucleare, nonostante le miniere di carbone del Sulcis non venissero fatte funzionare da anni.

novembre 1979: inizia uno dei processi più noti a militanti dell’Autonomia operaia. Tre membri del Collettivo lavoratori-studenti del Policlinico furono fermati mentre trasportavano dall’autostrada Roma-Pescara ad Ortona in provincia di Chieti alcuni missili (dalla perizia risultati non funzionanti) destinati al Fplp (Fronte popolare di liberazione della Palestina). Condanna a 7 anni per i tre imputati con l’accusa di detenzione di armi.

21 dicembre 1979 Milano: ondata di incriminazioni nei confronti di militanti del movimento.

22 maggio 1980, ore 7:00: blitz della polizia in borghese nei locali della radio in Via dei Volsci 56, sequestro delle apparecchiature e chiusura della radio. Arresto di quattro suoi redattori: Giorgio Trentin, giornalista e regista cinematografico, direttore responsabile dell’emittente, Claudio Rotondi, lavoratore dell’ENEL, intestatario del contratto telefonico, Vincenzo Miliucci, lavoratore dell’ENEL e Osvaldo Miniero, lavoratore del CNEN. Mandati di cattura per Giorgio Ruffino Ferrari e per Riccardo Tavani, entrambi collaboratori della radio, rimasti latitanti. Arrestate altre tre persone: Alvaro Storri, lavoratore dell’ENEL, Renato Sgrò e Sergio Zoffoli. Daniele Pifano, detenuto per un altro procedimento giudiziario, veniva imputato anche in questo processo in quanto collaboratore della radio.

La mattina stessa: conferenza stampa dai microfoni di Radio Radicale dove intervennero radio di movimento e giornalisti di varie testate.

Nei giorni successivi: convegno nazionale sulla libertà d’informazione a cui parteciparono molte radio del movimento.

gennaio-maggio 1980: Radio onda rossa trasmette “in esilio” dai microfoni di Radio Proletaria che, nonostante le differenze politiche tra le due emittenti, ricambiava la stessa solidarietà datale da Radio onda rossa un anno prima, quando era stata chiusa dalla polizia in seguito ad una perquisizione. Fu ospitata anche da Radio Città Futura, da Radio Radicale, da Teleroma 56 e dal quotidiano “Lotta Continua”, che le diede uno spazio di mezza pagina ogni giorno, autonomamente gestito dalla redazione di Radio onda rossa e denominato “uno spazio per la voce di Radio onda rossa”. La “Cooperativa Culturale Laboratorio 2001”, costituita al fine di configurare una responsabilità collettiva per l’attività della radio, rilevò la proprietà della testata giornalistica radiodiffusa Onda Rossa e delle vecchie attrezzature non soggette a sequestro.

28 maggio 1980: riapertura della radio e assemblea degli ascoltatori di Onda rossa al Teatro Centrale di Roma per rilanciare l’attività dell’emittente ed invitare tutti e tutte a dare i propri contributi “di idee, economici e di lotta”, sottolineando l’importanza di riprendere le lotte interrotte nei quartieri, nei luoghi di lavoro, nelle scuole.

26 giugno 1980: Giorgio Trentin e Claudio Rotondi vennero scagionati e il giudice Priore concesse la libertà provvisoria ad altri tre, condizionandola al pagamento di cauzioni e al “soggiorno obbligatorio” in paesi diversi dal loro domicilio abituale. I tre detenuti rifiutarono questa libertà provvisoria “condizionata” e rimasero nel carcere di Rebibbia. Prosciolti, escono dal carcere ad agosto.

luglio-agosto 1980, Cerano di Brindisi: campeggio antinucleare.

settembre-ottobre 1980: a Torino, la radio documenta l’occupazione della FIAT e il clima creato dall’annuncio dei licenziamenti, individuando in questo passaggio una svolta epocale delle lotte operaie nella grande fabbrica nel nostro paese. Il 14 ottobre 1980, dopo il trentaquattresimo giorno di sciopero, una manifestazione di circa 30-40.000 persone tra dirigenti, capisquadra, impiegati e operai Fiat attraversò il centro di Torino rivendicando il diritto di tornare al lavoro. [La cd marcia dei “colletti bianchi”, che simboleggiò nell’immaginario collettivo la chiusura di una stagione di lotte operaie durata ben 12 anni.]

