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RASSEGNA STAMPA INTERNAZIONALE

SPAGNA

EL PAIS - Il quotidiano di Madrid apre oggi con la politica internazionale e dà rilievo alla notizia dell'accordo raggiunto tra il governo di Baghdad e l'Onu circa l'accesso senza condizioni degli ispettori per il disarmo in tutti i siti iracheni sospetti entro 15 giorni. Gli Stati Uniti hanno comunque respinto l'accordo. Per la politica interna El Pais riporta le dichiarazioni di Jordi Pujol, presidente della comunità autonoma di Catalogna, che nel suo ultimo giorno in carica ha ribadito come il modello catalo "di pace e convivenza sia buono", mentre quello basco non sarebbe buono per la Catalogna. Pujol ha criticato la politica del governo Aznar, che ritiene restrittiva nei confronti delle regioni autonome. Pujol ha minacciato che tale politica restrittiva potrebbe portare il gruppo parlamentare catalano (CiU) a considerare morto il patto costituzionale raggiunto con il governo centrale. Sempre per la politica interna, El Pais riferisce che il governo di Jose Maria Aznar, per mezzo del ministro del Lavoro Candido Mendez, ha informato ha informato i leader dei principali sindicati spagnoli che verranno modificati i punti più criticati del decreto di riforma del mercato del lavoro, varato lo scorso giugno.

EL MUNDO - Anche il secondo quotidiano di Madrid si sofferma sull'accordo raggiunto a Vienna tra Onu e il governo di Saddam Hussein sul ritorno in Iraq degli ispettori senza condizioni entro i prossimi 15 giorni in tutti i siti sospetti, eccetto otto palazzi presidenziali. Gli Stati Uniti hanno respinto l'accordo e chiedono una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza.

FRANCIA

LIBERATION - "Raffarin si attacca al settore pubblico". In "difficoltà di strategia", dice Libè, il governo francese non si sbilancia e resta vago sui suoi "progetti di privatizzazione". Così, alla vigilia della "manifestazione per il settore pubblico", la presidenza del consiglio manda un segnale con la nomina di Thierry Breton alla testa di France Telecom. Sull'Iraq, Libè titolo: "Davanti all'Onu, a Vienna, l'Iraq si piega ma non si spezza".

LE FIGARO - "France telecom: quattro scenari per un salvataggio". La nomina di Thierry Breton alla testa dell'impresa pubblica in evidenza sul quotidiano conservatore che dedica anche un ritratto a Breton, il "romanziere diventato un esperto nel raddrizzare le imprese" in crisi. Taglio centrale invece per l'incontro franco tedesco di oggi. "Schroeder ha bisogno di Chirac per riavvicinarsi a Bush".

GRAN BRETAGNA

THE GUARDIAN - Gli Stati Uniti respingono l'accordo raggiunto ieri tra le Nazioni Unite e l'Iraq per il ritorno a Baghdad degli ispettori per il disarmo. Washington vuole che l'invio degli ispettori sia accompagnato dalla minaccia dell'uso della forza, per assicurare un effettivo controllo degli arsenali di Saddam. La Gran Bretagna deve svolgere il suo ruolo per far riaprire, entro la fine dell'anno, i negoziati in Medio Oriente per giungere ad uno "status definitivo" e cercare di porre termine al conflitto arabo-israeliano che si prolunga da 54 anni. Lo ha affermato ieri a Blackpool il premier britannico Tony Blair alla conferenza del Partito Laburista. Blair - scrive il quotidiano britannico The Guardian - ha affermato che bisogna giungere alla fine del terrorismo in Israele e al riconoscimento dello Stato ebraico da parte degli Stati arabi, e alla creazione di un duraturo Stato palestinese entro i confini del 1967. Parlando di "status definitivo", il premier ha lasciato intendere chiaramente che anche le questioni più spinose - lo status di Gerusalemme e il rientro dei profughi Palestinesi - dovranno essere affrontate nell'auspicato negoziato. Per la politica interna il Guardian dà rilievo al discorso di Blair, con il quale ha esortato i membri del suo partito ad una maggiore audacia politica in senso riformista.

THE TIMES - Il Times apre sul discorso di Blair. Il premier ha ribadito la necessità di riformare i servizi pubblici del Paese, in particolare scuole e ospedali, ed ha chiesto al Partito laburista maggiore coraggio in materia di privatizzazioni.

