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RASSEGNA STAMPA INTERNAZIONALE

FRANCIA

LIBERATION - "Internet, la rivoluzione dell'alta velocità". La rete, scrive libé "diventa rapida e illimitata". una "formula che seduce il grande pubblico" e con "la riduzione dei prezzi" "internet diviene surfissime", ovvero: navigabilissimo.

LE FIGARO - "Come Washington vede il dopo Saddam". Apre sull'Iraq Le Figaro che pubblica una grande intervista con Richard perle, "eminenza grigia del pentagono". E un editoriale accusa gli Usa: "L'arroganza americana". Taglio centrale per il razzo europeo Ariane, "tradito dal suo nuovo motore". Lo scacco di Ariane, scrive il giornale "mette in difficoltà l'industria spaziale europea".

SPAGNA

EL MUNDO - "Primo bilancio: oggi si compie un mese dall'avvio della catastrofe del 'Prestige'". Il ministro delle Infrastrutture e della Protezione Civile spagnolo, Francisco Alvarez "Cascos ammette che prese da solo la decisione di fare allontanare la petroliera (dalla costa), senza consultarsi con Aznar o Rajoy", il suo vice. Foto a centro pagina dedicata agli sforzi compiuti dai pescatori e dagli abitanti dei villaggi della Galizia per evitare il disastro naturale: "Barriere artigianali prima della nuova marea nera". Sondaggio El Mundo-Sigma Dos: "Una grande maggioranza (degli spagnoli) crede che il governo (guidato dal popolare José Maria Aznar) sia stato 'lento' e 'inefficace'". Si passa agli esteri, con il Consiglio europeo di Copenaghen. "L'Unione Europea offre alla Turchia di valutare nel 2004 la sua situazione e, se adempirà ai criteri, negoziare il suo ingresso".

EL PAIS - Il vicepresidente del Governo e coordinatore della crisi del Prestige, Mariano "Rajoy rivela 29 giorni dopo l'incidente che Cascos e cinque tecnici decisero (da soli) di allontanare la nave". Il governo spagnolo approva intanto nuove norme "contro la navigazione di vecchie petroliere". Washington si scusa con Madrid per averla coinvolta nell'incidente internazionale del Golfo di Aden. Il sottosegretario alla Difesa statunitense ha telefonato al ministro spagnolo della Difesa per chiedere "scusa", sulla decisione della Casa Bianca di restituire allo Yemen la nave con 15 missili Scud che due fregate della Marina spagnola avevano fermato lunedì scorso. A Copenaghen, l'Unione Europea decide che "negozierà l'adesione della Turchia dopo l'ingresso dei dieci nuovi membri". Il quotidiano progressista parla anche di sé. "La polizia neutralizza un libro bomba inviato alla redazione di Barcellona di El Pais". Fra le pagine economiche, "il consiglio d'amministrazione della Fiat dibatte oggi delle possibili dimissioni dei suoi vertici".

GRAN BRETAGNA

THE TIMES - Il Regno ancora travolto dal Cheriegate. "Il truffatore tenta di vendere i segreti dei Blair". Il Times ha scoperto che gli inquilini di Downing Street erano stati avvertiti dei trascorsi del signor Foster e di una possibile "stangata" la settimana prima che lo scandalo venisse a galla, 12 giorni fa. La moglie del premier avrebbe ricevuto documenti legali sul processo a Foster nel suo studio privato e il Sun di oggi pubblica la trascrizione di una telefonata in cui il truffatore sembra sperare in una speculazione finanziaria sulla vicenda. "Il leader siriano difende i kamikaze alla vigilia della sua visita a Londra". Intervista esclusiva a Bashar Assad, che giudica l'attuale ondata di violenze palestinesi come una "reazione (legittima) al terrorismo praticato da (Ariel) Sharon". "Trecento otto sterline a parola per un'anteprima del nuovo Harry Potter". Un collezionista americano ha pagato più di 28mila sterline (circa 45mila euro) per una cartolina sulla trama dell'attesissimo quinto libro sull'apprendista mago, scritta dall'autrice J.K. Rowling.

THE INDEPENDENT - "Incubo a Downing Street (continua)". Le ultime notizie sui presunti messaggi via fax arrivati alla signora Blair, spingono il primo ministro britannico a sfidare i suoi accusatori, invitandoli a tirare fuori le prove o tacere per sempre. Il ministro degli Esteri statunitense, Colin Powell, "presenta un piano di riforme per il Medio Oriente". Consiglio europeo di Copenaghen, "la Turchia non riesce a ottenere una data per i colloqui di adesione". Francia: "Il 96% dei cittadini attribuisce all'adozione dell'euro una crescita dei prezzi".

THE GUARDIAN - I 'panni sporchi' di Downing Street ancora in apertura. "Blair sfida i media". Il premier britannico tenta di mettere a tacere i tabloid sulle presunte speculazioni finanziarie della moglie. Il quotidiano progressista sentenzia: Cherie è "colpevole, ma solo di essere naif". Si passa al Consiglio europeo di Copenaghen, che "fa slittare l'ingresso della Turchia". Poi la "minaccia nucleare coreana": "La decisione di riattivare il reattore di Yongbyon ravviva le tensioni dei primi anni Novanta, quando l'impianto in Corea del Nord portò il mondo sull'orlo di una guerra".