23 novembre 1980: terremoto in Irpinia, interi paesi distrutti, migliaia di morti e limiti dell’intervento istituzionale. Radio onda rossa si organizzò immediatamente per dare una solidarietà concreta alle popolazioni colpite dal sisma e riuscì, attraverso gli appelli radiofonici, a portare in Irpinia circa 300 persone e 200 milioni di aiuti. Nell’Irpinia del post terremoto i redattori e ascoltatori di Radio onda rossa diedero un contributo concreto nell’organizzazione dei soccorsi e nel ripristino dei servizi essenziali, ma furono soprattutto promotori di momenti di socializzazione, discussione e aiuto reciproco tra gli abitanti dei vari paesi colpiti dal sisma, primo passo verso l’esperienza dei comitati popolari. Il terremoto fu un occasione per moltissime persone di avvicinarsi alle attività alla radio e di iniziare a contribuire alla sua gestione

25 novembre 1980, mattina: due redattori della radio si recarono nelle zone colpite.

24-25 dicembre 1980: i volontari romani venivano allontanati dalle zone del terremoto con 57 fogli di via obbligatori, con il divieto di farvi ritorno per i successivi tre anni.

1981: il Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni affidò alla RAI il compito di elaborare i piani di assegnazione delle frequenze sulla base di un censimento delle emittenti nate dal 1975 in poi avviato nel 1980.

luglio 1981: Ror promuove l’occupazione di Villa Mercede, giardino abbandonato e decadente in un quartiere privo di verde pubblico, che venne aperto giorno e notte alla popolazione di San Lorenzo come luogo di iniziative sociali e culturali, trasformandolo nell’estate romana del quartiere.

luglio-agosto 1981: Cerano di Brindisi: campeggio antinucleare.

1982: la prima sessione dell’Uit (Unione internazionale dalle telecomunicazioni) stabilì che ciascuno stato avrebbe dovuto presentare entro il 31 gennaio 1984 le richieste di assegnazione delle frequenze all’organo tecnico dell’Uit che valutasse l’insieme delle richieste per riscontare eventuali casi d’incompatibilità e risolverli. La RAI elaborò un piano che comportava la riduzione delle frequenze utilizzabili dai privati dalle quasi 5000 esistenti a 300 in tutto il territorio nazionale, penalizzando fortemente le piccole emittenti la cui regolarizzazione veniva posticipata a data da definirsi: il piano di Ginevra venne subito soprannominato “piano taglia-frequenze”.

17 settembre 1982: dopo l’invasione israeliana del Libano e di Beirut le milizie armate della Falange cristiana massacravano circa 800 civili palestinesi nei campi profughi di Sabra e Shatila, in territorio sotto controllo militare israeliano, senza che le forze israeliane tentassero di arrestare o prevenire la strage. Anche Radio onda rossa parlò a lungo dai suoi microfoni dei fatti avvenuti, ospitando in studio militanti del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina.

9 ottobre 1982: attentato alla sinagoga di Roma, un commando di alcune persone sparò raffiche di mitra e lanciò quattro bombe a mano all’interno della sinagoga, ferendo 35 persone ed uccidendo un bambino di tre anni. Il dibattito politico di quei giorni si focalizzò sull’eventualità che i discorsi antisionisti, quindi la critica alla politica di espansione di Israele nei territori abitati dai palestinesi, provocassero inevitabilmente comportamenti antisemiti. Le trasmissioni di Radio onda rossa così come tutte le posizioni politiche di appoggio alla causa palestinese finirono sotto accusa. Durante una trasmissione della Comunità ebraica sulla seconda rete della RAI, si commentarono le modalità con cui Radio onda rossa aveva parlato dell’attentato alla sinagoga, facendo ascoltare parti di trasmissioni.

13 ottobre 1982, ore 2:15: ordigno valutato in 3 Kg di dinamite esplode davanti alla porta dell’appartamento di Radio onda rossa, provocando danni rilevanti all’interno dei suoi locali, in tutto il palazzo e nei palazzi vicini. Stabile dichiarato inagibile e 16 famiglie costrette a cercare ospitalità presso parenti ed amici fino alla riparazione dei danni. L’ordigno lesionò la tromba delle scale e provocò una voragine di circa un metro sul pianerottolo di fronte alla porta della radio. Al momento dell’esplosione nei locali della radio si trovava solo una persona che rimase illesa grazie alla lontananza dal luogo dello scoppio, così come gli altri abitanti del palazzo. Radio onda rossa lo ricondusse immediatamente ad un’organizzazione sionista, la Lega di difesa ebraica (Led), che, nei mesi e soprattutto nei giorni precedenti, aveva telefonato alla radio minacciando i suoi redattori e annunciando un’azione “punitiva”. Il procedimento giudiziario aperto d’ufficio non arrivò ad accertare le responsabilità e la bomba rimase un atto di ignoti. I redattori della radio sostennero di aver ricevuto nei giorni immediatamente precedenti e successivi alla bomba, telefonate di rivendicazione dell’attentato.