THE INDIPENDENT -Anche l'Indipendent apre con il messaggio di Blair inviato da Blackpool ai laburisti: "Dobbiamo essere coraggiosi". Il premier, parlando di politica estera ha affermato che per giungere alla pace bisogna essere pronti anche alla guerra. Blair non esclude per il futuro l'adozione dell'euro da parte della Gran Bretagna ed ha incitato il suo Partito ad avere maggior coraggio in materia di privatizzazioni per riformare i servizi pubblici del paese. L'Indipendent riporta poi la notizia dell'accordo raggiunto ier a Vienna tra l'Onu e l'Iraq che potrebbe condurre ad un ritorno degli ispettori per il disarmo a Baghdad nel giro di due settimane.

FINANCIAL TIMES - Il Financial Times apre con la notizia che l'Iraq ha ieri accettato il rientro degli ispettori Onu senza condizioni in tutti i siti sospetti, eccetto otto palazzi presidenziali di Saddam Hussein. Sebbene l'accordo consentirebbe agli ispettori, guidati dallo svedese Hans Blix, di recarsi in Iraq entro due settimane, gli Stati Uniti non lo hanno accettato. Washington vuole infatti una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza che ponga delle condizioni più severe - tra cui l'uso della forza - per garantire l'effettivo svolgimento del lavoro degli ispettori. "Il settore manifatturiero nell'area dell'Euro è prossimo alla recessione": è questo l'allarme che il Financial Times lancia. Sarebbe la seconda recessione in meno di un anno del settore, dovuta ad un calo della domanda.

STATI UNITI

THE NEW YORK TIMES - Questione irachena in primo piano sul quotidiano di New York, con la richiesta americana di una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza prima dell'invio degli ispettori per il disarmo a Baghdad, come previsto dall'accordo raggiunto ieri a Vienna tra l'Iraq e l'Onu. Il segretario di Stato Colin Powell ha infatti insistito che il ritorno degli ispettori in Iraq sia accompagnato da una risoluzione che dia garanzie sull'effettivo svolgimento della loro missione, ponendo come condizione anche l'uso della forza.

THE WASHINGTON POST - L'accordo raggiunto ieri a Vienna tra l'Iraq e l'Onu, scrive il Washington Post, consente il ritorno a Baghdad degli ispettori per il disarmo sotto il sistema di regole fissato da precedenti risoluzioni del Consiglio di Sicurezza. L'Iraq ha promesso l'accesso senza restrizioni agli ispettori in tutti i siti sospetti, ma non ha autorizzato visite a sorpresa nei palazzi presidenziali. L'accordo di ieri, che gli Stati Uniti non hanno accettato, secondo il Washington Post, complica l'azione diplomatica del Presidente George W. Bush per ottenere una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza che ponga condizioni più severe all'Iraq e l'autorizzazione del Congresso per l'uso della forza. Per quanto riguarda le indagini sugli attentati dell'11 settembre invece, funzionari federali dell'immigrazione - scrive il Washington Post - hanno testimoniato ieri che se avessero ricevuto maggiori informazioni dalla Cia, nell'agosto 2001, avrebbero potuto localizzare per tempo due dei 19 dirottatori.

THE WALL STREET JOURNAL - Nel giorno in cui l'Iraq ha raggiunto l'accordo con le Nazioni unite per il ritorno degli ispettori per il disarmo a Baghdad, Washington esorta gli iracheni a uccidere o almeno esiliare Saddam Hussein. Il Wall Street Journal cita le parole del portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer che, rispondendo ad una domanda sugli elevati costi di un attacco militare, ha detto: "Posso solo dire che il costo di un biglietto di sola andata è sostanzialmente inferiore a quello dell'intervento militare, come inferiore è anche il costo di un proiettile". Ipotizzando nuovi scenari di guerra, il Wall Street Journal considera realistica l'ipotesi che, contrariamente alla Guerra del Golfo del 1991, Saddam possa questa volta dare l'ordine di utilizzare il suo arsenale chimico e biologico contro i militari americani.

MEDIO ORIENTE

HA'ARETZ I jet dell'aviazione Usa e inglese hanno colpito un radar nella no-fly-zone in Iraq. Lo segnala il quotidiano Haaretz. I militari angloamericani hanno precisato di aver agito in risposta ad azioni ostili iracheni. Ieri il ministro della difesa Usa Rumsfeld aveva annunciato che le incursioni aeree sull'Iraq sono destinate a "intensificarsi".

L'unico risultato dell'assedio israeliano al Muqata è stata la sconfitta delle riforme in seno all'Autorità Nazionale Palestinese. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri israeliano Shimon Peres.

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