FINANCIAL TIMES - "La Corea del Nord pronta a riattivare gli impianti nucleari in naftalina". Gli Stati Uniti sostengono che l'iniziativa rappresenti un'infrazione agli accordi del 1994, mentre Pyongyang rivendica una crisi energetica cronica. "Minacciato lo status della Germania come punto di riferimento del debito di Eurolandia". Richiamo in prima per la Fiat: A Roma si dice che potrebbe esserci un'altra ragione dietro l'interessamento di Silvio Berlusconi per la crisi Fiat, oltre l'ovvia preoccupazione per i lavoratori e il futuro di un'icona dell'industria italiana". Per la rubrica Observer del Financial Times a muovere il capo del Governo italiano è quel 10% del Corriere della Sera ("il più influente e letto quotidiano italiano, e uno dei pochi mezzi di comunicazione che regolarmente irrita Berlusconi") in mano al Lingotto. Un nuovo presidente della Fiat - conclude il quotidiano britannico - "più gradito a Mediobanca e Berlusconi, potrebbe tradursi in titoli migliori (sulla Fiat, ovviamente)" Scende Enrico Bondi, sale Alessandro Barberis, nel 'toto nomine' per la successione a Gabriele Galateri di Genola, dimessosi tre giorni fa, alla guida della Fiat. Secondo il Financial Times Barberis, attualmente direttore generale del Lingotto, ha dalla sua il gradimento dei sindacati, e una fama da conciliatore. Ieri le quattro banche creditrici, ricorda il quotidiano britannico, hanno minacciato di bloccare l'acquisto del 51% di Fidis in caso di nomina di Bondi.

STATI UNITI

NEW YORK TIMES - "Il rapporto iracheno sulle armi presenta grandi omissioni, dicono funzionari Usa". Nella dichiarazione non ci sarebbero riferimenti "agli agenti chimici e biologici mancanti quando gli ispettori lasciarono l'Iraq quattro anni fa". E mentre un altro articolo sottolinea che "l'opposizione irachena stringe rapporti con l'Iran" su un altro dei fronti caldi, quello della prevenzione contro eventuali attacchi biologici, il NYT titolo: "Funzionari dello stato criticano il calendario per le vaccinazioni contro il vaiolo".

WASHINGTON POST - "La Corea del Nord annnuncia che riprenderà il lavoro ai suoi reattori nucleari". Con questo annuncia la Corea del Nord rispolvera "la minaccia che porto' il paese sull'orlo della guerra con gli Usa nel 1994". Quanto all'Iraq, invece, "Gli Usa puntano alla resa dei conti con l'Iraq sulla questione degli scienziati". Per l'amministrazione Bush, la querelle sugli scienziati iracheni potrebbe diventare la scintilla che darà fuoco alle polveri e scatenerà la guerra. Secondo l'amministrazione - scrive questa mattina il Washington Post - se Saddam impedirà agli scienziati iracheni di vedere gli ispettori dell'Onu questa sarà considerata una "violazione" della risoluzione 1441 delle Nazioni Unite. E scatteranno quindi le "serie conseguenze" minacciate dalla risoluzione.

MEDIO ORIENTE

HAARETZ - Nessun ritiro da Betlemme entro Natale: lo dice un alto ufficiale dell'esercito israeliano, secondo radio Israele, citata dal sito web del quotidiano israeliano. L'alto ufficiale contraddice così quanto detto ieri a Roma a papa Giovanni Paolo II dal presidente israeliano Moshe Katsav, che aveva promesso che l'esercito avrebbe fatto il possibile per ritirarsi dalla città della Natività. Le fonti dell'esercito sostengono che il ritiro delle truppe israeliane da Betlemme sia molto poco probabile, visto che esistere ancora un elevato stato d'allerta per attentati nella zona. Nonostante ciò, come ha assicurato l'anonimo alto ufficiale intervistato dalla radio militare israeliana, le restrizioni e il coprifuoco imposti ai residenti verranno ridotti per Natale, a misura di un'eventuale diminuzione delle minacce terroristiche. Secondo il sito web del quotidiano Haaretz, nella giornata di ieri, il governo israeliano avrebbe preso in considerazione la possibilità di permettere al presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Yasser Arafat, di recarsi a Betlemme per la tradizionale visita natalizia. L'anno scorso, Israele aveva impedito il trasferimento al rais, che non ha potuto partecipare alla messa di Natale per la prima volta dal suo ritorno nei Territori nel 1994. Durante i colloqui fra il Papa e il presidente israeliano Katsav, sempre ieri, il Vaticano ha invitato Israele a garantire il "libero accesso" durante le festività a Betlemme, dove le truppe di Tsahal presidiano la piazza della Mangiatoia, dopo aver rioccupato la città cisgiordana. Katsav aveva assicurato a Giovanni Paolo II che l'esercito, se la situazione della sicurezza lo avesse permesso, si sarebbe ridispiegato all'esterno della città.

JERUSALEM POST - Nel corso della notte, le truppe di Tsahal hanno demolito l'edificio di Hebron da cui sono partiti i colpi di arma da fuoco che ieri sera hanno provocato la morte di due soldati israeliani ( uno di loro era una donna). Secondo la radio militare israeliana, citata dall'edizione online del Jerusalem Post, uno o più responsabili dell'azione anti-israeliana sarebbero riusciti a lasciare l'abitazione in auto. Dopo l'incidente, i soldati hanno condotto ricerche a tappeto nella zona. Le due vittime dell'attacco sono il diciannovenne Keren Ya'akobi (il cui funerale avrà luogo alle 11 italiane nel cimitero militare di Hadera) e il coetaneo Maor Calphon di Kiryat Yam (che verrà seppellito alle 12 italiane nel cimitero di Tzur Shalom). Entrambe le vittime facevano parte della polizia militare. Il soldato e la soldatessa sono stati uccisi da una distanza ravvicinata mentre si trovavano di guardia nel posto di blocco di Machpela a Hebron, non lontano dal luogo in cui il mese scorso hanno trovato la morte dodici israeliani.

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rs131202 (last edited 2008-06-26 09:59:05 by anonymous)