Mattina: la strada davanti alla radio si riempì di ascoltatori della radio e di abitanti del quartiere. Raccolto circa un milione e mezzo di lire in sottoscrizione per la ristrutturazione del palazzo danneggiato e si cercò di organizzare una manifestazione per il pomeriggio. In mattinata giunse nel quartiere di San Lorenzo anche Ugo Vetere, il sindaco di Roma, che promise agli abitanti del palazzo che il Comune si sarebbe occupato, a proprie spese, della ristrutturazione dello stabile, di cui nel frattempo sarebbe stata valutata l’agibilità. Reazioni poco accomodanti nei confronti di Ror degli abitanti dello stabile.

Pomeriggio: corteo nel quartiere di san Lorenzo, dove un migliaio di persone manifestarono in solidarietà di Radio onda rossa e della lotta del popolo palestinese (la questura aveva negato l’autorizzazione per un corteo al centro). L’autorizzazione a manifestare nel centro di Roma, richiesta per il giorno successivo, venne ugualmente negata dalla Questura.

14 ottobre 1982: nonostante il divieto, manifestazione di circa trecento persone da San Lorenzo a Piazza Bologna, lanci di bottiglie incendiarie ma nessun incidente.

21 ottobre 1982: prima riunione con il presidente della III Circoscrizione Vittorio Sartogo per la ristrutturazione dello stabile

febbraio 1983, Milano: assemblea nazionale dell’autonomia operaia, si affrontò il tema della fase politica e delle trasformazioni in atto. Si delineavano nuove coordinate di lotta volte al coinvolgimento popolare su grandi temi quali le centrali nucleari, le carceri speciali, il riarmo e l’installazione delle basi della Nato in Italia, temi al centro del dibattito politico durante gli anni ‘80. Su queste questioni nacque il Movimento antinucleare antimperialista che, composto da vari comitati e collettivi a livello nazionale, costruì percorsi di lotta contro le “produzioni di morte”, cioè le centrali nucleari, le armi e le basi missilistiche, le carceri, in particolare quelle speciali.

estate 1983: il Comune adotta una delibera per il finanziamento dell’intervento di ristrutturazione dello stabile e gli inquilini riconobbero il ruolo importante svolto dalla radio in questa battaglia.

1983: a Comiso, in Sicilia, dove il movimento pacifista internazionale si ritrovò a manifestare contro l’installazione dei missili Cruise nella vicina base della Nato.

1983: al carcere femminile di Voghera, primo carcere speciale “automatizzato”.

1984-1985: dibattito interno a Radio onda rossa “più movimento meno redazione, meno movimento più redazione”. Ridiscussione del ruolo della radio, della funzione dei redattori, della modalità di fare informazione, del rapporto con i collettivi e comitati esistenti. Principale nodo problematico: come poteva funzionare e quale ruolo poteva svolgere una radio del movimento in una fase di assenza di lotte sociali diffuse?

27 ottobre 1984, due giorni prima dell’apertura della seconda sessione dei lavori dell’Uit, circa 2000 persone manifestavano all’EUR sotto il Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni contro il piano di Ginevra, criticandone sia le finalità politiche sia i presupposti tecnici.

29 ottobre 1984: sulla base delle bozze presentate dai vari paesi, veniva approvato il piano di Ginevra che stabiliva la ripartizione delle frequenze nelle zone di confine operante dal 1° luglio 1987.

4 febbraio 1985: approvata dal parlamento la prima legge organica in materia radiotelevisiva, riconoscendo alle reti della Fininvest il diritto di trasmettere a livello nazionale e nonostante il dettato delle sentenze della Corte (che vietava gli oligopoli).

1986: sulla scia della tragedia di Cernobyl, si manifestò davanti alla centrale nucleare di Montalto di Castro, nel Lazio, dove una parte degli operai della centrale parteciparono al blocco.

Dal 1986 in poi: occupati vari stabili abbandonati di proprietà pubblica o privata per dar vita a centri sociali autogestiti, luoghi di aggregazione politico-culturale gestiti direttamente da chi li frequentava, tentando di conciliare i bisogni culturali e di aggregazione sociale di tanti giovani cresciuti nell’emarginazione delle periferie con assemblee e discussioni su temi inerenti i problemi dei quartieri e della città, in particolare la diffusione dell’eroina, la mancanza di servizi sociali, l’aumento dei prezzi, il bisogno della casa.

giugno 1987: la “Stampa” di Torino e “Notizie Radicali” diffusero la notizia che Radio Vaticana, a partire dal 1° luglio 1987, avrebbe iniziato a trasmettere su quattro nuove frequenze in applicazione del piano internazionale di Ginevra. Le frequenze in FM destinate a Radio Vaticana in quanto radio di uno stato estero erano utilizzate da più di 10 anni da altre quattro emittenti: Radio onda rossa, Radio Radicale, Radio Roma, prima emittente privata laziale e Radio Tre mari trasmissioni, la stazione romana della nazionale Rete 105. Radio onda rossa, a differenza delle altre tre emittenti, non disponeva di altre frequenze e, presumibilmente, sarebbe stata del tutto oscurata.

11 giugno 1987: comunicato stampa in merito del Coordinamento nazionale emittenti.

13 giugno 1987: articolo de «il manifesto» che ricordava che il piano di Ginevra non era mai stato mai ratificato dal parlamento italiano e i provvedimenti di esproprio non erano quindi operativi, tanto più che le radio oscurate erano state regolarmente censite sia nel 1983 che nel 1985, quando con la legge Berlusconi tutte le emittenti operanti sul territorio nazionale dal 1° ottobre 1984 erano state autorizzate a trasmettere.

24 giugno 1987: manifestazione popolare radiofonica denominata “Radio tenda”: per tutto il giorno 30 radio romane collegate in ponte radio con una postazione mobile situata a Piazza San Giovanni, davanti al Vicariato, mandarono in onda la loro protesta contro il piano di Ginevra ed il previsto oscuramento delle emittenti.

27 giugno 1987: sotto il Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni all’EUR, 2000 persone in rappresentanza di oltre sessanta radio libere e due televisioni private manifestarono per chiedere il ritiro del piano di Ginevra e un intervento urgente per impedire che Radio Vaticana realizzasse l’occupazione delle frequenze secondo il dettato del piano. Il direttore generale delle Poste assicurò alla delegazione ricevuta nei suoi uffici di aver sollecitato una nota del Ministero degli Esteri presso il Vaticano per “invitarlo a soprassedere” ma dalla Santa Sede affermarono che la comunicazione non era mai arrivata. Il Coordinamento Nazionale Emittenti evidenziava come il piano di assegnazione prevedesse 16 radio in FM nella città di Roma rispetto alle più di 200 attuali: l’oscuramento delle quattro emittenti era quindi solo un primo passo verso la chiusura di circa il 90% delle quasi 5000 esistenti in Italia.

30 giugno-1° luglio 1987, mezzanotte: come annunciato, il segnale di Radio Vaticana si inserì sulle frequenze delle quattro radio romane. In quel momento si stava svolgendo un ponte radio tra tre delle emittenti colpite, Radio onda rossa, Radio Radicale e Radio Roma con la partecipazione di altre radio romane, Radio Proletaria e Radio Chat Noir. L’inserimento di Radio Vaticana ebbe l’immediata conseguenza del parziale oscuramento delle emittenti, segnalato da decine di ascoltatori da tutte le zone di Roma che, con le loro telefonate, indicavano la qualità della ricezione e commentavano l’accaduto. Una delle quattro emittenti, radio Tre mari trasmissioni, rispose all’oscuramento spostando il suo segnale sulla frequenza di un’altra radio, Radio Mary (96,300 FM), optando per una soluzione individualistica piuttosto che per una battaglia comune contro il piano e per il diritto delle emittenti storiche a trasmettere: Radio Mary ne risultò a sua volta danneggiata e le radio in ponte tra loro parlarono di azioni “vampiresche” e di “sciacallaggio”. Le telefonate degli ascoltatori per comunicare la qualità della ricezione furono per otto anni una costante della vita della radio, poiché, fino all’assegnazione della nuova frequenza nel 1995, Radio onda rossa continuò a trasmettere sulla frequenza precedente, convivendo con Radio Vaticana e disturbandosi a vicenda, pur con le differenze dovute alla diversa potenza del segnale irradiato. Le altre radio, invece, dopo alcuni mesi di battaglie comuni, accettarono di spostarsi su altre frequenze e ricominciarono a trasmettere regolarmente.

Nei primi mesi successivi all’oscuramento: tre delle radio coinvolte, insieme a molte altre emittenti romane, organizzarono varie iniziative di protesta, sia presso il Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni, sia nuovamente a piazza San Giovanni, nel ponte radiofonico “Radio tenda”. Le radio, attraverso il Coordinamento Nazionale “Nuove Antenne” (CONNA), cercarono di condurre delle battaglie comuni finalizzate ad ottenere una regolamentazione dell’etere che non fosse disegnata a misura del mercato pubblicitario, ma fosse in primo luogo garante del pluralismo dell’informazione, tutelando le emittenti con minori possibilità economiche. Radio onda rossa, che a differenza delle altre emittenti rifiutò di cambiare frequenza e continuò a trasmettere dalla frequenza 93,300, utilizzando anche lo “spazietto” 93,450, si impegnò negli anni successivi all’oscuramento in una battaglia quotidiana per migliorare la ricezione nei vari quartieri.

novembre 1987: vittoria nel referendum per la messa al bando dell’energia nucleare con l’86% di voti favorevoli.

rorinterattiva/libro/cronologia (last edited 2008-06-26 09:57:40 by anonymous)